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Eventi internazionali

Navratilova a SuperTennis: i ricordi di Roma e il futuro della WTA. L'intervista integrale

L'intervista negli studi di SuperTennis a Martina Navratilova che ha ricevuto la Racchetta d'Oro, prestigioso riconoscimento assegnato dalla Federazione Italiana Tennis e Padel dal 2006

22 maggio 2023

Le prossime sfide del circuito femminile, i ricordi di Roma. Fotogrammi di una storia da leggenda. Fotogrammi che Martina Navratilova ha condiviso negli studi di SuperTennis dopo aver ricevuto la Racchetta d'Oro, il premio che la Federazione Tennis e Padel assegna dal 2006 ai campioni che hanno scritto la storia di questo sport.

Il tennis femminile, ha detto Navratilova, "è molto più internazionale di prima anche grazie all'avvento di internet e alla presenza sempre maggiore di tennis in tv. Ma resta difficile per le tenniste trovare sponsor. In più ci sono ancora nazioni in cui le ragazze non possono praticare sport e questo riduce le occasioni di sponsorizzazione e il mercato rispetto al tennis maschile. Siamo comunque in buone mani, e sono felice di far parte ancora di questo mondo".

Icona dello sport Navratilova vanta i record assoluti tra uomini e donne di titoli vinti in totale (344), in singolare (167) e in doppio (177). I suoi 59 titoli Slam, tra cui 18 titoli in singolare, 31 in doppio e 10 in doppio misto, rimangono un primato così come i suoi nove trofei in singolare a Wimbledon.

E' rimasta inoltre in testa al ranking di singolare WTA per 331 settimane, seconda soltanto a Steffi Graf a quota 377.

A Roma, Navratilova ha trionfato solo in doppio. Ma il suo legame con il Foro Italico e con questo torneo rimane fortissimo. "Ricordo la prima volta che venni qui nel 1973 con la mia amica Renata Tomanova. Siamo state in firo dalle 8 del mattino alle 8 di sera. Abbiamo camminato ovunque e mangiato fin troppo gelato". 

Qui ha incontrato per la prima volta in finale Chris Evert, nel 1974, che l'ha battuta. L'anno dopo è finita ancora peggio. Sempre contro Evert, Navratilova ha vinto appena un game. Fino al doppio 6-0 di Iga Swiatek su Karolina Pliskova del 2020, è stata la finale più breve nella storia del torneo.

Nel corso dell'intervista, Navratilova ha ricordato la semifinale del 1990 contro Gabriela Sabatini. "Era una sessione serale, è stata una vittoria speciale per me che avevo 37 anni allora - ha detto -. Ricordo che all'epoca qui a Roma ti davano una medaglia con la dea Minerva. Mio padre l'ha indossata per trent'anni".

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Il tennis, ha aggiunto, "mi ha tolto tempo con la mia famiglia, perché per inseguire il mio sogno ho dovuto lasciare la Cecoslovacchia. Non ho visto mia madre per quattro anni, i miei familiari per cinque. Ma il tennis mi ha dato una vita stupenda, la possibilità di prendermi cura della mia famiglia e tanti bei ricordi".

Proprio la scelta dolorosa di lasciare la Cecoslovacchia resta un punto chiave della sua vita, la genesi della sua forza con cui ha saputo affrontare i momenti bui della sua vita, come il cancro. "Crescere in una nazione comunista ti porta a essere tosta - ha spiegato -. Non ti accorgi ti quanto sei oppresso finché non lo sei più. Ti insegna a essere forte".


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