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Eventi internazionali

Rublev Atomico. E la storia volta pagina

Il 22enne russo prende a pallate il fuoriclasse spagnolo sulla sua terra battuta, quella del Principato dove ha vinto 11 volte. E’ una svolta epocale, come quando Safin detronizzò Sampras agli Us Open

di | 16 aprile 2021

Prima o poi doveva succedere. Ma quando la storia volta pagina il rumore fa impressione. Non te lo puoi scordare. Rafael Nadal ha trovato oggi a Monte-Carlo uno 11 anni più giovane di lui che spaccava la palla più di lui e che lo ha preso a pallate.

Proprio lì, sul campo intitolato al Principe Ranieri dove il campione spagnolo ha costruito parte della sua leggenda conquistando il titolo 11 volte, Andrey Rublev ha tirato più forte e sbagliato di meno, ha fatto correre il suo avversario per poi finirlo, in lungolinea o incrociato. Esattamente come Rafa ha sempre fatto con i suoi, presto esausti, avversari.

Non è la sconfitta in sé che fa rumore: Nadal aveva perso su questo campo anche nel 2019 con il nostro Fabio Fognini.

L’emozione è forte perché si coglie, nel modo in cui Rublev ha imposto il suo tennis, un passaggio epocale. Un po’ come quando nel 2000 il russo Marat Safin mostrò di avere una marcia in più rispetto a Pete Sampras nella finale degli Us Open, il torneo preferito dal fuoriclasse americano sulla superficie preferita. O come quando nel 2005, sempre in finale a New York, si affrontarono Agassi e Federer, astri di due epoche diverse. Ci fu partita ma era chiaro chi avrebbe vinto. E soprattutto chi avrebbe vinto tutti i successici faccia a faccia.

Quando vedi Nadal tirare forte, a tutto braccio, vicino alle righe, con la solita straordinaria carica agonistica (un gran bel Nadal) ma l’altro, dall’altra parte della rete, ci arriva sempre, col tempo giusto per colpire ancora più forte, più preciso, più vicino alle righe ti rendi conto che niente sarà più uguale da domani in poi.

Per uno strano gioco del destino (e dell’umidità) l’inquadratura dall’alto rivela sempre più evidente durante la partita il diradarsi dei capelli sulla sommità del capo del vincitore di 20 Slam. In meno di due ore di gioco siamo tutti invecchiati con lui.

E gli vogliamo ancora più bene perché non si arreso fino all’ultimo quindici, ha combattuto da par suo. E ha così reso il massimo onore possibile alla qualità del suo avversario, il biondo principino Andrey Rublev da Mosca, 188 centimetri per 75 chili. Un talento puro del tennis che ci porta per mano nel futuro.


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