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Il Mago suggerisce allo spagnolo di non concedersi pause troppo lunghe e di giocare da lontano, il Capitano lo esalta: “Mai nessuno così maturo e completo già così giovane”
di Vincenzo Martucci, da Parigi | 09 giugno 2023
Oggi il Mago e il Capitano lavorano assieme a Prime Video. Il Mago, Fabrice Santoro, proprio com’era in campo coi suoi colpi bimani e imprevedibili, è il solito genietto, il Capitano, Guy Forget, il gran battitore mancino dei campi veloci, dopo aver firmato una coppa Davis in panchina ed aver diretto i massimi tornei nazionali, Bercy e Roland Garros, lo asseconda come farebbe in doppio, sul campo. Così, quando al bar al sesto piano del Philippe Chatrier gli chiedi di giocare Alcaraz-Djokovic con 24 ore d’anticipo, si prestano volentieri sorridendo.
“Tutto quanto è successo finora viene cancellato, quando si trovano di fronte due personaggi così forti i precedenti e le altre partite del torneo non contano. Si riparte davvero da zero a zero”, spara subito Santoro. “Io sento che non solo il vento è cambiato, ma che se non adesso fra sei mesi non c’è più partita fra questo giovanissimo Alcaraz e i vecchi Djokovic e anche Nadal. Se torna”, chiosa Forget. Sì, ma oggi chi è favorito? I bookmakers dicono Spagna. “Per quanto ha fatto vedere nel torneo e soprattutto contro Tsitsipas Alcaraz è stato impressionante, molto più di Djokovic”, aggiunge Fabrice. “Anche per me, oggi sembra il più forte. Ma mai dare morto Novak, anche se int ueston torneo fin qui non ha trovato grandi ostacoli e all’improvviso trova un super-ostacolo. Però ha talmente tanta esperienza e talmente tante motivazioni negli Slam e nella sfida agli altri grandissimi della storia…”, dice ancora Guy.
LA CHIAVE DELLA PARTITA
“Alcaraz vince se non ha cali evidenti e troppo lunghi perché quelle distrazioni che contro il numero 30 del mondo si possono assorbire senza traumi, contro Djokovic le paghi con 4 games persi e quasi automaticamente un set intero”, suggerisce Santoro.
“Se gioca in velocità come contro Musetti e Tsitsipas diventa complicato per chiunque”, puntualizza Forget. “Djokovic vince se sta vicino sul campo, se non accetta la lunga distanza”, ipotizza Forget.
“Per me servirà tanto in kick per prendere il comando del campo e tenerlo il più possibile lontano, lavorandolo ai fianchi con lunghi palleggi”, aggiunge. “Comunque Alcaraz non vince in tre set facili come gli ultimi due match, anche se Nole mi sembra iper-nervoso”, prevede Santoro. “L’anno scorso ho azzeccato il pronostico quando tutti dicevano Djokovic perché Rafa sembrava morto”, ammicca. “Per me Carlos vince 7-6 7-6 6-2, qualcosa del genere”, si sbilancia Forget.
E il pubblico con chi si schiererà? “All’inizio per Alcaraz, perché cerca la novità”, sostiene Santoro. "Secondo me sarà 50 e 50”, replica Forget. Su un punto sono d’accordo in toto. “Così giovani, anche Wilander e Chang erano molto maturi in considerazione della loro età, ma non erano come Carlos, non avevano tante armi tecniche, non erano così completi e non sapevano scegliere il colpo giusto al momento giusto. Abbiamo avuto i forti e i maturi, ma tuttì e due insieme da così giovani no”, sentenzia.
Novak Djokovic (foto Getty Images)
“Però è anche vero che è Ferrero che gioca: Juan Carlos parla ad Alcaraz ad ogni punto, altrimenti gli mima cosa deve fare subito dopo. Mi ha sorpreso nel terzo set contro Tsitsipas perché ha accusato lo stress, forse perché sul 6-2 6-1, dopo aver corso a una velocità doppia di Stefanos ed averlo messo in una scomodissima sensazione di frustrazione, proprio come contro Musetti, stava giocando quasi un’esibizione e ha avuto una calo di concentrazione. Che, contro Djokovic, con tutta l’esperienza che ha Nole pagherebbe carissimo”, chiude Santoro che scappa in postazione infiorando auricolari e walkman convinto, come il 99% degli spettatori che sul 5-2 Sabalenka la prima semifinale donne fosse finita. Solo Aryna - ahilei - sapeva che non era così.
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