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Eventi internazionali

Djokovic, la rabbia e l'orgoglio

Il numero 1 del mondo subisce un penalty point dopo aver vinto il primo set contro il modesto Moraing, numero 253 del mondo. Ottiene la vittoria numero 951 in carriera, come Guillermo Vilas

di | 25 maggio 2021

Dopo aver vinto il primo set, contro il numero 253 del mondo che ha appena festeggiato la sua prima vittoria ATP in carriera, Novak Djokovic perde la testa. E fa quasi più notizia del successo finale con cui ha eguagliato Guillermo Vilas nell'era Open.

Nel Novak Tennis centre di Belgrado, nel torneo di casa, il giocatore con più settimane da numero 1 nell'era del ranking computerizzato, subisce un penalty point perché spacca la racchetta, e non è la prima violazione, nel match d'esordio contro il tedesco Mats Moraing.

Ventotto anni, con un best ranking di numero 140 raggiunto tre anni fa, il tedesco aveva disputato un solo torneo ATP prima di questo, a Halle nel 2019, perdendo al primo turno. Ripescato a Belgrado-2 come lucky loser, ha battuto all'esordio Egor Gerasimov. Certo non è il profilo di giocatore che possa impensierire Djokovic.

Eppure sono più frequenti, negli ultimi tempi, gli scoppi d'ira del serbo in questo tipo di partite, contro gli avversari con cui forse sente di dover "vincere facile". Il 6-2, 7-6(4) finale lo proietta al quarto di finale contro Federico Coria. Lo lascia orgoglioso per il primato, meno per l'andamento del match.

"Ero stato due volte avanti di un break nel secondo set, perciò avrei anche potuto chiudere la partita prima - ha detto -, ma complimenti al mio avversario che ha lottato e ha espresso un tennis molto coraggioso".

Ha fatto valere le sue armi migliori, il tedesco, servizio e diritto. Le ha ereditate dal padre Heiner e dallo zio Peter, ex tennisti che hanno a lungo disputato la Bundesliga, il campionato tedesco a squadre, e gestiscono un'accademia a Mühlheim an der Ruhr. Alto quasi due metri, mancino, ha fatto il massimo giocando molto più libero in effetti nel secondo set.

Ma dopo un'ora e 40 minuti, Djokovic ha festeggiato la vittoria numero 951 in carriera. Ha raggiunto così Vilas al quinto posto per numero di successi nell'era Open nel circuito ATP. Gli stanno davanti Jimmy Connors (1274), Roger Federer (1243), Ivan Lendl (1068) e Rafa Nadal (1022).

"Sono entrato in un altro libro dei record di questo sport" ha detto Djokovic, "sono felice di essere nello stesso elenco di Vilas e di altre grandi leggende del tennis". Il suo obiettivo rimane, per questa settimana, vincere per la terza volta in carriera un torneo in casa. Ha già avuto una chance quest'anno, nel primo dei due tornei che ha ospitato a Belgrado. Ma ha perso in uno dei match dell'anno, nonché il secondo più lungo che abbia giocato al meglio dei tre set, in semifinale contro Aslan Karatsev. Il russo avrebbe poi ceduto in finale a Matteo Berrettini.

Tutti i segreti della racchetta di Djokovic

Il torneo di casa, ha spiegato alla vigilia, serve a completare la preparazione. Un warm-up per affinare gli ultimi dettagli e raggiungere il picco di forma al Roland Garros. Questione di dettagli, ha spiegato il numero 1 che ha da poco festeggiato i 34 anni, di esercizi finalizati ad attivare certi muscoli, di movimenti da eseguire per l'elasticità o la dinamicità. Niente più lunghe sessioni con i pesi, ha sottolineato. Per battere il meglio della Next Gen e restare davanti a un'agguerrita concorrenza, ogni dettaglio può fare la differenza.

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