Nishioka torna al successo a Seoul: Djokovic “simply the best” a Tel Aviv. Sofia è amara per Sinner, dolce per Huesler. Astana: Nardi si presenta, Alcaraz stecca, Djokovic vince. Fritz si prende Tokyo: Rublev fa poker a Gijon. Seppi dice basta. Felix il canadese infila un trittico da paura: Firenze, Anversa e Basilea. Rune mostra gli artigli a Stoccolma mentre a Vienna si rivede Medvedev
di Tiziana Tricarico | 27 dicembre 2022
Fabio Fognini, n.57 ATP, si ferma subito al “Sofia Open” (ATP 250 - montepremi 534.555) sul veloce indoor dell’Armeec Arena della capitale della Bulgaria, battuto in due set lottatissimi dall’australiano Vukic, n.144 del ranking: il ligure paga la minore resa al servizio, i sei set point non sfruttati nel tie-break del primo set e i due doppi falli consecutivi, ottavo e nono del match, negli ultimi due punti della partita. Tutto facile, invece, al debutto per Lorenzo Sonego, n.45 ATP, che supera in due set lo spagnolo Zapata Miralles, n.78 del ranking, infilando la sesta vittoria consecutiva senza cedere un set. Con una rimonta micidiale il danese Rune, n.31 ATP e quinto favorito del seeding, si impone in rimonta su “Sonny” al secondo turno.
Entra in gara direttamente al secondo turno Lorenzo Musetti, n.30 del ranking e 4 del seeding, e fa più fatica del previsto a sbarazzarsi del bulgaro Lazarov, n.334 ATP, in gara con una wild card. Il 20enne di Carrara supera in due set anche il tedesco Struff, n.133 del ranking (ma ex n.29), disinnescando con la risposta l’arma migliore del suo avversario mentre la maggiore varietà del suo tennis fa il resto. Con l’ingresso in semifinale - la quinta in carriera, la seconda in questo 2022 dopo quella nel “500” di Amburgo (quando poi ha vinto il titolo), la prima sul veloce indoor - “Muso” si garantisce la partecipazione alle Intesa Sanpaolo Nexg Gen Finals di Milano e soprattutto un nuovo “best ranking”. E si sbilancia: “Sarebbe bella una finale tutta italiana…”.
A SOFIA LA “PRIMA” DI HUESLER
Il riferimento è a Jannik Sinner: si allunga ancora infatti l’imbattibilità del 21enne di Sesto Pusteria a Sofia. L’altoatesino, n.10 ATP e prima testa di serie, nonché bi-campione in carica, entra in gara direttamente al secondo turno battendo in due set il portoghese Borges, n.93 ATP: quindi nei quarti liquida l’australiano Vukic, n.144 ATP (“giustiziere” all’esordio di Fognini) approdando per la terza volta in semifinale e portando ad undici match consecutivi la sua imbattibilità a Sofia. La “previsione” di Musetti, però, finisce qui. Innanzitutto perché lo stesso Lorenzo cede in “semi” in due set, seppure lottati al mancino svizzero Marc-Andrea Huesler, n.95 del ranking, rivelazione del torneo. E poi perché Jannik lascia il campo anzi tempo contro Rune per un infortunio alla caviglia destra rimediato a causa di una caduta a metà del terzo set. Un vecchio, ineguagliabile svizzero che dice addio (Federer): un nuovo e semi-sconosciuto che bussa alla porta del grande tennis. A Sofia Huesler conquista il suo primo titolo battendo in finale 64 76(8) il danese Rune: grazie al successo nella sua prima finale sale al n.64 ATP (“best”).
NISHIOKA D’ORIENTE
Completa una settimana da sogno Yoshihito Nishioka: quattro anni dopo il suo primo successo, sempre in Estremo Oriente, il 27enne di Mie, torna a vincere un titolo ATP. Accade a Seoul, in Corea del Sud, dove il giapponese si aggiudica l’”Eukene Korea Open Tennis” (ATP 250 - montepremi 1.117.930 dollari) sul cemento del Seoul Olympic Park Tennis Center, e grazie a questo risultato sale al n.41 ATP, nuovo “best ranking”. In una finale tra mancini - la quarta in stagione dopo Cordoba, Acapulco e Lione - Nishioka, n.56 ATP, si impone 64 76(5) sul canadese Denis Shapovalov, n.24 del ranking e quarto favorito del seeding. C’era un solo precedente tra i due, vinto dal nipponico salvando due match-point negli ottavi di Shenzen nel 2018 quando poi Yoshihito avrebbe conquistato il suo primo titolo. Stavolta Nishioka non è dovuto arrivare ad un punto dalla confitta prima di riuscire a vincere, anzi: è stato lui a dare l’impressione di essere sempre in pieno controllo.
TEL AVIV: NOLE, “SIMPLY THE BEST”
Chiude con un ace Nole, mentre dagli altoparlanti risuona “Simply the best” di Tina Turner. Una scelta appropriata Novak Djokovic, n.7 del ranking e primo favorito del seeding, nella finale più “agée” della stagione domina 63 64 Marin Cilic aggiudicandosi il trofeo del “Tel Aviv Watergen Open” (ATP 250 - montepremi 949.475) sul veloce della città israeliana. Il 34enne croato, sconfitto per la 19ma volta in 21 confronti diretti, paga la minore capacità di incidere con la seconda di servizio e si scontra con un avversario efficace con i colpi di inizio gioco. Il 35enne serbo festeggia così l’89esimo titolo in carriera, il primo in stagione sul duro. Nole diventa così il primo giocatore a vincere almeno un torneo su tutte le superfici nel 2022 dopo i successi agli Internazionali d’Italia sulla terra e a Wimbledon sull'erba. Djokovic raggiunge Rublev e Ruud al terzo posto nella classifica dei giocatori con più trofei all’attivo quest’anno: davanti ci sono solo Alcaraz (5) e Nadal (4), in procinto di diventare i primi due spagnoli nelle prime due posizioni del ranking ATP.
DUE SPAGNOLI IN VETTA AL RANKING
Grazie alla sorpresa di Seul, con il norvegese Ruud, n.2 ATP e neo qualificato per le Nitto ATP Finals di Torino, battuto nei quarti dal giapponese Nishioka, nel ranking di lunedì 3 ottobre ci sono due spagnoli nei primi due posti: n.1 Carlos Alcaraz (19 anni), n.2 Rafael Nadal (36 anni). Ed è la prima volta.
AD ASTANA LA “PRIMA” DI NARDI
La prima non si scorda mai. Stiamo parlando della prima vittoria in un main draw del circuito maggiore. Quella che Luca Nardi firma superando l’esordio dell’”Astana Open” (fino al 2019 il nome della capitale kazaka), da quest’anno promosso ATP 500 (1.900.000 dollari di montepremi), sul veloce indoor di Nur-Sultan, in Kazakhsan.
Il 19enne pesarese, n.152 ATP, promosso dalle qualificazioni (dove nel turno decisivo annulla tre match-point al belga Goffin, n.66 ATP), sconfigge 76(4) 62 il russo Shevchenko, n.146 ATP, anche lui qualificato.
E poi…e poi si può superare una “prova del nove” anche perdendo. Perché hai fatto vedere a tutti, a cominciare proprio dal tuo blasonato avversario, di cosa sei capace. Qualcosa già più di un progetto di grandezza. E magari se non ci si mette sul più bello quel risentimento alla gamba chissà….
Esce di scena al secondo turno a testa altissima Nardi, cedendo 76(2) 76(3) al greco Tsitsipas, n.6 del ranking e 3 del seeding. Il marchigiano in tutto il match non concede nemmeno una palla-break. Alla stretta di mano i complimenti di Stefanos che si sincera anche delle condizioni fisiche del Nex Gen marchigiano. Grazie ai punti conquistati ad Astana Luca fa un bel salto in classifica salendo al n.132, “best ranking”.
CARLOS STECCA, NOLE VINCE
Il neo n.1 del mondo Alcaraz si fa sorprendere all’esordio dal belga Goffin, n.66 ATP, ripescato in tabellone come lucky loser (battuto da Nardi al turno decisivo delle “quali” nonostante tre match-point). Djokovic, n.7 del ranking e 4 del seeding, dimostra invece di essere in grande spolvero regolando nei quarti in due set il russo Khachanov, n.18 ATP, semifinalista agli Us Open, raggiungendo la sua sesta semifinale dell’anno su nove tornei disputati.
Il Nole che deve stare a guardare mentre gli altri giocano gli Australian Open e tutti i tornei americani, Us Open compresi, è un lupo sempre affamato di tennis che si fa trovare pronto quando gli aprono le frontiere anche se non è vaccinato contro il Covid.
Masticano amaro i russi ad Astana. Nelle semifinali Tsitsipas, n.5 ATP e terza testa di serie, batte in rimonta Rublev, n.9 Atp e quinta testa di serie: Djokovic supera Medvedev, n.4 del ranking e 2 del seeding ma Daniil, che aveva vinto il primo set 6-4, si ritira subito dopo aver perso il secondo al tie-break per 8 punti a 6.
Ed in finale Nole fa 90. Tanti i trofei nella bacheca dell’ex numero uno del mondo che agli avversari fa sempre più paura. In una sfida per il titolo con poca storia Djokovic domina 63 64 Tsitsipas, portando a sette di fila i set vinti contro il greco dalla Rimonta nella finale del Roland Garros 2021 (con Stefanos avanti 2-0): per il serbo è il terzo successo negli ultimi tre tornei disputati.
Il 35enne di Belgrado sale così al decimo posto nella Pepperstone ATP Live Race to Turin con l’ATP che rende noto che a questo punto Nole è matematicamente sicuro di chiudere la stagione tra i primi 20 della Race. E questo, in quanto campione Slam a Wimbledon, gli garantisce un posto alle Nitto ATP Finals.
FRITZ SI PRENDE TOKYO
Taylor fa festa in Giappone. Arrivato a Tokyo dopo aver contratto il Covid-19 la settimana precedente Seoul, Fritz, n.11 del ranking e 3 del seeding, sconfigge 76(3) 76(2) l’amico Frances Tiafoe, n.19 ATP e quarta testa di serie, nella quinta finale tutta statunitense del 2022 nel circuito maschile e si porta a casa il trofeo del “Rakuten Japan Open Tennis Championships” (ATP 500 - montepremi 1.953.285 dollari) sul veloce dell’Ariake Coloseum. A Tokyo non si vedeva un derby USA in finale dal 1996 quando Sampras vinse per la terza volta il torneo battendo Reneberg. La vittoria di Tokyo, terzo titolo stagionale (dopo Indian Wells ed Eastbourne) e quarto in carriera, proietta Fritz nell’élite mondiale: diventa n.8 ATP. “E’ incredibile, e non avrei potuto scrivere un finale migliore. E’ tutto quello che mi serviva per la Race, per la classifica ATP, per finire la stagione in una posizione migliore”, commenta Taylor che interrompe la serie di 13 tie-break vinti di fila da Tiafoe. Nei due giocati in finale Fritz non ha perso nemmeno un punto al servizio, fattore che conferma i progressi dell’attuale numero uno statunitense con il suo colpo migliore.
RAFA PAPA’
La notizia della paternità di Nadal accende la curiosità dei fan. Il mancino maiorchino e la moglie Maria Francisca Perello non danno alcuna comunicazione ufficiale. Ma secondo la stampa spagnola, compresi i quotidiani “Marca” ed “El Pais”, Mery ha partorito un maschio. Non è però confermata l’indiscrezione secondo cui avrebbero deciso di chiamare il bambino Rafael, come il padre.
Nadal è l’ultimo dei Fab Four a diventare genitore. Federer ha due coppie di gemelli: Charlene e Myla nate nel 2009, Lenny e Leo nel 2014. Djokovic è padre di due figli: Stefan nato nel 2014 e Tara nel 2017. Murray di quattro: Sophia (2016), Edie (2017), Teddy (2019) e una bambina nata a marzo 2021 di cui non ha pubblicamente rivelato il nome.
POKER DI RUBLEV A GIJON
Esordio amarissimo per Fabio Fognini, l’unico azzurro al via nel “Gijon Open” (nuovo ATP 250 - licenza annuale - montepremi 612.000 euro) sul veloce indoor del “Palacio Deportes” della città delle Asturie, in Spagna. Il ligure, n.59 ATP, è costretto al ritiro contro il francese Manuel Guinard, n.153 del ranking, proveniente dalle qualificazioni, sul punteggio di 46 60 2-0 in favore del suo avversario, per un non meglio precisato problema fisico. Sul Centrale color arancio il russo Andrey Rublev, n.9 del ranking e primo favorito del seeding, ferma in semifinale con un doppio 6-4 la corsa di Dominic Thiem, n.165 ATP e in gara con il ranking protetto (prima “semi” indoor dopo due anni per l’austriaco), vincitore degli Us Open 2020 prima del “crack” al polso destro.
Nella sfida per il titolo - la quarta in stagione per lui (ha vinto Marsiglia sul veloce indoor, Dubai sul cemento all’aperto e Belgrado sulla terra), il 24enne moscovita incontra lo statunitense Sebastian Korda, n.47 ATP, che in semifinale supera il francese Arthur Rinderknech, n.56 ATP (capace nei quarti di cancellare 9 match-point 9 all’idolo di casa, Pablo Carreno Busta, n.15 del ranking e secondo favorito del seeding). La Spagna ha un posto importante nella vita di Andrey: qui nel 2014 incontra il suo idolo Nadal con il quale si allena alla Guillermo Vilas Academy; qui incontra il suo allenatore Fernando Vicente. E qui vince il dodicesimo titolo in carriera, il quarto del 2022 su altrettante finali. Nella sfida decisiva, infatti, Rublev si impone 62 63 su Korda e fa un passo in più verso la terza qualificazione consecutiva alle Nitto ATP Finals di Torino.
AUGER-ALIASSIME RIPARTE DA FIRENZE
"Una serata complicata da digerire. Una partita un po' stregata", commenta così Matteo Berrettini, n.16 del ranking e 2 del seeding, la sconfitta contro lo spagnolo Carballes Baena, n.77 ATP, all’esordio nell’”Unicredit Firenze Open” (ATP 250 - montepremi 612.000 euro) sul veloce indoor del PalaWanny. Il 26enne romano si arrende 7-5 al terzo dopo aver servito per il match sul 5-3. In casa Italia da segnalare la bella impresa della wild card Francesco Passaro, n.126 ATP, che vince il suo primo match di main draw nel circuito maggiore superando il cinese Zhang, n.110 ATP, prima di cedere con onore allo statunitense McDonald, n.79 ATP. Subito fuori invece Sonego, le altre wild card Zeppieri e Maestrelli ed il qualificato Cobolli.
Il più bravo tra gli azzurri è Lorenzo Musetti: il 20enne di Carrara, n.28 del ranking e 3 del seeding, entrato in gara direttamente al secondo turno, lascia le briciole allo spagnolo Zapata Mirallres, n.74 ATP, ed allo statunitense McDonald, n.79 ATP, centrando la seconda semifinale di fila dove, però, rimedia più o meno lo stesso trattamento dal canadese Auger-Aliassime, n.13 del ranking e prima testa di serie del tabellone.
La sorpresa del torneo è lo statunitense Jeffrey John Wolf, che da numero 75 del ranking centra la sua prima finale in carriera nel circuito maggiore. Ispirato da Andre Agassi, senza più il mullet, il 23enne J.J., professionista dal 2017, fatto il suo esordio in top cento solo quest’estate quando festeggia anche il primo quarto ATP in quel di Washington.
Nel pieno rispetto del pronostico Felix Auger-Aliassime si aggiudica il trofeo battendo in finale per 64 64 J.J. Wolf: il canadese fa valere esperienza e classe a dispetto della potenza nuda e cruda dell’avversario. Per il 22enne di Montreal e solo il secondo titolo su undici finali disputate: Felix ha “rotto il ghiaccio” quest’anno a Rotterdam superando Tsitsipas nel match-clou (prima aveva perso le finali di Rio de Janeiro, Lione e Stoccarda nel 2019, Rotterdam, Marsiglia e Colonia nel 2020, “Melbourne-Murray River Open” e Stoccarda nel 2021 e Marsiglia nel 2022). Grazie a questo successo Felix torna in top ten scavalcando il polacco Hurkacz. Guadagna 19 posizioni Wolf che passa dal n.75 al n.56 ATP.
SEPPI DICE BASTA
E’ il 13 ottobre. E il ritiro di Andreas arriva dopo vent’anni di carriera sportiva ad alto livello e tre titoli ATP (Eastbourne 2011, Belgrado e Mosca 2012). Per diversi anni numero uno del tennis azzurro, il 28 gennaio 2013 ha firmato il “best ranking”, n.18 ATP. "Prima o poi arriva la fine per tutti e a 38 anni non credo ci sia da vergognarsi", dice a Rai Südtirol Seppi che ha maturato la decisione di chiudere la carriera quest’anno, proprio come Federer contro il quale ha ottenuto la sua unica vittoria nel 2015, al terzo turno degli Australian Open.
Scivolato al n.257 del ranking, ma soprattutto alle prese con ripetuti problemini fisici che non gli permettono più di competere al cento per cento, Seppi chiuderà la carriera al Challenger di casa a Ortisei. Qualche indizio sull’intenzione di dire basta c’era già stato: a fine settembre lo stesso Andreas aveva annunciato di essere entrato a far parte di Horizon Tennis Home, il progetto tecnico che ha a capo proprio il suo storico coach, il che lasciava intendere un’imminente chiusura dell’attività da giocatore, per dedicarsi all’insegnamento.
La scelta di rimanere affiancato a Sartori anche nel post carriera è un’ulteriore pagina di una storia di enorme successo, iniziata quando a metà Anni ’90 l’allora presidente del Tc Caldaro, il pasticcere Alexander Vorhauser, si mise in testa di voler costruire un top-100 partendo dai ragazzini della scuola tennis. Per riuscirci si affidò a un giovane tecnico vicentino di grandi ambizioni, ed è andata a finire che da lì è venuto fuori uno dei tennisti italiani più forti di tutti i tempi, capace di frequentare il circuito maggiore per 18 anni consecutivi, la gran parte dei quali trascorsi fra i primi 100 del mondo.
Dal comportamento sempre esemplare, Seppi sarà ricordato soprattutto per la sua incredibile striscia di 66 apparizioni consecutive nei tornei Slam, la terza più lunga nella storia alle spalle dei soli Feliciano Lopez (79) e Verdasco (67). Da Wimbledon 2005, quando si arrese al primo turno nel derby con Sanguinetti, ha giocato nel tabellone principale in tutti i Major successivi per sedici anni abbondanti, fino agli ultimi Australian Open, vincendo 63 partite e raggiungendo sei volte gli ottavi (ha mancato l’appuntamento con la seconda settimana solo a Flushing Meadows).
Agli Slam è legato anche quello che è forse l’unico rimpianto di una carriera esemplare: non aver mai raggiunto i quarti: nel 2015 in Australia l’occasione più grande, dopo aver battuto Federer si arrese per 8-6 al quinto contro Kyrgios, malgrado due set di vantaggio e un match-point nel quarto.
NAPOLI NON E’ MAI STATA COSI’ AZZURRA
Ci teneva tanto a giocare in una città nella quale dice di sentirsi a casa. E invece dura poco l’avventura di Lorenzo Sonego nella “Tennis Napoli Cup” (ATP 250 - montepremi 612.000 euro) sul cemento all’aperto dell’Arena affacciata sul Golfo. Il 27enne torinese, n.50 del ranking, cede 75 76(3) all’argentino Baez, n.37 ATP e sesta testa di serie: un match che il piemontese ha qualche occasione di far girare, frustrata però dalle scelte tatticamente sempre azzeccate del sudamericano. “Sonny”, che aveva battuto il 21enne di Baires negli ottavi su cemento di Sydney a gennaio ed ancora negli ottavi sulla terra di Rio de Janeiro a febbraio, aveva detto alla vigilia: “Lui è migliorato moltissimo rispetto all’inizio dell’anno”. E purtroppo ha ragione.
Oltre tre ore e mezza non bastano a Luca Nardi per superare il mancino francese Corentin Moutet, n.65 ATP: beneficiario di una wild card, il 19enne pesarese, n.130 ATP (fresco di “best ranking”) perde 67(7) 76(3) 62 un match sospeso la sera prima sul 2-2 del primo set a causa della scivolosità del campo dovuta all’umidità. Anche l’altra wild card Flavio Cobolli saluta subito: il 20enne romano (ma è nato a Firenze), n.167 del ranking, raccoglie solo tre game contro il serbo Kecmanovic, n.30 ATP e quinta testa di serie. Stessa sorte per Francesco Passaro: il 21enne di Perugia, n.124 ATP, promosso dalle qualificazioni, vede però cara la pelle (63 75 lo score) con lo statunitense McDonald, n.74 del ranking, che lo aveva battuto anche negli ottavi a Firenze (curiosamente con punteggio praticamente identico).
Napoli ama Fabio e Fabio sentitamente ringrazia, ritrovando una vittoria che mancava da quasi due mesi (primo turno Us Open contro Karatsev). Fognini, n.64 del ranking, supera in tre set il francese Grenier, n.116 ATP, e festeggia con un tuffo nel mare di via Caracciolo. Discontinuo come nelle ultime uscite, capace di accendersi - e di infiammare il pubblico - con qualche giocata delle sue e di spegnersi altrettanto velocemente: il 35enne di Arma di Taggia raccoglie solo due giochi con lo spagnolo Carreno Busta, n.15 del ranking e primo favorito del seeding.
Si dice che la vendetta è un piatto che va mangiato freddo. Beh, Matteo Berrettini non lo fa nemmeno intiepidire e ad una settimana di distanza rimette le cose in chiaro battendo 64 62 Carballes Baena al secondo turno (per lui l’esordio) della Tennis Napoli Cup e prendendosi la rivincita per la sconfitta rimediata sette giorni prima a Firenze (“Fabio ha festeggiato con un bagno? Beh, lui c’ha il fisico…”, scherza Matteo). Il 26enne romano, n.16 ATP e secondo favorito del seeding, wild card, supera agevolmente anche il giapponese Daniel, n.95 ATP, ed approda in semifinale. Dove succede di tutto: prima venti minuti da incubo, poi la battaglia serrata, infine la gioia della vittoria. Berrettini si impone 36 76(2) 63 sullo statunitense McDonald e centra la prima finale in un torneo ATP in Italia e la prima in assoluto sul cemento (la dodicesima sfida per il titolo in carriera: sette i titoli vinti, l’ultimo al Queen's a giugno). “La finale con Musetti è una cosa pazzesca per il tennis italiano e per il torneo. E sono sicuro che non sarà la prima tra noi due”, dice Matteo.
Già, Lorenzo da Carrara, n.24 ATP (“best” dopo la semifinale a Firenze), regola in due set Djere, n.78 ATP: una vittoria di peso perché il serbo è un po’ la sua “bestia nera”. Un tennis che fa innamorare quello di Musetti, con quelle sue giocate pazzesche: nei quarti lascia solo tre game al colombiano Galan, n.72 del ranking, raggiungendo la terza semifinale di fila dopo Sofia e Firenze.
Che sogno una finale tricolore, la settima nell’Era Open (1968)! Dopo il successo sofferto di Berrettini arriva la vittoria mai in discussione di Musetti che regola in “semi” per 63 64 il serbo Kecmanovic, che aveva eliminato lo spagnolo Carreno Busta. Incanta il pubblico con le sue magie, il suo tennis fantasioso e quell’aria da ragazzo innamorato di questo sport Lorenzo: corona una settimana fantastica Musetti, il nuovo re di Napoli. In finale il Next Gen toscano batte 76(5) 62 Berrettini (che però al secondo set avverte una fitta al piede sinistro, riacutizzarsi di un fastidio già avvertito in semifinale e che si rivelerà poi molto più serio di quanto ipotizzato in un primo momento).
Per il Next Gen toscano si tratta del secondo titolo in carriera, su altrettante finali disputate, dopo quello conquistato nel “500” di Amburgo a fine luglio quando supera lo spagnolo Alcaraz, che nemmeno un mese e mezzo più tardi sarebbe diventato il nuovo re del tennis mondiale. Per Musetti, che vince il torneo senza perdere nemmeno un set, è in arrivo un nuovo best ranking: da lunedì salirà al n.23. Fa grandi sogni Lorenzo ma sa di avere le carte in regola per grandi traguardi. Come quella frase che porta tatuata sulla pelle: “Il meglio deve ancora venire”.
STOCCOLMA: RUNE MOSTRA GLI ARTIGLI
Tra i semifinalisti dello “Stockholm Open” (ATP 250 - montepremi 648.130 euro) sul veloce indoor della capitale della Svezia c’è anche la testa di serie numero uno, il greco Tsitsipas, n.5 ATP, che è tra i migliori quattro in un torneo per la decima volta in stagione dopo Australian Open, Rotterdam, Acapulco, Monte-Carlo, Madrid, Roma, Palma de Maiorca, Cincinnati e Astana. Non contento regola con un doppio 6-2 il finlandese Ruusuvuori, n.52 ATP, e centra la settima finale del 2022.
Dall’altra parte della rete il 24enne di Atene trova Holger Rune. Il baby campione danese, n.27 ATP e settima testa di serie, sicuro protagonista delle Next-Gen Finals di Milano, supera in rimonta 46 76(1) 75 l’australiano De Minaur, n.23 del ranking e quinto favorito del seeding, al termine di un match intenso, fatto di scambi lunghissimi e di punti sempre molto lottati. Il 23enne Sydney spreca un vantaggio di 3-1 nel secondo set, il 19enne di Gentofte di 4-1 nel terzo ma poi con un break in extremis nel dodicesimo game ha chiuso il discorso.
Ed è proprio Rune a laurearsi campione regolando con un doppio 6-4 Tsitsipas. Una partita impeccabile quella che gioca il giovane danese, più solido al servizio e sempre molto pericoloso alla risposta, concentrato dal primo all’ultimo punto, ben consapevole che la minima distrazione può rimettere in partita il giocatore più esperto. Per Holger è il secondo titolo della carriera dopo la vittoria a inizio maggio a Monaco di Baviera sull’olandese Van de Zandschulp (ha invece perso la finale di Sofia contro l’elvetico Huesler). Ed arriva l’ennesimo “best ranking”, n.25 ATP.
ANVERSA…FELIX
Dopo quasi due anni Dominic Thiem, n.132 ATP (in gara con il ranking protetto), torna a battere un top player e lo fa alla grande, annullando tre match-point nel tie-break del secondo set prima di superare il polacco Hurkacz, n.11 ATP e prima testa di serie, per 36 76(9) 76(4) nei quarti dell’”European Open” (ATP 250 - montepremi 648.130 euro) sul veloce indoor di Anversa, in Belgio. “E una vittoria incredibile - dichiara l’austriaco - perché ottenuta contro un campione che è stabilmente tra i primi 10-12 giocatori del mondo”. Thiem non batteva un giocatore con una classifica così alta dalla semifinale del Masters del 2020 quando alla “O2 Arena” di Londra aveva superato l’allora numero uno del mondo Djokovic. In semifinale però non gli riesce un’altra magia (tornare in top 100) e cede al tie-break del set decisivo allo statunitense Sebastian Korda, n.36 ATP.
Dall’altra parte del tabellone Felix Auger-Aliassime, n.10 del ranking e 2 del seeding, si sbarazza al penultimo atto, con un doppio tie-break, del francese Richard Gasquet, n.82, e raggiunge la dodicesima finale della carriera, la seconda consecutiva dopo Firenze dove poi ha vinto il titolo. E’ scattato qualcosa nella testa del 22enne di Montreal che conquista il secondo trofeo consecutivo, il terzo in carriera, e consolida anche la settima posizione nella Race, l’ultima utile per qualificarsi alle Nitto ATP Finals. Ad Anversa Auger-Aliassime supera nel match-clou per 63 64 lo statunitense Korda e diventa il settimo giocatore con almeno tre titoli all’attivo nel 2022 dopo Alcaraz (5), Djokovic, Nadal e Rublev (4), Fritz e Ruud (3).
PRIMO CINESE IN TOP 100
Vedi Napoli e fai la storia. Zhizhen Zhang supera due turni e centra i quarti della “Tennis Napoli Cup” (stoppato poi da McDonald): grazie questo risultato il 26enne di Shanghai diventa il primo tennista cinese ad entrare in top 100 nel ranking ATP (n.97). Agli ultimi Us Open Zhang aveva sfiorato l’impresa di diventare anche il primo cinese a passare un turno in uno Slam nel singolare maschile dopo 63 anni (ha mancato 7 match-point nel terzo set contro l’olandese Van Rijthoven prima di cedere 6-4 al quinto set). L’impresa è invece riuscita a Wu contro Basilashvili, centrando quel successo storico atteso dalla vittoria di Fu Chi Mei su Ron Barnes a Wimbledon 1959.
VIENNA: MEDVEDEV TORNA AL SUCCESSO
Se Matteo Berrettini dà forfait per l’infortunio rimediato a Napoli e se Lorenzo Sonego, n.48 ATP, raccoglie solo cinque giochi con il finlandese Ruusuvuori, n.43 ATP, è più che convincente l’esordio di Jannik Sinner all’”Erste Bank Open” (ATP 500 - montepremi 2.489.935 euro) sul veloce indoor di Vienna, in Austria. Il 21enne di Sesto Pusteria, n.12 del ranking e sesto favorito del seeding, rientrato nel tour a tre settimane e mezzo dall’infortunio alla caviglia destra rimediato in semifinale a Sofia, regola il cileno Garin, n.86 ATP.
Poi si ripete sull’argentino Cerundolo, n.29 del ranking, centrando i quarti per la decima volta quest’anno (compresi tre Slam) nonostante la caviglia in un paio di recuperi non paia ancora completamente a posto. Ma Daniil Medvedev, n.4 del ranking e primo favorito del seeding, si dimostra avversario troppo ostico e l’altoatesino perde 64 62. Il russo in semifinale rifila lo stesso trattamento anche al bulgaro Dimitrov, n.32 ATP, mentre dall’altra parte il serbo Coric, n.27 ATP, dopo aver eliminato Tsitasipas n.5 del ranking e 2 del seeding (battuto per la terza volta in quattro sfide), ed Hurkacs, n.11 ATP e quinta testa di serie, resiste praticamente un set soltanto prima di lasciare via libera al canadese Shapovalov, n.19 ATP.
Spettinato, scomposto nel gesto, non proprio elegante nonostante la raffinata divisa con il coccodrillo sul petto ma inesorabile: Daniil è tornato. A Vienna da neo-papà si presenta tirato a lucido, perfettamente centrato nel suo tennis esasperante: la versione più simile all’originale del campione che lo scorso anno ha impedito a Djokovic di completare il Grande Slam. Quando gioca da par suo il russo mette tutti d’accordo: contro di lui. Anche se una vera ragione non c’è. Perché il suo tennis imperforabile (che però ti trapassa alla prima occasione) è frutto di un cervello sopraffino, di una personalità fuori dagli schemi.
In finale Medvedev concede un set (46 63 62), ma batte Shapovalov per la quarta volta in sei confronti diretti e conquista il 15esimo titolo in carriera, il secondo del 2022 dopo Los Cabos. Chissà quando (e se) il biondo Denis troverà l’equilibrio tecnico/tattico/mentale per sfruttare un’attitudine naturale che lo ha fatto immaginare sin dalle prime apparizioni come il nuovo McEnroe (è già riuscito a entrare in top ten, a settembre del 2021, ma è durato poco): per ora l’aver vinto solo una delle sei finali disputate non è un gran biglietto da visita.
PURE BASILEA E’…FELIX
Gestisce il match fino al 4-1 del set decisivo. Poi, improvvisamente, si spegne la luce e Lorenzo Musetti esce di scena al primo turno degli “Swiss Indoors Basel” (ATP 500 - montepremi 2.135.350 euro) sul veloce indoor di Basilea, in Svizzera. Il 20enne di Carrara, n.23 ATP (“best ranking” dopo il secondo titolo del 2022 - ed in carriera - conquistato alla “Tennis Napoli Cup”) ed ottava testa di serie, si fa rimontare (16 63 64 lo score) dallo spagnolo Ramos-Vinolas, n.40 ATP.
Il Next Gen toscano probabilmente paga tutta insieme la stanchezza di un autunno giocato al massimo con due semifinali di fila, Sofia e Firenze, ed un centro pieno, Napoli.
Una semifinale nobile, quella che giocano il numero uno del mondo, lo spagnolo Carlos Alcaraz, ed il canadese Felix Auger-Aliassime, n.9 ATP, imbattuto da 11 partite, e una semifinale tra “outsider”, quella tra l’altro spagnolo Roberto Bautista Agut, n.22 ATP, e il danese Holger Rune, n.25 ATP. Nei quarti Bautista Agut ha stoppato la corsa dello svizzero Wawrinka, n.194 ATP, in gara con il ranking protetto, al quale non riesce il terzo exploit dopo le vittorie su Ruud e Nakashima. Torna in finale per la terza settimana di fila Auger-Aliassime che concede appena cinque game ad Alcaraz mentre il Next Gen Holger Rune, sicuro di entrare in top 20, supera con due tie-break Bautista Agut.
E’ nato lo stesso giorno di Federer, e a casa del “Magnifico” sta per completare il suo percorso verso le Nitto ATP Finals. Non si ferma più Felix, che in tutto il torneo non cede mai la battuta. Nella sfida per il titolo Auger-Aliassime batte 63 75 Rune infilando la 13esima consecutiva, la 53ma complessiva nel circuito, e conquistando il terzo trofeo consecutivo dopo Firenze ed Anversa, il quarto in carriera. Ora il bilancio per lui nelle sfide per il trofeo è di 4 tornei vinti e 9 finali perdute. Con questo successo Felix scavalca Rublev e si posiziona al sesto posto della Race to Turin.