Il CEO di Tennis Australia Craig Tiley ha lasciato intendere che Novak Djokovic potrebbe tornare all'Australian Open nel 2023 nonostante il ban triennale dopo la revoca del visto dello scorso gennaio. Intanto Nole domina Garin al debutto a Nur-Sultan, torneo trasmesso su SuperTennis e SuperTenniX
di Alessandro Mastroluca | 05 ottobre 2022
Il ritorno di Novak Djokovic all'Australian Open appare più vicino. La prossima edizione del primo Slam della stagione, dunque, la prima dopo il ritiro di Roger Federer e Serena Williams, potrebbe rivedere al via il serbo a caccia del decimo titolo a Melbourne Park.
"Siamo sulla buona strada per riavere in campo tutti i top player" ha detto Craig Tiley, CEO di Tennis Australia, la Federtennis nazionale che organizza il torneo. Secondo quanto riporta il quotidiano The Age, Tiley ha lasciato intendere di voler organizzare un torneo in condizioni simili all'ultima edizione pre-pandemia. Anche perché il contesto in termini di contagio e pericolosità del virus, sono diversi rispetto a nove mesi fa quando Djokovic è stato espulso l'anno scorso dopo aver perso l'appello contro la revoca del visto di ingresso.
Arrivato in Australia sulla base di una esenzione per giocare il torneo garantita da Tennis Australia e da due comitati di medici dello stato di Victoria, Djokovic è stato bloccato alla frontiera. Il serbo non è vaccinato contro il COVID-19 e la documentazione per giustificare l'esenzione, e dunque l'ingresso nel Paese senza obbligo di quarantena, non sono state considerate sufficienti.
Djokovic ha vinto un primo appello contro la revoca del visto per un vizio di procedura. Poi l'allora ministro per l'immigrazione Alex Hawke ha esercitato un potere personale come previsto dal Migration Act del 1958 e revocato nuovamente il visto d'ingresso. Djokovic ha presentato un nuovo ricorso. Il caso è finito davanti alla Federal Court, che ha giudicato solo se la scelta del ministro rientrasse nei limiti di legge. I giudici gli hanno dato ragione. “Un'iconica star del tennis può influenzare persone di tutte le età, ma soprattutto i giovani e più suggestionabili, e spingerli ad emularlo. Questa non è una fantasia, non servono prove" si legge nelle motivazioni della sentenza.
In base alla legge australiana, chi subisce un provvedimento simile non può richiedere un nuovo visto di ingresso prima di tre anni. Ma il ministro per l'immigrazione conserva la possibilità di revocare questa misura e consentire il rientro in Australia.
Oggi in carica c'è un nuovo ministro dell'immigrazione, il laburista Andrew Giles, che ha assunto anche la delega per la Cittadinanza e gli Affari Multiculturali. Giles, come lo stesso Djokovic e il suo staff oltre allo stesso Tiley, hanno mantenuto un profilo basso sulla vicenda. Un ulteriore segnale che potrebbe far pensare a una posizione governativa più morbida sul rientro di Djokovic in Australia.

I numeri 1 più longevi di sempre
Intanto Djokovic si concentra per ora sull'ATP 500 di Nur-Sultan, un tempo nota come Astana, e sull'obiettivo di qualificarsi per le Nitto ATP Finals. Per raggiungerlo, gli basta chiudere tra i primi venti nella Race, la classifica basata sui risultati stagionali. Avendo vinto uno Slam, infatti, in questo caso l'ATP gli riconoscerebbe l'ottavo posto a Torino.
Il serbo conta di proseguire sull'onda buona del titolo vinto la settimana scorsa a Tel Aviv, l'89mo della sua carriera. In Israele è diventato il primo giocatore a vincere almeno un torneo su tutte le superfici nel circuito ATP del 2022 dopo i successi agli Internazionali d'Italia sulla terra battuta e a Wimbledon sull'erba.
Nole ha sconfitto 61 61 all'esordio il cileno Cristian Garin e festeggiato così, senza concedere nemmeno una palla break, la 29ma vittoria in 35 partite giocate nel 2022.
"Ho giocato una grande partita dall'inizio alla fine - ha detto Djokovic -. Non è mai facile esordire in un torneo nuovo, in condizioni diverse ma mi sono adattato devo dire perfettamente.

"In carriera, fortunatamente mi sono sempre adattato rapidamente a condizioni e superfici diverse - ha spiegato il serbo dopo il match -. L'esperienza mi aiuta a sapere cosa fare. Certo va detto anche che dal punto di vista mentale vincere un torneo la settimana prima aiuta più che perdere in finale o in semifinale". Il suo percorso a Nur-Sultan proseguirà contro il numero 34 del mondo, l'olandese Botic van de Zandschulp.