

Kyle Edmund ha ottenuto la prima vittoria ATP dallo US Open del 2020. Dopo tre operazioni al ginocchio sinistro, l'ex numero 14 del mondo sta tentando di rientrare nel circuito. Prima della partita aveva spiegato quanto sia stato importante per lui l'esempio di Andy Murray
di Alessandro Mastroluca | 01 agosto 2022
Tre operazioni e ventuno mesi dopo l'ultima volta, Kyle Edmund è tornato a giocare un match di singolare nel circuito ATP. A Washington, D.C., ha sconfitto 64 76(8) all'esordio il giapponese Yosuke Watanuki, rimontando da sotto 2-5 nel tiebreak del secondo set. Il britannico ha così festeggiato la sua prima vittoria nel circuito maggiore dal primo turno dello US Open 2020, che lo proietta al secondo turno verso il derby con Dan Evans.
L'ex numero 14 del mondo sta tentando di rientrare in quello che era il suo mondo fino a un paio di anni fa con un percorso graduale, morbido, iniziato con il torneo di doppio misto a Wimbledon. "Mi serviva tornare a sentire le emozioni prima della partita, prepararmi, giocare" ha detto. Poi la scorsa settimana si è iscrutto al Challenger di Winnipeg, in Canada.
"Volevo tornare a giocare in singolare, non contava dove. Non contava nemmeno il risultato. Contava solo andare in campo, capire a che punto fossi. Ho giocato tre partite in una settimana, ho ottenuto anche qualche vittoria. Davvero tante cose positive" ha detto Edmund che ha ammesso di aver pensato in diversi periodi di non poter più tornare a giocare. Ma prima di arrendersi si era ripromesso di tentare ogni strada possibile.
I suoi problemi al ginocchio sinistro, che gli hanno impedito di disputare un match ATP dal torneo di Vienna del 2020 fino a questa settimana, erano già iniziati nel 2018. Solo che a lungo Edmund ha gioxato sul dolore, fino a convincersi dell'opportunità di sottoporsi a quella che si sarebbe rivelata la prima di tre operazioni chirurgiche (novembre 2020, marzo 2021, maggio 2022).
Nel lungo periodo trascorso lontano dai campi, si è appassionato di fotografia, e questo gli ha consentito di sopportare meglio un duro regime di riabilitazione. Ora che è tornato, ha in programma di continuare a seguire una strada graduale. Per questo non giocherà le qualificazioni di Montreal e Cincinnati, ma un altro Challenger e l'ATP 250 di Winston-Salem prima dello US Open. Con l'obiettivo soprattutto di affrontare più settimane consecutive di attività senza sentire dolore.
Vincitore di 117 partite nel circuito maggiore e di due titoli ATP, ad Anversa nel 2018 e New York nel 2020, Edmund ha raccontato di aver trovato in Andy Murray, anche lui protagonista a Washington, una grande fonte di ispirazione.
"Quando vedi tutto quello che ha dovuto passare per le sue operazioni all'anca e tutto il tempo che ha dovuto restare fuori dal circuito, capisci quanto duro abbia dovuto lavorare per rientrare - ha detto -. Per superare infortuni ti serve un'incredibile motivazione perché dopo venti mesi fuori e tre operazioni puoi anche mollare tutto. Se non vuoi farlo, allora il lavoro duro non ti deve spaventare. Vedere Andy mi ha fatto capire quanto ancora ami questo sport. Perché altrimenti avrei avuto tante occasioni per abbandonarlo".
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