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Bianca & Amanda: due giovani star si schiantano a Wimbledon!

Due anni fa Andreescu ed Anisimova erano fra le giovani più promettenti del firmamento WTA, oggi, dopo un calvario di infortuni e vicende sfortunate, perdono d’acchito a Wimbledon…

di | 01 luglio 2021

Le cose cambiano troppo in fretta nel tennis donne. Curiose le analogie fra Bianca Andreescu ed Amanda Aanisimova che, il 21 ottobre 2019, ad appena 18 anni toccavano la classifica record di numero 4 e 21 del mondo lanciando la sfida a livello più alto, mentre oggi si fanno notare per il clamoroso ko già al primo turno di Wimbledon. Curioso lo slalom parallelo fra la canadese di genitori rumeni e la statunitense di genitori russi eliminate oggi in tandem, peraltro in modo netto, al culmine di una crisi tecnica, fisica e sopratutto psicologica davvero preoccupante. In comune, le due promesse del WTA Tour hanno anche un bel pedigree da juniores nel 2017, col successo di Bianca agli Australian Open di singolare e al Roland Garros di doppio, e con quello di Amanda agli Us Open. Forti nel palleggio da fondo e nella personalità, determinate, spavalde, erano fra i prospetti più sicuri del futuro. Mentre oggi si leccano le ferite del fisico e soprattutto dell’animo. 

Bianca & Amanda si sono scontrate con la sfortuna. In quel famoso 2019, le avversarie, a cominciare da Angelique Kerber definivano la Andreescu “Drama Queen”, la regina delle sceneggiate, perché sembrava mimare difficoltà fisiche che poi non si rivelavano così determinanti. In realtà la ragazza giocava col dolore, sbagliando, perché cancellava con la volontà e gli antinfiammatori problemi che non venivano curati. Doveva così saltare Wimbledon per un problema ala spalla che peggiorava sempre più. Si aggiudicava gli US Open stoppando in finale la favorita di casa, Serena Williams, poi si faceva male anche al ginocchio sinistro e cominciava a marcare visita in modo preoccupante nei tornei. Anche per un nuovo problema a un piede. Quando il mondo intero si è fermato per la pandemia Covid, Bianca si è curata finalmente senza la pressione del rientro alle gare e, quando finalmente è riapparsa, nel gennaio di quest’anno 2001, agli Australian Open, è sembrata rasserenata anche dalla classifica congelata.

Il diritto di Amanda Anisimova

Quando il mondo intero si è fermato per la pandemia Covid, Bianca si è curata finalmente senza la pressione del rientro alle gare e, quando finalmente è riapparsa, nel gennaio di quest’anno 2001, agli Australian Open, è sembrata rasserenata anche dalla classifica congelata. Ma il suo coach, Sylvain Bruneau, è stata una dei cinque passeggeri positivi al Corona Virus all’arrivo in Australia e ha costretto tutti gli altri viaggiatori, inclusa Bianca, ad una stretta quarantena. Quest’ulteriore contrattempo che le ha impedito allenamenti adeguati già dopo un periodo così lungo lontano dalle gare, ha indebolito ulteriormente la Andreescu che ha perso col netto 6-3 6-2 già al secondo turno del primo Slam stagionale contro la Hsieh. Poi, però, con quel suo carattere imperioso, la canadese ha brillato nel torneo di consolazione, il Phillip Island Trophy, dove ha tirato di nuovo fuori le unghie, ritrovando le prime semifinali dopo l’indimenticabile corsa di New York 2019..

Le ha bissate a Miami, dove, battendo Anisimova, Muguruza, Sorribes Tormo e Sakkari, sempre dopo grandi battaglie, è sembrata ormai recuperata a livello alto. Ma in finale contro Ash Barty si è fatta di nuovo male, a una caviglia, e si è ritirata quand’era comunque nettamente sotto per 6-3 4-0. Dopo di che è incappata anche nel Covid, sulla terra che non è di certo la sua superficie preferita, ha dovuto saltare Madrid e Roma, quindi a Strasburgo si è ritirata per un fastidio addominale e al Roland Garros, pur lottando strenuamente, ha ceduto subito a Tamara Zidansek con l’eloquente 6-7 7-6 9-7. A parole non si è abbattuta, anzi, ha rilanciato, orgogliosa: “Grazie a questi match di tre set molto duri ho ritrovato il mio modo per sciogliere i nodi. A volte mi sento letteralmente come se fossi un polpo là fuori che corre da un lato all’altro del campo, mi sento come se avessi otto gambe. È pazzesco. A volte non so nemmeno come riesco a fare certi colpi. E’ quello spirito combattivo che ho sempre avuto in me, senza mai arrendermi”. Di più: “Guardando sempre ai fattori positivi, penso che finalmente sono in salute e sono in grado di lottare il più duramente possibile. Devo farmi forza pensando che Penso sono super preparata super, sono delusa perché pensavo di poter andare più lontano. Speriamo che il duro lavoro si mostri davvero per l’erba, per la stagione sul cemento”.

Il diritto di Bianca Andreescu (foto Getty Images)

Peccato che Bianca non abbia trovato semaforo verde: a Berlino ha festeggiato male i 21 anni perdendo subito con un serrato 7-6 7-5 contro la veterana Alizé Cornet, a Eastbourne ha ceduto al secondo turno a Kontaveit e a Wimbledon è crollata d’acchito, sommersa da 34 errori gratuiti, contro la veterana di Francia Cornet con un durissimo 6-2 6-1.

“Ad un certo punto Alizé, che ha avuto il controllo sin dall’inizio, ha proprio cambiato marcia ed è passata ad un altro livello. Ha giocato davvero bene”.

Bianca Andreescu è nata il 16 giugno 2000, Amanda Anisimova il 31 agosto 2001, e anche l’americana dal poderoso gioco da fondocampo ha già subito una serie di infortuni e di sgambetti importanti da parte del destino. Anche lei è una bambina-prodigio, rinverdendo una tradizione che negli ultimi anni sembrava tramontata nel tennis donne dopo il bum del passato; anche lei è stata capace di battere da giovanissima le più forti; anche lei ha sconvolto il mondo negli Slam, agli Australian Open, quand’ha eliminato Sabalenka qualificandosi al quarto turno e al Roland Garros quand’ha battuto Simona Halep diventando la più giovane semifinalista dopo oltre un decennio (da Vaidisova 2006).

Poi anche per lei, come per la Andreescu, sono cominciati gli infortuni, anche alla schiena, e ad agosto, dopo la scomparsa del padre, ha virtualmente chiuso la stagione. Il 2020 è stato anonimo. Il 2021 peggio: fino al torneo di Parma, Amanda non è riuscita a vincere più di una partita di fila, a Parigi ha perso subito, come a Berlino, pur passando dalla terra all’erba, ad Amburgo ha dato segnali di ripresa, arrivando al terzo turno contro Kerber, ed arrendendosi in tre set. Poi però a Wimbledon è naufragata dopo un set appena contro Linette.

Amanda Anisimova

Il primo pensiero di Amanda, così amata dal pubblico, è stato quello di twittare ai fans: “Ciao, ragazzi. Sfortunatamente due giorni prima del torneo ho avuto una infezione intestinale, non sono riuscita a recuperare e non mi sono sentita mai bene, tanto che ho dovuto rinunciare anche al doppio. Finora è stato un anno davvero duro per me sia fisicamente che mentalmente. Penso di essermi data totalmente ogni giorno d’allenamento e continuerò a darci dentro per inseguire i miei obiettivi. In genere non scrivo queste cose ma devo essere onesta con voi. Attraversare gli alti e i bassi dello sport non è facile. Ringrazio i tifosi che mi hanno sostenuto a prescindere dai risultati, vi appresso davvero tanto tanto. E voi haters potete continuare a dire porcate e a supporre chissà che, perché non siete in grado di fare altro. Io ho bisogno di una piccola pausa”. 

Coraggio, il tennis ha bisogno di Bianca & Amanda.

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