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21, Rafa sbanca Melbourne: è leggenda. L'omaggio di Federer e Djokovic

Rafa Nadal conquista il 21mo Slam della sua carriera in singolare. E' il più titolato di sempre nei major, staccati Federer e Djokovic. In una finale intensissima durata più di cinque ore, ha rimontato due set di svantaggio a Daniil Medvedev

di | 30 gennaio 2022

Cinque ore e 24 minuti per una leggenda. Rafa Nadal batte Daniil Medvedev 2-6 6-7(5) 6-4 6-4 7-5. Dopo la prima, Nadal ha trionfato anche nella seconda finale Slam più lunga di sempre. Senza Novak Djokovic, Rafa arriva prima del serbo ai 21 Slam in carriera.

21 sono i grammi con cui si tentò di misurare il peso dell'anima, al centro di un commovente film con Sean Penn. Ventuno è il numero con cui si sbanca il tavolo a blackjack. Ventuno, intesi come Slam, è il numero che vale la storia. Nadal stacca Federer e Djokovic, raggiunge l'obiettivo che proprio Medvedev aveva sottratto a Nole insieme al sogno del Grande Slam nell'ultima finale dello US Open. E' un momento storico che perfino Rod Laver, l'unico ad aver completato due volte il Grande Slam, immortala come un fan, scattando una foto con il cellulare.

Rafa risale dopo aver perso i primi due set, come in un major non gli capitava dal 2007. E respinge il più concreto tentativo del migliore della prossima generazione, l'attuale numero 2 del mondo Daniil Medvedev, di iniziare a spingere i Fab 3 verso il passato del gioco.

Rafa è ancora qua, dopo gli infortuni, i dubbi, le risalite. E' qui con meno capelli e più rughe, senza lo smanicato lasciato come scelta stilistica a quel Carlos Alcaraz impropriamente definito in Spagna il suo erede. Ma con tutti i segni del guerriero, del reduce che espone le ferite e contempla con fierezza il suo essere tornato vincitore, ancora una volta.

Nadal tiene due turni di battuta soltanto nel primo set: in uno cancella due palle break, nell'altro si salva ai vantaggi. Medvedev firma due break consecutivi a zero, misura di un divario più evidente del previsto. Il russo, grazie alla maggiore efficienza al servizio domina gli scambi brevi. Nel parziale, infatti, ha vinto 16 dei 22 punti conclusi sotto i quattro colpi.

Come aveva evidenziato il coach e match analyst Craig O'Shannessy, nelle sei partite giocate prima della finale, Medvedev ha giocato più punti così brevi di Nadal e con una percentuale di successo più elevata. Il maiorchino, invece, ha reso molto di più nel torneo quando ha potuto tessere la sua trama attraverso un numero maggiore di colpi.

Nadal si trascina un'apparente stanchezza che lo condiziona al servizio. Solo nel primo game del secondo set, infatti, riesce a tenere la battuta per la prima volta senza andare ai vantaggi. Il russo apre uno spiraglio in un quarto game in cui commette tre errori. Il gioiello per il break del 3-1, però, lo mette Nadal che inventa un back di rovescio corto, strettissimo, affilatissimo, in diagonale tirato con le spalle alla rete dopo uno scambio da 40 colpi.

Dall'1-4, Medvedev infila un parziale di 8 punti a 1 e di nuovo cambia scena. Insiste con traiettorie più alte sul rovescio del maiorchino, poi alla prima occasione cambia deciso con il suo, di rovescio, con cui esplora ogni angolo del campo. Sulla tattica, però, Nadal resta maestro con pochi veri epigoni: il nuovo break del 5-3 contiene ogni possibile variazione sul tema. Il pubblico si scalda, l'arena si colora di bandiere, si arricchisce di cori, esultanze, brusii d'attesa. 

Si arricchisce anche di un fuori programma, un'isolata invasione di campo che renderà ancora più complesso il post-Australian Open per Craig Tiley, CEO di Tennis Australia già sotto accusa per la gestione della vicenda Djokovic.

Il tifoso, saltato in campo dal lato di campo dove Medvedev si apprestava a rispondere su una palla break in suo favore, crea un diversivo nel game più teso del set e forse decisivo del match. Voleva manifestare il suo dissenso per il trattamento dei rifigiati, rinchiusi anche per anni in strutture come il Park Hotel dove è stato portato Djokovic dopo la revoca del visto.

Nadal non sfrutta l'occasione di servire per il set, come non sfrutterà il 2-0 all'inizio del tiebreak che lo conclude. Nonostante un parziale esemplare per forza mentale e completezza tecnica, in cui ha squadernato un capolavoro di pensiero tennistico, Nadal si ritrova sotto di due set. Gli è mancata un po' di incisività con il servizio e nel momento di chiudere le volée sui punti importanti, visto che Medvedev si muove benissimo. 

Così il russo alla fine riesce a vincere un parziale in cui ha salvato un set point con un passante vincente di rovescio a Nadal. Uno scacco matto in anticipo sulla stretta di mano.

Nei primi due set, Medvedev in risposta è una roccia. Ne mette in campo più del 90% da destra e di rovescio da sinistra, e da ovunque ha una resa altissima. Il risultato palese: in media, nei sei match prima della finale, gli scambi nelle partite di Nadal sono durati 3-4 colpi. Nei primi due set della finale, invece, 7.

L'ipotesi di completare la quarta rimonta in carriera da sotto di due set prende via via corpo. Medvedev gli dà un'insospettabile mano perché, oltre al servizio, smette quasi di spingere anche di diritto accontentandosi di palleggiare in top-spin. Di fatto, gioca alle condizioni di Nadal che, sentitamente, ringrazie insieme ai tifosi sulla Rod Laver.

Il boato per la partita che si allunga e il visibile aumento di bandiere spagnole sulle tribune raccontano quanto il magnetismo di un campioe-totem sia ancora in grado di condizionare l'andamento di una grande finale. Anche se il campion-totem, di suo, fa poco di più che rimanere in partita e provare a sbagliare il meno possibile.

Il russo si ingarbuglia in una partita della quale non ha più il controllo. Tira più corto, accorcia gli scambi azzardando palle corte con scarsi risultati, forza e sbaglia. Bolle di rabbia e frustrazione ma non riesce a esplodere. Cerca un obiettivo, e quello più facile sono i tifosi che urlano e disturbano tra la prima e la seconda di servizio. Allora, come nel finale di secondo set contro Tsitsipas, se la prende con l'arbitro a cui riserva una comunque acuta lezione di sociologia. "Con gli idioti - dice - i 'per favore' non bastano".

Ma dall'altra parte c'è un bandolero che per quanto stanco si piega ma non si spezza. Anzi, mantiene dritta la barra della lucidità e della gestione del tempo, dello spazio, delle risorse. Una macchina da tennis che ha toccato la mente di Medvedev e l'ha mandata in tilt.

Si va al quinto, per la 37ma volta nella carriera di Nadal, l'undicesima per Medvedev che di vittorie in questi match ne ha ottenute tre. E come in un romanzo, ad ogni filo afferrato corrisponde l'inizio di una nuova trama.  

Il quinto si decide tutto nel lunghissimo sesto game. La Rod Laver Arena è una Plaza de Toros, Medvedev però è nella parte che meno piace, quella del toro. Nadal cancella tre chances di controbreak con tre prime esterne, il russo sbaglia sempre la risposta, scivola sotto 4-2, spreca con due scelte discutibili l'ultima chance di risalire dentro una finale piena d'orgoglio e di rimpianti. Medvedev prova e prova di più, fallisce e fallisce meglio. E' il primo a perdere una finale Slam da due set sopra dopo un altro Medvedev, Andrei, sconfitto al Roland Garros 1999 da Andre Agassi che completava il Career Grand Slam.

A 35 anni il più duro dei duri è ancora Rafa Nadal.

Gli omaggi di Federer e Djokovic

"Al mio amico e grande rivale Rafa Nadal, congratulazioni di cuore per essere diventato il primo uomo a vincere 21 titoli del Grande Slam in singolare". Cossì Roger Federer si congratula sui social con Rafa Nadal dopo la vittoria dello spagnolo agli Australan Open, 21esimo titolo del Grande Slam in carriera. "Mai sottovalutare un grande campione, la tua incredibile etica del lavoro. Il tuo spirito combattivo sono stati una ispirazione per me e per tanti in tutto il mondo", ha aggiunto il campione svizzero grande amico di Nadal. "Sono orgoglioso di aver condiviso con te questa era e sono onorato di aver giocato un ruolo nello spingerti a dare sempre il massimo. Come tu hai fatto con me negli ultimi 18 anni. Sono sicuro che avrai ancora dei risultati da raggiungere, ma per ora goditi questo qui", ha concluso Federer.

Più freddo, invece, Novak Djokovic. "Abbiamo visto un tennis eccezionale giocato agli Australian Open - il messaggio del numero 1 del mondo -. Congratulazioni a Barty, complimenti a Nadal per il suo 21° Slam, un risultato straordinario: ha prevalso uno spirito combattivo impressionante". 

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