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Eventi internazionali

Djokovic senza limiti, fa la storia alle Nitto ATP Finals

Novak Djokovic eguaglia il record di trionfi di Roger Federer e diventa il più anziano campione nella storia delle Nitto ATP Finals. Gli spetta l'assegno più cospicuo per un singolo torneo nella storia del tennis maschile

di | 20 novembre 2022

La premiazione delle Nitto ATP Finals 2022: da sin, il direttore del torneo Adam Hogg, Casper Ruud, il Ceo di Nitto Hideo Takasaki, il presidente ATP Andrea Gaudenzi, Novak Djokovic e il presidente della FITP Angelo Binaghi

La premiazione delle Nitto ATP Finals 2022: da sin, il direttore del torneo Adam Hogg, Casper Ruud, il Ceo di Nitto Hideo Takasaki, il presidente ATP Andrea Gaudenzi, Novak Djokovic e il presidente della FITP Angelo Binaghi (Foto Sposito)

Fa la storia Novak Djokovic. La storia che dà i brividi perché nessuno la può cambiare. A Torino chiude un anno pieno di domande e di assenze con l'assegno più cospicuo mai visto nella storia di un torneo di tennis. Batte 75 63 Casper Ruud, vince da imbattuto le  Nitto ATP Finals e incassa $4,740,300. In questo modo eguaglia i sei titoli di Roger Federer nella storia delle Nitto ATP Finals e lo supera come campione più anziano nell'albo d'oro.

"Sono sempre contento di tornare in Italia, un Paese vicino al mio cuore per tutta la carriera" ha detto durante la premiazione Djokovic, mentre i tifosi scandiscono "Nole! Nole!". Trova anche il tempo di scherzare con Diego Nargiso, che anima la cerimonia, lo intervista in italiano e traduce le risposte in inglese. E di invitare tutti i giovani presenti in tribuna a prendere una racchetta in mano e giocare. Lo spot migliore per un grande torneo come le Nitto ATP Finals che aspirano a diventare volano virtuoso per la pratica di base.

Dopo aver saltato due Slam e quattro Masters 1000, e avendo vinto Wimbledon che non assegnava punti, Djokovic finisce la stagione da numero 5 del mondo, a 2000 punti esatti da Carlos Alcaraz. Esattamente il bottino che spetta al vincitore dell'Australian Open, che Nole potrà tornare a giocare dopo l'espulsione dello scorso gennaio. Uno scenario simile era tutt'altro che scontato meno di un anno fa. 

Novak Djokovic con il trofeo delle Nitto ATP Finals (Foto Sposito)

Lo osserva divertito anche Zlatan Ibrahimovic, che l'aveva difeso per la sua scelta di non vaccinarsi. Il serbo ha a sua volta citato l'attaccante svedese del Milan, la squadra per cui fa il tifo, a proposito dell'effetto del montepremi da record in palio per la finale. "Quando giocava a Los Angeles, gli chiesero perché avesse rifiutato 100 milioni per trasferirsi in un’altra squadra - ha raccontato - Lui rispose che i soldi non sono importanti, sono importanti tanti soldi. E 100 milioni non sono tanti soldi". Se 100 non sono dieci, figurarsi meno di cinque, insomma.

Che la pensi davvero così o no, non scopriamo oggi che Djokovic va in campo motivato più dagli incentivi che non si toccano, dal potere di battere i record e possibilmente sottrarli ai Fab 3. Battere Ruud contava non tanto per i 4,7 milioni di dollari, ma per un nuovo record da aggiungere come un tempo si aggiungevano le tacche sulle canne dei fucili per ogni nemico ucciso in battaglia.

Djokovic e le Nitto ATP Finals: una lunga storia d'amore

Djokovic ha iniziato la sua love story con le Nitto ATP Finals nel 2008, quando ancora si chiamava ancora Tennis Master Cup. A Shanghai, scelta che testimoniava la nuova centralità sportiva della Cina pochi mesi dopo le Olimpiadi di Pechino, il serbo ha dominato in finale Nikolay Davydenko e a ventun anni è "Maestro" per la prima volta. E' il suo undicesimo titolo in carriera, il quarto della stagione in cui ha celebrato il suo primo Slam all'Australian Open e trionfato anche a Indian Wells e Roma.

Il serbo è poi praticamente imbattibile tra il 2012 e il 2015. La finale del 2012 su Roger Federer resta uno dei suoi più bei ricordi associati a questo torneo. A Londra ha sconfitto 7-6(6) 7-5 lo svizzero e chiuso quella finale con un rovescio spettacolare, un punto simbolo della sua resilienza spesso fuori dal comune.

Nitto ATP Finals Story, la prima del Djoker

Una dote che gli ha permesso anche di perdere complessivamente tredici game tra la semifinale delle Nitto ATP Finals 2013 contro Stan Wawrinka e la finale contro Rafa Nadal. Nole ottiene la 17ma vittoria sul maiorchino e chiude la stagione con un record di 74-9.

Singolare l'esito dell'edizione 2014, senza finale Djokovic-Federer. Il serbo infatti annuncia il forfait dopo la semifinale contro Stan Wawrinka, quella della lite per Mirka, a causa di un problema alla schiena. Nole, che ha perso solo nove complessivamente nel girone, di fatto trionfa grazie al successo in tre set in semifinale su Kei Nishikori. Diventa così il terzo a vincere per tre anni di fila le  Nitto ATP Finals dopo Ilie Nastase (ANNI) e Ivan Lendl (1985-87). 

L'ultimo trionfo l'ha festeggiando battendo l'arci-rivale Rafa Nadal, pareggiando in quel momento il bilancio degli scontri diretti e superandolo per numero di set vinti nelle sfide incrociate.

Cronaca di una vittoria annunciata

Oggi ha riannodato il filo interrotto contro il "piccolo Nadal di Norvegia" che studia da Rafa, nel senso della sua accademia in una finale storica non solo per il suo assegno record. La arbitra infatti Aurelie Tourte, la prima donna giudice di sedia in una finale di singolare delle Nitto ATP Finals nella storia del torneo. 

Dal suo privilegiato punto di vista, osserva Ruud partire molto deciso al servizio e capace nel primo set di tenere negli scambi medi o lunghi, che hanno richiesto almeno cinque colpi. Nei turni di risposta, però, fatica a individuare una posizione vantaggiosa. Se sta troppo avanti, Djokovic fa punto diretto. Se sta troppo dietro inizia lo scambio ma resta inchiodato a rincorrere lontano dal campo.

Casper Ruud in azione in finale delle Nitto ATP Finals (Foto Sposito)

Il serbo, a cui pure ancora trema la mano quando regge l'asciugamano nei primi cambi campo, concede appena 5 punti al servizio nel primo set, e per tre volte arriva a un passo dal break. Due occasioni le manca nel secondo game, una nell'ottavo, uno dei momenti più critici del set per lo scandinavo. Sul 3-4 30-30, infatti, Ruud scende a rete e su un passante di rovescio diagonale, invece di appoggiarla di rovescio a campo aperto, si sposta a sinistra per giocare una stop volley di diritto anomalo che finisce out. Il game è il manifesto di una finale che inizia come una lunga attesa: Ruud sbaglia di più, ma Djokovic non affonda. 

Anzi, a lungo il serbo si limita a un palleggio in relativa sicurezza, senza iniziativa né rischi, senza scossoni. Sa bene, Djokovic, che quando inchioda Ruud sulla diagonale del rovescio il punto è segnato per il norvegese. Nole potrebbe tirargli sempre lì, a tre dita dalle righe, per tutta la sera. A chi dubita, non resta che rivedere il punto che glin ha dato contemporaneamente il primo break e il primo set.

L'esultanza di Novak Djokovic alle Nitto ATP Finals (Foto Sposito)

Nel secondo, Ruud accetta fin troppo passivamente che sia Djokovic a comandare le operazioni. Gli era successo, prevedibilmente, contro l'idolo Nadal sul Centrale del Roland Garros nella sua prima finale Slam, ma anche contro Carlos Alcaraz nella sfida per il titolo a Miami, la sua prima in un Masters 1000. Accetta che sia il rivale a scegliere, fa troppo poco per cambiare le cose e così basta poco, un break al quarto game, per dire addio ai sogni di gloria. 

Djokovic gioca da numero 1 e chiude da numero 1, con l'ace sul match point. Poi allarga le braccia e si batte il petto in segno di vittoria. Va a festeggiare con il figlio Stefan, corre ad abbracciare la moglie, la famiglia, il coach Goran Ivanisevic e il team che come una famiglia lo segue ovunque. Il piccolo mondo antico del campione che cancella i limiti.

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