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Eventi internazionali

Bye bye 2022, settembre - Serena saluta, regina Swiatek domina anche agli Us Open

Sono 5 le azzurre al via negli Us Open ma solo Giorgi supera un turno. Passo falso di Halep: anche Raducanu, Venus Williams e Osaka fuori all’esordio. Anche Sakkari e Fernandez deludono mentre Garcia raggiunge la sua prima semifinale Slam. Krejcikova/Siniakova firmano il “Career Grand Slam”. A Portorose Siniakova torna al successo in singolare: a Chennai esplode Fruhvirtova. Samsonova firma pure Tokyo: Alexandrova sorride a Seoul

di | 26 dicembre 2022

La volée di diritto di Jasmine Paolini (foto Getty Images)

Sono cinque le azzurre nel tabellone principale degli US Open, quarto ed ultimo Slam del 2022 (montepremi 60.000.000 dollari, nuovo record) che si disputa sui campi in cemento dell’USTA Billie Jean King National Tennis Center di Flushing Meadows, New York. Brutta sconfitta per Martina Trevisan, pur con le attenuanti di una condizione fisica abbastanza approssimativa: la 28enne di Firenze, n.27 WTA e 27esima testa di serie, perde 75 61 contro la russa Rodina, senza classifica e in gara con il ranking protetto (non giocava un match ufficiale da Eastbourne 2019, oltre tre anni fa). La mancina toscana inizia benino, poi va via via spegnendosi, si innervosisce (rimedia un “warning” per “verbal abuse”) e si ritrovata pure con ben cinque chiamate per fallo di piede.

Nulla da fare anche per Lucia Bronzetti: la 23enne riminese di Villa Verucchio, n.59 del ranking (“best”), all’esordio assoluto nel Major a stelle e strisce, è costretta al ritiro sul punteggio di 46 76(3) 5-4 in favore della sua avversaria, la statunitense Davis, n.105 WTA (ma top trenta nel 2017). Sempre più stanca, nel decimo gioco del set decisivo inizia a zoppicare anche con la gamba destra e poi su un recupero cade a terra vittima di crampi alla gamba sinistra, e sul 30 pari, dopo un altro consulto con medico e trainer, tra le lacrime decide di ritirarsi. Dopo tre vittorie convincenti nelle qualificazioni termina all’esordio nel main draw l’avventura di Elisabetta Cocciaretto: la 21enne di Fermo, n.99 del ranking (“best”), promossa nel suo primo tabellone principale nel Major a stelle e strisce, cede 62 64 alla bielorussa Sasnovich, n.32 WTA.

JASMINE STOPPATA DA REGINA IGA
Nella vita ci vuole anche un pizzico di fortuna. E beccare la regina mondiale all’esordio in un Major vuol proprio dire che la dea bendata al momento del sorteggio era in tutt’altre faccende affaccendata. Almeno in ottica tricolore. Così Paolini esce subito di scena: la 26enne di Castelnuovo di Garfagnana, n.56 WTA, perde 63 60 con la polacca Swiatek, n.1 del ranking e del seeding. Punteggio sicuramente troppo severo per l’azzurra che da fondo dimostra di tenere testa alla sua più quotata avversaria in termini di potenza e profondità (gli scambi più lunghi li vince lei) ma la 21enne di Varsavia sembra proprio non fare alcuna fatica a giocare a tennis. Ingiocabile fino al Roland Garros compreso con sei titoli: poi nel dopo Parigi molto più umana con dieci match giocati e soltanto sei vittorie (una sola volta nei quarti, a casa sua a Varsavia), Swiatek incamera il 51esimo successo (BJK Cup compresa) in un 2022 dove tra Doha e Wimbledon è capace di vincere 37 match di fila. 

Camila Giorgi (foto Getty Images)

SOLO CAMILA SUPERA UN TURNO
Non c’è nulla di peggio della paura di vincere, quella che troppe volte in questa stagione le ha fatto perdere partite assurde. Sembra un match d’esordio ideale ma Giorgi riesce comunque a complicarselo prima di aggiudicarsi dieci degli ultimi undici game e staccare il pass per il secondo turno. La 30enne di Macerata, n.67 WTA, batte in rimonta l’ungherese Bondar, n.55 WTA, ma al secondo turno va a sbattere contro la statunitense Keys, n.20 del ranking e del seeding, finalista a New York nel 2017 (fermata da Stephens).

Camila ama la velocità, far correre a tutta la palla cercando accelerazioni imprendibili: questo stile gioco senza compromessi e potenzialmente molto spettacolare è ancor più difficile da mettere in pratica con successo quando al di là della rete trovi un'avversaria che gioca allo stesso modo ma commette meno errori, è dotata di maggior potenza ed è sostenuta da un servizio più incisivo, arma letale quando la pressione nelle fasi “calde” di un match sale al massimo. 

L’esatto identikit di Madison che s’impone al super tie-break del terzo set: una sconfitta amara per come è arrivata, visto che la marchigiana, brava nel rimontare il primo set e imporre la sua velocità in campo e aggressività nel terzo, portandosi avanti 5-2 e al servizio per chiudere sul 5-3. Qua ha avverte la tensione, ma è giusto dare merito anche a Keys per come sfrutta il momento giocando il miglior tennis di tutta la sua partita.   

Tutta la delusione di Simona Halep (foto Getty Images)

HALEP, CHE TONFO!
Era passata talmente inosservata l’ucraina Snigur, che solo quando elimina l’ex n.1 del mondo Halep al primo turno degli Us Open si scopre che nella sua scheda nel sito ufficiale della WTA non compaiono notizie biografiche: non c’è neppure scritto dove e quando è nata. Eppure la 20enne Daria, nata a Kiev, è n.124 del ranking ed è capace di superare le qualificazioni prima di estromettere una delle favorite del torneo con una grande prestazione e un punteggio da ottovolante 62 06 64. Nel suo curriculum c’è addirittura la vittoria al torneo junior di Wimbledon 2019 quando superò la statunitense Noel e il n.2 della classifica under 18 raggiunto nonostante uno stile non propriamente ortodosso ma efficace. La verità è che nessuno si aspettava che Simona, che si era aggiudicata 20 degli ultimi 23 incontri e il titolo a Toronto e che sembrava rinata da quando si era messa a lavorare con coach Mouratoglou, potesse finire ko così. Quella con la rumena è solo la terza partita di Snigur nel circuito maggiore, ed è anche la sua prima vittoria in assoluto.

 

La stretta di mano tra Emma Raducanu ed Alize Cornet (foto Getty Images)

RADUCANU SUBITO OUT
Non ci sarà un’altra corsa da sogno per Emma Raducanu agli Us Open. A un anno di distanza dalle due settimane più spettacolari della sua giovane carriera la britannica campionessa in carica, n.11 WTA e decima testa di serie, è battuta all’esordio 63 63 dall’esperta francese Cornet, n.40 del ranking. È la prima sconfitta di Emma su otto partite giocate nel tabellone principale dello Slam statunitense. Il pubblico del “Louis Armstrong Stadium” è quasi tutto per la giovane star, che proprio a New York nel 2021 si era presa il centro del palcoscenico: lo è al punto che, nella sua intervista post-partita, Cornet si sente in dovere di scusarsi con gli appassionati in tribuna per aver sconfitto la loro beniamina. Alize a Flushing Meadows gioca il suo 63esimo Slam consecutivo, striscia iniziata agli Australian Open del 2007: è un record assoluto quello della 32enne di Nizza, che ritocca quello precedente, 62 Major di fila, che apparteneva alla giapponese Sugiyama. 

Venus Williams (foto Getty Images)

ANCHE VENUS SALUTA ALL’ESORDIO
Quando Venus Williams a 16 anni ha debuttato in uno Slam, il Roland Garros 1997, ben 58 delle giocatrici presenti in tabellone a Flushing Meadow quest’anno non erano nemmeno nate. Tra queste anche Alison Van Uytvanck, n.43 WTA, 360esima avversaria della 42enne Venus, scesa al n.1504 del ranking, che in carriera vanta 271 vittorie negli Slam e 49 trofei WTA. La belga elimina 61 76(5) al primo turno la maggiore delle sorelle Williams alla sua 91ma presenza in un Major in singolare.

Il look total black di Serena Williams per l'ultima uscita (foto Getty Images)

SAVE THE LAST DANCE
Lo stadio di tennis più grande del mondo è tutto per lei: i 23.700 spettatori dell’Arthur Ashe Stadium nella prima sessione serale degli US Open 2022 hanno occhi solo per Serena Williams. E la 23 volte campionessa Slam, n.605 WTA, non tradisce. Il suo ultimo torneo da professionista inizia con una vittoria sulla montenegrina Kovinic, n.80 del ranking, davanti a tutta la famiglia Williams (ma papà Richard non c’è), a Mike Tyson e Bill Clinton, pescati dalle telecamere sulle tribune. La statunitense dimostra di non essere ancora pronta per la prossima evoluzione: al secondo turno davanti a 29.959 spettatori - nuovo record per una sessione serale - sorprende 76(4) 26 62 l’estone Kontaveit, n.2 del ranking e del seeding, completando il suo match n.1.013 in carriera, festeggiando il successo numero 108 a Flushing Meadows.

"E' stato il viaggio più incredibile della mia vita": una Serena commossa descrive così la sua carriera, che terminata dopo l’incontro numero 1.014. A poche settimane dal 41esimo compleanno, gioca l’ultimo match nello stadio in cui era salita alla ribalta nel mondo del tennis aggiudicandosi gli US Open del 1999. Williams si ferma contro l’australiana Tomljanovic, n.46 WTA, che s’impone 75 67(4) 61. “Grazie papà, so che mi stai guardando, grazie, mamma. Mio Dio, grazie a tutti quelli che sono stati con me durante questo viaggio incredibile, durato anni, decenni... - dice ancora la minore delle Williams sisters -. Queste sono lacrime di gioia. Non sarei stata la Serena che sono stata, senza Venus, mia sorella: è la sola ragione se adesso io sono qui. E poi grazie a mio marito, a mia figlia Olympia, a tutti coloro che sono nel mio box. Sono tanto riconoscente a tutti loro, sono grata di aver potuto vivere questo viaggio così divertente e meraviglioso”.

Serena lascia il tennis dopo aver vinto 73 trofei: è la quinta giocatrice più titolata nella storia della WTA. E’ stata numero uno per 319 settimane in otto periodi diversi tra il 2002 e il 2017. Per due volte ha vinto i quattro Major (Australian Open, Roland Garros, Wimbledon, US Open) di fila ma non nella stessa stagione: ci è riuscita tra il 2002 e il 2003 e tra il 2014 e il 2015. Chiude la carriera con un bilancio di 858 vittorie e 156 sconfitte. Ha vinto quattro ori olimpici e guadagnato oltre 94 milioni di dollari di montepremi, il più alto di sempre per una tennista. Ma la sua storia ha un significato che va ben al di là del tennis, come dimostrano gli omaggi sui social della ex First Lady USA Michelle Obama o di Oprah Winfrey, una delle donne più potenti del mondo.

Danielle Collins elimina Naomi Osaka agli Us Open 2022 (foto Getty Images)

COLLINS ELIMINA OSAKA
Era uno dei primi turni più caldi: Naomi Osaka, ex number one, quattro Slam all’attivo, contro Danielle Collins, finalista quest’anno agli Australian Open. Poco importa che la nipponica non sia da tempo brillante come quando ha conquistato il suo ultimo Major (Australian Open 2021) e sia scivolata al n.44 WTA: Naomi resta l’atleta donna più pagata del pianeta (secondo “Forbes” oltre 56 milioni di dollari lo scorso anno), battuta tra i tennisti solo da Federer. La 28enne di St.Petersburg, n.19 del ranking e del seeding, l’aveva incontrata tre volte e ne era sempre uscita battuta ma in una New York piovosa e ventosa è lei ad imporsi 76(5) 63. “Quando perdi contro qualcuno tre volte, almeno impari a conoscerlo e capisci cosa puoi fare meglio la volta successiva”, spiega la statunitense, laureata in “business & media” alla Virginia University, che pure deve rimediare all’handicap di aver commesso ben nove doppi falli.

"Coco" Gauff al servizio (foto Getty Images)

SAKKARI E FERNANDEZ DELUDONO
Al secondo turno salutano Maria Sakkari e Leylah Fernandez. La greca, n.3 del ranking e del seeding, dopo aver battuto all’esordio la tedesca Maria, n.85 WTA, alla quale pure concede un set, perde 36 75 75 con la cinese Xiyu Wang, n.75 WTA. La canadese, n.14 del ranking e del seeding, finalista a Nrew York nel 2021 a soli 19 anni, dopo aver regolato in due set la francese Dodin, n.98 WTA, cede 63 76(3) alla russa Liudmila Samsonova, n.35 WTA.

CONTINUA IL “MAGIC MOMENT” DI CAROLINE
"Adesso la strada è molto chiara e cerco di seguirla": Garcia racconta così il cambio di passo che l’ha portata a vincere 13 partite di fila e a raggiungere per la prima volta una semifinale Slam. A New York, nel suo primo quarto di finale in un Major dal 2017, Caroline, n.17 WTA e 17esima testa di serie, non dà scampo a Gauff, n.12 del ranking e del seeding, battuta 63 64. 

Il carateristico modo di esultare di Caroline Garcia (foto Getty Images)

Con un tennis sempre aggressivo, dall’inizio del torneo la francese ha ottenuto un quarto dei suoi punti grazie a vincenti (140 su 571): nessuna giocatrice in questo Us Open ha fatto meglio. Qualità emerse in pieno anche contro la statunitense, sesta top 20 battuta quest’anno dalla 28enne di Saint-Germain-en-Laye: nelle tre precedenti tre stagioni, prese tutte insieme, aveva vinto appena quattro volte contro una delle prime 20 nel ranking WTA.

 

Garcia, a cui Andy Murray pronosticò un futuro da numero uno quando la vide mettere in difficoltà Sharapova al Roland Garros 2011, sogna di diventare la prima francese in finale a New York dal 2005 (Pierce). Ma per riuscirci deve battere la tunisina Jabeur, n.5 del ranking e del seeding, che sta vivendo anche lei la sua stagione migliore. Non basta infatti la Tomljanovic, n.46 WTA, più brillante ed elegante a contenere il tennis sempre più creativo ed esplosivo di Ons, decisa a confermare anche a New York lo straordinario 2022 che l’ha lanciata ai vertici del tennis mondiale. Jabeur s’impone sull’australiana di origini croate per 64 76(4) e diventa la prima tennista africana al penultimo atto a New York.

La gioia di Aryna Sabalenka (foto Getty Images)

ARYNA SI CONFERMA
strong>Sabalenka torna per il secondo anno consecutivo in semifinale a New York. E’ la sola giocatrice che sia riuscita a spingersi fra le migliori quattro a Flushing Meadows nelle ultime due edizioni del torneo. La bielorussa, n.6 WTA e sesta testa di serie, elimina nei quarti l’ex numero uno del mondo Karolina Pliskova (61 76 lo score). Nel primo set non c’è storia: sull’Arthur Ashe Stadium Aryna parte come se volesse cancellare la sconfitta in tre set incassata nella semifinale di Wimbledon 2021, loro ultimo confronto Slam. E poi non cede alla distanza.

Iga Swiatek esulta (foto Getty Images)

SWIATEK IN FINALE
La numero uno del mondo aveva sconfitto Sabalenka già tre volte quest’anno: arriva a trovarsi sotto 2-4 nel set decisivo ma con quattro giochi consecutivi conquista la prima finale agli Us Open per una giocatrice polacca (36 61 64 lo score). Lo scorso febbraio il successo a Doha proprio sulla bielorussa aveva lanciato la sua striscia di 37 vittorie di fila. Affrontare le giocatrici dal tennis tutto di forza, capaci di aprirsi il campo e depotenziare il suo rovescio, ad Iga non piace: a New York per la prima volta Aryna riesce a strapparle un set ed è pure un break avanti nel terzo ma poi la polacca rimette la marcia della leader assoluta del circuito.

Caroline Garcia e Ons Jabeur prima della loro sfida agli Us Open (Foto Getty Images)

JABEUR IN FINALE
Quando mercoledì Ons finalmente incontra a New York il suo idolo Andy Roddick riceve probabilmente in dono qualche ingrediente segreto del fantastico servizio che permise allo statunitense di vincere gli Us Open e diventare n.1 del mondo all’inizio del millennio. Il gioco della tunisina è vario, intelligente sul piano tattico, ma nelle semifinali di Flushing Meadows cancella dal campo la francese Garcia, arrivata al penultimo atto senza perdere un set (sulle ali dell’entusiasmo per il successo a Cincinnati alla vigilia degli Us Open), con una prestazione al servizio senza precedenti per lei (61 63 lo score).

Mai così scintillate, Jabeur chiude il match con 8 ace e ben 21 vincenti: non concede nemmeno una palla break e sfrutta tutte quelle - quattro - che riesce a procurarsi. Una partita praticamente perfetta che la prima giocatrice africana capace di arrivare in finale agli Us Open celebra lasciandosi andare, lunga distesa sul campo, dopo la stretta di mano con Caroline.

Una stagione da record quella di Ons: 44 match vinti (solo Swiatek fa meglio), due titoli (Madrid e Berlino, diventando alla Caja Magica la prima giocatrice africana a trionfare in un “1000”) ed altre tre finali raggiunte (Charleston, Internazionali d’Italia e Wimbledon, quest’ultima la prima di sempre per una tennista araba). Garcia da parte sua si consola con il ritorno in top ten.

Iga Swiatek con il trofeo degli Us Open (foto Getty Images)

LACRIME DA REGINA
Le lacrime di gioia di Swiatek dopo il match-point trasformato sull’Arthur Ashe Stadium sono l’immagine più bella e potente della finale degli US Open 2022. Mostrano il cuore e la fragilità di una ragazza che in campo può apparire fredda, agonisticamente feroce, ma che dentro cova forti emozioni e insicurezze. Una tennista che ha dominato la prima parte della stagione e che a New York vince il terzo Slam in carriera con pieno merito, superando 62 76(5) la tunisina Jabeur al termine di una prestazione a tratti incontenibile per qualità e intensità.

Una vittoria meritata, costruita con un inizio di partita eccezionale nel quale impone il suo tennis consistente di pressione con qualità e ritmo a tratti impressionanti. Ons solo da metà del secondo set riesce ad incidere in risposta, a rientrare in un match che pareva perso e a mettere in difficoltà Iga, ma non riesce a sfruttare tre palle break sul 4-4, approfittando dell'unico momento di calo della polacca.

Swiatek mostra una condizione psicofisica notevole giocando con grande lucidità e intensità, spingendo tanto ma senza prendere troppi rischi: un tennis solido e continuo, che permette alla polacca di comandare lo scambio facendo correre l’avversaria e prendendola spesso in contropiede. Jabeur da parte sua non riesce a “tenere ferma” Iga, non ha il tempo per tessere le trame del suo tennis tattico, per lavorare la palla col rovescio in back e alzare la parabola col diritto.

Per Swiatek - prima tennista polacca capace di vincere lo Slam a stelle e strisce, nona giocatrice nell’Era Open a conquistare tre Major prima di compiere 22 anni, in compagnia di leggende come Serena Williams, Seles, Graf ed Evert - quello di New York è il terzo trofeo Slam, il decimo titolo in carriera, mentre la tunisina perde la seconda finale Major consecutiva dopo Wimbledon. Iga e Ons saono prima e seconda sia nel ranking WTA che nella Race stagionale.

Barbora Krejcikova e Katerina Siniakova festeggiano il successo agli Us Open 2022 ed il Careeer Grand Slam (foto Getty Images)

IL CAREER GRAND SLAM DI BARBORA E KATERINA
In meno di cinque anni le ceche Krejcikova e Siniakova completano il “Career Grand Slam in doppio”. A New York completano l’opera battendo 36 75 61 le statunitensi Caty McNally e Taylor Townsend, quest’ultima diventata mamma a marzo 2021, autentiche rivelazioni del torneo (prima degli Us Open avevano giocato una sola partita insieme perdendo al primo turno a Cincinnati). Barbora e Katerina iniziano a giocare il doppio insieme già da junior: nel circuito “pro” vincono il primo Major al Roland Garros 2018. E non si fermano più. Nel 2020 mettono a segno la doppietta Roland Garros-Wimbledon. Il 2021 è un anno indimenticabile: festeggiano l’oro olimpico a Tokyo, trionfano alle WTA Finals di Guadalajara e chiudono la stagione come coppia numero 1 del mondo. Quest’anno hanno vinto tutti i tre Slam giocati (hanno saltato Parigi per la positività al Covid-19 di Krejcikova), arrivando a quota 6 in carriera. Le ultime giocatrici a completare il “Career Grand Slam” erano state Sara Errani e Roberta Vinci nel 2014 (con il primo, storico trionfo azzurro a Wimbledon).

LE FINALS WTA IN TEXAS
Si sono appena spenti i riflettori sul torneo femminile degli Us Open e le grandi protagoniste guardano già avanti. Nella conferenza stampa post-match una Jabeur un po’ delusa dall’essersi fatta sfuggire l’occasione di un primo trionfo Slam (quella di New York è stata però la sua seconda finale nell’anno) fissa già il prossimo obiettivo: le Wta Finals di fine ottobre. “Per me sono come un piccolo Slam”, dichiara la tunisina n.2 del ranking. Proprio nei giorni conclusivi dello Slam newyorkese, infatti, la WTA annuncia che sarà Fort Worth, in Texas, ad ospitare le Finals 2022, dal 31 ottobre al 7 novembre. Il torneo, che vedrà in campo le prime 8 giocatrici e le prime otto coppie di doppio della classifica “Race to the WTA Finals”, si terrà nella “Dickies Arena”, un palazzetto da 14.000 posti inaugurato nel 2019. Si tratta di una sede comunque temporanea, in quanto l’evento è destinato a tornare a Shenzhen, in Cina, una volta superati i problemi dovuti alla pandemia ma non solo. “La posizione dell’associazione che governa il tennis femminile non cambia - dice Steve Simon -: finché non ci saranno un’indagine indipendente sulle dichiarazioni di Peng Shuai e un incontro privato con l’ex giocatrice, la WTA non tornerà in Cina. Nemmeno per giocare le Finals”.

Il rovescio di Jasmine Paolini (foto Facebook WTA Portoroz)

SINIAKOVA “NO LIMITS” A PORTOROZ
Esordio amaro per Martina Trevisan nel “Zavarovalnica Sava Portoroz” (WTA 250 - montepremi 251.750 dollari) sul cemento di Portorozin Slovenia. La 28enne mancina di Firenze, n.27 del ranking e quarta favorita del seeding, raccoglie solo cinque game con la ceca Siniakova, n.82 WTA, reduce dal titolo in doppio agli Us Open (e relativo Career Grand Slam ottenuto in coppia con la connazionale Krejcikova).

Ma Martina è solo la prima “vittima” di Katerina. Anche la campionessa in carica, Jasmine Paolini viene infatti buttata fuori dalla 26enne di Hradec Kralove. La 26enne di Castelnuovo di Garfagnana, n.55 WTA, dopo aver sconfitto all’esordio la 19enne olandese Wurthn.219 del ranking, promossa dalle qualificazioni, ed essersi imposta al secondo turno al tie-break del set decisivo sulla beniamina di casa, la slovena Juvan, n.72 WTA, cede 62 36 75(5) a Siniakova. Tornata poi in campo qualche ora più tardi (il maltempo ha “massacrato” il torneo per l’intera settimana) la ceca batte 61 75 la tedesca Friedsam, n.213 WTA, proveniente dalle qualificazioni. Nell’altra “semi” la kazaka Elena Rybakina, n.25 del ranking e 3 del seeding, campionessa a Wimbledon, liquida 61 61 la rumena Anna Bogdan, n.63 WTA.

Katerina Siniakova a Portorose

E’ un momento d’oro per Katerina: una settimana dopo il successo in doppio agli Us Open (in coppia con Barbora Krejcikova) che le ha permesso di completare il Career Grand Slam, torna a conquistare un titolo dopo cinque anni di digiuno. Nella finale di Portorose Siniakova si impone 67(4) 76(5) 64 su Rybakina al termine di una maratona di oltre tre ore.

Arrivata a condurre 4-2 nel terzo set, Katerina riesce ad ammortizzare la rimonta di Elena che va a servire sul 4-4: la ceca piazza un altro break e pochi minuti dopo si nasconde il viso tra le mani per la gioia. La vittoria, la terza in carriera dopo Shenzhen e Bastad 2017, le permette di tornare in un sol colpo tra le prime 50 giocatrici del ranking, risalendo al n.49. Continua invece il momento grigio per la kazaka che dopo i fasti di Wimbledon non solo non è riuscita a ripetersi ma ha infilato una serie di sconfitte preoccupanti.

Linda Fruhvirtova con il trofeo di Chennai

A CHENNAI ESPLODE FRUHVIRTOVA
Ci sono momenti che sembrano segnati dal destino: quando Fruhvirtova, n.130 del ranking, si trova sotto 1-4 nel set decisivo contro la polacca Linette, n.67 WTA e terza testa di serie, e comincia la rimonta si percepisce che qualcosa sospinge questa ragazzina di Praga verso il suo primo momento di gloria, il titolo nel “Chennai Open” (WTA 250 - montepremi 251.750 dollari) sul cemento della metropoli dell’India orientale. Ha solo 17 anni Linda ma già frequenta il circuito maggiore e tutti hanno capito che ha tutto quello che le serve per diventare una grande protagonista: mostrando le potenzialità del suo servizio, spingendo con intelligenza i fondamentali da fondocampo recupera fino al 4-4 e poi chiude 46 63 64. L’attimo in cui si lascia andare sul campo per festeggiare questo suo primo trionfo nel circuito professionistico segna anche un clamoroso salto in classifica che la fa passare dal n.130 al n.74 del ranking WTA, davanti persino alla britannica Raducanu, vincitrice degli Us Open 2021 (n.77).

Nel nuovo ranking la “baby” ceca è la più giovane (17 anni e 4 mesi) in top 100 ed una delle sole quattro teen-ager presenti (le altre sono Gauff, 18 anni e 5 mesi, n.8; Raducanu, 19 anni 8 mesi, n.77; Tauson, 19 anni e 7 mesi, n.93). Un talento cristallino quello di Linda, n.2 junior a dicembre 2021 (quando aveva solo 16 anni), che si allena all’Accademia di Patrick Mouratoglou insieme alla sorellina Brenda 15 anni, talentuosa e precoce almeno quanto lei (nella stessa settimana la minore delle sorelle Fruhvirtova conquista in Italia, a Santa Margherita di Pula, il suo settimo titolo ITF da 25.000 dollari dell’anno) visto che è la più giovane top 200 (è n.195) e che non perde una partita da marzo.

La grinta di Sara Errani

ERRANI DA RECORD
Il quarto di finale del WTA 125 di Bucarest è un successo storico per Sara, n.115 del ranking, che grazie al 63 16 64 sulla spagnola Masarova, n.199 WTA, raggiunge le 615 vittorie in carriera superando Francesca Schiavone (614) e diventando l’azzurra con più partite vinte in singolare. Errani, che poi perderà in semifinale contro la rumena Begu, n.41 WTA, nella sua terza semifinale in un WTA 125k in stagione, in carriera ha conquistato 11 titoli in singolare nel tour maggiore. 

SAMSONOVA FIRMA PURE TOKYO
Naomi Osaka, n.48 del ranking, è la giocatrice più attesa al “Toray Pan Pacific Open” (WTA 500 - montepremi 757.900 dollari) tornato in calendario dopo tre anni, quattro sul cemento della capitale del Giappone. Ma la vincitrice dell’ultima edizione, datata 2019 e organizzata in via eccezionale a Osaka, la sua città natale, dà forfait prima dell’ottavo di finale contro la brasiliana Haddad Maia, n.16 WTA, a causa di dolori addominali. "Mi dispiace molto di non poter competere - ha spiega -. E' un onore avere la possibilità di giocare di fronte agli straordinari tifosi giapponesi. Questo sarà sempre un torneo speciale per me, avrei voluto poter disputare il match ma il mio corpo non me lo permette. Grazie per tutto il vostro sostegno, ci vediamo l'anno prossimo". Eppure alla vigilia del torneo Osaka diceva di sentirsi bene, di nuovo in buona condizione dopo una stagione segnata dagli infortuni. Ma dopo aver eliminato Saville-Gavrilova, ritiratasi al primo turno per un problema al ginocchio dopo un game soltanto, Naomi alza ancora bandiera bianca.

Haddad Maia raggiunge così senza giocare i quarti di finale per la quinta volta in stagione, la seconda in un torneo di categoria superiore ai WTA 250: la brasiliana, però, va a sbattere contro la russa Kudermetova, numero 13 WTA e quarta testa di serie. Veronika, nona nella Race, però si fa sorprendere in semifinale dalla cinese Zheng Qinwen, n.36 del ranking, protagonista della prima favorita del seeding, la spagnola Badosa, n.4 WTA, che si impone al tie-break del set decisivo. Nella semifinale della parte bassa l’altra russa Samsonova, n.30 del ranking, si sbarazza in due set dell’altra cinese Zhang Shuai, n.28 WTA.  

Ljudmila non si ferma più: ha disputato quattro tornei nell'ultimo mese e mezzo e ne ha vinti tre, Cleveland, Washington e Tokyo. Nella finale del “500” giapponese Samsonova supera 75 75 la teen-ager cinese Zheng Qinwen, n.36 WTA (la prima rappresentante del suo Paese così giovane in una finale WTA e la prima in top 30). La sconfitta contro Tomljanovic negli ottavi degli US Open è l’unica che ha incassato “Ljuda” nelle ultime 19 partite giocate (e ben 16 di queste 18 vittorie sono maturate in due set…). Quello di Tokyo è il quarto titolo in carriera per Samsonova, il secondo in stagione senza perdere un set. Andrà ad occupare la poltrona n.23 del ranking.

Ekaterina Alexandrova

ALEXANDROVA SORRIDE A SEOUL
Grazie al successo sulla polacca Linette, n.51 del ranking, Raducanu torna in semifinale in un torneo WTA: non ci era più riuscita dal trionfo agli US Open del 2021, rimasto un successo folgorante quanto isolato per ora nella sua carriera. Quando si avvia alla conclusione la sua prima stagione completa nel tour, aspetto da non sottovalutare, la britannica, n.77 del ranking e 6 del seeding, festeggia l’ingresso al penultimo atto nell’”Hana Bank Korea Open” (WTA 250 - montepremi 251.70 dollari) sul cemento di Seoul. Contro la lettone Ostapenko, n.19 del ranking e prima testa di serie, però, Emma si ritira sul 3-0 nel set decisivo per la sua avversaria.

Il trofeo finisce nella bacheca della russa Alexandrova, n.24 WTA e seconda testa di serie, che vince il suo terzo titolo in carriera dopo Shenzhen 2020 e s’-Hertogenbosch 2022. Nella sfida decisiva Ekaterina supera 76(4) 60 Ostapenko, menomata nel finale di partita da un problema al piede destro.

BJK CUP, IL CALENDARIO DELLE AZZURRE

Definito il calendario degli incontri delle Finals di Billie Jean King Cup: la manifestazione, che quest’anno grazie al nuovo sponsor Gainbridge (una compagnia assicurativa che fa parte del Group 1001, società statunitense di servizi finanziari particolarmente attenta ai temi dell'inclusione e dell'uguaglianza) distribuirà premi pari rispetto alla Davis, è in programma a Glasgow dall’8 al 13 novembre. E’ la quarta volta che la Gran Bretagna ospita le finali della più importante competizione a squadre femminile. Lanciata nel 1963 come Federation Cup, fu disputata per la prima volta al Queen’s Cub di Londra, con la stessa Billie Jean King in campo a difendere i colori degli Stati Uniti, vincitori del titolo: si è poi tenuta a Eastbourne nel 1977 e a Nottingham nel 1991. L’Italia, inserita nel girone A, giocherà il 9 novembre contro la Svizzera e il 10 contro il Canada. Entrambe le sfide inizieranno alle ore 11 italiane.

L'Italia (foto Daniel Kopatsch - Billie Jean King Cup website)

NIENTE BJK CUP FINALS PER SWIATEK
Iga annuncia che non giocherà le Billie Jean Cup Finals, le fasi finali della ex Fed Cup in programma a Glasgow dall’8 al 13 novembre. La principale manifestazione a squadre del tennis femminile ha un problema legato al calendario che la numero uno Swiatek mette in evidenza: l’evento, sotto l’egida della International Tenni Federation, inizia infatti il giorno dopo la conclusione delle WTA Finals di Fort Worth, in Texas. Dall’altra parte del mondo….

Iga Swiatek (foto Getty Images)

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