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Riviviamo l'impresa del romano, primo italiano in finale ai Championships. Nel suo urlo dopo la semifinale contro Hurkacz c'è tutto l'orgoglio per un traguardo da leggenda raggiunto davanti allo staff e alla famiglia.
di Alessandro Mastroluca | 16 dicembre 2021
Matteo Berrettini si volta verso la tribuna e urla “Iooo!” con il pugno sul cuore. Ha appena cambiato la sua storia e quella di tutto il tennis italiano. È metà pomeriggio del 9 luglio 2021, il romano ha appena battuto Hubert Hurkacz nella sua prima partita stagionale sul Centrale di Wimbledon. È appena diventato il primo italiano di sempre in finale ai Championships.
E' il terzo azzurro a centrare una finale Slam in singolare maschile, il primo a riuscirci in un torneo diverso dal Roland Garros dopo il precursore Giorgio De Stefani, Nicola Pietrangeli, il primo campione Slam che ha trionfato nel 1959 e nel 1960 e ha perso altre due finali, e Adriano Panatta, l'unico campione Slam italiano nell'era Open.
Berrettini è diverso, la sua casa è l'erba. Aveva già giocato una semifinale Slam allo US Open nel 2019, il primo dei tre anni consecutivi in cui ha chiuso la stagione in Top 10, traguardo senza precedenti per il tennis maschile italiano da quando esiste il ranking computerizzato. Ma vive la grande svolta a Wimbledon, il suo Slam migliore.
“E' un’emozione fantastica, sarebbe stata fantastica anche se non fossi stato il primo italiano, per carità, ma così… - ha detto -. La mia stagione era partita già benissimo con la finale in ATP Cup, poi mi sono fatto male e ho rivisto qualche fantasma del passato. Però sono tornato più forte, penso di meritarmi di essere qui”.
L'impresa di Matteo in 10 scatti
La sua stagione sull'erba è iniziata al meglio. Ha vinto al primo tentativo un torneo di lunga e prestigiosa tradizione, l'ATP 500 del Queen's. Nessuno ci era più riuscito alla prima partecipazione dal 1985. Allora vinse Boris Becker, a cui Matteo verrà paragonato e non solo per curiosità statistica. Quell'anno il tedesco avrebbe cambiato la sua carriera e la storia del gioco conquistando anche il titolo a Wimbledon a diciassette anni.
Dopo il Queen's, Berrettini ha anche incontrato Becker. “Mi ha detto un po’ di cose, su come fare ad arrivare in fondo. Ho pensato, beh, si vede che lui quando è arrivato qui avrà subito pensato a come raggiungere la finale, io non sono fatto così, non è la mia personalità. Ho semplicemente fatto un passo alla volta, con attenzione e prudenza. Mi sembrava il modo più giusto”.
Guido Pella, numero 59 del mondo; Botic van de Zandschulp, n.139 che avrebbe stupito tutti allo US Open; Aljaz Bedene, n.64; Ilya Ivashka, n.79; l'amico Felix Auger-Aliassime, n.19; Hubert Hurkacz, n.18. Eccoli i sei passi, i sei ostacoli che ha superato per arrivare dove non avrebbe osato nemmeno immaginare. “Penso di aver gestito bene una situazione che sembrava più grande di me, almeno fin qui. Nemmeno nei sogni avrei pensato di arrivare in finale a Wimbledon, sarebbe stato troppo anche da sognare” ha detto dopo la semifinale.
La sua è una vittoria del cuore, da condividere con la famiglia e lo staff, presenti al gran completo. L'urlo dopo il match point contro Hurkacz è per loro. “Averli accanto è tutto. Non solo i miei genitori, ma anche mio fratello Jacopo, che è anche uno dei miei migliori amici - ha spiegato dopo la semifinale -. Ricordo quando da piccoli andavamo in vacanza e ci portavamo le racchette, giocavamo sempre. Anche senza palla, ci bastava fare i gesti e fare finta. Pure in salotto, dove ci giocavamo delle ‘grandi finali’. Facevamo finta di essere i giocatori contro i quali adesso scendo in campo per davvero. Sfortunatamente non ho potuto vederli di persona, per via della bolla. Ma li ho visti da lontano, non ho mai visto mio fratello così. Non ci poteva credere”.
Jacopo ha iniziato a giocare a tennis prima di Matteo, è a lui che si deve l'inizio della carriera dell'attuale numero 1 d'Italia. L'inizio di una storia che dimostra la forza della normalità, il potere dell'unità nella molteplicità.
Matteo "è come un puzzle da mille pezzi completo" ha detto il coach Vincenzo Santopadre a SuperTennis. "Una delle sue più grandi qualità è uscire bene dalle difficoltà. Con lui dalle difficoltà nascono nuove strade, nuove opportunità e nuovi stimoli per superarsi".
Berrettini, che a scuola amava particolarmente la storia, da grande ha scoperto Hemingway. L'amico e mental coach Stefano Massari ha contribuito ad aprire gli orizzonti attraverso i grandi del cinema: Tarantino, Kubrick e Sergio Leone, Moretti e Sorrentino.
È il volto bello dell'Italia più moderna, che vince andando all'attacco e sfidando gli stereotipi, l'Italia che si esalta insieme alla nazionale di Roberto Mancini nella domenica più azzurra nella non più perfida Albione. L'11 luglio 2021 a Wimbledon Matteo attraversa la porta del Centrale con i versi di Kipling e dimostra di saper trattare vittoria e sconfitta nello stesso modo, con lo spessore della leggerezza. Qualche ora dopo a Wembley l'Italia batterà l'Inghilterra nella finale del primo e forse unico Europeo itinerante nella storia del calcio.
Berrettini, nel suo modo sicuro di stare in campo e nella multiforme varietà del suo tennis, sfugge ai paragoni con i grandi del tennis italiano del passato. Il suo risultato, anche dopo la sconfitta contro Novak Djokovic lanciato verso il sogno del Grande Slam, ha creato un'aspettativa diversa anche rispetto alla storica finale tutta italiana tra Flavia Pennetta e Roberta Vinci allo US Open del 2015.
Quello era infatti il culmine di una grande storia, in grado di ispirare lo stesso Berrettini. La finale del romano è la pietra miliare di un percorso che l'ha portato a giocare per la seconda volta le Nitto ATP Finals. Un altro traguardo senza precedenti per il tennis italiano, ma le lacrime per l'infortunio all'esordio contro Zverev hanno lavato via l'orgoglio e la gioia. Non la passione, né la motivazione.
Il suo tennis ricomincerà a fluire nel 2022, verso obiettivi ogni volta più grandi.
Il tennis al Quirinale e Palazzo Chigi: Binaghi , Berrettini e Santopadre da Mattarella e Draghi
Wimbledon 2021 sarà il tema al centro della puntata odierna di "Reloaded", il programma di SuperTennis che fino al 31 dicembre vi terrà compagnia ogni giorno alle 21.00 per rivivere i grandi temi e i principali protagonisti della stagione appena conclusa.
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