Proprio nella settimana della sfida in contro la nostra nazionale in BJK Cup ad Alghero, il tennis maschile transalpino ha vissuto uno storico tracollo a Monte-Carlo. Il rilancio del nostro movimento è partito guardando al “modello francese”. Oggi i 'cugini' ci guardano con un pizzico di invidia
di Enzo Anderloni | 14 aprile 2022
Italia - Francia è una classica: una rivalità tra cugini d’oltralpe (loro lo sono per noi, noi per loro) che a livello sportivo è stata addirittura immortalata musicalmente da quel 'Bartali' al Tour del France, cantato da Paolo Conte, che farà per sempre incazzare i “cugini” (che le balle ancor gli girano…).
Il caso vuole che l’incrocio di Billie Jean King Cup, in programma il 14 e 15 aprile ad Alghero, capiti proprio in concomitanza con una circostanza tennistica che di sicuro non fa piacere Oltralpe: per la prima volta dal 1977 nessun giocatore francese ha superato il primo turno al torneo di Monte-Carlo.
Certo, il Principato non è Francia, però le balle sicuramente girano a Parigi per questa storica 'defaillance' che ha visto protagonisti Jo Wilfried Tsonga, Benoit Paire, Benjamin Bonzi, Arthur Rinderknech e Ugo Humbert, i cinque ‘bleues’ presenti in tabellone.
La singolare coincidenza stimola un confronto, non tanto per infierire su quello che è un ‘passaggio a vuoto’ che può capitare e non inficia la bontà del lavoro e della tradizione dei ‘cugini’, quanto per fermarsi a riflettere sull’evoluzione del nostro tennis nell’ultimo ventennio, uno dei fenomeni sportivi di maggiore successo a livello internazionale.
Facendo infatti 20 passi indietro e soffermandoci alle classifiche ATP e WTA del gennaio 2002 viene naturale ricordare il momento. La Federazione Italiana Tennis aveva da poco voltato pagina: il 18 dicembre del 2000 era stato infatti eletto un nuovo presidente, Angelo Binaghi, che aveva avviato un’opera di ricostruzione di un movimento impoverito, sia sul piano qualitativo che su quello quantitativo.
Ricordare quel periodo è significativo perché proprio in quella fase era il “modello francese” quello cui Binaghi e il Consiglio federale decisero di ispirarsi. E la rivoluzione delle Classifiche nazionali, computerizzate e rinnovate nel metodo di calcolo proprio da quel modello partivano.
In quel momento tra Francia e Italia non c’era partita, in termini di qualità dei giocatori di vertice e quantità di praticanti di base.
Basta confrontare i ranking professionistici per farsi un’idea precisa: in avvio di 2002 gli azzurri nei primi 100 erano solo 3 e il primo, Andrea Gaudenzi, era piazzato al n. 52. Precedeva Davide Sanguinetti n.92 e Federico Luzzi, n. 96.
E alle loro spalle la situazione era sconfortante: tra il n.100 e il n.200 solo altri 4 nomi, tra cui Gianluca Pozzi, n.164 a 37 anni ,e Renzo Furlan, n.191 a 31 anni.
I francesi? Nove tra i Top 100, con Sebastien Grosjean, n.6, a guidare il gruppo davanti ad Arnaud Clement, n.17, e Fabrice Santoro, n.22. Altri sei giocatori tra il 100 e il 200: il più anziano, Cyril Saulnier, 26enne.
E in campo femminile? Una situazione analoga anche se meno negativa per noi: sette francesi Top 100 contro cinque italiane. Però al tempo l’Italia non aveva mai piazzato una giocatrice tra le prime dieci mentre le ‘cugine’ avevano Amelie Mauresmo al n.9, Sandrine Testud n.11 e Nathalie Tauziat n.12. Noi potevamo rispondere con Silvia Farina Elia n.14, Rita Grande n.24 e Francesca Schiavone n. 36.
Chiaro comunque, guardando questi numeri, il motivo per cui il modello francese potesse essere d’ispirazione, oltre che per l’affinità culturale con i ‘cugini’, rivali sempre ma altrettanto sempre vicini di casa.
L’idea di 'provare a prenderli' è stata portata avanti con determinazione, all’insegna del non mollare mai. Quel fuoco agonistico che nel 2010 ha portato Francesca Schiavone a espugnare il Roland Garros, impresa che simbolicamente ha completato i trionfi in Fed Cup (oggi Billie Jean King Cup), avviati nel 2006 contro il Belgio a Charleroi.
Non è un caso che un nuovo confronto Italia-Francia, attualizzato a 10 anni fa, con i ranking del gennaio 2012, mostri una prima inversione di tendenza.
I ‘cugini’ ancora dominano e splendono sul versante maschile con 10 giocatori tra i Top 100, guidati dai nuovi moschettieri: Jo-Wilfried Tsonga n.6, Gilles Simon n.12, Gael Monfils n.16 e Richard Gasquet n.19. L’Italia è ancora distante ma è cresciuta: ha cinque tennisti tra i primi 100, con Andreas Seppi n.38 e Fabio Fognini n.48. Insieme a Potito Starace e Filippo Volandri formano una squadra capace di ritornare nella Serie A di Coppa Davis.
Totalmente cambiato è invece il rapporto di forza in campo femminile: le francesi hanno sì sette Top 100, e Marion Bartoli al n.9, ma, a parte lei, sono poco competitive. La n.2 del team è Pauline Parmentier, n.73.
L’Italia ‘rosa’ risponde con Francesca Schiavone n. 11 (ma nel 2011 n.4), Flavia Pennetta n.20, Roberta Vinci n.23 e Sara Errani n.49. Un poker strepitoso di campionesse, tutte capaci di vincere in quegli anni titoli dello Slam, in singolare o in doppio.
Se dieci anni fa eravamo quindi a metà dell’opera, oggi Italia-Francia è un confronto più che aperto. Anzi, complessivamente ci vede favoriti.
Al femminile c’è un certo equilibrio (e ciò rende molto intrigante la sfida di Alghero): sei francesi tra le Top 100 contro quattro azzurre ma con una media ranking a nostro favore, anche solo considerando che Giorgi e Paolini sono Top 50 (n.30 Camila, n.49 Jasmine) mentre le cugine a quel livello posso presentare solo Alize Cornet, n.34.
In campo maschile è la Francia ora a guardare al modello italiano. E’ vero che in questo preciso momento i bleues sono otto tra i Top 100 contro sei italiani, ma a un poker come quello formato da Matteo Berrettini n.6, Jannik Sinner n.12, Lorenzo Sonego n.26 e Fabio Fognini n.32 possono rispondere solo con Gael Monfils n.16 e Arthur Rinderknech n.48. Due soli top 50.
E tra il n.100 e il n.200 oggi troviamo 10 italiani contro 9 transalpini: li abbiamo superati anche in termini di… ricambi.
Italia-Francia è sempre una bella sfida. Specie ora che la giochiamo ad armi pari. Loro, i ‘cugini’ potevano da sempre contare sul grande polmone economico dello Slam parigino. Un asset che solo 4 Paesi al mondo possono vantare.
Ora l’Italia può rispondere con quattro asset di peso: oltre agli Internazionali BNL d’Italia (loro hanno il Masters 1000 di Parigi/Bercy), le Davis Cup Finals di Bologna, le Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals di Milano e le Nitto ATP Finals di Torino. Ce la giochiamo. E giochiamo per vincere.
Gennaio 2002
Francia WTA – Top 100
Italia WTA – Top 100
Gennaio 2012
Francia WTA – Top 100
Italia WTA – Top 100
Oggi (11 aprile 2022)
Francia WTA – Top 100
Italia WTA – Top 100