Dopo i primi due tornei del World Padel Tour, in testa alla classifica stagionale ci sono Franco Stupaczuk e Alex Ruiz, finalisti a Madrid e Alicante. Sulla loro partnership c’erano tanti interrogativi, invece Ruiz si è dimostrato all’altezza e “Stupa” può finalmente interpretare il gioco come piace a lui
di Marco Caldara | 29 aprile 2021
Galan/Lebron? Belasteguin/Gutierrez? Nient’affatto. Loro si sono spartiti i primi due tornei stagionali del World Padel Tour, ma dopo le tappe di Madrid e Alicante in testa alla Race che determinerà i 16 qualificati per il Master Final ci sono due protagonisti inattesi come l’argentino Franco Stupaczuk e lo spagnolo Alex Ruiz, finalisti in entrambi gli appuntamenti.
Il loro è stato un avvio di stagione splendido: hanno messo insieme più punti di tutti, e soprattutto hanno spazzato via i tanti dubbi circolati nella pre-season sulle potenzialità della loro coppia. Tutto ruotava attorno al rendimento di Ruiz, classe 1994 da Malaga: un buon giocatore ma che non era mai stato fra le migliori otto coppie del mondo, e nel World Padel Tour aveva raggiunto al massimo tre semifinali e cambiato compagni a ripetizione. Per Stupaczuk, che invece ha vinto almeno un titolo a stagione dal 2016 ed è fra i primi 10 da tempo, passare da una leggenda come Sanyo Gutierrez al mancino andaluso sembrava un passo indietro, invece Ruiz si è dimostrato subito all’altezza e per “Stupa” potrebbe essere la svolta verso la consacrazione attesa da anni.
“La gente – ha detto Stupaczuk – non aveva grande fiducia nella nostra coppia, ma noi ci abbiamo creduto molto fin dall’inizio, così come il nostro team. Non ho la sfera di cristallo per sapere come andrà da qui in avanti, ma siamo partiti subito molto bene”.
Ruiz è uno dei giocatori più potenti del circuito, Stupaczuk dei più intelligenti, pur giocando un padel moderno e velocissimo. Si completano a dovere, e la loro intesa è stata immediatamente evidente: a Madrid hanno sorpreso Galan e Lebron, sfiorando il successo nella finale contro Belasteguin e Gutierrez, mentre ad Alicante si sono presi la rivincita contro Bela/Sanyo, prima di arrendersi a Galan/Lebron. Partiti come settima coppia del ranking, sono già a un passo dal numero 4 di Navarro/Di Nenno (che vale una testa di serie e un bye al primo turno), ma i risultati dicono che sin qui hanno funzionato meglio anche rispetto a Lima/Tapia, numero 3.
Secondo Stupaczuk, 25enne della provincia argentina del Chaco, la loro grande partenza non è figlia della mancanza di aspettative da parte del pubblico, che gli ha permesso di giocare più liberi. Ma è semplicemente una questione tecnica, di modo di interpretare il gioco. “Per la prima volta – ha spiegato – posso dividere il campo con un giocatore molto preparato fisicamente come me, con cui condivido tante idee di gioco. I miei tre compagni precedenti (Sanyo Gutierrez, Mati Diaz e Cristian Gutierrez, ndr) puntavano molto su tattica e attesa, mentre con Alex giochiamo un padel meno tecnico, ma molto più veloce”.
In sintesi, era come se con i compagni precedenti si sentisse in gabbia, obbligato a giocare il padel di una volta, più attendista e difensivo. Essendo il meno esperto delle coppie doveva abbassare la testa e adattarsi, anche se non sempre era d’accordo. Ora, invece, pur avendo il ruolo di capitano si sente più libero di esprimersi, puntando su potenza, fisico e versatilità, anche a costo di sbagliare qualche palla in più. Una situazione che gli ha giovato, ed è alla base dell’affinità con “Capitan America”, come lo chiama lui per la vaga somiglianza fra Alex e Chris Evans, che ha interpretato il personaggio nel film targato Marvel.
Se Stupaczuk ci ha visto giusto offrendo a Ruiz l’opportunità più importante della sua carriera, allo spagnolo – salito al numero 15 del mondo, sua miglior classifica di sempre – va dato il merito di essersi fatto trovare pronto, migliorando tantissimo in difesa e riducendo parecchio quegli errori gratuiti che sono sempre stati la sua croce.
Con lo smash mancino sa letteralmente far esplodere la palla, ma quando c’era da difendere la propria metà campo non era un mostro e sbagliava troppo per pensare di essere competitivo anche ad altissimi livelli. Quest’anno, invece, sembra un altro giocatore.
"Per me e Franco – ha spiegato – non è stato semplicissimo abituarci al gioco dell’altro, perché in precedenza giocavamo con due compagni dalle caratteristiche completamente diverse. Ma avere accanto un giocatore come lui mi ha giovato tantissimo: ha un’ottima difesa, copre tanto campo e questo mi permette di giocare sempre in una posizione aggressiva. Siamo una coppia molto ambiziosa, e puntiamo a vincere i tornei. Sappiamo di avere i mezzi per farlo, ora dobbiamo dimostrarlo”.
Un altro dei segreti della loro intesa è quello di continuare ad allenarsi separatamente, visto che Stupaczuk risiede a Madrid mentre Ruiz (che a Madrid ha fatto base per qualche anno) è tornato a vivere nella sua Malaga. Per molte coppie potrebbe essere un bel problema, mentre per loro funziona. “Io ci sono abituato – dice Ruiz – perché non mi allenavo a tempo pieno nemmeno con Martín Piñeiro, il mio vecchio partner. Facciamo da soli il lavoro individuale di cui abbiamo bisogno, e poi lavoriamo in coppia alla vigilia dei tornei. Nella pre-season ci siamo trovati per una settimana, giusto per rifinire gli aspetti tattici, mentre per il resto siamo entrambi felici di questa situazione. Ci lasciamo spazio a vicenda. È come un matrimonio: per fare in modo che funzioni a dovere ognuno deve avere il proprio spazio, così come il proprio tempo per riflettere quando capitano dai momenti meno felici”.
Un punto di vista interessante, che non tutte le coppie rivali condivideranno. Ma ciò che conta è che funzioni per loro, e fino a qui l’ha fatto a meraviglia.