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Djokovic perde il ricorso, niente Australian Open: "Deluso, ma rispetto la sentenza"

Conclusa l'udienza per il ricorso di Novak Djokovic contro la cancellazione del visto. I tre giudici hanno deciso all'unanimità: visto revocato, dovrà essere rimpatriato.

di | 16 gennaio 2022

Djokovic dovrà tornare in patria, non potrà giocare l'Australian Open 2022. Questo il verdetto della Federal Court per il ricorso contro la seconda cancellazione del visto del serbo, stavolta decisa dal ministro per l'immigrazione Alex Hawke che ha esercitato il suo potere personale previsto dal Migration Act del 1958. Come ha spiegato il presidente della Corte James Allsop, Djokovic dovrà anche pagare le spese legali.

Allsop non ha comunicato le motivazioni complete della sentenza, ma ha comunque fornito un'indicazione importante. "Considerati l'interesse e la copertura giornalistica in diverse parti del mondo - ha spiegati -, questo tribunale ritiene appropriato chiarire alcune questioni sul procedimento. Decidere sul merito o sul buon senso della decisione del ministro Hawke non rientra nella funzione della corte".

I giudici, ha sottolineato, "hanno avuto il compito di verificare se tale decisione rientrasse nei termini di legge negli ambiti presentati dagli avvocati di Djokovic".

Djokovic: "Tanta attenzione su di me, mi spiace"

"Sono estremamente deluso dalla decisione della Corte di respingere il ricorso contro la decisione del ministro [Hawke] di revocare il mio visto, per cui non potrò rimanere in Australia e giocare l'Australian Open" ha dichiarato Novak Djokovic. Il numero 1 del mondo ha diffuso una nota al termine dell'udienza in cui ha annunciato che si prenderà del tempo per recuperare prima di fare ulteriori commenti sulla vicenda.

"Rispetto la sentenza della Corte e collaborerò con le autorità competenti per il mio rimpatrio - prosegue la nota di Djokovic -. Mi spiace che tutta l'attenzione sia stata su di me nelle ultime settimane, spero che adesso possiamo tutti concentrarci sul gioco e sul torneo che amo. Vorrei augurare il meglio ai giocatori, agli ufficiali, allo staff, ai volontari e ai tifosi.

"Infine, vorrei ringraziare la mia famiglia, gli amici, il mio team, i miei sostenitori e i miei connazionali serbi per il vosto continuo supporto. Mi avete dato grande forza".

Nel corso del dibattimento il legale del numero 1 del mondo, lo stesso Nick Wood che ha vinto il primo ricorso davanti al giudice Kelly della Federal and Family Court, ha replicato alla tesi del ministro Hawke secondo cui la presenza di Djokovic potrebbe aumentare il consenso verso i no-vax e il rischio di manifestazioni o disordini.

"Il ministro non ha considerato lo scenario alternativo", ha detto Wood. "Se Djokovic sarà espulso, una scelta che comprometterà la sua carriera, è abbastanza scontato che sarà questa decisione a poter generare sentimenti no vax".

Uno degli aspetti centrali, durante l'esposizione di Wood, è l'effettiva vicinanza di Djokovic a posizioni anti-vacciniste. Il ministro Hawke, nei documenti presentati alla corte che fanno parte degli atti processuali, ha fatto riferimento soprattutto a un articolo della BBC del 2020. Una scelta che Wood ha prevedibilmente contestato. "Il ministro non conosce quali siano le reali convinzioni di Djokovic adesso" ha detto. 

Il serbo, che avrebbe potuto intervenire in udienza e chiarirle al mondo, visto che il dibattimento è stato trasmesso in diretta su YouTube, ha scelto invece di non farlo.

Tuttavia, ha detto il legale del governo australiano, Stephen Lloyd,  "non ha mai presentato prove materiali che non si sia vaccinato per una qualche ragione medica. Al momento della decisione del ministro, il fatto che non fosse vaccinato era ben noto e inequivocabilmente conosciuto. Tutti potrebbero arrivare alla conclusione che [se Djokovic non si sia] vaccinato finora, lo abbia fatto per scelta".

E una posizione, da parte di un personaggio pubblico del suo prestigio, ha un peso molto maggiore. Perché può scatenare, ha spiegato, un desiderio di emulazione.

Lloyd ha fatto riferimento anche alla decisione di Djokovic di non rimandare l'intervista all'Equipe del 18 dicembre, a cui ha partecipato sapendo di essere positivo, in violazione anche delle regole imposte dal primo ministro serbo. "Questi fatti sono di dominio pubblico, e il ministro ritiene che la sua presenza in Australia possa incoraggiare le persone a emulare la sua apparente noncuranza verso i protocolli di sicurezza" ha detto.

Concludendo il suo discorso, il legale del governo ha sottolineato che il ministro Hawke non deve dimostrare che Djokovic effettivamente stimolerà i sentimenti no-vax, ma solo che potrebbe farlo. Tanto basta, ha spiegato, per decidere di revocargli il visto nei termini di legge.

"Il ministro deve prendere una decisione sul rischio, ora che Djokovic è diventato un'icona per i gruppi anti-vaccinisti, e su quale ruolo avrà la presenza di una figura del suo significato in Australia in un momento come questo", in cui la preoccupazione per la variante Omicron e l'aumento dei contagi è il tema centrale.

"Conosciamo i fatti, conosciamo come le posizioni di Djokovic siano percepite. Giusto o sbagliato, molti lo considerano un sostenitore di punti di vista contrari ai vaccini - ha concluso -. Alla luce di questo e del suo status, la sua presenza potrebbe essere vista come un fattore che alimenta significativamente quelle posizioni, e tanto basta per arrivare alla conclusioni a cui è giunto il ministro [Hawke]".

Australian Open, l'ordine di gioco della prima giornata

Gli organizzatori dell'Australian Open hanno pubblicato l'ordine di gioco della prima giornata del torneo, che scatterà questa notte dall'una ora italiana, prima della sentenza.

Novak Djokovic era presente nell'elenco dei match in programma. Era previsto che il serbo chiuda la sessione serale, e di fatto il programma della Rod Laver Arena, nel derby con il connazionale Miomir Kecmanovic.

Dunque, a questo punto il tabellone rimane com'è. Lo slot di Djokovic non sarà preso dalla testa di serie numero 5 Andrey Rublev, che rimane l'avversario di Gianluca Mager al primo turno, ma da un lucky loser.

Nel quarto di tabellone senza più Novak Djokovic, la testa di serie più alta a questo punto è Matteo Berrettini, numero 7. Nella stessa sezione anche la 12 Cameron Norrie. la 16 Cristian Garin, la 17 Gael Monfils, la 19 Pablo Carreño Busta, la 25 Lorenzo Sonego che avrebbe potuto affrontare Nole al terzo turno, la 31 Carlos Alcaraz.

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