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Murray, thriller senza lieto fine: "Ho perso rispetto per Tsitsipas"

Lo scozzese gioca la quinta partita più lunga in carriera. Perde al quinto set dopo quasi cinque ore. Protesta per la lunghissima pausa del greco che va in bagno alla fine del quarto set. Gelida la stretta di mano, pesante il giudizio dopo il match

di | 31 agosto 2021

Andy Murray ha giocato la quinta partita più lunga della sua carriera a 34 anni, con un'anca di metallo e contro il numero 3 del mondo. Basterebbe questo a rendere il primo turno dello US Open 2021 contro Stefanos Tsitsipas una partita sublime, da intendere nella sua definizione da vocabolario: "Manifestazione della bellezza e della grandezza nel loro grado più alto".

Il greco chiude 2-6 7-6(7) 3-6 6-3 6-4 in 4 ore e 49 minuti. Ma lo scozzese può dire di aver finalmente completato il percorso di "Resurfacing", per citare il titolo dello splendido documentario che ricostruisce il suo rientro nel circuito dopo l'operazione di ricostruzione dell'anca. Murray, che non aveva mai perso prima di quest'anno al primo turno allo US Open, è tornato in superficie, è tornato per stupire. Per dimostrare a se stesso prima di tutto di essere ancora un giocatore. Dopo la partita, il suo giudizio verso Tsitsipas, che è uscito per andare in bagno alla fine del quarto set e si è preso una delle sue lunghissime pause, è lapidario: "Non ha più il mio rispetto".

In quattro ore e 59 minuti, si è visto tutto. Murray ha messo in campo il carisma della storia, il blasone del suo passato, il desiderio di far durare ogni attimo di questa resurrezione sportiva un po' di più. Ha sentito tutta l'emozione, tutta la tensione. Ma per la prima volta dopo anni, nessun dolore. Se non quelli normali per un 34enne che per quattro ore e 59 minuti si illude di essere ancora nel mezzo del cammin della carriera.

Tsitsipas, che continua a far di tutto per rendersi antipatico, non si aspetta di dover giocare un match stravolto rispetto alla logica. E riesce a squadernare il meglio del suo tennis solo quando si sente tranquillo della superiorità atletica. Dalla serenità germogliano solo pensieri leggeri, quelli utili a viaggiare verso la vittoria.

Nelle ultime settimane, Murray si sentiva frustrato. Non capiva perché, pur non sentendo dolore, riuscisse a giocare al massimo da numero 50 o 60 del mondo. La risposta l'ha data il campo. Per almeno tre set, ha giocato da Top 10. Il suo carisma, l'intelligenza tattica, la comprensione delle sottigliezze del gioco, hanno fatto deragliare subito il piano di Tsitsipas.

Fulminante in risposta come nei giorni in cui a Flushing Meadows si giocava il titolo, Murray ha iniziato lo scambio sistematicamente verso il rovescio di Tsitsipas che, aggredito, ha perso campo. Soprattutto, ha avuto bisogno di un tempo molto lungo per abbandonare lo schematismo diventato prevedibile e cercare di affondare nell'ignoto per invertire la rotta.

Murray, pensatore più fine in campo, l'ha portato a sbagliare con più frequenza alternando accelerazioni verso il rovescio a colpi centrali, con palle senza peso. Tsitsipas, prigioniero di quella complessità di pensiero che molti e molte sue fan trovano affascinante, ha rischiato di perdersi. Lo scozzese è arrivato così a un solo set dalla sua prima vittoria contro un Top 5 in uno Slam dal Roland Garros del 2016.

Da quel torneo, cominciò la sua rimonta in classifica, che si concluse con il sorpasso in volata a Novak Djokovic, battuto nella finale delle Nitto ATP Finals che ha determinato anche il numero 1 del mondo a fine stagione. Murray per un giorno ha ricreato quella stessa magia, cancellato cinque anni di dubbi e dolori sotto lo sguardo incredulo dell'amico coach Jamie Delgado che ha seguito tutte le discese ardite le risalite di questa storia da romanzo.

Tsitsipas ha un jolly, però. E aspetta di giocarlo quando le condizioni gli sono più favorevoli. E' il tempo, che gioca dalla sua, perché al tempo si sfugge ma prima o poi ci riprende. Ecco che dal quarto set la maggiore sicurezza gli fa guadagnare campo, gli permette di mascherare meglio le debolezze che ancora palesa quando deve cambiare ritmo con i tagli in back per passare poi al contrattacco.

Il greco guadagna metri e scioltezza, si concede esecuzioni di volo, aperture di campo che diventano tagli di luce, passaggi di tempo. Ne fa passare poi tanto, di tempo, alla fine del quarto set. La sosta per andare in bagno e cambiarsi, abitudine che gli avversari faticano a mandar giù, manda Murray su tutte le furie. Il warning che l'arbitro assegna al greco non gli basta. Lo scozzese mette infatti una rabbia particolare nel giocare il primo punto del quinto set. Lo vince e urla in faccia all'avversario. Gli spettatori preparano metaforicamente i popcorn.

Ma non ci sono altri colpi di scena in vista. Murray subisce il break alla fine di quel primo game. Ha il merito di non mollare, di non concedere una facile passerella all'avversario, che la vittoria deve sudarsela fino all'ultimo. Centimetro dopo centimetro.

"Non è stato facile, ho dovuto fare molti sacrifici in campo per rientare in partita" ha detto Tsitsipas nell'intervista a caldo. "L'atmosfera è stata splendida, è stato un giorno perfetto per godersi un gran tennis. Spero di poter mantenere il mio tennis allo stesso livello mostrato oggi". Ogni appassionato di questo sport non può che sperare lo stesso anche per Murray. E confidare che, dopo questa partita, possa credere che valga la pena continuare a lottare. Per vivere ancora giornate così.

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