Battuta da Alizè Cornet al terzo turno di Wimbledon, la numero uno del mondo ha visto terminare a 37 la sua striscia di successi consecutivi. “Non potevo pretendere – ha detto – di trovare in partita ciò che non trovavo in allenamento. Mi auguro di migliorare sull’erba in futuro”. Cornet: “sapere che la mia carriera è quasi alla fine mi aiuta a giocare meglio”
02 luglio 2022
Qualche avvisaglia c’era stata già giovedì, sia perché Iga Swiatek aveva lasciato un set alla lucky loser Lesley Pattinama Kerkhove, sia perché aveva ammesso chiaramente di non trovarsi troppo a suo agio sull’erba, e di dover ancora capire bene come esprimersi al meglio. Non ne avrà la possibilità in questa edizione di Wimbledon, perché la sua striscia di 37 vittorie consecutive è stata interrotta al terzo turno da Alizè Cornet, protagonista di un match perfetto.
"Sapevo che non stavo giocando il mio miglior tennis – ha ammesso la numero uno del mondo – e la mia avversaria è stata molto brava ad approfittare della mia confusione tattica. Non è stato un buon match. Quest’anno la principale differenza col passato è stata nella mia capacità di giocare un tennis più aggressivo, ma qui non ci sono riuscita. Ho fatto davvero fatica a controllare la palla, quindi ho cercato di rallentare. Non ha funzionato, quindi ho provato ad accelerare di nuovo ma non ha funzionato nemmeno quello, perché ho perso solidità. Non è facile cambiare il proprio stile di gioco, e questo ha portato a un po’ di confusione. Ho cercato comunque di continuare a mettere la palla in campo e a differenza della prima parte del match ci sono riuscita meglio”.
“In questo momento sono molto delusa da me stessa, ma so come mi sentivo prima dei match o negli allenamenti. Non sono mai stata al meglio, quindi sapevo che una sconfitta poteva arrivare. Non è sicuramente l’atteggiamento ideale da avere, ma è stato così. Ho provato a fare meglio, ma non ha funzionato. Per questo, in realtà, non devo essere troppo delusa: non potevo pretendere che ciò che non funzionava in allenamento funzionasse in partita”.
“Solitamente quando mi riesce una rimonta è perché ho una sorta di piano, quindi so cosa cambiare nel mio gioco. Qui non lo sapevo. Sull’erba succede tutto molto velocemente, non posso limitarmi a usare il top spin, correre e rimandare la palla dall’altra parte cercando di essere solida. Serve qualcosa di diverso e non ho saputo trovarlo. Ho commesso troppi errori”.
“Continuo a sperare di poter giocare meglio sull’erba in futuro. Quest’anno nella mia carriera sono cambiate tante cose, quindi credo che tutto sia possibile. Sicuramente su questi campi non ho la stessa fiducia rispetto ad altrove. Magari è questa la ragione delle mie difficoltà, ed è qualcosa che posso cambiare in futuro. Ma devo ammettere che, sapendo quanto ho lavorato, mi aspettavo che il mio torneo potesse andare meglio. Sono dispiaciuta, ma magari avrei fatto meglio a non pormi aspettative. Magari sarebbe stato più facile prendere ciò che arrivava, senza pensare troppo al risultato”.
ALIZE CORNET
“Ciò che ha fatto quest’anno Iga è qualcosa di straordinario, quindi per me sapere di essere la giocatrice che ha interrotto la sua striscia di vittorie è un grande onore. Sono davvero felice di esserci riuscita e voglio godermi il momento. Fin da quando ho superato il secondo turno ho pensato che questa per me potesse essere la chance migliore per batterla, perché l’erba è la superficie che le piace meno. Sapevo di dover giocare un match solido, ed è ciò che ho fatto”.
“Otto anni fa a Wimbledon la francese aveva già causato uno shock, battendo Serena Williams. “È successo di nuovo: terzo turno, sul Court 1, contro la numero del mondo. È bello vedere che a 32 anni riesco ancora a ottenere certi risultati. Giocare da outsider sicuramente aiuta, perché mi permette di approcciare il match in maniera più rilassata. Quando non ho nulla da perdere posso diventare pericolosa. Gioco senza pensare troppo, colpisco, mi diverto. Così riesco a esprimermi al meglio”.
“Un altro dei motivi che mi permettono di giocare bene è il fatto che questa potrebbe essere la mia ultima stagione. L’ho detto in Australia e i risultati recenti non mi fanno cambiare idea. Sto dando tutto e non guardo troppo avanti. Al momento il piano è di terminare la carriera al Roland Garros del prossimo anno. Voglio pensare match dopo match, godermi la mia carriera e raccogliere energia positiva”.
HARMONY TAN
“Per me era già impossibile credere che avrei battuto Serena al primo turno, figurarsi se mi avessero detto che poi avrei vinto altri due incontri. Oggi è stato un grande match, contro un’avversaria (Katie Boulter, ndr) che normalmente sull’erba gioca molto bene. Mi aspettavo una sfida molto difficile, quindi sono sorpresa da come è andata. Io ho giocato molto bene, ed evidentemente la mia avversaria ha faticato a leggere il mio gioco. Poi il fatto che lei giocasse in casa ha sicuramente inciso: era la prima volta al terzo turno per entrambe, e io sono stata molto fredda”.
“Quando ero giovane in molti mi dicevano che col mio stile di gioco non sarei mai riuscita a diventare una buona giocatrice, quindi è stato molto difficile. Non ho avuto grandi aiuti, e dal punto di vista finanziario ho fatto fatica. L’unica persona che davvero ha creduto in me, quando avevo 18 anni, è stata Nathalie Tauziat. Abbiamo lavorato per sviluppare il mio stile di gioco. Direi che ha funzionato”.
“So che nonostante gli ottavi di finale qui dovrò comunque lottare per entrare nel tabellone principale degli Us Open, perché non ci sono punti in palio e quindi non salirò in classifica. Ma è pur sempre un torneo del Grande Slam, me lo sto godendo. Pazienza se non guadagno punti”.
TAYLOR FRITZ
“Credo che continuando a giocare come fatto oggi avrò sicuramente la chance di avanzare ancora nel torneo. Al servizio è stato uno dei miei migliori match di sempre. Quando riesco a servire così tutto diventa molto più facile. Riesco a giocare con maggiore fiducia e tranquillità, perché so che molti punti arriveranno dal mio servizio. Sono davvero felice di come ho giocato e mi auguro di andare avanti su questa strada”.
“Noi americani (ce ne sono quattro agli ottavi: Fritz, Paul, Tiafoe e Nakashima) stiamo mandando un messaggio, dimostrando che ci sono continuamente giocatori che crescono e possono raggiungere risultati importanti. Come ho già detto in passato, oggi non riceviamo particolare attenzione perché fra di noi non c’è un campione Slam o un giocatore fra i primi 3 del mondo, ma siamo sei o sette ragazzi nei primi quaranta. E possiamo crescere ancora, continuiamo a migliorare. Credo che presto un paio di noi potranno arrivare nei primi 20, o anche meglio”.