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Kato e Sutjiadi, la squalifica in doppio fa discutere: cosa è successo

L'episodio che ha portato alla squalifica di Miyu Kato e Aldila Sutjiadi fa discutere. Ecco cosa è accaduto al Roland Garros

di | 04 giugno 2023

Il regolamento degli Slam impone ai giocatori e alle giocatrici di non "colpire, calciare o lanciare una palla violentemente, pericolosamente o con rabbia nei confini del terreno di gioco, se non per il ragionevole obiettivo di ottenere un punto. Le sanzioni, per questo e per gli altri tipi di violazione al regolamento, prevedono un warning alla prima, un punto di penalità alla seconda, un game di penalità dalla terza in poi. Ma referee e supervisor possono decidere, anche alla prima violazione, di squalificare chi se ne renda colpevole.

Come abbiamo spiegato già nel 2020 su SuperTennis, comunque, un vero automatismo non esiste. "Nel caso in cui dovesse essere colpito non intenzionalmente un raccattapalle, o l’avversario, oppure un giudice di linea, arrecandogli un danno evidente, questa azione rientrerà sicuramente in una delle fattispecie di “Default immediato”, cioè di squalifica, tipizzato sotto la categoria 'seria condotta antisportiva'". Guardando quanto accaduto, però, è molto difficile vedere una condotta antisportiva nel comportamento di Kato, anche perché la giapponese non lancia la palla nemmeno con rabbia o frustrazione, con spregio delle possibili conseguenze, dopo un punto perso, motivo per cui era stato squalificato Novak Djokovic allo US Open del 2020.

"La ragazza colpita ha pianto per un quarto d'ora" ha detto dopo la partita Bouzkova che, insieme a Sorribes Tormo, hanno fatto notare al giudice di sedia che la ball-girl stava piangendo perché era stata colpita. E di fatto hanno così messo in moto il meccanismo che ha portato alla squalifica delle loro avversarie.

"Alla fine è stata una decisione del referee - ha detto Bouzkova, come riporta Tennis.com -. Ha sentito come noi avevamo visto la scena, come il giudice di sedia l'aveva vista. Insieme al supervisor hanno anche parlato con le nostre avversarie, alla fine la decisione era nelle loro mani".

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