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Indian Wells, Medvedev sfida Alcaraz per un poker da record

Medvedev insegue il quarto titolo nelle ultime cinque settimane, senza pause. Nella sua settima finale in un Masters 1000, punta a conquistare il 19mo trofeo in altrettanti tornei diversi

di | 19 marzo 2023

Daniil Medvedev non si ferma. A Indian Wells ha raggiunto la settima finale in un Masters 1000, la prima dal 2021. Il 27enne insegue il suo primo titolo contro Carlos Alcaraz, che ha dominato nell'unico precedente confronto diretto, a Wimbledon nel 2021. 

In semifinale, Medvedev ha superato 75 76(4) Frances Tiafoe e ha conquistato la 19ma vittoria di fila. Prima di riuscirci, però, ha mancato sette match point e subito due break quando è andato a servire per il match nel secondo set.

"Il finale è stato incredibile" ha detto Medvedev che ha ammesso di aver avuto un po' di "braccino". "Sul 6-5, quando da 40-0 mi sono ritrovato sul 40 pari, ho iniziato ad avvertire una fortissima tensione. Ho iniziato a pensare: 'Sto mancando troppe occasioni, non finirà bene per me'. Ma ho continuato a giocare bene... L'ace [sul match point] è stato un grande sollievo".

Il russo, in campo come atleta neutrale, non ha avuto un percorso semplice si è storto una caviglia nell'ottavo di finale contro Alexander Zverev, poi si è tagliato il pollice della mano destra nel quarto contro Alejandro Davidovich Fokina. 

"Dal momento dell'infortunio contro Zverev sto giocando sempre meglio" ha detto Medvedev, che si è molto lamentato della lentezza dei campi e della qualità delle palline. "Continuano a non essere queste le mie condizioni di gioco preferite, forse è anche per questo che oggi ho fatto così tanta fatica. Su qualunque altro campo avrei fatto meglio, penso, sui match point, ma non si sa mai. Comunque se arrivi in finale non ti puoi lamentare".

Medvedev, dunque, avvicina il diciannovesimo titolo ATP in altrettanti tornei diversi, il quarto nelle ultime cinque settimane dopo Rotterdam, Doha e Dubai.

Non si vedeva un giocatore capace di vincere quattro trofei in cinque settimane dal 2016, quando Andy Murray si impose a Pechino, Shanghai, Vienna e Parigi-Bercy nel clou della sua rincorsa a Novak Djokovic a cui avrebbe tolto lo scettro di numero 1 del mondo. Ma lo scozzese si era fermato per una settimana, al contrario di Medvedev. Il miglior termine di paragone rimane il filotto datato 1981 di Ivan Lendl che vinse 26 partite di fila e cinque tornei uno dopo l'altro a Madrid, Barcellona, Basilea, Vienna e Colonia.

Grazie a questo risultato Medvedev ha raggiunto la settima finale in un Masters 1000 ed è sicuro di tornare in Top 5 nel ranking ATP per la prima volta dallo scorso novembre.

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