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A Palermo riparte il tour rosa con le azzurre - Giorgi su tutte - protagoniste anche se a vincere è la francese Ferro. Halep firma Praga ma decide di non andare a New York (come altre 5 top ten). Roma pregusta un torneo da favola mentre il modo del tennis, prima di tutto femminile con Coco e Naomi, protesta contro gli episodi di razzismo
di Tiziana Tricarico | 27 dicembre 2020
Di nuovo in campo, finalmente! Niente asciugamani dai raccattapalle, strette di mano o autografi ma il circuito internazionale femminile (almeno quello) riparte. Anche se con tutte le precauzioni del caso. E lo fa proprio in Italia, al “Palermo Ladies Open” sulla terra rossa del Country Club (WTA International - 202.250 dollari di montepremi) che segna la ripresa dopo lo stop di cinque mesi per la pandemia da Covid-19.
Partenza col brivido - alla vigilia delle qualificazioni viene trovata positiva una giocatrice - ma poi tutto fila liscio. Il pubblico in tribuna, contingentato e rigorosamente con la mascherina, può gioire anche per una super settimana delle tenniste italiane. In quattro - Giorgi, Cocciaretto, Errani e Paolini - approdano negli ottavi: Camila, Elisabetta (che vince i suoi primi due match in un main draw WTA) e Sara centrano i quarti. La più brava di tutte però è la Giorgi che annulla due match-point a Yastremska ed arriva in semifinale dove cede 75 al terzo alla francese Ferro.
Il titolo, il secondo in carriera, se lo aggiudica proprio la francese Fiona Ferro, n.53 WTA, che in finale sconfigge 62 75, in poco meno di un’ora e tre quarti, l’estone Anett Kontaveit, n.22 Wta e quarta favorita del seeding. Grazie a questo successo la 23enne di Valbonne firma il best ranking, salendo fino al numero 44 WTA.
In doppio è un sorriso a metà - Sfuma di un soffio il primo titolo WTA in doppio per Elisabetta Cocciaretto e Martina Trevisan. Nella finale del “Palermo Ladies Open” la 19enne di Porto San Giorgio (che a Palermo raggiunge per la prima volta anche i quarti in singolare in un torneo del circuito maggiore) e la 26enne di Firenze cedono 75 75, in un’ora e 38 minuti, alla coppia formata dall’olandese Arantxa Rus e dalla slovena Tamara Zidansek, che firmano il loro secondo trofeo di specialità in carriera (il primo insieme).
Brava Coco! - Dopo essersi cambiata il nome, Cori, che non le piaceva, la Gauff se ne fa un altro come attivista: precoce come al solito, sale sul pulpito ad appena 16 anni e con la semplicità dei campioni arriva al cuore della sua gente parlando di razzismo, un problema sempre vivo in un paese libero ma pieno di controsensi come gli Stati Uniti d’America.
La prima volta di Lucca - Il trofeo rosa resta in Toscana ma cambia casa, spostandosi da Prato a Lucca. In una stagione difficile per la pandemia da Covid-19, una finale appassionante ha chiuso il campionato di Serie A1 BMW femminile ed ha incoronato il Circolo Tennis Lucca, che dopo due “semi” consecutive stavolta ha fatto centro pieno conquistando il primo titolo tricolore.
Nella sfida per lo scudetto, la prima della sua storia, il team capitanato da Ivano Pieri (Jessica Pieri, Tatiana Pieri, Bianca Turati, Giulia Giusti, Laura Bertagni) si è imposto per 3-0 sul Tennis Club Prato guidato da Gianluca Rossi (Martina Trevisan, Kristina Kucova, Lucrezia Stefanini, Beatrice Ricci, Asia Serafini, Viola Turini), alla settima finale in otto anni (sei i titoli in bacheca).
Halep firma Praga - Tutt’altro che una passeggiata il cammino di Simona Halep verso il successo nel "Prague Open" (WTA International - 202.250 dollari di montepremi) sui campi in terra rossa della capitale della Repubblica Ceca dove Camila Giorgi esce negli ottavi per mano della Mertens.
La 28enne rumena di Costanza, n.2 WTA e prima favorita del tabellone, paga lunghe pause di concentrazione: in finale però riesce ad archiviare il match contro la belga Elise Mertens, n.23 WTA, senza farsi trascinare in un pericoloso terzo set (62 75 lo score), mettendo in bacheca il trofeo numero 21.
A Lexington esplode Brady - Tutti si aspettavano Serena Williams almeno in finale al “Top Seed Open” (WTA International - 202.250 dollari di montepremi) sui campi in cemento di Lexington, in Kentucky. Ed invece la statunitense numero uno del seeding, dopo essersi aggiudicata il 31° “sister act” con Venus, si fa sorprendere nei quarti da Shelby Rogers. Anche la stellina “Coco” Gauff delude un po’ facendosi eliminare in semifinale dalla Teichmann.
Il trofeo, il primo in carriera, se lo porta a casa la statunitense Jennifer Brady, n.49 WTA, che nella sfida per il titolo si impone per 63 64 sull’elvetica Jil Teichmann, n.63 WTA.
Nessuna vuole andare a New York - Gli Us Open continuano a perdere i pezzi nel tabellone femminile. L'ultima giocatrice a rinunciare alla trasferta negli States è Simona Halep, vincitrice a Praga del 21° titolo in carriera. La 20enne rumena di Costanza, numero 2 WTA, è la sesta top ten a dare forfait per lo Slam a stelle e strisce dopo l’australiana Ashleigh Barty (n.1), l’ucraina Elina Svitolina (n.5), semifinalista lo scorso anno, la canadese Bianca Andreescu (n.6), campionessa in carica, l’olandese Kiki Bertens (n.7) e la svizzera Belinda Bencic (n.8), anche lei approdata al penultimo atto nel 2019 (tutte conserveranno i punti ottenuti 12 mesi fa grazie al nuovo format delle classifiche ATP e WTA).
“Dopo aver valutato tutti i fattori e tenuto conto delle circostanze eccezionali che tutti stiamo vivendo - scrive la Halep su Twitter -, ho deciso che non affronterò il viaggio a New York per giocare gli Us Open e di conseguenza preferisco restare ad allenarmi in Europa. So che USTA e WTA hanno lavorato duramente per mettere l'evento in sicurezza ed auguro a tutti i partecipanti un torneo di successo".
E’ Naomi la più ricca - Secondo la classifica stilata dalla rivista Forbes nove delle dieci atlete più pagate al mondo, in un periodo compreso tra il 1° giugno 2019 ed il 1° giugno 2020 sono tenniste (l’unica intrusa è Alex Morgan, co-capitano della nazionale di calcio femminile Usa). E la più ricca tra loro è la regina dei due mondi, il Giappone dov’è nata e gli Stati Uniti dov’è cresciuta, Naomi Osaka, che si ferma a 3,4 milioni di dollari di premi ma sale ad un totale di 37,4 milioni grazie al suo impressionante portafoglio sponsor.
Roma come uno Slam: ci saranno proprio tutte! - Il fascino di Roma colpisce ancora. E’ un’entry list da favola - con 42 delle prime 43 giocatrici del ranking mondiale (assente solo la cinese Qiang Wang, numero 29 WTA) - quella della77esima edizione degli Internazionali BNL d’Italia, torneo WTA Premier 5 dotato di un montepremi di 2.098.290 dollari di montepremi, in programma dal 14 al 21 settembre.
Tutte le prime della classe saranno al Foro Italico, a cominciare dalla regina del tennis mondiale Ashleigh Barty (assente agli Us Open insieme ad altre cinque top ten), che sulla terra italiana tornerà in campo dopo il lockdown, con un occhio anche a Parigi dove sarà chiamata a difendere il trofeo conquistato lo scorso anno. Nell'edizione degli Internazionali BNL di dodici mesi fa “Ash” si aggiudicò il titolo di doppio in coppia con Victoria Azarenka.
Vika torna al successo - Al "Western and Southern Open" (WTA Premier 5 - 2.250.829 dollari di montepremi) che quest’anno eccezionalmente a causa della pandemia si disputa sui campi in cemento di Flushing Meadows a New York (gli stessi dove poi si svolgeranno gli Us Open) si rivede Victoria Azarenka. La 31enne di Minsk, n.59 del ranking, in finale ha via libera per il forfait di Naomi Osaka, n.10 WTA e quarta favorita del seeding, per un infortunio muscolare alla coscia sinistra già avvertito all’inizio del torneo e riacutizzatosi nella semifinale contro la Mertens.
Per Vika è il secondo successo a Cincinnati dopo quello del 2013. Ed è il suo primo titolo WTA da Miami 2016. Numero 59 del ranking, la bielorussa - che ha lasciato per strada un set soltanto, alla Konta in semifinale - è la vincitrice del torneo con la più bassa classifica di sempre: grazie a questo risultato torna in top 30 (n.27). E pensare che prima del “Western and Southern Open” quest’anno non aveva vinto ancora un match”.
Black Lives Matter - Cover-girl tra glamour ed anti-razzismo: Naomi Osaka è protagonista di un’iniziativa importante. "When will it ever be enough?" (“quando sarà abbastanza?”), scrive la giapponese al termine del messaggio pubblicato sui social network con cui annuncia la decisione di non scendere in campo per le semifinali del “Western & Southern Open”.
La presa di posizione della ex numero uno del mondo induce gli organizzatori a fermare il torneo per un giorno. Ma è tutto il mondo del tennis che protesta contro il razzismo. Ed è il risultato di un percorso iniziato dopo l’uccisione di George Floyd da parte della polizia a Minneapolis a maggio.
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