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Nole torna e vince: "Musetti ha talento, non potevo iniziare meglio"

Il numero 1 del mondo ha elogiato il carrarino e spiegato i suoi scoppi di frustrazione nel secondo set. La sua programmazione resta incerta: "Ora come ora, non potrò giocare negli USA" rivela

di | 21 febbraio 2022

Ottanta giorni dopo, Novak Djokovic è tornato Novak Djokovic. Recuperi in spaccata, qualche scoppio d'ira pur in una partita in controllo, l'abbraccio d'amore verso il pubblico che ha intonato "No-le, No-le, No-le!” nei momenti clou del doppio 6-3 su Lorenzo Musetti nel suo primo match del 2022. 

"Non ho giocato per due mesi e mezzo, tre mesi, e ho vinto in due set. Devo essere soddisfatto - ha detto Djokovic nell'intervista in campo -. Naturalmente ci sono stati momenti in cui ho giocato molto bene, altri in cui ho fatto due-tre gratuiti di fila e non è certo usuale per me. Ma non mi aspettavo niente di diverso".

All'ATP 500 di Dubai (diretta SuperTennis e SuperTennix), che festeggia il trentesimo anniversario del torneo, il tempo sembra essersi fermato. Eppure il segno del tempo rimane. Resta nelle difficoltà al servizio da destra del numero 1 del mondo, resta in un bilancio di fatto pari negli scambi sopra i cinque colpi. Indizi che non cambiano la storia, che restano come lezioni da imparare per il carrarino. La differenza la fanno servizio e risposta, la fa la sua prudenza quando avrebbe l'occasione di "scoppiare" la palla dal lato del diritto. La fa quella sua finora insopprimibile tentazione ad arretrare quando non ha il controllo del gioco, quando gli gioverebbe avanzare per sparigliare le carte, o anche solo per accorciare la sofferenza.

"Lorenzo è un giovane di grande talento, con tante qualità - ha detto Djokovic - Non aveva niente da perdere, poi c'era molto vento e non è stato così semplice giocare. Ho avuto un po' di fortuna a piazzare il servizio per salvare le palle break nel sesto gioco del secondo set. Mi ha dato molto sollievo per il resto della partita".

Pur avanti di un set e di un break, nelle fasi calde del secondo parziale, Djokovic si è in più occasioni voltato verso il suo staff mostrando impazienza, insoddisfazione, frustrazione. "In quei momenti, certe volte hai bisogno di mandar fuori l'energia - ha spiegato -, è importante rimettere insieme i pezzi e pensare al punto successivo".

Al numero 1 del mondo su 13 vincenti per firmare il successo numero 42 in 48 partite all'ATP 500 di Dubai. Qui ha trionfato cinque volte in tre decenni diversi (2009-11, 2013, 2020). E ha conosciuto solo tre sconfitte nelle cinque precedenti edizioni in cui è sceso in campo da numero 1 del mondo.

Uno status che dopo 361 settimane consecutive potrebbe perdere a beneficio di Daniil Medvedev, impegnato ad Acapulco e sicuro di diventare numero 1 del mondo vincendo il torneo. Il serbo deve almeno arrivare nei quarti per poter pensare di difendere la vetta del ranking sapendo però di non avere il suo destino completamente nelle mani.

Vale non solo per la settimana di Dubai. Vista la sua pervicacia nel non sottoporsi al vaccino anti-COVID, come ha sottolineato di recente anche a una tv serba, la sua programmazione non potrà essere completa. Non può giocare, dunque, tutti i tornei che normalmente avrebbe disputato.

Se le cose non dovessero cambiare, ha detto in conferenza stampa, non potrà entrare negli Stati Uniti. Dovrà rinunciare al Masters 1000 di Indian Wells e Miami. "Ma vedremo che succederà, forse le cose cambieranno nelle prossime settimane" ha dichiarato Djokovic, che l'amico Andy Murray ha invitato ancora una volta a cambiare idea.

"Sarebbe meglio per il tennis se giocasse tutti i grandi tornei" ha detto lo scozzese, che ha vinto in rimonta il suo match d'esordio contro l'australiano Christopher O'Connell e sfiderà Jannik Sinner o Alejandro Davidovich Fokina. "Ha preso delle decisioni che hanno delle conseguenze. Deve naturalmente accettarle - ha aggiunto -, ma non vedere il numero 1 del mondo in ognuno dei grandi eventi della stagione non è bene".

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