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Sinner-Alcaraz, perché era da campo centrale. E non da "campo 1"

Il primo confronto a livello ATP può essere l'inizio della grande rivalità del futuro. Si sono già incontrati al Challenger di Alicante nel 2019. Ljubicic ha criticato la programmazione della sfida da perte degli organizzatori di Parigi/Bercy, la più attesa di giornata dagli appassionati di tennis, preferendo per l'arena principale il match di Monfils

di | 03 novembre 2021

"Sinner-Alcaraz sul campo 1... semplicemente NO". La reazione di Ivan Ljubicic, coach di Roger Federer e fondatore dell'agenzia di management LJ Sports Group che segue anche Matteo Berrettini, è la stessa di tanti appassionati di fronte alla programmazione odierna del Masters 1000 di Parigi-Bercy. La prima sfida nel circuito ATP, la seconda in assoluto, fra dei protagonisti più attesi dei prossimi anni, non si giocherà sul Campo Centrale. Qui si concentrano i giocatori di casa e i top 5 Medvedev, Tsitsipas, Zverev.

Questa sfida, a cui forse tra qualche anno ripenseremo come al momento dell'esplosione di una grande rivalità, è una di quelle per appassionati del gioco.

Il campo numero 1, ha sottolineato il giornalista USA Ben Rothenberg, "è bello. Per i tifosi che conoscono il tennis è forse l'ultima occasione per poterli vedere uno contro l'altro spendendo poco per il biglietto".

Sinner, 23mo Top 10 più giovane tra i giocatori arrivati a questo traguardo nell'era del ranking computerizzato nel 1973, a vent'anni è in corsa per diventare il secondo italiano alle Nitto ATP Finals. Al momento è impossibile avere certezze matematiche sulla sua presenza a Torino.

Come ha documentato il nostro Giorgio Spalluto nel suo studio su tutte le possibili combinazioni per la qualificazione, ad oggi possiamo solo affermare che Sinner sarebbe sicuro di essere al Pala Alpitour senza dover dipendere da altri risultati solo in due casi: se vincerà il titolo a Bercy, oppure se arriverà in finale a Parigi e in semifinale a Stoccolma la prossima settimana. 

Ma il ventaglio di possibilità è destinato ad allargarsi in base al suo percorso a Bercy e all'andamento dei principali rivali: Casper Ruud, possibile avversario nei quarti di Alexander Zverev, Cameron Norrie, che è finito nella zona di tabellone di Novak Djokovic, il suo amico Hubert Hurkacz e il canadese Felix Auger-Aliassime, destinati a scontrarsi negli ottavi di finale.

Il confronto è tanto atteso quanto stilisticamente affascinante. Tanto Sinner è fluido e in divenire, tanto Alcaraz è fisicamente formato con tutti gli interrogativi connessi ai margini di miglioramento di un giocatore tanto precoce. Sinner, che indoor si esalta, ha la palla come principale punto di riferimento e non le linee del campo, genera velocità con l'anticipo, la scioltezza e la fluidità, non la forza muscolare.

Diversa la conformazione e lo stile di gioco di Alcaraz, semplicisticamente identificato come erede di Rafa Nadal. Allenato dall'ex numero 1 del mondo Juan Carlos Ferrero, è un giocatore moderno, completo e offensivo. Ha un servizio continuo, due buoni fondamentali da fondo e una notevole capacità di resistenza. Corre veloce, colpisce forte, verticalizza con naturalezza e ha anche una buona mano a rete, come ha imparato a sue spese Matteo Berrettini a Vienna. 

Di due anni più giovane, Alzaraz ha accelerato il suo avvicinamento al vertice della classifica mondiale negli ultimi mesi. Da quando Sinner ha compiuto vent'anni, lo spagnolo ne ha ereditato la corona di miglior teenager nel ranking ATP. 

Questa settimana, Sinner è diventato il più giovane italiano in Top 10. Inoltre, era dai tempi di Djokovic che non si vedeva un tennista capace di vincere così presto cinque titoli ATP. 

Lunedì, anche Alcaraz ha festeggiato un primato. È il più giovane Top 35 dai tempi di Rafa Nadal nell'aprile 2004 (il maiorchino aveva allora diciassette anni). La sua stagione, e di fatto la sua carriera, ha cambiato marcia con lo US Open. Dopo il successo su Stefanos Tsitsipas, il primo su un Top 10, si è spinto fino ai quarti di finale. E nessun teenager era mai andato così avanti a New York nell'era Open.

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Alcaraz ha iniziato il suo percorso a Parigi con una battaglia in rimonta, 6-7(4) 7-6(2) 7-5 sul francese Pierre-Hugues Herbert, partita che Sinner ha osservato con grande attenzione in tribuna. Atteso protagonista delle Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals di Milano, lo spagnolo a Parigi avrà dalla sua il vantaggio della tranquillità. Sinner, al contrario, il peso della responsabilità per il grande obiettivo ancora possibile.

In comune, Alcaraz e Sinner hanno anche un altro aspetto, forse decisivo. Ogni volta che vanno in campo, sono convinti di poter vincere. Sempre e contro qualunque avversario. Alcaraz l'ha dimostrato due anni fa, quando fermò l'altoatesino ad Alicante. Sinner aveva vinto i tre precedenti tornei a Bergamo (suo primo Challenger in carriera), Trento e Santa Margherita di Pula. Alcaraz era poco più di un ragazzino sfrontato allora. Oggi come Sinner è un progetto di campione. Parigi ci darà nuovi indizi ma, comunque vada a finire, non una prova su quel che sarà da domani.

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