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Eventi internazionali

Bye bye 2022, giugno - A Parigi Trevisan vola ma la regina è ancora Swiatek

Martina raggiunge la sua prima “semi” Slam ma cede a Gauff. Trionfo bis per Mladenovic/Garcia in doppio. Vittoria “da leggende” per Pennetta e Schiavone. Sarà Glasgow ad ospitare le BJK Cup Finals. Alexandrova conquista s’-Hertogenbosch. Successi back-to-back per Haddad Maia tra Nottingham e Birmingham mentre a Berlino vince Jabeur. Bad Homburg è di Garcia: ad Eastbourne Kvitova ritrova il sorriso. Wimbledon si prepara per il centenario

di | 23 dicembre 2022

Il saluto tra

Il saluto tra "Coco" Gauff e Martina Trevisan (foto Getty Images)

A volte non conta il risultato di un match. Conta il percorso che hai fatto fin lì. E se la fortuna non ti sorride puoi sentirti comunque orgogliosa di te stessa perché sai di aver dato tutto. Finisce in semifinale - la prima per lei a livello Slam - la bella corsa di Martina Trevisan al Roland Garros. La 28enne mancina di Firenze, n.59 WTA (ma già sicura di salire al n.27), cede 63 61 alla statunitense Cori Gauff, n.23 del ranking e 18 del seeding, anche lei alla sua prima semifinale in un Major e alla terza partecipazione sulla terra francese.

Martina aveva vinto l’unico precedente (7-5 al terzo), disputato proprio al Roland Garros, nel secondo turno del 2020, peraltro dopo che la statunitense era stata avanti un set ed un break. La spiegazione per il calo dell’azzurra arriva al cambio campo dopo il primo set con l’ingresso della trainer a massaggiare la coscia sinistra di Trevisan (che ha giocato davvero tanto in queste ultime tre settimane) mentre Gauff si rifocilla con un’insalata di frutta. La tennista toscana riprende il match con una vistosa fasciatura, ma non c’è più storia.

MARTINA, UN SORRISO DA…BEST RANKING!
Martina può comunque salutare Parigi con il sorriso, e infatti lo fa ringraziando il pubblico del “Philippe Chatrier” con un’espressione dolcissima. Ha trasformato il sogno in realtà, regalandosi un risultato importante e di prestigio che gli anni di sacrifici rincorrendo una pallina e superando anche qualche demone interiore, meritavano.

Nove anni dopo Sara Errani ha riportato il tennis tricolore al femminile in semifinale a Parigi diventando la quinta italiana al penultimo atto del Major francese proprio dopo Errani (2012-2013), Schiavone (2010 quando trionfò e 2011), Ullstein Bossi (1949) e Lazzarino (1954). E l’ottava azzurra di sempre al penultimo atto di uno Slam (la quinta nell’Era Open dopo Schiavone, Errani Pennetta e Vinci).  

Dopo il primo titolo WTA conquistato a Rabat proprio alla vigilia del Major francese arriva la prima volta al penultimo atto di uno Slam. Tre settimane da incorniciare per la tennista allenata da coach Matteo Catarsi, che mette in fila 10 vittorie (con soli due set lasciati per strada, nel secondo turno in Marocco a Muguruza e nei quarti di Parigi a Fernandez), prima di doversi fermare contro Gauff. Ma se al Roland Garros del 2020 lo splendido quarto di finale raggiunto partendo dalle qualificazioni (stoppata solo dalla futura vincitrice del torneo, la polacca Swiatek) era stata una meravigliosa sorpresa, la semifinale di quest’anno è indicativa di una consapevolezza acquisita.

Grazie ai punti conquistati Trevisan - che prima di Rabat era n.85 - si è assicurata un “best ranking” stellare: da lunedì salirà al n.27. Un balzo di 58 posizioni in tre settimane è un’altra impresa di cui essere orgogliosi.

Martina Trevisan saluta il pubblico del "Philipe Chatrier" (foto Getty Images)

CHE BRAVA COCO
Gauff scrive una frase importante sulla telecamera alla fine del match contro Martina Trevisan. Dimostrazione di maturità per una ragazza di soli 18 anni che non vede il tennis come unica prospettiva della sua vita. “Pace. Fermate la violenza delle armi”, le parole scritte sull’obiettivo della telecamera da Coco alla fine del match che la porta per la prima volta in una finale Major. Un messaggio che vale più di mille interviste, che parla della guerra in Ucraina ma anche delle stragi nelle scuole degli Usa e che arriva da una ragazza molto forte su un campo da tennis, ma con i piedi ben piantati nella realtà.

 

Un intenso promo piano di Cori Gauff (foto Getty Images)

La gioia infinita di Iga Swiatek (foto Getty Images)

IL SECONDO (SLAM) E’ PIU’ BELLO ANCOR…
Vince la seconda finale Major su due. Ed è la prima dopo Justine Henin a vincere sei tornei di fila in una sola stagione. Iga Swiatek, 21 anni compiuti nel bel mezzo della “campagna parigina”, diventa la più giovane bi-campionessa Slam dai tempi di una 19enne Maria Sharapova che dopo Wimbledon 2004 conquistò il secondo trofeo agli US Open 2006. La finale contro Cori Gauff finisce 61 63 e non ha storia. Nella sua marcia verso la vittoria la campionessa di Varsavia lascia per strada un set soltanto, negli ottavi contro la sorprendente teenager cinese Qinwen Zheng, n.74 WTA, e appena 33 game. Secondo titolo al Roland Garros, 35esma vittoria consecutiva in una serie ancora aperta, trono mondiale consolidato con il doppio dei punti sulla seconda nel ranking, l’estone Kontaveit. Da Parigi Swiatek torna con molte più certezze rispetto a quando vinse nel 2020. Ad Iga sono bastati appena 68 minuti per completare la serie più lunga di vittorie nel circuito del terzo millennio: eguaglia infatti i 35 successi di Venus Williams ottenuti proprio nel 2000. 

Iga aveva già trionfato al Roland Garros nel 2020 con una facilità e un’autorevolezza che avevano stupito tutti. Stavolta quelle stesse doti, messe in mostra in misura maggiore e con continuità superiore, non sono più una sorpresa per nessuno. La numero uno del mondo è la decima giocatrice in attività a conquistare due titoli al Roland Garros nell’Era Open (1968), e la quarta più giovane a raggiungere questo traguardo, dopo Seles, Graf ed Evert. “Questa vittoria - dice - è molto diversa. Adesso sono più matura, più solida, la vivo in un altro modo rispetto a due anni fa, quando era stato tutto sorprendente. Il record nelle finali? Sto solo cercando di trattare questi match come qualsiasi altro incontro, anche se non è sempre facile viste le attese che si creano. Accetto di essere un po' più nervosa, ben sapendo che anche le mie avversarie sono sotto stress”. Modello spagnolo: La cosa più importante che posso imparare da Rafa e dai grandi come lui, è il modo in cui accettano ciò che accade in campo, sconfitte comprese. Mi ricordo lo scorso anno, quando lo incontrai dopo che aveva perso la semifinale, e gli dissi che avevo pianto per la sua sconfitta. Lui in realtà era molto tranquillo, mi disse che era solo un match, poteva vincerlo o perderlo. Ma restava solo un match di tennis”. 

AMICHE COME PRIMA
Qualcosa è davvero cambiato nella coppia di doppio più osservata e discussa di Francia. Quest’anno Kristina Mladenovic e Caroline Garcia sono tornate a giocare insieme nel circuito. Dopo un secondo turno all’Australian Open non esattamente esaltante ed una serie di problemi fisici, a Parigi firmano il secondo trionfo in doppio dopo il successo del 2016, a 90 anni dall’affermazione di Suzanne Lenglen e Julie Vlasto. In finale “Kiki” e “Caro” superano in rimonta 26 63 62 le statunitensi Jessica Pegula e Coco Gauff. "Abbiamo avuto la fortuna di vivere l'emozione di trionfare al Roland Garros sei anni fa, ma sembra passata una vita - dice Garcia -. Sono molto contenta di fare di nuovo squadra con Kristina e conquistare il più bel titolo per noi francesi". Insieme ai complimenti per la diciottenne Gauff, con quest’ultima che perde un’altra sfida per il titolo dopo quella del singolare, Mladenovic cancella le tensioni passate con la connazionale. "Nel 2016 dopo Parigi abbiamo vinto insieme la Billie Jean King Cup, ora torno a conquistare questo titolo con te... grazie!”.

Kristina Mladenovic e Caroline Garcia (foto Getty Images)

GUARDA CHI SI (RI)VEDE
Flavia Pennetta e Francesca Schiavone, le uniche italiane ad aver vinto uno Slam in singolare, tornano in campo in doppio e vincono ancora. Al Roland Garros trionfano nel torneo delle leggende, esibizione di doppio a inviti, maschile e femminile, con otto coppie al via. In finale le azzurre si impongono 16 76(4) 10-6 sulle argentine Gabriela Sabatini e Gisela Dulko, ma hanno rischiato nel secondo set, quando Dulko ha mancato un facile smash sul 6-5 che avrebbe potuto chiudere la partita. Peraltro Gisela è rimasta una delle migliori amiche di Flavia, che ha voluto come testimone alle sue nozze con il calciatore Fernando Gago. Con lei Pennetta ha festeggiato due titoli particolarmente significativi: alle WTA Finals 2010 a Doha ed agli Australian Open 2011. Proprio grazie al trionfo a Melbourne, il 28 febbraio di quell’anno, Pennetta diventò numero uno in doppio, prima tennista italiana a riuscirci.

Francesca Schiavone e Flavia Pennetta

BJK CUP FINALS A GLASGOW
L’International Tennis Federation (ITF) annuncia che la Lawn Tennis Association (LTA) britannica è stata selezionata per ospitare le Billie Jean King Cup 2022 by BNP Paribas Finals, che si giocheranno dall’8 al 13 novembre sul veloce indoor dell’”Emirates Arena” di Glasgow, in Scozia. Per la quarta volta la Gran Bretagna ospiterà dunque le finali della più importante competizione a squadre femminile. Lanciata nel 1963 come Federation Cup (poi Fed Cup), fu disputata pe la prima volta al Queen’s Cub di Londra, con la stessa Billie Jean King in campo a difendere i colori degli Stati Uniti, vincitori del titolo: la competizione si è poi tenuta a Eastbourne nel 1977 e a Nottingham nel 1991.

La Gran Bretagna, come nazione ospitante, si aggiunge ad Australia, Belgio, Canada, Repubblica Ceca, Italia, Kazakistan, Polonia, Spagna, Slovacchia, Svizzera e Stati Uniti, qualificate alle Finals, per giocarsi l’opportunità di diventare Campione del mondo 2022. Le 12 nazioni saranno suddivise in quattro gironi da tre squadre ciascuno, con le quattro le vincitrici dei gironi promosse alle semifinali.

Billie Jean King Cup (foto Wta website)

UNA BRASILIANA A NOTTINGHAM
Manca di “cattiveria”, e forse pure di un pizzico di lucidità, e si vede sfuggire la vittoria tra le mani Camila Giorgi, uscita di scena al secondo turno del “Rothesay Open” (WTA 250 - montepremi 251.750 dollari) sui campi in erba di Nottingham, in Gran Bretagna. La 30enne di Macerata, n.26 WTA (“best ranking” eguagliato) e terza favorita del seeding, reduce dagli ottavi al Roland Garros, dopo aver superato all’esordio in due set la britannica Kartal, n.270 WTA, in tabellone grazie ad una wild card, si fa rimontare da un’altra giocatrice di casa, Harriet Dart, n.114 del ranking. Camila manca tre match-point consecutivi nel decimo gioco del terzo set con l’avversaria al servizio.

Beatriz Haddad Maia è la prima brasiliana a conquistare un titolo WTA dal 2015. Ma nessuna connazionale era più arrivata in finale sull’erba dal 1968, quando Maria Bueno, un monumento nazionale, perse contro Margaret Court a Chestnut Hill. Nella sfida per il trofeo la 26enne mancina di San Paolo, n.48 del ranking e settima favorita del seeding, batte 64 16 63 la statunitense Alison Riske, n.40 WTA e sesta testa di serie, recuperando un break di svantaggio nel terzo set. “Bea” completa così una settimana di grandi prestazioni, illuminata anche dal successo nei quarti contro la greca Sakkari, n.5 WTA e principale favorita del torneo, una vittoria che conferma in pieno la fama della brasiliana come avversaria scomoda per le giocatrici di vertice (ha vinto tutte le ultime cinque partite giocate contro una top-five).

Beatriz Haddad Maia (foto Getty Images)

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‘S-HERTOGENBOSCH E’ DI ALEXANDROVA
Non parte benissimo per Ekaterina la russa il “Libema Open” (WTA 250 - montepremi 251.750 dollari) sui campi in erba di ‘s-Hertogenbosch, in Olanda, uno dei due appuntamenti (l’altro è Nottingham) che inaugurano la stagione del tennis sui prati. La 27enne di Celjabinsk, n.30 del ranking e 7 del seeding, è infatti costretta a lasciare un set all’ucraina Yastremska, n.80 WTA. Poi però passa come un rullo compressore su tutte le altre. In una finale fra due giocatrici in campo senza riferimenti alle proprie nazioni e senza bandiere, Alexandrova sconfigge 75 60 la bielorussa Aryna Sabalenka, n.6 del ranking e prima favorita del seeding, festeggiando al combined olandese il secondo titolo WTA in carriera dopo il successo sul cemento di Shenzhen nel 2017. Per lei è la ventesima vittoria della stagione, la seconda su una top-ten.

Ekaterina Alexandrova

BIRMINGHAM: HADDAD MAYA SI CONFERMA
Camila Giorgi parte con decisione nel “Rothesay Classic” (WTA 250 - montepremi 251.750 dollari) sui campi in erba di Birmingham, in Gran Bretagna. In un match giocato in due giorni la 30enne di Macerata, n.26 WTA e terza testa di serie, sconfigge 76(7) 64 la ceca Martincova, n.56 del ranking. Poi batte in rimonta la statunitense Davis, n.108 WTA: nei quarti - i primi in stagione per l’azzurra - cede però 63 62 alla mancina brasiliana Beatiz Haddad Maya, n.32 WTA, fresca vincitrice a Nottingham del suo primo trofeo WTA.

In una domenica complessa, in cui si disputano semifinali e finale, Haddad Maia prima sorprende Simona Halep, n.20 del ranking e 2 del seeding, poi nella sfida per il titolo batte la cinese Zhang Shuai, n.54 WTA, con la quale aveva trionfato in doppio a Nottingham, diventando la prima brasiliana ad iscrivere il proprio nome nell’albo d’oro in quarant’anni di storia del torneo. La finale dura solo nove game: la 33enne di Tientsin si ritira con l’avversaria avanti 5-4 e in procinto di servire per il set. La 26enne di Sao Paulo giocava da junior con Bencic e Konjuh ma non ha avuto una transizione facile nel tour pro: a 18 anni ha sofferto un infortunio alla spalla che le ha dato problemi per anni, ed era già stata operata anche alla schiena. Nelle ultime settimane a quanto pare, però, sta recuperando il tempo perduto: grazie a questo risultato entra per la prima volta in top-30.

La commozione di Beatriz Haddad Maia

A BERLINO TRIS DI JABEUR
Pure la finale del “Bet1Open” (WTA 500 - 757.900 dollari) sui campi in erba di Berlino, in Germania, termina anzitempo, ma andiamo con ordine. La statunitense Gauff, n.13 del ranking e 7 del seeding, batte la ceca Pliskova, n.7 WTA e quarta testa di serie, e centra la sua prima “semi” sui prati dove è fermata da Ons Jabeur, n.4 WTA e prima favorita del torneo.

Anche la greca Sakkari, n.6 del ranking e 2 del seeding, lasciando appena tre game alla russa Kasatkina, n.12 WTA e 6 del tabellone, conquista per la prima volta un posto tra le migliori quattro in un torneo sull’erba, ma poi perde la maratona contro Belinda Bencic, n.17 del ranking ed 8 del seeding. “E’ stata una partita incredibile - commenta l’elvetica - abbiamo spinto davvero al massimo, senza regalare niente. Penso sia stato un match di alta qualità, abbiamo creato proprio un bello spettacolo".

Ons Jabeur

Ma la fatica si paga, e nella sfida per il titolo Jabeur beneficia del ritiro dell’amica Belinda che inizia ad avvertire un problema alla caviglia sinistra nell’ultimo game del primo set e poi abbandona il campo quando è sotto nel punteggio per 63 2-1. Ons sta vivendo i giorni più importanti e per certi versi sorprendenti della sua vita: a Berlino festeggia il terzo titolo WTA in carriera: il primo, vinto a Birmingham 2021, resterà nella storia come il primo di sempre nel tour WTA conquistato da una tennista araba. Finalista in quattro degli ultimi sei tornei disputati, la tunisina salirà al numero 3 WTA, naturalmente best ranking. Jabeur, che ad Eastbourne giocherà in doppio con Serena Williams, è una delle tre tenniste con almeno due titoli all’attivo nel 2022 insieme a Swiatek e Haddad Maia.

BAD HOMBURG: GARCIA INIZIA LA RISALITA
Semaforo rosso per Martina Trevisan nel primo turno del “Bad Homburg Open” (WTA 250 - montepremi 251.750 dollari) sui campi in erba della città tedesca, ultimo appuntamento del circuito rosa insieme ad Eastbourne per rifinire la preparazione in vista di Wimbledon. La 28enne mancina di Firenze, n.27 WTA e settima favorita del seeding, raccoglie solo quattro giochi contro la canadese Andreescu, n.64 del ranking, apparsa più aggressiva e propositiva rispetto all’azzurra da metà del primo set in avanti. Avanza invece per Lucia Bronzetti, n.71 WTA (“best ranking”), che supera la slovena Juvan, n.60 WTA, costretta al ritiro all’inizio del set decisivo. Al secondo turno, però, la 23enne di Villa Verucchio va a sbattere contro la “padrona di casa”, nonché campionessa in carica, Angelique Kerber, n.18 del ranking e terza favorita del seeding: la romagnola lotta fino all’ultimo ed il punteggio un po’ troppo severo (62 63) non le rende giustizia. 

Caroline Garcia colpisce di rovescio

Si aspettava di giocare una gran partita Caroline Garcia, e soddisfa in pieno le sue attese. L’ex top-ten francese, scesa al n.75 del ranking, torna a vincere un titolo in singolare dopo tre anni. La due volte campionessa del Roland Garros di doppio (2016 e 2022) nella sfida per il trofeo sconfigge 67(5) 64 64 la canadese Bianca Andreescu, n.64 WTA, che in semifinale aveva beneficia del forfait della rumena Halep, n.19 del ranking e 4 del seeding (“Caro” invece aveva lottato duramente prima di imporsi 75 al terzo sulla connazionale Cornet, n.44 WTA e nona testa di serie, annullando anche un match-point). A due giorni da Wimbledon Garcia, ex n.4 WTA, festeggia l’ottavo titolo in carriera, il terzo sull’erba dopo Mallorca 2016 e Nottingham nel 2019: "Non so come ho fatto a vincere - dice la francese che si è trovata sotto 76 4-2 -. E’ una vittoria che vuol dire molto per me. Ogni volta che vinci un torneo, non sai mai quando potrai festeggiare un’altra volta. Questo ci motiva ad alzarci ogni mattina e a spingerci al limite".

WELCOME BACK SERENA
A quasi un anno di distanza dall’ultimo match giocato - primo turno di Wimbledon quando si infortunò alla coscia destra dopo pochi game della sfida contro la bielorussa Sasnovich - Serena Williams torna in campo, almeno in doppio. E per il rientro sceglie Eastbourne dove è in gara in coppia con la tunisina Ons Jabeur. Il loro esordio si trasforma in un grande evento, con colpi spettacolari e tanto divertimento: battono al super tie-break Bouzkova/Sorribes Tormo e poi monto più agevolmente Aoyama/Chan ma in semifinale danno forfait contro Krunic/Linette per un problema al ginocchio della tunisina.

Serena Williams ed Ons Jabeur (foto Getty Images)

KVITOVA RITROVA IL SORRISO AD EASTBOURNE
Vince ma non convince Camila Giorgi nell’esordio al “Rothesay International” (WTA 500 - montepremi 797.900 dollari) sui prati del Devonshire Park di Eastbourne, in Gran Bretagna, ultimo appuntamento del circuito rosa insieme a Bad Homburg per rifinire la preparazione in vista di Wimbledon. La 30enne di Macerata, n.26 del ranking e dodicesima testa di serie, reduce dai quarti a Birmingham (i primi in stagione) e semifinalista in questo torneo 12 mesi fa (costretta al ritiro per infortunio contro Kontaveit), entra in gara direttamente al secondo turno e batte in due set la canadese Marino, n.107 WTA, ripescata in tabellone come lucky loser. Poi supera sempre in due set la spagnola Muguruza, n.10 del ranking e 5 del seeding (quindicesima vittoria contro una top-ten, che a dirla tutta però non attraversa un gran periodo di forma. Nei quarti lascia appena tre game alla bulgara Tomova, n.128 WTA, ripescata in tabellone come lucky loser dopo il forfait della tunisina Jabeur: determinata, attenta e soprattutto concentrata, capace di reagire alla latitanza della prima di servizio con un uso intelligente della seconda, Camila dimostra una volta di più di sentirsi perfettamente a proprio agio sull’erba e giocando la miglior partita della stagione centra per la seconda volta di fila le “semi” ad Eastbourne. Nella sua ventesima semifinale in carriera, però, va a sbattere contro la campionessa in carica Ostapenko, che si impone con un periodico 6-2. 

Il movimento di chiusura del diritto di Camila Giorgi (foto Getty Images)

La finalista di Eastbourne Jelena Ostapenko e la vincitrice Petra Kvitova (foto Getty Images)

Si riprende la scena quando sembra oramai avviata sul viale del tramonto. Ed invece infila una delle sue proverbiali settimane - quelle durante le quali tanto per intenderci è praticamente ingiocabile -, si aggiudica un altro titolo, il 29esimo, e rilancia la propria candidatura come une delle protagoniste ai “The Championships”. Al secondo tentativo Petra Kvitova conquista Eastbourne: in finale la 31enne mancina di Bilovec, n.31 del ranking e 14 del seeding, liquida 63 62 la campionessa in carica, la lettone Jelena Ostapenko, n.14 WTA ed ottava testa di serie, arrivata alla sfida per il titolo senza concedere nemmeno un set alle avversarie. Incroci strettissimi, lungolinea micidiali, recuperi impossibili oltre al servizio devastante: tra finale e semifinale - dove aveva interrotto la serie positiva della brasiliana Haddad Maia, n.29 WTA e 15esima testa di serie, vincitrice a Nottingham e Birmingham (dove al primo turno aveva battuto proprio la ceca) - Petra mette in mostra tutto il suo straordinario repertorio aggiudicandosi il trofeo undici anni dopo la sfida persa con la francese Bartoli (2011). Per la due volte campionessa di Wimbledon (2011 e 2014) si tratta del 29esimo trofeo della carriera su 39 finali disputate, il primo ad un anno e mezzo di distanza da Doha 2021. A Wimbledon bisognerà fare attenzione anche a lei….  

Parata di ex campioni e campèionesse per il Centenario di Wimbledon (foto Getty Images)

A WIMBLEDON E’ TEMPO DI “QUALI!
Sono 6 le italiane in campo a Roehampton con l’obiettivo di conquistare un posto nel main draw di Wimbledon: Jessica Pieri, Stefanini e Ferrando superano un turno ma si fermano tutte al secondo ostacolo.

100 ANNI DI “THE CHAMPIONSHIPS”
Il re Giorgio V suona il gong tre volte e gli addetti scoprono il campo. Il sovrano e la regina Mary osservano per la prima volta l’impeccabile prato del nuovo Centrale di Wimbledon. E’ il 26 giugno 1922, un giorno storico per il torneo. L’All England Club si trasferisce dalla prima sede di Worple Road a Church Road, dove il torneo più prestigioso del mondo si gioca ancora adesso. Nella prima partita sul Centrale, il maggiore Kingscote batte facilmente un certo Godfree. Sotto un cielo basso e nero, che anticipa l’inizio delle due settimane più piovose nella storia del torneo, Wimbledon cambia volto. L’edizione del 1922 è anche la prima senza il Challenge Round, ovvero l’anacronistica formula in vigore fino all’anno prima che permetteva al campione in carica di disputare direttamente contro il vincitore del tabellone, di fatto il migliore degli sfidanti.

E c’è una storica prima volta anche nel 2022, quasi a voler segnare una continuità con la prima edizione a Church Road. Da quest’anno, infatti, si giocherà anche nella Middle Sunday, la domenica di mezzo. Ed è proprio la giornata tradizionalmente riservata al riposo prima del lunedì degli ottavi quella individuata per le celebrazioni del centenario sul Centre Court, che si svolgeranno fra il secondo e il terzo incontro del programma. Per festeggiare i cento anni di uno degli stadi di tennis più affascinanti del mondo, l’All England Club organizza anche una serie di iniziative collaterali per questa edizione che assegna un montepremi record ma non dà punti. 


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