Matteo non fa mistero delle difficoltà incontrate con Moutet, ma guarda avanti: "Devo crescere - dice - per poter proseguire nel torneo". Djokovic sposta l'attenzione sulla nuova generazione: "In tanti meritano attenzione, non pensiamo troppo alle assenze"
03 settembre 2021
Due partite non semplici, per Matteo Berrettini e Jannik Sinner. Ma entrambi restano fiduciosi, concentrandosi maggiormente sui lati positivi delle loro vittorie. Mentre Djokovic sposta l'attenzione dal suo possibile Grande Slam e Opelka si morde la lingua...
MATTEO BERRETTINI
“Le condizioni erano molto diverse rispetto al match di primo turno, c'era vento, con un caldo decisamente più secco. Ma del resto la capacità di adattarsi a ogni tipo di condizione è una di quelle doti che bisogna acquisire per essere giocatori di alto livello. Il mio avversario, inoltre, mi ha proposto un tennis difficile da contrastare, si è mosso molto bene e spesso mi ha messo in difficoltà. Sono contento di come ho affrontato i momenti decisivi della partita, anche se cercherò di crescere nel mio rendimento durante il torneo”.
“Il mio servizio? Me lo sono costruito attraverso cesti e cesti di battute insieme al mio coach Vincenzo Santopadre. Nessuno dall'altra parte a rispondere, solo tanti servizi cercando di trovare il rendimento migliore. Da giovanissimo, immaginavo di trovarmi a giocare una partita importante, e di essere sul 4-4 e 30-30, per capire come avrei servito sotto pressione. Sapevo che quel lavoro mi sarebbe servito in futuro. Credere nel mio servizio per me è fondamentale, perché mi permette di avere un pilastro che mi sostiene in ogni momento della partita”.
JANNIK SINNER
“Non conoscevo molto Svajda, e devo dire che mi ha fatto un'ottima impressione. Certo, se batti un avversario come Cecchinato significa che puoi giocare bene a tennis, dunque in qualche modo ero preparato a un match difficile. Ho cercato di rimanere concentrato su quello che dovevo fare, sul mio piano di gioco. Nel primo set è andata bene, mentre nel secondo sono stato bravo a recuperare da 2-5 sotto. In realtà penso sia stato un incontro di livello alto, lui ha sbagliato poco, io ho fatto quello che mi serviva. Sono contento della mia prestazione”.
NOVAK DJOKOVIC
“Avevo visto giocare Griekspoor nel suo match con Struff, e avevo intuito che una delle chiavi della partita sarebbe stata la mia risposta. Ho risposto bene, e con questo mi sono preso un margine di vantaggio importante. Sono molto soddisfatto del mio incontro, molto più di quanto non lo fossi dopo il match contro Rune. Nishikori? Ovviamente lo conosco perfettamente, abbiamo giocato tante volte insieme. È uno dei giocatori più dotati, gli piace colpire in anticipo, tenere il controllo del gioco. Dovrò servire bene e mantenere l'iniziativa”.
“Capisco che le assenze di Roger, Rafa, Thiem e di Serena Williams tra le donne possano avere un impatto negativo sull'attenzione dei media verso il torneo, e sono contento se la mia rincorsa al Grande Slam potrà invece aiutare ad attirare la gente verso questo evento. Ma il tennis deve riservare maggiore attenzione anche a tutti gli altri, alle nuove generazioni che meritano di essere messe sotto i riflettori alla pari con me e gli altri. Certo non è uno sport di squadra e qui il torneo lo vince solo uno, ma credo che ci siano margini di crescita in merito alla popolarità del tennis e credo ci si stia muovendo nella direzione giusta per fare progressi”.

REILLY OPELKA
“Non ho giocato bene, ma proprio per questo sono ancora più contento di aver vinto. Sono riuscito a mettere pressione al mio avversario, ed è questo che fanno i grandi giocatori per vincere i match in cui non si esprimono al meglio. So bene che quando comincio ad aprire bocca e a lamentarmi di qualcosa, entro in un sentiero scivoloso. Ho imparato a mordermi la lingua quando sto cominciando a innervosirmi, così evito di farmi del male da solo, e magari di continuare a lamentarmi due ore per un singolo episodio”.
“C'era una bella atmosfera in campo, avevo il supporto del pubblico americano, ma anche a Musetti non mancavano i sostenitori. È bello quando accade questo, si crea un clima positivo, tutti possiamo trarne beneficio. Giocare negli Stati Uniti, più che in altri luoghi, crea questa atmosfera elettrizzante. Schwartzman? È uno dei giocatori che mi diverte guardare, è folle quello che fa su ogni singolo punto, tutte quelle rincorse per guadagnarsi un quindici. Io lo faccio un paio di volte e sono morto, da buttare via. Lui lo fa sempre. Ho grande rispetto per giocatori così”.