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Padel

Arturo Coello, l'ultimo allievo del professor Bela

Classe 2002, Arturo Coello è stato scelto come nuovo compagno della leggenda Belasteguin, che punta a ricreare con un mancino l’assetto che gli ha permesso di vincere tutto sia con Diaz sia con Lima. Un’opportunità enorme per il giovane di Valladolid, già top-20 e dotato delle caratteristiche giuste per diventare uno dei più forti al mondo

di | 13 ottobre 2021

Per Arturo Coello, la chiamata di Fernando Belasteguin è stata l’investitura definitiva. Del 19enne talento di Valladolid si parla un gran bene dal 2020, quando insieme all’altro giovane Ivan Ramirez è stato fra le rivelazioni della stagione, iniziando a farsi vedere a ripetizione nel Cuadro Final dei tornei del World Padel Tour. Da allora, il mancino castigliano ha bruciato le tappe, scalato la classifica e migliorato a ripetizione il livello dei compagni, passando da Miguel Lamperti e Javi Ruiz per arrivare fino alla leyenda, che insoddisfatto del rapporto con Sanyo Gutierrez ha deciso di puntare su di lui.

L’obiettivo di “Bela” è chiaro: vuole provare a ricreare l’assetto tattico che in passato gli ha dato enormi soddisfazioni, prima con Juan Martin Diaz e poi con Pablo Lima. Significa mettere alla sua destra un compagno mancino, che possa così essere più aggressivo rispetto al classico giocatore di destra e aggiungere potenza alla coppia, visto che il Bela 42enne ha molto poco del giocatore di sinistra moderno, seppur riesca con la sua intelligenza tattica e un’enorme classe a compensare l’assenza di certi schemi ormai tipici di chi gioca dal lato del “reves”.

“Ricevere la chiamata di Bela – ha raccontato il giovane, oggi numero 17 del ranking – è stata una grande sorpresa. Ho sempre sognato di poter giocare con lui, ma non sapevo se sarebbe mai stato possibile, vista la differenza d’età fra noi due (23 anni, ndr). Invece, quando è arrivata la sua telefonata ho capito che sono arrivato a certi livelli in tempo per giocare con il migliore della storia. È stato senza dubbio uno dei momenti più felici della mia carriera”.

“Le sensazioni dei nostri primi allenamenti insieme – ha aggiunto Coello – sono state fenomenali. Ci siamo confrontati molto su quali soluzioni attuare, e su quale può essere la via per completarci al meglio. Fernando mi ha proposto tantissime idee per modellare il suo gioco a seconda del mio: lui ha una capacità incredibile di adattarsi al proprio compagno. Giocare con lui rende tutto più facile, perché mi permette di trovarmi sempre in situazioni d’attacco, esattamente ciò che cerco”.

Come accennato, è stato Bela a cercare Coello, perché ha visto in lui ciò che – dal punto di vista dell’aggressività – non ha trovato in Sanyo Gutierrez, ma è sicuramente il giovane colui che ci guadagnerà di più della collaborazione sportiva. “Fernando ha sicuramente molto di più da dare alla coppia rispetto a me – ha detto ancora Coello –, ma io posso portare tantissimo entusiasmo, voglia di allenarmi e tanta energia per ottenere i risultati che pensiamo di meritarci. Ho tanta voglia di continuare a lavorare con lui, a imparare e approfittare della sua enorme esperienza. Sto vivendo un sogno, e darò tutto da mattina a sera per godermelo a pieno”.

Coello – che ha un fratello di due anni più giovane, Rodrigo, impegnato nei tornei minori – non è sempre stato un predestinato. Da ragazzino non era affatto fra i migliori della sua età, e fino a 17 anni è stato uno dei tanti. Poi, dopo il ritorno a Valladolid con la famiglia (cinque anni prima si erano trasferiti a Merida), ha iniziato ad allenarsi a tempo pieno con l’argentino Gustavo Pratto – uno dei coach più preparati al mondo, ancora al suo fianco oggi –, capendo di avere le armi per diventare professionista.

Nel giro di quattro anni si è affermato come il più forte della Next Gen ed è arrivato fra i primi 20 della classifica mondiale, con potenza, fisico (è alto un metro e 90) e la giusta personalità per diventare uno dei protagonisti del padel del futuro. Nel 2021 Coello ha giocato quattro semifinali con tre compagni diversi, e adesso è pronto per un nuovo salto di qualità, a fianco del “boss”.

“Bela – ha messo in guardia Juan Martin Diaz, che col connazionale ha vinto tutto per anni e anni – ha bisogno di avere al suo fianco un giocatore che chiuda i punti, e con Arturo l’ha trovato.  Però attenzione: Coello è un ragazzo di appena 19 anni che non ha mai giocato nemmeno una finale, e che sta ancora attraversando un periodo di crescita e consolidamento. Per questo, consiglierei a entrambi di portare pazienza”.

L’inizio ha dato ragione a Juan Martin Diaz, visto che il primo match come coppia Coello e Belasteguin l’hanno perso a Maiorca, per  2-6 6-4 7-5 contro Javi Rico e Momo Gonzalez. Ma un periodo d’adattamento è normale, e le loro potenzialità come coppia rimangono agli occhi di tutti. “Non è stato l’inizio sperato – ha aggiunto Arturo –, ma non ho dubbi sul nostro livello e su ciò che possiamo ottenere. Per me è stato un onore condividere il campo con Fernando, e subito dopo la sconfitta ci siamo messi di nuovo al lavoro, per prepararci al meglio per il prosieguo della stagione”.

Il prossimo torneo sarà a Cordoba, da martedì 19. E sarà subito importante sia per la coppia, che ha bisogno di invertire la tendenza e trovare conferme sul campo, sia per Coello da solo. Al momento, infatti, lo spagnolo si trova al numero 17 del mondo, e a oggi sarebbe il primo escluso dai magnifici sedici del Master Final. Un traguardo che a inizio anno non si sarebbe mai immaginato, ma che ormai è tanto vicino da essergli entrato in testa. Per raggiungerlo dovrà recuperare oltre 300 punti proprio a Rico/Gonzalez: un obiettivo tutt’altro che impossibile. Anche se non è certo della top-16 che si accontenta uno dal potenziale di Coello.

“Il padel – ha detto ancora il 19enne castigliano – è la mia vita: pagherei per poter giocare ogni giorno, e allenarmi non mi costa mai sacrificio. Da quando ho deciso che avrei provato a diventare un professionista mi alleno sempre con lo stesso entusiasmo, e il mio obiettivo è quello di diventare numero uno del mondo. So che sarà un cammino lungo, nel quale entreranno in gioco numerosi fattori, compresa la fortuna, ma io lavoro ogni giorno per questo. O almeno per essere sicuro di aver dato tutto nel caso in cui non dovessi riuscire ad arrivare lassù in cima”.

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