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Eventi internazionali

Sinner, tutto per tutto per Torino ma: "Potrei giocare le Next Gen Finals"

Jannik Sinner ha sconfitto Gerasimov all'esordio a Sofia. Ha centrato il dodicesimo quarto di finale ATP. Nel match ha mostrato una prima di servizio fluida, con un movimento più corto, e dal rendimento costante. Nello scambio meglio di rovescio che di diritto. Ma ha due marce in più del bielorusso in pressione. Sfiderà Duckworth

di | 30 settembre 2021

Jannik, buona la prima. Buona perché vince il match d'esordio a Sofia nel primo torneo in cui si presenta da campione in carica. Essendo testa di serie numero 1 con un bye al primo turno, il 6-2 7-6 a Egor Gerasimov vale il dodicesimo quarto di finale ATP, il sesto indoor.

Buona la prima anche di servizio, ed è questo il dato più incoraggiante. L'altoatesino ha vinto 29 punti su 36 quando l'ha messa in campo. Il movimento risulta più corto, sicuramente più fluido rispetto al passato recente, e la continuità ne guadagna. 

L'azzurro ha poi registrato un 18/31 con la seconda che è il frutto anche di maggiori rischi in termini di traiettorie e di velocità. Comunque, nei momenti decisivi, ha mostrato un tennis sicuro, freddo ed efficace. Lo dimostrano le sette palle break salvate sulle otto concesse. Quando ha perso il servizio per il 4-5 nel secondo set, ha recuperato immediatamente lo svantaggio.

E' l'unico momento in cui Sinner ha perso un po' il controllo della partita. Il 6-2 del primo set avrebbe anche potuto essere meno netto, perché l'altoatesino ha cancellato tre palle break nel primo game e altre due nel settimo. da fondo, però, ha fatto la differenza soprattutto con il rovescio. Rivedere per credere l'incrociato spettacolare con cui ha chiuso il parziale.

Gerasimov, numero 112 del mondo che aveva già perso contro Sinner a Barcellona quest'anno, ha provato nel finale a variare di più e a scendere a rete con più frequenza. Nel secondo set non ha cambiato atteggiamento, e ha raccolto qualcosa in più attaccando l'azzurro verso l'angolo destro.

Il diritto infatti è risultato il colpo meno sicuro del ventenne di Sesto Pusteria, che non si è lamentato dopo la partita per l'assenza di Hawk-Eye nel torneo. "È così per tutti i giocatori del torneo, come accade nei Challenger ed in altri tornei. Io non mi faccio problemi e penso a giocare" ha detto

Jannik Sinner esulta (foto Twitter Sofia Open)

Ma nello scambio non c'è stata partita, nemmeno quando il bielorusso ha servito per il secondo set. Sinner ha una marcia in più in spinta con i due fondamentali da fondo. Gerasimov, incapace di contrastarlo in risposta, ha finito spesso per arretrare e accorciare, lasciando all'azzurro molto più campo da sfruttare per continuare il suo pressing. Non a caso, Jannik ha vinto quasi tutti gli scambi di ritmo.

"Sono molto felice di essere di nuovo qui, peccato che non ci siano i tifosi - ha detto -. Comunque sono soddisfatto del mio match. Nel primo set ho giocato bene, nel secondo mi sono distratto un po' in un paio di punti, però nel tie break sono stato bravo a chiudere". 

 

Nei quarti affronterà un avversario più rapido nella copertura del campo e più rapido nelle transizioni dalla difesa all'attacco. Incontrerà infatti James Duckworth, australiano che ha superato otto operazioni chirurgiche negli ultimi anni e a Nur-Sultan ha centrato la prima finale ATP della carriera.

Sinner è undicesimo nella Race to Turin, la classifica che considera i soli risultati stagionali e qualifica per le Nitto ATP Finals in programma per la prima volta in Italia, al Pala Alpitour di Torino dal 14 al 21 novembre.

"Non mi piace guardare troppo avanti - ha detto Sinner -. La strada per Torino è lunga e dura. Intanto dovrò giocare bene Indian Wells e Parigi-Bercy, ma non posso sottovalutare gli altri tornei".

Dal punto di vista della programmazione, l'azzurro ovviamente può puntare alla qualificazione per le Nitto ATP Finals. "Se dovessero servirmi i punti - ha aggiunto - potrei anche decidere di giocare a Stoccolma. Se poi dovessi essere fuori dalla corsa, magari potrei giocare le Next Gen Finals a Milano. Ma adesso è troppo presto per pensarci".

 


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