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Hurkacz firma il decimo successo in dieci partite giocate. Il campione in carica batte Medvedev e torna in semifinale. Sfiderà Alcaraz o Kecmanovic
di Alessandro Mastroluca | 31 marzo 2022
Daniil Medvedev non tornerà al numero 1 nel ranking ATP. Il russo ha occupato la vetta della classifica per tre settimane, fino alla sconfitta a Indian Wells contro Gael Monfils al terzo turno. Battere Hubert Hurkacz nel suo secondo quarto di finale consecutivo al Miami Open gli avrebbe permesso di centrare la prima semifinale in Florida e superare Novak Djokovic, assente come a Indian Wells in quanto non vaccinato, nella classifica pubblicata lunedì prossimo.
Ma Hurkacz, campione in carica a Miami, ha battuto Medvedev, mai arrivato in semifinale nella storia del torneo, 7-6(7) 6-3 in due ore e due minuti. Il polacco ha così completato la decima vittoria in altrettanti incontri a Miami e aspetta in semifinale il diciottenne spagnolo Carlos Alcaraz o il serbo Miomir Kecmanovic.
Evidentemente, incontrare il russo gli fa bene. Medvedev è infatti l'unico Top 2 che Hurkacz abbia mai sconfitto in carriera: ci era già riuscito a luglio a Wimbledon.
La sconfitta di Medvedev non fa sorridere Cameron Norrie, almeno non ancora. In caso di vittoria di Medvedev, infatti, il britannico avrebbe avuto la certezza di entrare per la prima volta in carriera tra i primi dieci del mondo. Così deve sperare che Hurkacz non vinca il torneo.
Sono invece le novità dalla Gran Bretagna che potrebbero frenare l'ascesa di Medvedev. Il ministro dello sport britannico Nigel Huddleston rinforza, infatti, la sua posizione secondo cui i tennisti russi e bielorussi debbano firmare dichiarazioni scritte in cui si dissociano dal presidente Vladimir Putin per poter partecipare a tutti gli eventi sul territorio del Regno Unito, compreso Wimbledon.
"Abbiamo richiesto alle organizzazioni che governano gli sport individuali di imporre ai russi e ai bielorussi, che partecipano come atleti neutrali, di dimostrare di esserlo in maniera sincera. Speriamo di ottenere tale assicurazione attraverso una dichiarazione scritta. Vorremmo che giocatori e giocatrici dichiarino che non ricevono sovvenzioni da Putin, dalla Russia o dalla Bielorussia. Se gli atleti dicono di essere neutrali, allora chiederemo prove che lo siano per davvero. E se qualche altro sport individuale decidesse di squalificare direttamente russi e bielorussi, allora appoggeremmo la loro decisione".
Una strada che il Roland Garros e l'Australian Open, però, non sembrano disposti a seguire.
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