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Padel

Garrido/Yanguas al top e non solo: i primi temi della stagione

I primi due tornei del calendario Premier Padel hanno già offerto spunti interessanti: le grandi possibilità di Garrido e Yanguas, la fragilità delle coppie, le potenzialità di Claudia Fernandez, le opportunità passate dalla pala Carolina Orsi e non solo

di | 12 marzo 2024

Il 2024 targato Premier Padel è solo all’inizio e il circuito prepara una tournèe di due settimane fra Messico e Venezuela, ma la prima trasferta in medio oriente ha già offerto tanti spunti interessanti. L’attenzione è stata monopolizzata dalla rottura fra Ale Galan e Juan Lebron, che ha regalato un finale a sorpresa alle due settimane fra Arabia Saudita e Qatar, però c’è stato anche tanto altro. Il primo tema diventato evidente fra Riyadh e – soprattutto – Doha sono le qualità della nuova coppia composta da Javi Garrido e Mike Yanguas, due dei giovani di punta del Tour. Che avessero il potenziale per fare grandi cose era risaputo, ma le qualità vanno sempre dimostrate in campo e i due spagnoli l’hanno fatto alla grandissima in Qatar.

Battere prima Galan/Lebron (nel controverso match che ha portato alla separazione) e poi confermarsi contro Martin Di Nenno e Franco Stupaczuk, per di più in uno dei quattro tornei più importanti della stagione, ha ribadito che i due possono ambire a una posizione molto più importante della decima piazza nel ranking di coppia con la quale hanno iniziato la stagione. Perché giocano un padel di qualità, alimentato a entusiasmo e voglia di emergere, e possono essere molto competitivi in qualsiasi condizione: sia su un campo rapidissimo come quello di Riyadh, sia quando la palla viaggia meno.

E poi imparano in fretta: in Arabia Saudita contro i “Superpibes” avevano raccolto tre game, mentre la settimana successiva (peraltro con una posta in palio maggiore) hanno vinto loro. Il duo funziona e il ranking dei singoli migliora di conseguenza: Yanguas ha guadagnato in un colpo solo sette posizioni nella classifica FIP, salendo al numero 13; Garrido si è migliorato di cinque posti portandosi in quindicesima posizione. Significa che presto saranno fra le prime 8 teste di serie: piccolo vantaggio utile a crescere ancora.

Un altro aspetto reso ancora più evidente dai primi tornei dell’anno – ma già si sapeva – è che l’unione fra le coppie è molto meno stabile rispetto a un tempo. E che, per forza di cose, basta che se ne rompa una di alto livello per metterne in discussione tante altre, magari partite con buone intenzioni ma fatte vacillare da possibilità ritenute migliori. Quando i big chiamano è difficile dire di no. Galan l’ha fatto con Federico Chingotto e ha subito ottenuto il “sì”, mentre Lebron per il momento si è accasato con Momo Gonzalez ma pare intenzionato a (ri)prendersi Paquito Navarro. Attendiamoci dunque una stagione ricca di cambi, dai quali probabilmente resteranno escluse solamente le coppie Coello/Tapia e Di Nenno/Stupaczuk, che funzionano benissimo così, sportivamente e – dettaglio non banale – anche umanamente.

I primi due tornei hanno detto anche che serve ancora qualcosa per vedere i migliori giocatori italiani (uomini) davvero competitivi in mezzo ai più forti. L’esempio di Cremona e Di Giovanni, arrivati al via della stagione da imbattuti negli ultimi tre grandi appuntamenti nazionali ma fermati due volte al primo turno delle qualificazioni fra Riyadh e Doha, la dice lunga. Ma è lunga anche la stagione e l’impressione è che a forza di tentativi – la prossima una nuova chance, in Messico – si presenterà qualche occasione migliore. Vale lo stesso per gli altri: Marco Cassetta, che col belga Geens ha raggiunto il main draw a Doha, Daniele Cattaneo e compagnia.

Passando alle donne, la nuova stagione si è aperta come la scorsa, con Ari Sanchez e Paula Josemaria di un’altra categoria. Hanno vinto sia in Arabia Saudita sia in Qatar, perdendo un solo set in dieci partite e dimostrando che quando sono al top sanno ancora essere le più forti. C’era curiosità per vedere l’avvio di stagione di Delfi Brea e Bea Gonzalez, le migliori nell’ultima parte del 2023. Responso? Così così. A Riyadh hanno perso nettamente in finale contro le numero uno mentre nel Major sono crollate ai quarti di finale contro Salazar/Icardo. Ci si aspettava di più e forse per insidiare davvero la vetta manca ancora qualcosa.

Alle loro spalle, promette bene la soluzione trovata da Gemma Triay, che ha deciso di dare fiducia alla 18enne Claudia Fernandez (se i big lo facessero più spesso i nomi di punta aumenterebbero) ed è stata ripagata da ottime prestazioni. Al primo torneo insieme sono giunte in finale in un Major e la giovane spagnola ha subito mostrato di saper reggere a dovere sia il palcoscenico sia il cognome ingombrante della compagna. Da qui in avanti può solo crescere e crescerà.

Per chiudere, la delusa in casa Italia, ossia Carolina Orsi. L’obiettivo della sua stagione insieme a Lorena Rufo è mettere più volte possibile il naso nei quarti di finale, e le due hanno avuto la chance per riuscirci sia a Riyadh sia a Doha. Il problema è che hanno perso entrambe le volte un incontro alla loro portata, trovandosi costrette a dire addio al traguardo più per demeriti della spagnola che della compagna romana. Detto ciò, anche se per ora ne hanno mancate due su due, la buona notizia è che le occasioni ci sono.

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