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Raducanu, il rosso non le dona: "Miglioro ogni giorno, ci vuole tempo"

La britannica esce al secondo turno contro Sasnovich al suo primo Roland Garros. Prima di quest'anno non aveva mai giocato sulla terra rossa. "Sto imparando tanto, iniziando a giocare meno piatto" ha detto

di | 25 maggio 2022

Emma Raducanu ricade ancora sulla terra. La campionessa dello US Open sul rosso non scivola ma si ingolfa e chiude la sua prima stagione su questa superficie, salvo successive appendici, con una sconfitta al secondo turno del Roland Garros, 36 61 61 contro Aliaksandra Sasnovich. La numero 47 del mondo l'aveva battuta anche l'anno scorso a Indian Wells, nella prima partita di Raducanu dopo il titolo allo US Open, il primo nell'era Open per una qualificata.

"Sono una giocatrice diversa adesso" diceva Raducanu, che però è apparsa ancora in cerca di un'identità, in fase di assestamento a metà della sua prima stagione completa nel WTA Tour.

Al di là delle comprensibili difficoltà di apprendimento e adattamento a difficoltà crescenti e diverse, alle conseguenze in termini di pressione e attenzione che lo status di teenager vincitrice Slam comporta, Raducanu ha dovuto far fronte anche a diversi infortuni.

L'ultimo, in ordine di tempo, è un problema alla schiena emerso prima del Roland Garros che l'ha comunque condizionata contro Sasnovich e ha contribuito alla quinta sconfitta stagionale in undici partite sulla terra battuta.

Sasnovich prosegue dunque un 2022 decisamente incoraggiante. La bielorussa, in campo al Roland Garros come atleta neutrale senza riferimenti alla sua nazionalità né la bandiera accostata al nome, ha chiuso il 2021 da numero 91 del mondo e ha guadagnato 43 posizioni finora grazie anche alla sua terza finale in carriera, al Melbourne Summer Set 2 a Melbourne lo scorso gennaio.

Eliminata al secondo turno a Strasburgo dalla tedesca Angelique Kerber, che avrebbe poi vinto il suo primo titolo sul rosso dal successo a Stoccarda nel 2016, Sasnovich ha l'occasione di una rivincita immediata a Parigi.

Contro una colpitrice come Sasnovich, sono emersi comunque tutti i limiti di Raducanu che copre bene il campo ma colpisce ancora troppo piatto perché il syuuo tennis funzioni sulla terra battuta. 

Il suo modo di arrivare sulla palla sul cemento non sembra pagare allo stesso modo sulla terra rossa, dove conta molto l'arte della scivolata che deve finire prima di impattare la palla e non dopo. Questa successione non è ancora naturale per la britannica, che chiude il suo primo Roland Garros con molte lezioni apprese e una direzione più chiara per il futuro.

"Ho capito che colpire piatto serve a poco sulla terra rossa, a giocare colpi più alto. Penso di essere migliorata molto nel corso delle partite, anche se la strada è ancora lunga. Continuo a imparare ogni giorno, ad ogni partita, ogni allenamento. So che ci sono aspetti del mio gioco che devo migliorare, ma sono abbastanza contenta dei progressi che sto facendo. Ci sono anche cose su cui sto lavorando in allenamento che funzionano bene ma in partita non ancora producono risultati. Ci vuole un po' di tempo".

Fuori Sakkari, già out 5 delle prime 10 teste di serie

Il torneo femminile si sta sempre più aprendo a possibili outsider. Cinque fra le prime dieci teste di serie sono già uscite tra primo e secondo turno. L'ultima nella lista è la greca Maria Sakkari, n.4 del seeding e semifinalista al Roland Garros 2021, battuta dall'ex Top 20 ceca Karolina Muchova 76(5) 76(4).

La ceca, scivolata al numero 81 del ranking WTA dopo l'infortunio agli addominali che l'ha costreti a ripetuti stop negli ultimi sette mesi, sta giocando il quarto torneo dallo US Open del 2021. E solo per la seconda volta in questo periodo ha vinto due partite di fila nello stesso evento. 

Muchova ha completato così la sesta vittoria in carriera contro una Top 10 al termine di una sfida in cui Sakkari ha recuperato da sotto 5-2 e salvato sette set point nel primo parziale, e nel secondo non ha sfruttato per due volte un break di vantaggio. Al terzo turno affronterà un'altra ex semifinalista a Parigi, Amanda Anisimova

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