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US Open, Berrettini pronto per Davidovich Fokina: "Credo nel mio gioco" - VIDEO

Le interviste di Francesca Paoletti, inviata di SuperTennis a New York, a Matteo Berrettini, al coach Vincenzo Santopadre e al capitano di Coppa Davis Filippo Volandri dopo la vittoria del romano su Andy Murray

di | 04 settembre 2022

Un intenso primo piano di Matteo Berrettini (foto Getty Images)

Un intenso primo piano di Matteo Berrettini (foto Getty Images)

Negli Slam, la continuità di Matteo Berrettini sembra quasi non sorprendere più. Ma arrivare nove volte negli ottavi di uno Slam (secondo fra gli italiani solo a Nicola Pietrangeli) e sette volte negli ultimi sette major giocati, non è un traguardo per pochi. E il romano affronta questo periodo della sua carriera con la gioia del ragazzo fortunato a cui hanno regalato un sogno e la consapevolezza del top player che dei piazzamenti si accontenta fino a un certo punto.

Nell'intervista concessa dopo la partita a Francesca Paoletti, inviata a New York di SuperTennis, ha analizzato l'aspetto chiave della vittoria su Andy Murray che gli ha permesso di restare ancora in corsa nella seconda settimana dello US Open 2022. "La difficoltà maggiore è stata sbarazzarsi dei pensieri negativi dopo il terzo set. Forse era il set in cui avevo dominato di più in risposta ma avevo ottenuto meno. Poi quando mi sono ritrovato al quarto sotto un break dici: e ora? Ma ho continuato a credere nel mio gioco, convinto che le occasioni sarebbero arrivate" ha detto.

Nell'ottavo di finale, il quarto consecutivo a New York, Berrettini affronterà lo spagnolo Alejandro Davidovich-Fokina, n.39 del ranking, che ha eguagliato la sua miglior prestazione allo US Open (quarto turno nel 2020, battuto poi da Zverev).

Il 23enne di Malaga ha vinto l'unico precedente, nel 2021 a Monte-Carlo sulla terra rossa. "Oggi è uiocatore più maturo dell'anno scorso quando abbiamo giocato - ha aggiunto. Finalista a Montecarlo. E' un giocatore taentuoso e fisico. Ma credo nel mio gioco, sono pronto".

Essere di nuovo negli ottavi a New York non può essere un traguardo dato per scontato, e Matteo lo sa bene. "Sono sorpreso tuttora di quello che sto facendo, non avrei pensato quando avevo 20 o 21 anni - ha detto a Francesca Paoletti per SuperTennis -. Ora sento che questo livello mi appartiene, ma quando ci si arriva poi bisogna chiedersi sempre di più. Anche il mio team si sorprende fino a un certo punto. Mi hanno fatto i complimenti, devo dire che abbiamo lavorato bene nelle ultime settimane".

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E i complimenti sono arrivati anche pubblicamente da parte del coach Vincenzo Santopadre. "Contro Murray, Matteo ha dovuto fare bene quel che aveva organizzato prima del match. E' stato molto concentrato sui colpi di inizio gioco. Doveva spingere sempre, perché se lo scambio si allunga Murray è quasi invincibile" ha detto, intervistato sempre da Francesca Paoletti a Flushing Meadows dopo il match. 

Attraversare le difficoltà, ha aggiunto, "è importante per Matteo e per tutti quelli che fanno sport ad alto livello. E' ovvio che ci sono dei momenti in cui sei più pronto e anche in cui lo sei meno. Potresti anche stancarti di star sempre a superare difficoltà di vario genere. Matteo avrebbe potuto avere un momento di scoramento in più occasioni, quest'anno ha dovuto affrontare un intervento e il COVID. Due situazioni nuove che ti bloccano fisicamente ma possono avere anche impatto emotivo. Noi cerchiamo di aiutarlo ad avere meno stop and go possibili"

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Anche il capitano di Coppa Davis Filippo Volandri ha sottolineato la capacità di Berrettini di "scavarsi dentro". "E' stato bravissimo. Sapeva che avrebbe giocato più scambi. Peccato non averla chiusa in tre, ma dall'1-0 nel quarto è tornato alla grande" ha detto. 

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