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Nel nome del lavoro gli azzurri ritrovano le semifinali di Coppa Davis, oggi Davis Cup by Rakuten Finals, 8 anni dopo, insieme a Sonego e al doppio dei veterani. Saranno ancora la leva contro il temibile Canada
di Vincenzo Martucci | 25 novembre 2022
Servizio, risposta, diritto, rovescio, e poi volée, e quindi intelligenza, tattica, anticipo, e quanto altro ancora è necessario per fare un tennista. E poi, però, ci debbono essere le motivazioni. Grazie proprio a quelle molle straordinarie, l’Italia ha fatto la differenza e ha battuto gli Stati Uniti, pur senza i titolari infortunati, Jannik Sinner e Matteo Berrettini, nei quarti delle Davis Cup by Rakuten Finals a Malaga e sabato affronta il Canada di Auger-Aliassime, Shapovalov e Pospisil che ha domato in extremis la solida Germania, orfana di Sasha Zverev.
RISCATTO
Lorenzo Sonego non l’ammetterà mai completamente ma era uscito due volte con le ossa rotte dall’esperienza in azzurro: l’anno scorso nella sua Torino, perdendo col croato Gojo, che sembrava un Carneade anche se poi in realtà è una mina vagante del circuito, e quest’anno a Bratislava dove, sul 2-2, ha lasciato il posto all’altro Lorenzo, Musetti. Poi non era stato convocato a Bologna e avrebbe disertato anche Malaga se il Dream Team non si fosse smembrato per gli sgambetti del destino. Richiamato come salvatore della patria, “Sonny/Lollo” è tornato “il Polipo” dell’anno scorso. Carico a molla nella sua sete di riscatto, ci ha dato talmente dentro appena ha rimesso piede in Italia dalle Maldive, che s’è stiracchiato i muscoli all’altezza della tibia, per non dire dei nervi e si è rilassato solo alla vigilia del match contro Frances Tiafoe.
Quando “papà” Gipo Arbino gli ha trasmesso le chiavi psicologiche per esprimersi al massimo: doveva sentirsi rilassato, sicuro, forte, convinto di sé, ma anche senza pressioni contro un avversario più forte come il semifinalista degli US Open che l’aveva appena battuto a Bercy. Il risultato è stato un match quasi perfetto non solo al servizio ma anche nella lucidità d’esecuzione e soprattutto nella aggressività costante. Che, si sa, è l’arma decisiva contro un attaccante. Così, come ha commentato lui, le distanze che in realtà fra il numero 19 e il 45 del mondo, enormi non sono, si sono ulteriormente avvicinate, annullandosi infine, soprattutto considerate le condizioni approssimative nelle quali Tiafoe si è presentato a Malaga.
ORGOGLIO
Giustamente, capitan Filippo Volandri è andato fiero di tutta la squadra “per la prestazione”, che è frutto del sistema Italia, cioé dell’ottimo lavoro che è stato fatto dal settore tecnico federale e dai club privati per inculcare principi sani e solidi nei giocatori. Impegnandosi tutti i giorni, ancor di più per difendere i colori della nazionale in questi giorni di allenamento di Malaga, gli azzurri si sono presentati preparati a puntino sotto tutti gli aspetti cogliendo l’occasione contro un avversario sfasato, strappato alle vacanze, sicuramente non altrettanto motivato. E, come dice Fabio Fognini, con la nuova formula-Piqué, sull’1-1 il doppio lo vince chi ha davvero più voglia. E anche più benzina, aggiungiamo noi. Così si spiega anche la zampata di Fogna con l’amico Simone Bolelli, dopo aver mancato la qualificazione al Masters che sembrava ormai cosa fatta. Ma, invece di piangersi addosso, hanno saputo cogliere l’occasione di riscatto della Davis. Proprio loro che 8 anni fa vinsero la loro partita, sempre in coppia nelle ultime semifinali azzurre, disputate peraltro a Ginevra contro la Svizzera di Roger Federer e Stan Wawrinka.
UNA SQUADRA
A 20 anni, numero 1 di una nazionale che nel giro di 3/4 anni è candidata a rivincere la coppa Davis, Lorenzo Musetti non può rammaricarsi più di tanto per aver perso contro Taylor Fritz, reduce peraltro dalle belle partite di Torino contro i migliori 8 del mondo. Ha perso il primo set al tie-break, con set point, contra un avversario più forte e più esperto, che gli sta davanti in modo importante in classifica: numero 9 contro 23.
Invece sarà importante come il talento di Carrara vivrà il post-match e quindi la vigilia della semifinale, perché contro Auger-Aliassime è 2-2 nei precedenti. E l’ultimo, a Firenze, deve ricordargli di non farsi attanagliare dalle responsabilità e di vivere la partita come ha fatto Sonego con Tiafoe.
Perché il Canada fa anche più paura degli Usa, con Shapovalov che nell’unico precedente ha superato Sonny addirittura sulla terra rossa di Roma e sarà voglioso di riscatto dopo il ko di giovedì con Struff e col doppio dove spicca il veterano Pospisil, un altro talento che chiede alla Davis il souvenir più importante di una carriera falcidiata dagli infortuni. Ma la squadra azzurra che comincia a far concorrenza a quella del film e della fortunata serie Netflix, ispirata dalla formazione campione della coppa Davis 1976, si farà trovare pronta a quest’altra sfida. Forte di altre, fortissime, motivazioni. La leva di qualsiasi impresa
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