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L'Italia si ferma ai quarti, ma Jannik scalda i cuori

A Torino, pur all'esordio in Coppa Davis, Jannik Sinner ha mostrato doti da leader. Ha coinvolto anche di più il pubblico forte di una presenza scenica ancora più completa

di | 30 novembre 2021

L'Italia del tennis ha scoperto un leader. Jannik Sinner, vent'anni, alla prima esperienza in nazionale, si è trasformato in maglia azzurra. Contro la Croazia, dopo aver battuto in rimonta Marin Cilic e allungato così al doppio decisivo il quarto di finale al Pala Alpitour di Torino, ha esultato con il pugno sul petto. O meglio, sul tricolore cucito sulla maglia.

 

In singolare, il suo rendimento in questa edizione della Coppa Davis è esemplare. Ha dominato 6-2 6-0 John Isner, che non aveva mai perso di quattro game nel circuito ATP. Ha sconfitto il colombiano Galan prendendo il largo dopo un primo set con qualche timore.

Infine, contro un ex campione Slam come Cilic capace per un set e mezzo di giocare da Top 10, in una versione vicina a quella degli anni migliori, non si è demoralizzato o lasciato trascinare dall'ansia. Anzi, ha portato dalla sua i tifosi che hanno sfidato a suon di cori un colorato gruppetto di croati arrivati con bandiere e trombe, che ripetono ossessivamente lo stesso jingle ad ogni punto del loro numero 1.

 

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Gradualmente ha cambiato la partita. Ha aumentato le insicurezze di Cilic che ha perso il controllo dei colpi, con tanti errori dalla parte sinistra, e aumentato i palleggi prima del servizio, intervallati anche da un accenno di “gambeta” da tanguero.

Nemmeno quando il croato ha servito per il match sul 6-3 5-4, Sinner ha superato il confine che separa la ricerca della velocità dalla fretta. Il croato, calato al servizio, ha subito il controbreak. Il tiebreak di Sinner è da manuale. Il terzo set, poi, è il manifesto di un giocatore maturo che difficilmente sbaglia la scelta nel momento che può spostare gli equilibri. Ha capito, anche attraverso le sconfitte di quest'anno, a costruire con più razionalità le trame d'attacco, a scegliere il momento dell'affondo con meno precipitazione.

Si vede, poi, che prova gusto su un palcoscenico come la Coppa Davis. La sua presenza scenica oggi è più consapevole e per certi versi più completa. Abituato alla sottrazione dell'emozione, per non dare segnali agli avversari, sta gradualmente aggiungendo il pubblico alla formula della sua prestazione ideale. Ne assorbe l'energia, ne insegue l'esultanza. Tiene di fisico, di cuore e di testa mentre l'avversario più esperto, con un migliaio di partite giocate e uno Slam in bacheca, deraglia.

Come contro la Colombia, gioca anche il doppio insieme a Fabio Fognini. Contro Cabal Farah, a risultato già acquisito e primo posto nel girone già certificato per gli azzurri, era stato un test superato al di là della sconfitta. Stavolta, contro i numeri 1 del 2021 Mektic e Pavic, Sinner appare il più brillante. Ma non basta a completare l'impresa. “La Davis è diversa. Sono contento di fare parte di questo gruppo. Questa notte è stata più importante di un torneo individuale, anche se abbiamo perso” ha detto Sinner, con il lutto al braccio come il resto della squadra per la morte del professor Pier Francesco Parra, per anni cardine della nazionale azzurra di Coppa Davis.

“La Davis dà una sensazione particolare perché giochi per tutto il team, provi emozioni diverse. C'è più responsabilità e questo ti fa crescere. Il doppio lo devo ancora imparare, ma ho cercato di apprendere da Fabio, che ha tanta esperienza, come anche Simone. Mi ha fatto piacere stare nel team con loro, con tutti i compagni e con il capitano. Qui vinciamo come squadra e perdiamo come squadra”. Una squadra che ha fatto scoprire un Sinner 2.0 pronto a prendersi il centro della scena anche in azzurro.

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