Dopo 14 anni la Germania torna in semifinale di Coppa Davis, ribaltando la sfida con la Gran Bretagna. Protagonisti Struff e soprattutto il doppio Krawietz/Puetz, decisivi in tre sfide su tre. “Non giochiamo quasi mai insieme – dicono –, ma siamo buoni amici. La chimica fra di noi ha fatto la differenza”. Hanno battuto anche Novak Djokovic
30 novembre 2021
Un buon doppio può essere determinante. È da sempre una delle leggi non scritte della Coppa Davis, ed è diventata ancora più importante da quando la riforma ha tagliato due dei precedenti quattro singolari. L’Italia l’ha imparato a proprie spese nella sfida contro la Croazia, mentre la Germania la sta trasformando nella regola numero uno di una cavalcata impensabile, che ha come principali protagonisti Kevin Krawietz e Tim Puetz, professione doppisti. Sulla carta i tedeschi non dovevano passare il girone, perché con loro c’era la Serbia del numero uno del mondo Novak Djokovic, e poi nemmeno battere la Gran Bretagna ai quarti, più attrezzata. Invece hanno superato entrambi gli ostacoli e il biglietto per la Final Four della Madrid Arena se lo sono guadagnati loro, ritrovando una semifinale che mancava addirittura dal 2007.
La ricetta? 1-1 dopo i singolari e spazio agli insospettabili Krawietz/Puetz, che si sono travestiti da eroi nazionali per tre volte in altrettante sfide. Prima battendo anche Djokovic, poi superando gli austriaci Marach/Oswald e quindi vincendo un match incredibilmente intenso contro la Gran Bretagna, dopo che Jan-Lennard Struff aveva tenuto la sfida in equilibrio sorprendendo Cameron Norrie sullo 0-1. Una piccola impresa che sarebbe rimasta vana senza il loro successo, arrivato invece a completare la rimonta in maniera incredibile, con due set-point annullati nel tie-break del primo set (chiuso 12-10) e il secondo vinto con sette punti di fila dall’iniziale 0-5. “Come abbiamo fatto? Ci abbiamo creduto – ha detto Krawietz –, punto dopo punto. Siamo andati a servire provando a vincere due punti, poi in risposta ci siamo detti di vincerne almeno uno, e ne abbiamo vinti altri due, e in un attimo la partita è girata. Questo sport a volte sa essere folle”.
Pur essendo entrambi specialisti e nei primi 20 del ranking di doppio, Krawietz e Puetz non giocano in coppia a tempo pieno. Anzi, prima di queste Davis Cup Finals l’avevano fatto solamente altre due volte, vincendo il titolo ad Amburgo e uscendo presto alle Olimpiadi, curiosamente contro la Gran Bretagna (ma con Salisbury c’era Andy Murray). “È vero, non abbiamo quasi mai giocato in coppia – ha aggiunto Krawietz –, ma ci conosciamo da tantissimi anni e siamo buoni amici. Questo ci ha aiutato nei momenti delicati. Nelle difficoltà siamo rimasti uniti, come una grande coppia. La chimica fra di noi ha funzionato a dovere”.
Come accennato, nel corso del girone la coppia tedesca si è presa anche lo sfizio di battere Novak Djokovic, numero uno del mondo, che giocava con connazionale Cacic e si è arreso al tie-break del terzo. “La Coppa Davis – ha detto Puetz – è sempre speciale, perché possono capitare risultati come quello. Aver affrontato e battuto uno dei più forti giocatori di tutti i tempi vale tantissimo, perché sfidare uno come lui era complicato già solo dal punto di vista mentale. Ma abbiamo saputo gestire l’impegno nel modo giusto, e siamo felici di come è andata sino a qui. Abbiamo fatto davvero un ottimo lavoro”.
Se la copertina è (di nuovo) dei due doppisti, stavolta vanno dati tanti meriti anche a Jan-Lennard Struff, sceso in campo sullo 0-1 dopo la sconfitta di Gojowczyk contro Evans. Affrontava Cameron Norrie da sfavorito, con l’obbligo di vincere, e ha disputato un gran match. “Ho iniziato molto bene – ha detto il numero 51 del mondo –, poi il mio avversario mi ha ripreso ma sono stato bravo a rimanergli attaccato, vincendo il primo set al tie-break da 6-4 sotto. È stata una delle chiavi del successo. Nel secondo non ho giocato così bene e Norrie è stato migliore di me, ma nel terzo sono riuscito ad alzare di nuovo il livello, e giocare un tennis molto aggressivo. È stato importantissimo per vincere la partita”.
“Ora – ha aggiunto il numero uno dei tedeschi orfani di Zverev – andiamo a Madrid, dove le condizioni saranno un tantino diverse per via dell’altitudine, che farà viaggiare di più la palla. Ma abbiamo tre giorni di tempo per adattarci (giocheranno sabato contro una fra Svezia e Russia, ndr). Volevamo raggiungere l’obiettivo di arrivare in semifinale, ce l’abbiamo fatta e siamo molto felici. Ma ora puntiamo a fare altra strada”.
Molto soddisfatto anche capitan Michael Kohlmann, che in occasione dell’ultima semifinale della Germania, quattordici anni fa, era fra i giocatori. “Questo team – ha detto – è molto migliore rispetto a quello di allora, e per questo credo si meritino a pieno il risultato. Sono davvero orgoglioso di quanto hanno saputo fare fino a qui. Due anni fa avevamo perso ai quarti contro la Gran Bretagna, mentre stavolta abbiamo vinto noi. Sapevamo di avere una chance di arrivare in semifinale, ed eccoci qua. La festa dopo il match-point la dice lunga su quanto questo risultato significhi per tutti noi”.