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Williams: "Chiamatela evoluzione, sarò Serena 2.0"

Non è ancora il momento di dire addio alla vincitrice di 23 Slam. Anche se la serata era apparecchiata per quello, con il pubblico che le ha riservato una accoglienza speciale. Kyrgios parla del 'match più scomodo della sua carriera', mentre Daniil Medvedev deve rispondere alle ormai consuete domande sulla guerra in Ucraina

30 agosto 2022

Non è finita, finché non è finita. La frase simbolo del tennis si applica bene, in questo caso, alla carriera di Serena Williams, al suo ultimo torneo in quel di New York. Con un pubblico che l'ha fatta emozionare.

SERENA WILLIAMS

“Non voglio usare quella parole che inizia con la R (retirement, ritiro, ndr), preferisco chiamarla evoluzione. La mia sarà un'evoluzione verso qualcosa di nuovo. Stavolta mentre scendevo in campo ero convinta che sarebbe stato il mio ultimo match, pensavo di giocare e salutare. Invece è andata diversamente, ho vinto e avrò un'altra opportunità di giocare davanti a un pubblico straordinario, che mi ha fatta emozionare. Mi sento fortunata ad avere vissuto una carriera come la mia, mi sento fortunata anche adesso, malgrado quella di smettere sia stata la decisione più difficile. Detto sinceramente, sarebbe stato più facile continuare”.

“Se questo sarà il mio ultimo torneo in assoluto? Sono stata abbastanza vaga su questo, vero (sorriso, ndr)? La verità è che volevo essere vaga, perché nella vita non si sa mai, è difficile dire che una decisione sarà per sempre. Però allo stesso tempo sento che è il momento giusto per lasciare, per vivere la Serena 2.0. Ho tante cose a cui pensare, prima di tutto la mia famiglia, mia figlia che voglio crescere da mamma a tempo pieno. Ma ci sono anche le mie attività, la mia fondazione. E mi vedrete ancora in giro, se è questo che vi state chiedendo”.

Nel frattempo, vince e convince il numero 1 del tabellone maschile Daniil Medvedev, a segno contro Kozlov in tre set.

DANIIL MEDVEDEV

“Sono un ragazzo di 26 anni che cerca di imparare ogni giorno, che cerca di capire più cose della vita quando ne ha la possibilità. Riguardo alla Russia e all'Ucraina, rispetto a qualche mese fa ho imparato che per me è meglio parlare delle singole persone, e non generalizzare. Ci sono ucraini buoni e cattivi, come ci sono russi buoni e cattivi. È difficile spiegare il mio punto di vista ma cerco di spiegarmi. Ho molti amici in giro per il mondo, e dallo scorso febbraio qualcuno mi ha voltato le spalle per il solo fatto che sono russo. Come se io avessi delle responsabilità per ciò che sta accadendo. Ma io penso di essere una persona gentile, e chi mi conosce davvero lo sa. Non posso cambiare la situazione in Ucraina ma posso cercare di essere gentile con chi incontro e appunto di valutare il comportamento di ogni persona, senza mettere un marchio per via della nazionalità”.

Avanti anche Nick Kyrgios, a segno nel derby contro l'amico Thanasi Kokkinakis.

NICK KYRGIOS

“Probabilmente è stato uno dei match meno agevoli della mia vita. Dove non mi sono sentito comodo in campo. Ovviamente ci conosciamo molto bene e sapevamo che tipo di gioco saremmo andati a proporre. Io ho cercato di non guardarlo in faccia, di concentrarmi solo su me stesso, e questo in qualche modo mi ha aiutato. Non volevo lasciargli l'iniziativa perché in quel caso diventa pericoloso, anzi diventa uno dei migliori giocatori del mondo. Nei primi due set sono riuscito a farlo particolarmente bene e ho giocato un ottimo tennis”.

“Sapevo che lui, come me, stava giocando bene. E pensavo che questo torneo avrebbe potuto lanciarlo. Quando ho visto l'esito del sorteggio, ho pensato che eravamo stati davvero sfortunati. Thanasi è uno dei due o tre giocatori del Tour con cui resterò in contatto quando sarà finita la mia carriera. Potete capire che giocarci contro in uno Slam non è proprio semplice”.

Tra le sorprese della serata, il successo di Holt su Fritz, con il figlio di Tracy Austin - proveniente dalle qualificazioni - autore di un match impeccabile.

BRANDON HOLT

“Ero numero 900 a inizio anno, dopo un infortunio alla mano che mi aveva tenuto fuori per diversi mesi. È stato come ricominciare daccapo. Se ho ascoltato cosa ha detto mia madre prima del match? Forse no perché non ricordo cosa mi abbia detto. Suppongo fosse qualcosa inerente al divertirsi in campo, che è poi quello che ho fatto. Avrei potuto giocare meglio in alcuni momenti, in altri ho giocato davvero bene. Ma è il tennis, fatto di alti e bassi, lo sappiamo e dobbiamo venire a patti con questo”.

“Giocare contro Taylor è stato strano, lo conosco da tempo ed è sempre stato molto gentile con me, dandomi consigli ogni volta che poteva. Mi ha detto che sapeva di dovermi affrontare, ancor prima che mi qualificassi. È un ragazzo simpatico, ironico, e per me è sempre stato un punto di riferimento importante”.

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