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Padel

Settecento chilometri per giocare a padel

In tutta la Russia ci sono solo una ventina di campi e chi vuole provare a fare sul serio incontra grandi difficoltà. Come il giocatore della nazionale Vladimir Nifontov, costretto a volare da San Pietroburgo e Mosca una volta a settimana. Ma Christian Tarruella, promotore del padel nel paese, non ha dubbi: “Solo questione di tempo, il potenziale del Paese è enorme”

di | 22 settembre 2021

C’è chi i campi da padel più vicini li trova a due passi da casa, in particolar modo in Spagna o in Italia dove continuano a sorgerne di continuo. Ma c'è anche chi, come il russo Vladimir Nifontov, pur di giocare si è ormai abituato a prendere un paio di aerei a settimana, per percorrere i 700 chilometri che separano San Pietroburgo da Mosca. Nifontov, ex tennista con un passato nel ranking ATP di doppio prima che una serie di infortuni lo portassero presto a dire basta, ha scoperto il padel una manciata d’anni fa durante una vacanza in Thailandia, e se n’è innamorato all’istante. Ma al ritorno nella sua città si è reso conto che non esisteva una sola struttura che gli permettesse di praticarlo.

“Per questo – ha raccontato – volo a Mosca una volta a settimana solamente per giocare a padel, oppure talvolta vado anche dai miei amici in Thailandia. A San Pietroburgo non ci sono campi, e in Russia non abbiamo alcun insegnante di padel. Quindi anche a Mosca non posso fare altre che giocare partite”. Un problema che non gli ha impedito di conquistarsi un posto in nazionale per gli scorsi Campionati Europei, giocati fra giugno e luglio a Marbella. I russi hanno chiuso al sedicesimo posto, ultimi se si escludono Austria e Norvegia, eliminate già nei preliminari. Ma hanno comunque fatto una figura decisamente migliore rispetto all’edizione del 2019 a Roma. “Fu un disastro – ha detto ancora Nifontov –, perché avevamo in nazionale giocatori di 60 anni”.

Le due formazioni della Russia ai Campionati Europei di padel di Marbella

Stavolta invece, pur con un numero di campi molto limitato, la Russian Padel Association è riuscita a organizzare un piccolo circuito di quattro tornei per selezionare il team per gli Europei. Nifontov ha vinto la prima tappa e si è meritato un posto. “Ho mollato il tennis a 20 anni a causa di un infortunio – ha detto ancora –, ed è stato molto triste. Grazie al padel mi sento rinato”. Peccato che il 36enne russo risieda nel posto sbagliato, ragion per cui per intensificare gli allenamenti e raccogliere esperienza nei tornei progetta di fare la spola tra San Pietroburgo e Barcellona, trascorrendo dieci giorni al mese nella città catalana.

Una mossa vincente per il suo percorso di crescita, studiata su consiglio dei compagni di nazionale Nicolai Maniucov e Alex Martynov, di gran lunga i migliori giocatori russi. Il motivo? Semplice: sono entrambi cresciuti in Spagna sin da ragazzini, il russo lo parlano a stento (tanto da comunicare tra loro in spagnolo) e oggi lavorano come insegnanti di padel, il primo a Girona e il secondo a Murcia.

A Marbella hanno fatto il possibile e forse anche di più, vincendo tutti gli incontri giocati in coppia, ma per conquistare una sfida servivano due punti e i compagni non sono mai riusciti a mettere in cassaforte il secondo, condannando la Russia alle sconfitte contro Olanda, Germania, Svezia, Finlandia, Lituania e San Marino.

Christian Tarruella (destra) a colloquio con i suoi giocatori

In Russia i primi campi da padel sono comparsi solamente nel 2014, e oggi se ne contano circa una ventina. Ma in tutto il Paese esiste un solo club dedicato esclusivamente al padel, con cinque campi, mentre tutti gli altri si trovano all’interno di circoli tennis. È proprio quello uno dei problemi: lo sport è ancora parecchio legato al cugino tennis, che peraltro ha appena ritrovato con Daniil Medvedev un titolo maschile del Grande Slam che mancava dal 2005. Bene per la visibilità della racchetta, non troppo per la pala.

“La Russia – ha detto Christian Tarruella, capitano della nazionale maschile e primo promotore del padel in Russia – è il paese più grande d’Europa, ma al momento i praticanti sono circa 500, e non tutti tesserati per la Federazione. Mi auguro che in breve tempo il numero di campi possa aumentare, e credo che in Russia il padel possa avere un potenziale enorme. Tantissime persone giocano a tennis, i russi sono un popolo molto competitivo, il clima è ideale per gli sport al coperto e di spazi per creare nuove strutture ce ne sono tantissimi”.

“Volendo fare un paragone, si può dire che siamo come la Svezia di dieci anni fa. Abbiamo bisogno di tempo, e ci stiamo impegnando dal punto di vista mediatico per fare conoscere il padel. Non appena la gente capirà le potenzialità di questo sport, la diffusione diventerà enorme”.

I tre campi della Jet Arena di Mosca

Secondo Tarruella, non è da escludere che nel giro di un paio d’anni possa arrivare in Russia un torneo del World Padel Tour. Per il circuito più importante al mondo, che punta proprio a visitare più paesi possibile (si parla di un raddoppio delle tappe fuori dalla Spagna nel 2022), la chance è interessante, visto il potenziale del paese più popolato d’Europa. Nel frattempo, a brevissimo arriverà a Mosca il primo torneo internazionale nella storia del padel russo. Si giocherà dal 7 al 10 ottobre sui tre campi azzurri della Jet Arena di Mosca. Sarà un piccolo torneo FIP Promotion, la categoria minima del Cupra FIP Tour, ma è comunque un primo passo. Molto più prezioso di quanto lo sarebbe altrove. 

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