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Padel

Francesca arriva prima, e col padel sogna in grande

Francesca Ligotti è l’unica under 21 azzurra a frequentare con continuità il circuito internazionale, fra FIP e World Padel Tour. “I risultati delle altre italiane – dice la torinese – mi hanno dato una spinta incredibile: certi traguardi non sono irraggiungibili”. Punta a fare strada con la olandese Maaike Betz, e vuole trasferirsi un anno in Spagna grazie all’Erasmus

di | 23 ottobre 2021

Nel padel tricolore l’età media dei giocatori che frequentano il circuito internazionale si aggira intorno ai trent’anni, ma qualche piacevole eccezione c’è. Fra gli uomini sta ottenendo risultati sempre più importanti il 22enne Marco Cassetta, mentre nel femminile la “Next Gen” in gonnella che compare più spesso al via dei tornei FIP e World Padel Tour è Francesca Ligotti, classe 2001, numero 155 della classifica mondiale. Due giocatori con tanti punti in comune: sono entrambi torinesi, hanno grandi ambizioni e si allenano – una volta a settimana anche insieme – al Ruffini Padel Club, nell’accademia di coach Raul Rodriguez. Uno che evidentemente sa come trasmettere le giuste motivazioni ai propri allievi.

“Ho iniziato un percorso nel quale credo molto – racconta Francesca –, e sapere che il tempo è dalla mia parte è sicuramente un vantaggio. Ma non deve diventare una scusante: vorrei riuscire ad arrivare il più avanti possibile nel minor tempo. Ho la fortuna di poter dedicare al padel la gran parte delle mie giornate, e anche di essere arrivata in questo sport prima rispetto a tante altre giocatrici. Deve essere uno stimolo per fare sempre di più”.

Classe 2001 da Torino, Francesca Ligotti è l'unica under 21 italiana a giocare con continuità a livello internazionale

E pensare che inizialmente con la pala la mancina piemontese ci giocava soltanto per fare un favore a papà, il primo padelista della famiglia. Aveva costruito una piccola squadra nel centro dove giocava, e per poterla iscrivere ai campionati doveva inserire nel team qualche donna. Ma da lì Francesca si è innamorata. “Ho capito che era tutto ciò che volevo – continua –, così ho gradualmente abbandonato il tennis, fino a mollarlo del tutto a 17 anni, dopo aver giocato per la prima volta i Campionati italiani di padel, a Riccione”.

Dando uno sguardo al suo profilo nel sito del World Padel Tour, nell’elenco dei tornei giocati figurano Emirati Arabi, Lituania, Olanda, Irlanda, Spagna e naturalmente Italia. Tutto solamente nel 2021: fra le under 21 azzurre è un caso unico. “Ragionavo proprio l’altro giorno – spiega – sul fatto che sono due mesi e mezzo che non gioco un torneo nazionale, ma è parte del percorso che ho deciso di intraprendere. I grandi risultati ottenuti nel World Padel Tour dalle più forti ragazze italiane mi hanno dato una spinta incredibile. Sono la prova che certi traguardi non sono irraggiungibili”.

Così la torinese ha deciso di ricalcarne le orme, passo dopo passo, iniziando a giocare i tornei internazionali del Cupra FIP Tour per raccogliere punti e fare esperienza. “Ho trovato un ambiente molto organizzato ed eventi di alto livello. Capita di giocare contro avversarie fortissime e di grande esperienza: è parte del percorso formativo per arrivare in alto. Sognavo di raggiungere il World Padel Tour, e di recente sono riuscita a entrare in due tornei (all’Open di Lugo e al Challenger di Alfafar, ndr). Mi auguro di costruirmi presto una classifica che mi permetta di frequentare il circuito sempre più spesso”.

Francesca Ligotti (sinistra) con la compagna Maaike Betz

A condividere il percorso con lei, negli ultimi tempi c’è l’olandese Maaike Betz, di un anno più giovane. Una coppia nata un po’ per caso, ma che funziona. “Ci siamo conosciute al mondiale giovanile del 2019 – racconta –, e da allora siamo rimaste in contatto, scambiandoci dei messaggi su Instagram. Poi è capitato che rimanessi senza compagna per un torneo, così le ho chiesto se le andasse di giocare insieme a me”. È bastato poco: sono subito arrivate in finale al Fip Rise di Dublino, poi si sono ripetute anche nell’appuntamento di Torino e da lì hanno deciso di fare squadra a tempo pieno.

Come comunicano? La gran parte in inglese, ma anche un po’ in spagnolo, con un pizzico di italiano e olandese. “Sto insegnando a Maaike qualche parola nella nostra lingua – dice –, mentre io sto imparando in olandese le varie indicazioni che si usano durante un incontro di padel. Visto che di olandesi nel circuito non ce ne sono, nessuno è in grado di capirci. Può diventare un bel vantaggio (ride, ndr)”.

“Prevediamo – continua – di concludere insieme la stagione giocando altri tre tornei FIP, e se riusciamo a entrare anche l’Open di Svezia del World Padel Tour. Poi vorremmo trascorrere qualche settimana in Spagna durante la prossima pretemporada, così da poterci confrontare subito col livello che troveremo nei tornei”.

All’attività di giocatrice Francesca alterna quella da insegnante, con tanto di corso seguito nel 2018 a 17 anni (l’età minima sarebbe 18), grazie a una deroga ricevuta per meriti sportivi dalla Federazione Italiana Tennis. L’anno seguente al Foro Italico ha sostenuto l’esame da insegnante, giocando la stessa settimana anche il suo primo torneo internazionale, e oggi al Ruffini si occupa della scuola padel, con ragazzi dai 6 ai 18 anni. Oltre che dalle sue ambizioni, il futuro prossimo del padel tricolore passa anche da lì. “Il riscontro è ottimo e siamo molto fiduciosi. I più grandi iniziano già a giocare i primi tornei, e vedere tanti ragazzini che si avvicinano al padel da piccoli fa ben sperare per il futuro del movimento”.

In più, a settembre ha iniziato anche la carriera universitaria, nella sua Torino, col corso di laurea in Scienze internazionali, dello sviluppo e della cooperazione. “Non c’entra nulla col padel – dice – ma volevo comunque continuare a studiare, anche se il mio futuro lo vedo nel padel. Oggi è la parte fondamentale della mia vita, ma avere un piano B fa sempre comodo”. Tuttavia, proprio l’università può trasformarsi in una chance in più per la sua carriera padelistica, attraverso l’Erasmus.

Per il 2022, infatti, Francesca ha messo gli occhi sulla possibilità di trasferirsi in Spagna grazie al progetto: idealmente a Madrid, oppure a Valladolid, città che in ottica padel va altrettanto bene. Anche perché è dove vive il suo modello, la spagnola Paula Josemaria. “Mi piace la sua visione di gioco – spiega –, perché pur occupando il lato destro del campo non si focalizza solamente sulla costruzione del punto. Essendo mancina prova a sfruttare la sua incisività, e io vorrei arrivare a fare lo stesso. Sto lavorando proprio per sviluppare maggiore aggressività”.

Nel 2021 la torinese è arrivata in finale in due tornei FIP Rise, a Dublino e Torino, sempre con Maaike Betz

Dalla sua crescita nei prossimi anni dipenderanno le chance di fare strada nel mondo del padel professionistico, col primo obiettivo fissato in un posto fra le top-100 del ranking mondiale. “Non sarà facile – ammette –, ma è lì che bisogna puntare. Mentre per il futuro mi piacerebbe raggiungere con frequenza il Cuadro Final nei tornei del World Padel Tour, un po’ come sta riuscendo a Carolina Orsi. La ritengo l’esempio più vicino, anche perché gioca con Esther Carnicero, che conosco benissimo essendo mia compagna di club di Serie B, a Beinasco”.

La stessa Orsi sarà uno dei punti di forza della nazionale azzurra in vista dei prossimi mondiali, a metà novembre in Qatar. Francesca è rimasta fuori dalla lista delle convocate diramata questa settimana dalla ct Marcela Ferrari, ma sarebbe stato strano il contrario. “Per ora non posso definire la nazionale un obiettivo – spiega –, perché il livello del team è altissimo e tutte le ragazze convocate giocano nel World Padel Tour, ottenendo grandi risultati. Quindi non ho fretta, ma per il futuro conquistare un posto sarebbe un sogno. Oggi ci sono tante giocatrici che lo meritano più di me, ma mi auguro di riuscire un giorno a meritare anche io una chance”. A giudicare dai progressi degli ultimi mesi e dal percorso che ha in testa, in futuro arriverà anche il suo momento. È solo questione di tempo.

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