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Eventi internazionali

Rublev il testardo, la svolta comincia a Torino

Andrey Rublev vince il derby contro l'amico Medvedev all'esordio in questa edizione delle Nitto ATP Finals e raggiunge i 50 successi in stagione. Ha dato prova di testardaggine e messo in campo il suo tennis migliore, ma non sono mancate le incertezze nei punti importanti

di | 14 novembre 2022

A Torino potrebbe iniziare la svolta di Andrey Rublev. Ha iniziato la sua terza partecipazione alle Nitto ATP Finals con la seconda vittoria consecutiva contro l'amico Daniil Medvedev, la cinquantesima stagionale nel circuito ATP. In un match che ha sempre condotto, più di quanto dica il punteggio, ha chiuso 67 63 76 vincendo sette punti in più. Significativo il divario in termini di resa con la seconda di servizio: Rublev ha ottenuto il 60% di punti, Medvedev il 43%. Rublev, che non ha mai passato il girone alle Finals, affronterà il vincente tra Novak Djokovic e Stefanos Tsitsipas mercoledì, nella seconda cruciale giornata del Gruppo Rosso.

Secondo per numero di successi stagionali sul duro, Rublev in campo non si nasconde. Le emozioni gliele leggi in faccia, le comprendi dai gesti, le intuisci dai colpi. Andrey Rublev non si nasconde e come l'amico Daniil Medvedev è quanto di più lontano dallo stereotipo del russo freddo e glaciale, con il ruolo del "nemico" nei film hollywoodiani.

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Più volte ha raccontato di quanto l'emotività lo abbia frenato e del suo lavoro di questi mesi con uno psicologo per farsi condizionare meno dai pensieri negativi. Eppure contro l'ex numero 1 del mondo che ha incontrato in campo per la prima volta quando avevano sei anni, ha mostrato a se stesso che può esistere un altro Rublev. Un giocatore lucido nell'applicare gli schemi e capace di metterli a frutto a suon di diritti da ko: è pur sempre il figlio di un pugile e un appassionato di scacchi.

Andrey Rublev in azione contro Daniil Medvedev alle Nitto ATP Finals (Foto Sposito)

Medvedev rimane sorpreso dalla partenza del rivale. "Non è facile affrontare un amico- diceva due anni alla vigilia di un altro scontro con Rublev -, ma è più un fatto inconscio. La partita la prepari sempre per provare a vincere, ma dentro di te sai che stai per giocare con qualcuno che conosci da quando siete bambini". 

E già allora, raccontava Rublev, Medvedev si faceva notare per la tecnica dei colpi decisamente personale e un feroce spirito combattivo. "Non aveva colpi pesanti, ma aveva già allora questa qualità straordinaria che mostra ancora oggi, lottava sempre e comunque fino alla fine".

Ma l'emozione, quella che gli leggi in volto e nei colpi, tradisce Rublev quando va a servire per il primo set (5-3). Il pubblico, che riempie il Centrale del Pala Alpitour per il 70% e più, assiste allo spettacolo aspettando l'occasione per scaldarsi.

E la prima partita del primo girone con tre ex vincitori alle Nitto ATP Finals dal 1996 si scalda. Medvedev tira fuori le sue qualità migliori, che hanno stupito anche il coach francese Gilles Cervara. "Sono impressionato dalla tua produzione, tecnicamente e tatticamente. I tuoi colpi destabilizzano, giochi lungolinea quando gli avversari si aspettano l'incrociato" scriveva in uno dei suoi quaderni durante l'ultimo Roland Garros, come ha rivelato L'Equipe.

Medvedev salva due set point al servizio e trascina al tiebreak un primo set che ha sempre giocato all'inseguimento, contro corrente. Lo scenario non cambia, va sotto 6-2 ma salva tutti i quattro set point e poi un quinto costringendo Rublev a difendersi con un pallonetto, come quelli che Daniil disegnava quando erano bambini  per fargli il punto tra pianti e racchette lanciate per terra. Alla prima occasione Medvedev invece chiude 9-7. Rublev esce dal campo per un toilet break furioso con il giudice di sedia Mohammed Lahyani e il giudice di linea. L'ultimo punto, infatti, si è rigiocato perché l'arbitro aveva corretto la chiamata sul suo servizio che era buono e l'avrebbe portato sull'8-8.

"Perché ha vinto? Perché ha mantenuto il sangue freddo" ha scritto su Twitter Craig O'Shannessy, pioniere della match analysis nel tennis che cura una rubrica per il sito dell'ATP e collabora con la Federazione Italiana Tennis. "Nessuno scoppio d'ira. Niente rabbia. E' rimasto concentrato e ha trovato la strada" ha aggiunto il coach australiano, in passato nello staff di Novak Djokovic.

Daniil Medvedev alle Nitto ATP Finals (Foto Sposito)

E la prima partita del primo girone con tre ex vincitori alle Nitto ATP Finals dal 1996 si scalda. Medvedev tira fuori le sue qualità migliori, che hanno stupito anche il coach francese Gilles Cervara. "Sono impressionato dalla tua produzione, tecnicamente e tatticamente. I tuoi colpi destabilizzano, giochi lungolinea quando gli avversari si aspettano l'incrociato" scriveva in uno dei suoi quaderni durante l'ultimo Roland Garros, come ha rivelato L'Equipe.

Medvedev salva due set point al servizio e trascina al tiebreak un primo set che ha sempre giocato all'inseguimento, contro corrente. Lo scenario non cambia, va sotto 6-2 ma salva tutti i quattro set point e poi un quinto costringendo Rublev a difendersi con un pallonetto, come quelli che Daniil disegnava quando erano bambini  per fargli il punto tra pianti e racchette lanciate per terra. Alla prima occasione Medvedev invece chiude 9-7. Rublev esce dal campo per un toilet break furioso con il giudice di sedia Mohammed Lahyani e il giudice di linea. L'ultimo punto, infatti, si è rigiocato perché l'arbitro aveva corretto la chiamata sul suo servizio che era buono e l'avrebbe portato sull'8-8.

 

"Perché ha vinto? Perché ha mantenuto il sangue freddo" ha scritto su Twitter Craig O'Shannessy, pioniere della match analysis nel tennis che cura una rubrica per il sito dell'ATP e collabora con la Federazione Italiana Tennis. "Nessuno scoppio d'ira. Niente rabbia. E' rimasto concentrato e ha trovato la strada" ha aggiunto il coach australiano, in passato nello staff di Novak Djokovic.

Dal punto di vista tattico il duello vive di opposizioni chiare. Medvedev ha un vantaggio competitivo sulla diagonale del rovescio; Rublev, teoricamente favorito dalle condizioni veloci e dai rimbalzi bassi, negli scambi diritto contro diritto. "Siamo giocatori diversi - ha detto Medvedev nel 2020 per raccontare la rivalità con Rublev -. Io gioco più di contropiede, cerco di mettere il mio avversario in difficoltà, vedo lui cosa fa e poi decido dove giocare. Andrey è diverso, cerca di comandare con il diritto, si preoccupa di fare il suo gioco indipendentemente dall'avversario". Finché la testa e il cuore viaggiano alla stessa velocità, funziona. Quando il sistema entra in crash, un destabilizzatore naturale come Medvedev diventa il peggior avversario possibile.

Il secondo set segue lo schema del primo. Rublev va avanti di un break, serve meglio, gioca meglio, ma chiude peggio i punti importanti. Porta la sfida al terzo set solo perché, sul set point, Medvedev incappa nel settimo doppio fallo della sua partita. 

Finché la testa e il cuore viaggiano alla stessa velocità, funziona. Quando il sistema entra in crash, un destabilizzatore naturale come Medvedev diventa il peggior avversario possibile.

Il secondo set segue lo schema del primo. Rublev va avanti di un break, serve meglio, gioca meglio, ma chiude peggio i punti importanti. Porta la sfida al terzo set solo perché, sul set point, Medvedev incappa nel settimo doppio fallo della sua partita. 

Finché la testa e il cuore viaggiano alla stessa velocità, funziona. Quando il sistema entra in crash, un destabilizzatore naturale come Medvedev diventa il peggior avversario possibile.

Il secondo set segue lo schema del primo. Rublev va avanti di un break, serve meglio, gioca meglio, ma chiude peggio i punti importanti. Porta la sfida al terzo set solo perché, sul set point, Medvedev incappa nel settimo doppio fallo della sua partita. 

Andrey Rublev in azione contro Daniil Medvedev alle Nitto ATP Finals (Foto Sposito)

Il duello si accende e per certi versi si stabilizza nel terzo. Medvedev continua a far fatica a leggere i servizi esterni, soprattutto in slice, di Rublev. E la posizione arretrata evidentemente non lo aiuta troppo.

"In certe partite ti senti intoccabile, tutto quello che fai si trasforma in oro. Oggi non è stata una di quelle" ha detto in conferenza stampa Medvedev che ha sperato fino all'ultimo di completare la decima vittoria in carriera alle Nitto ATP Finals. In questo contesto due anni fa riuscì a trasformare tutto in oro: diventò il primo nella storia del torneo a battere tutti i primi 3 giocatori del mondo in una stessa edizione.

"Abbiamo avuto scambi pazzeschi, se qualche Ha sperato di raddrizzare il tiebreak finale come già aveva fatto in quello iniziale. E Rublev qualche dubbio l'ha avuto dopo aver visto sfumare quattro match point. Ma alla quinta occasione ha cambiato la storia della partita, forse del suo cammino alle Nitto ATP Finals, probabilmente della sua carriera.


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