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Break Point, oggi i primi cinque episodi su Netflix: il viaggio dietro le quinte del tennis

Disponibili da oggi su Netflix i primi cinque episodi di Break Point, la prima docu-serie sul mondo del tennis. Tra i protagonisti anche Matteo Berrettini e Nick Kyrgios

di | 13 gennaio 2023

Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sui campioni del tennis e non avete mai osato chiedere. Potrebbe essere questo il sottotitolo di "Break Point", la prima docu-serie Netflix dedicata al mondo del tennis, di cui da oggi sono disponibili i primi cinque episodi. Prodotta da Paul Martin come Drive to Survive, omologa serie sul campionato mondiale di Formula 1, racconta la stagione 2022 nei circuiti ATP e WTA. 

Per tutto l'anno, le troupe di Netflix hanno seguito in campo e fuori i giocatori e le giocatrici, vissuto di fatto con loro i trionfi e le sconfitte, le gioie e gli infortuni. Il racconto finale procede lungo dieci episodi, i secondi cinque saranno disponibili a giugno, e si concentra soprattutto su un gruppo di giocatori. 

Nel circuito ATP i riflettori si sono accesi su Felix Auger-Aliassime, Matteo Berrettini, Taylor Fritz, Thanasi Kokkinakis, Nick Kyrgios, Casper Ruud, Frances Tiafoe e Stefanos Tsitsipas. Nel circuito WTA su Paula Badosa, Ons Jabeur, Aryna Sabalenka, Maria Sakkari, Sloane Stephens, Iga Swiatek e Ajla Tomljanovic.

La novità che Break Point può portare nel racconto dei protagonisti è apparsa subito evidente ai giocatori "Non avevo mai sperimentato niente di simile - ha spiegato Matteo Berrettini in un'intervista pubblicata sul sito dell'ATP -. Non c'erano mai state persone che mi filmavano in camera, in spogliatoio, che parlavano con il mio team, che cenavano con la mia famiglia".

Il racconto senza filtri dei momenti di grande soddisfazione e delle situazioni più difficili, come l'operazione alla mano della scorsa primavera, "è bello. Ecco perché mi sono convinto che accettare di essere parte della serie era la cosa giusta da fare. In questo modo posso mostrare alle persone che si può diventare un professionista anche se vieni da una famiglia normale, e che non devi per forza essere un fenomeno a 14, 19 o 20 anni".

L'esperienza di Drive to Survive, di cui sono state realizzate quattro stagioni, una per ciascun campionato del mondo di Formula 1 dal 2019 al 2022, ha certamente rappresentato un riferimento nella produzione di Break Point. Ma è altrettanto vero che i due mondi sono troppo diversi per pensare a due prodotti del tutto affini. Il circus della Formula 1 è una compagnia di giro, in cui ad ogni gara trovi sempre gli stessi protagonisti. Inoltre, come hanno sottolineato gli stessi produttori, i piloti sono molto meno avvicinabili dei tennisti, protetti da molti più filtri. Non tutti, peraltro, hanno accettato di comparire nella serie e non tutti hanno gradito il risultato finale: il campione del mondo Max Verstappen li ha ad esempio accusati di avere inventato determinate rivalità.

La sottolineatura dei conflitti fra piloti anche di uno stesso team, tema centrale di ogni storia, diventa anche una maniera per avvicinare il pubblico a uno sport come la Formula 1 in cui le complessità tecniche e regolamentari rischiano di allontanare i tifosi più occasionali. E in cui la stessa presenza della macchina rappresenta un filtro tra l'appassionato e il pilota nell'abitacolo, protetto dal casco e dalla tuta.

Nel tennis ci si può aspettare un taglio e uno stile diverso. Le rivalità sono infatti connaturate a uno sport in cui il confronto uno contro uno è costante, e avviene su un campo nel quale non ci si può nascondere.

Così la curiosità maggiore, anche da parte degli stessi atleti che hanno accettato di farsi seguire dalle troupe della produzione Netflix, rimane scoprire come sono i rivali una volta lasciato il campo. 

Quando cioè gli eroi sportivi ritornano nella dimensione della normalità di ragazzi e ragazze con doti eccezionali. E' questo il "Break Point", il punto di rottura che la serie promette.

E' la rottura di quella invisibile parete che separa l'immagine pubblica e privata dei campioni dello sport. Come i tagli alle tele di Luciano Fontana, la serie si prefigge l'obiettivo di rompere la bi-dimensionalità. E offre allo spettatore la possibilità di gettare lo sguardo oltre lo specchio.

Offre un invito al viaggio, per conoscere e per capire, per sentire più vicini i campioni dello sport, al di là del tifo e delle bandiere.

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