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Eventi nazionali

Max Giusti Marchese del Grillo con il tennis nel cuore

Il celebre attore e showman, super appassionato e sempre impegnato nel mondo del tennis, sta per andare in scena al Teatro Sistina con una versione del classico di Mario Monicelli. I colleghi di Leggo l’hanno intervistato

27 settembre 2022

«Sarà un Marchese del Grillo a modio mio. Ma non cercherò di scappare da Alberto Sordi. Sarebbe ingiusto allontanare quel tipo di recitazione, che è nel Dna di ognuno di noi, così come quel film». Esordisce così Max Giusti, attore, showman, conduttore televisivo e… grande appassionato di tennis, nell’intervista che i colleghi di “Leggo” hanno pubblicato in vista del suo esordio al Teatro Sistina, il prossimo 12 ottobre.

Max è uno che il tennis non si è mai limitato a guardarlo: lo gioca, lo promuove, lo organizza, lo sostiene da sempre: è la sua vita insieme allo spettacolo.

Così prima spiega l’effetto che gli fa vestire i panni di un personaggio tanto celebre nella versione per il teatro del classico di Mario Monicelli che Massimo Piparo gli ha proposto: «Una grande gioia, perché è un’occasione irrinunciabile. Quando me l’hanno proposto, ho fatto finta di fare il vago, ma avevo già deciso di accettare. Poi ho sentito il mio produttore, il mio manager e Paolo Del Brocco di RaiCinema con cui avevo già preso impegni. E mi hanno detto tutti in coro: “Ma come fai a non farlo?!” E poi Piparo ha fatto una versione incredibile, spettacolare, con un allestimento d’altri tempi. Sul palco siamo più di 30. Il Marchese del Grillo è patrimonio di tutti. Ognuno conosce a memoria le battute, le fa sue, lo rivede cento volte in tv... Per chi è di questa città, poi, è quasi un esame di romanità».

Poi però è inevitabile che il discorso scivoli sul tennis e sui successi degli azzurri. Gli chiedono, da esperto e appassionato, come valuta il nuovo boom del tennis italiano.

«La Fit ha lavorato bene – spiega - Aiutando i ragazzi nei Centri federali ma anche a casa loro. Si è costruita una rete di allenatori, di match analyst al servizio dei nostri tennisti. E i risultati si vedono».

Inevitabile anche una domanda sull’addio di Roger Federer: l’ha sofferto?

«Molto. Quando vanno via i grandi campioni sto sempre male, come accaduto con Totti. Perché si chiude un’epoca. E diventano parte della tua vita. Come Sordi: non lo conoscevo, ma al suo funerale ho sentito di doverci andare».

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