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Alcaraz, l'arma in più della Spagna: "Proverò a divertirmi"

L'iberico, all'esordio nella competizione, punta a ripercorrere il cammino del suo illustre connazionale Rafael Nadal. Ma i suoi ricordi in Davis sono legati a un match di David Ferrer visto dal vivo a Valencia. "Sognavo la Nazionale - ha detto - fin da quando ero bambino"

25 novembre 2021

Carlos Alcaraz è già stato uno dei grandi protagonisti del finale di stagione, in particolare con il titolo delle Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals, conquistato a Milano. Ma adesso il 18enne di El Palmar è chiamato a una prova di maturità ancora più complessa.

A Madrid, nel girone di casa delle Finals di Davis, l'allievo di Juan Carlos Ferrero non giocherà soltanto per se stesso, bensì per il suo Paese. E dal suo rendimento in questo weekend si potrà capire qualcosa in più sulle sue qualità, non tanto su quelle tecniche, quanto su quelle caratteriali. 

“Non ho ancora realizzato pienamente – ha spiegato lo spagnolo in un'intervista concessa agli organizzatori – di poter essere parte della Nazionale. Quando il capitano me lo ha detto, ho faticato a credere che fosse tutto reale. È un sogno che si realizza, un sogno che avevo sin da quando ero bambino”.

Qual è il suo primo ricordo della Davis?

“Ne ho viste alcune importanti anche prima, ma la partita che mi ha segnato e mi è rimasta impressa è quella contro la Germania, in particolare il singolare tra David Ferrer e Philipp Kohlschreiber alla Plaza de Toros di Valencia (era il 2018, ndr)”.

Da quel giorno, ha immaginato di poter essere protagonista di uno spettacolo come quello?

“Ci ho creduto, sì. Da quando sono entrato nell'ambiente e ho capito di poter fare il professionista, entrare in Nazionale è diventato un mio obiettivo. Ho immaginato che un giorno sarei potuto essere parte del gruppo, ma non sapevo quando questo sarebbe accaduto”.

Si immaginava di poter raggiungere questo obiettivo così rapidamente?

“Per nulla. La verità è che quest'anno è accaduto tutto molto in fretta. Non mi aspettavo nemmeno tutti i risultati che sono arrivati nel circuito, invece sono maturato alla svelta e adesso mi trovo in una posizione che non avrei mai pensato di raggiungere dodici mesi fa”.

Il futuro di Alcaraz è… adesso, e parte da Milano

Molti giocatori hanno spiegato che la Davis è stata un'occasione importante per crescere. 

“Sono convinto che sarà così. Ho la fortuna di far parte di un gruppo di giocatori molto esperti e con una grande carriera alle spalle, compreso il capitano Sergi Bruguera. Spero di poter imparare tanto da ognuno di loro, dentro e fuori dal campo”.

La Spagna avrà di fronte il team russo e quello dell'Ecuador. Che girone sarà?

“Molto duro, perché solo una delle tre avrà la certezza di andare ai quarti. La Russia in particolare conta su una squadra fortissima, ma ho molta fiducia nelle possibilità della Spagna e credo che alla fine dimostreremo il nostro valore: daremo vita a una grande Davis”. 

Juan Carlos Ferrero ha avuto modo di parlarle delle sue esperienze passate in Davis?

“Sì, ne abbiamo parlato, ed è questa una delle ragioni che mi hanno spinto ad avere ancora più voglia di far parte del gruppo. Lo ascoltavo e mi dicevo: 'ok, adesso devo farcela per forza'. Morivo dalla voglia di vivere quelle emozioni”.

Le ha dato qualche consiglio in particolare?

“Sì, in particolare mi ha detto di entrare in campo e divertirmi, senza pensare ad altro. So che è difficile, perché è vero che il pubblico sarà dalla mia parte, ma si sa che in queste occasioni i nervi possono giocare brutti scherzi. Mi ha consigliato di togliermi pressione, se posso. E di entrare tranquillo”.

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