Il 19enne argentino, specialista della terra battuta, si è trovato ad aprire il programma delle Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals contro lo statunitense di origine nipponica Nakashima, sul campo durissimo, per lui, di Milano. Un campo con poteri che sembrano magici
di Enzo Anderloni | 09 novembre 2021
Deve essere sembrato come entrare in una favola per Juan Manuel Cerundolo, fare il suo ingresso nell’arena magica delle Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals. Lui che era partito quest’anno da un torneo da 15.000 dollari sulla terra battuta in Turchia, da n. 341 del mondo, perdendo al primo turno da un russo di nome Schevcenko ma non parente del fuoriclasse del calcio. Mai si sarebbe aspettato di ritrovarsi dieci mesi dopo tra i primi 100 (oggi è n.91) e soprattutto sotto i riflettori del più grande torneo del mondo per giovani emergenti.
Forse un pensierino ha cominciato a farlo a fine febbraio quando, partendo come un qualsiasi Cenerentolo delle qualificazioni, ha vinto il suo primo torneo ATP, a Cordoba nella sua Argentina. Otto partite vinte in 9 giorni, compresi gli ottavi del tabellone principale contro il serbo Miomir Kecmanovic, n.41 del mondo, e la finale contro lo spagnolo Albert Ramos-Vinolas, n.47 del mondo.
Un’impresa, alla quale sono seguite tre belle vittorie in tornei ATP Challenger, tutte sulla terra battuta: a Roma (Garden Tennis) su Flavio Cobolli, a Como (su Gian Marco Moroni) e a Banja Luka (su Nikola Milojevic). Trofei sollevati che valevano i punti che servivano per entrare nella Top 100, altra impresa.
Ma entrare su un campo da tennis che si illumina come un video game, che si arbitra praticamente da solo perché parla e chiama “out” le palle che vanno fuori (e per togliere ogni dubbio ti mostra anche il video replay del punto in cui è avvenuto l’impatto), questo non se lo sarebbe aspettato.
Un campo che quando l’arbitro fa il sorteggio per chi deve battere per primo, fa apparire la scritta: ”lancio della moneta”. E sul 40-40, quando si sta per giocare il punto secco (qui non esistono i vantaggi) ricorda: “è il battitore che sceglie da che lato battere”.
Luci, scritte, immagini, boati: quando si arriva al set point è un’esplosione tutta rossa che illumina i bordocampi. Se già la situazione di punteggio ti metteva ansia, ecco che la botta in bass reflex, che accompagna la grafica sui ledwall che avvolgono il campo, completa l’opera. Da brivido.
Lui, prudentemente lontano dalla riga di fondo quando rispondeva, da buon terraiolo con le aperture ampie opposto a uno specialista degli “hardcourt”, ha sfruttato tutte le opportunità per abituare il suo tango al tennis rock che si balla all’Allianz Cloud. E piano piano ha preso il ritmo. Dopo aver solo subito all’inizio, è riuscito a vincere almeno un set. Un’altra piccola impresa per uno che parte così da lontano, dentro e fuori dal campo.
E' per questo che invece di Brandon Nakashima, che si è imposto 4-1 3-4 4-1 4-0, abbiamo deciso di raccontare oggi Juan Manuel Cerundolo, che forse sarà proprio il Cenerentolo di questo torneo. Dell’americano avremo modo sicuramente di parlare più avanti.
