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Parole da Slam - Fognini: "Parigi il torneo dei miei sogni"

di | 02 giugno 2021

Fabio Fognini ha centrato a Parigi, nel 2011, il miglior risultato Slam della sua carriera: i quarti di finale. Per questo non sorprende che l'azzurro indichi il Roland Garros come il torneo dei sogni.

FABIO FOGNINI

“Arrivato a Parigi, mi sono detto che dovevo fare qualcosa di più rispetto a quello che avevo combinato fin qui in questa stagione. O almeno, tentare a fare qualcosa in più. Mi sono detto di lottare, di dare il massimo, di provarci sempre fino alla fine. Il Roland Garros è senza dubbio il torneo dei miei sogni. Sono contento di aver vinto in tre set, cosa che non è mai semplice”.

STEFANOS TSITSIPAS

“Ricordo quando da bambino guardavo il Roland Garros sperando un giorno di esserne parte. Giocarlo è sempre particolarmente emozionante. I campi sono perfetti, probabilmente i migliori campi in terra su cui abbia mai giocato. Non sono ancora al massimo, so che devo migliorare se voglio andare avanti, ma sono soddisfatto di aver chiuso abbastanza in fretta, visto che il match non era semplice come forse è sembrato da fuori”.

ALEXANDER ZVEREV

“Non è stato un match facile, contro Safiullin, e anche se l'ho vinto in tre set, avrei potuto perderne uno o due. Lo conosco bene, abbiamo frequentato spesso gli stessi tornei, poi ha avuto tanti infortuni che lo hanno frenato, ma ha un gran potenziale. Ha giocato un incontro di alto livello, e io sono contento di averlo chiuso abbastanza in fretta. È qualcosa che potrebbe tornarmi utile nel corso del torneo”.

“Il mio servizio? Ci ho lavorato molto, sì, e adesso vedo i frutti. Non c'è stato un momento di svolta, in questo fondamentale, ma solo un processo costante di miglioramento. Rispetto alle ultime stagioni, ora incontro molte meno difficoltà”.

CASPER RUUD

“Tutto sommato è piacevole sapere di essere considerato uno dei favoriti, quando si arriva sulla terra. Quest'anno ho giocato molto e ho vinto tante partite su questa superficie, arrivando a Parigi con molta fiducia in me stesso. È bello sentire il rispetto dei propri colleghi: se riuscissi a costruirmi almeno una parte del rispetto che Nadal trasmette agli avversari prima di entrare in campo, sarei felice. Ovviamente non sono a quel livello, ma ci sto lavorando”.

“Mio padre? Lui è sempre stato il mio coach, è colui che mi ha avviato al tennis, mi ha dato i mezzi per competere e le competenze per migliorare. Abbiamo un bellissimo rapporto, anche perché non ha ancora 50 anni, è un papà giovane e conosce alla perfezione le dinamiche del Tour, che ha frequentato a lungo. È una guida indispensabile per me”.

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