

Per lasciarsi alle spalle un periodo avaro di soddisfazioni, l’italo-argentino Andres Britos ha deciso di impegnarsi per una stagione nel circuito APT Padel Tour. L’inizio è stato un trionfo: finale ad Asunción nel primo Open e titolo a Buenos Aires nel primo Master. Una bella rivincita che ne rilancia le potenzialità, e potrebbe fare bene anche all’Italia
di Marco Caldara | 05 aprile 2022
La scorsa settimana è stata quella della vittoria di Paquito Navarro e Martin Di Nenno nel primo storico torneo del nuovo Premier Padel, ma anche dello splendido successo di Andres Britos nel Master di Buenos Aires del circuito APT Padel Tour. Un successo che ripaga la scommessa del 32enne italo-argentino di Bolivar, da anni membro della nazionale azzurra grazie al doppio passaporto dovuto alle origini italiane della nonna (di Osimo, provincia di Ancona), che – almeno momentaneamente – ha deciso di mettere da parte le ambizioni nel World Padel Tour per giocare nel circuito concorrente, insieme all’argentino Pablo Barrera.
Una scelta in controtendenza, ma che sembra perfetta per rilanciarne una carriera che prometteva grandi cose (Britos è stato n.1 in Argentina, prima di tuffarsi nel circuito mondiale) ma ultimamente aveva un po’ rallentato, fra difficoltà a trovare il compagno giusto e qualche sconfitta di troppo. Nel Tour nato in Sudamerica, invece, fino a qui è stato tutto un successo, con la finale nel primo Open stagionale ad Asunci?n (Paraguay) seguita dall’emozionante trionfo al Microestadio de River Plate.
Nella Capitale argentina Britos e Barrera hanno compiuto un autentico miracolo in semifinale contro i numero uno del ranking Franco Dal Bianco e Maxi Arce, spuntandola per 5-7 7-6 6-4 dopo aver rimontato uno svantaggio di 5-2 40/0 nel secondo set (e cancellato quattro match-point), mentre in finale hanno regolato con un doppio 6-3 gli altri due ex giocatori WPT Diego Ramos e Juan Manuel Restivo.
E pensare che, quando il mese scorso si sono presentati ad Asunciòn per il primo Open della stagione, Britos e Barrera si conoscevano appena, perché il primo ha passato gli ultimi sette anni in Spagna (risiede a Barcellona), mentre il secondo non se l’è mai sentita di fare il grande passo verso l’Europa. Ma gli è bastato poco: si sono allenati insieme un paio di giorni e hanno capito immediatamente che l’intesa poteva funzionare. Britos ci ha messo grinta, agilità, intelligenza tattica e due gambe fra le più veloci nel mondo del padel; Barrera ha portato fisico e potenza, e le vittorie sono arrivate a raffica.
In Paraguay il titolo è sfumato in finale, mentre a Buenos Aires nessuno ha saputo fermarli, anche grazie all’incredibile connessione che sono riusciti a creare col pubblico, interamente schierato dalla loro parte. “In Paraguay – ha raccontato Britos, che si è già guadagnato un posto nella top-10 del ranking APT – le condizioni erano molto differenti ed è stato un torneo complicato, perché a causa della pioggia ci siamo trovati costretti a giocare tre incontri in 24 ore. Pablo aveva qualche noia fisica e non è riuscito a recuperare per la finale. In Argentina, invece, è andata a meraviglia: abbiamo vinto tutti i punti chiave, conquistando il titolo”.
“Fino a dove possiamo arrivare? Non lo so – ha aggiunto il compagno –, ma mi auguro di non aver già raggiunto l’apice delle nostre possibilità. Alla fine dell’anno scopriremo davvero quanto valiamo. Questi punti ci aiuteranno a guadagnare una posizione migliore in tabellone, anche se il livello è talmente equilibrato che ci sarà comunque poco da rilassarsi”.
Terminata la parentesi sudamericana, ora il circuito APT si sposta in Europa. La prossima settimana sarà a Monte Carlo (in contemporanea col Masters 1000 di tennis: affascinante), poi volerà a Città del Capo, quindi in Spagna, Portogallo e Ungheria. Britos e Barrera non mancheranno. “Dopo sette stagioni nel World Padel Tour – ha detto ancora l’italo-argentino – quest’anno ho deciso di prendere un impegno con Pablo per questo circuito. Lo scorso anno ho giocato un paio di tornei APT (in Spagna e Svezia, ndr) per raccogliere un po’ di punti, così da partire da una situazione migliore”.
“L’inizio – ha detto ancora – è stato ottimo, e mi auguro di continuare così. Prevedo anche di giocare qualche Challenger del World Padel Tour, e di provare anche a vedere se riesco a partecipare ad alcuni dei nuovi tornei Premier Padel. L’intenzione è di disputare tutti i tornei possibili, anche se spesso a decidere sarà il calendario, visto che alcuni (come il Major di Doha e il Master APT di Buenos Aires) si giocheranno in contemporanea”.
Per Britos il successo nell’APT al ritorno in Argentina ha rappresentato una grande rivincita. Andres aveva lasciato il paese otto anni fa, da gigante del movimento nazionale, andando in Spagna in cerca della consacrazione internazionale. L’ha trovata solo in parte, sicuramente meno di quanto avrebbe desiderato, ma gli è bastato poco per dimostrare che sa ancora come vincere partite e tornei.
Un bene per lui che potrebbe riflettersi anche sulla nostra nazionale, della quale è da tempo uno dei pilastri, nonché un modello al quale aspirare per tutti i compagni di team. Nel 2019 a Roma, nel match che ha consegnato agli azzurri il primo storico titolo europeo, in campo insieme a Michele Bruno c’era lui. L’augurio è che possa presto essere parte di altre imprese tricolori, a maggior ragione adesso che si è riscoperto un top player.
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