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Eventi internazionali

Coppa Davis, capolavoro Australia: è finale!

Borna Coric e Alex De Minaur vincono i due singolari della semifinale di Coppa Davis Croazia-Australia. Decidono Purcell e Thompson

di | 25 novembre 2022

Gli eroi più inattesi portano l'Australia in finale di Coppa Davis. Max Purcell e Jordan Thompson, che all'ultimo ha sostituito Matthew Ebden, hanno sconfitto Nikola Mektic e Mate Pavic 67(3) 75 64. L'Australia ha chiuso 2-1 sulla Croazia e inseguirà contro Italia o Canada il 29mo titolo della sua storia.

Ebden, che con Purcell aveva vinto Wimbledon battendo in finale proprio Mektic e Pavic, ha avuto un piccolo infortunio alla caviglia che l'ha condizionato negli ultimi due giorni, ha spiegato Hewitt. "Dovevamo elaborare un piano che ci avrebbe potuto permettere di vincere - ha spiegato il capitano -. Non potrei essere più fiero della mia squadra. Oggi sapevano di non essere i favoriti e questa posizione ci piace. Mi piaceva già da giocatore e ora da capitano. Thompson ha svolto il suo ruolo alla perfezione, si è assunto la responsabilità in un doppio decisivo. E Max ha fatto da guida seppur con un compagno di doppio nuovo".

Alex de Minaur aveva dominato 62 62 un Marin Cilic sfasato al servizio e allunga la semifinale Australia-Croazia al doppio decisivo. "Demon" ha giocato un match preciso e brillante contro il croato che ha cominciato con cinque doppi falli nel primo game e mai a suo agio nelle soluzioni al volo sopra la testa.

L'abbraccio di de Minaur con il capitano Hewitt e la leggenda australiana Toni Roche certificano un successo mai davvero in discussione per il numero 1 d'Australia che ha vissuto la sua stagione migliore. Ha battuto il record personale di successi in un solo anno e ottenuto a Bercy contro Medvedev il primo successo in carriera in Top 5. Ha vinto il titolo ad Atlanta per la seconda volta, raggiunto la semifinale a Barcellona, Lione, Eastbourne e Stoccolma, e gli ottavi all'Australian Open e a Wimbledon. 

Numero 24 del mondo a fine anno, De Minaur ha vissuto anche una stagione di quasi successi. Ha mancato un paio di match point a Barcellona contro Carlos Alcaraz, ha perso al tie-break del terzo a Indian Wells contro Taylor Fritz e sprecato due set di svantaggio a Wimbledon contro Cristian Garin.

"Tante partite mi sono scivolate dalle mani contro top player" ha detto alla vigilia della Coppa Davis ai quotidiani australiani The Age e Sydney Morning Herald. "Ma credo fortemente di star facendo le cose giuste, è solo questione di tempo per la svolta".

Il primo punto, nel singolare fra i numeri 2, l'ha portato Borna Coric che non giocava insieme a Marin Cilic in nazionale dal 2018. A Lille guidarono la Croazia a vincere l'ultima finale con il vecchio formato nella storia della manifestazione.

Coric sembra avere tutte le intenzioni di guidare la Croazia anche al primo titolo con il nuovo formato. Dopo il successo sullo spagnolo Roberto Bautista Agut, ha dominato Thanasi Kokkinakis 64 63 e avviato al meglio la prima semifinale a Malaga, trasmessa in diretta su SuperTenniX.

L'australiano ha un po' deluso sul piano delle variazioni di gioco, ha sofferto la verve del croato che ha servito meglio e rischiato pochissimo. Ha infatti concesso una sola palla break nei suoi turni di battuta.

Il 26enne, che non ha giocato da marzo 2021 a marzo 2022 per un intervento alla spalla che ha richiesto un'operazione chirurgica, è completamente rinato nella seconda metà di questa stagione. Ad agosto ha festeggiato a Cincinnati il primo titolo in carriera in un Masters 1000 battendo cinque Top 20 di fila ed è risalito in Top 30 recuperando oltre 130 posizioni.

"Questa vittoria significa tantissimo per me" ha detto Coric, che ha chiuso il match con 19 vincenti e nove errori. "Quando ero infortunato, guardavo i miei compagni in Coppa Davis. Giocare per la Croazia è una sensazione straordinaria per me".

Coric ha parlato anche dei suoi miglioramenti con i colpi di inizio gioco. "Nel primo set continuavo a voltarmi verso il capitano, gli dicevo: 'Contro il suo servizio non so che fare'. Poi però ho cominciato a leggere meglio le sue traiettorie, poi per fortuna ho servito bene anche io" ha detto il croato. "Da giovane non servivo così bene, dovevo migliorare. Poi dopo l'operazione alla spalla non sapevo se sarei riuscito a servire, ma ho lavorato talmente tanto su questo aspetto che adesso servo bene come mai prima". Ma non è bastato.

Hewitt, giocatore con più presenze e vittorie in Coppa Davis per l'Australia, torna in finale da capitano a 19 anni dall'ultima disputata da protagonista in campo. "E' una grande sensazione - ha detto -. L'Australia ha una grande tradizione in Davis, l'abbiamo vinta tante volte. Sono emozionato dalla prospettiva di giocarmi un'altra finale, anche se mi sarebbe piaciuto giocarla in casa, davanti a 15 mila persone alla Rod Laver Arena. Ma è per questo che abbiamo lavorato duro. La scorsa settimana ci siamo preparati all'accademia intitolata a Lew Hoad a Malaga, che è diventata un po' la nostra base. E abbiamo Toni Roche nel nostro team. E' una fortuna. Non potrei essere più fiero dell'orgoglio e del cuore che i ragazzi ci stanno mettendo".

In finale, sarà dunque Australia contro Italia o Canada. "Comunque finisca l'altra semifinale, sarà una partita dura - ha concluso Hewitt -. L'Italia ha giocato una gran partita contro gli USA, hanno lottato con passione e poi hanno un doppio che sotto pressione può far bene. Sono sottovalutati. Anche il Canada può mettere in campo tanta potenza. Hanno due singolaristi di grande qualità, poi in doppio perdemmo un paio d'anni fa contro Pospisil e Shapovalov, che li hanno portati in semifinale. Sappiamo bene cosa ci aspetta in entrambi i casi".


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