A Parigi Rafa batte di nuovo Nole. Grave infortunio per Zverev in “semi”. Cilic ci prova ma Ruud diventa primo norvegese in una finale Slam. Roma sempre più grande. Us Open a rischio per Nole. Un “tulipano” spunta a s’-Hertogenbosch. Matteo fa il bis prima a Stoccarda e poi al Queen’s. Hurkacz firma Halle: Tsitsipas vince a Maiorca
di Tiziana Tricarico | 23 dicembre 2022
Casper ha vinto più partite di tutti sulla terra battuta dal 2020. Il suo 65mo successo sul “rosso” dalla fine del lock-down arriva nei quarti del Roland Garros e dimostra che il norvegese non è solo un giocatore dominante negli ATP 250. Battendo in quattro set il 19enne danese Rune, n.40 ATP, che sbottato con la madre in tribuna ma sfodera personalità e un bel tennis moderno, Ruud, n.8 del ranking e del seeding, diventa il primo norvegese in semifinale nel singolare maschile in uno Slam, Ed il primo giocatore in attività diverso dai Fab Four a raggiungere il penultimo atto in tutti i Major.
Il 23enne di Oslo non è l’unico a fare la storia, piccola o grande che sia, in un “mercoledì da leoni” parigino. In semifinale sfiderà il 33enne Marin Cilic, che sta bene come da tempo non gli succedeva: "Alla fine dell'anno scorso ho parlato con il mio medico, mi ha detto che ho il fisico di un 25enne. Potrei giocare ancora per dieci anni ma non ditelo a mia moglie", aveva detto dopo la vittoria schiacciante su Simon al terzo turno, nell’ultima partita del francese in carriera nel Major di casa. Il croato batte infatti il russo Rublev, n.7 ATP e settima testa di serie, sempre sconfitto nei cinque quarti Slam giocati in carriera. Nei primi quattro non ha vinto neanche un set: stavolta allunga il match fino al quinto ma Cilic è semplicemente perfetto nel tie-break. In oltre quattro ore di gioco serve 33 ace che portano il totale dei vincenti a 88. "Da dove arriva quel tiebreak? Dall'essere me stesso - dice Marin - ho giocato quel tipo di tennis per tutta la partita".
LA SFIDA DELLE SFIDE LA VINCE RAFA
Nadal batte Djokovic 62 46 62 76(4) dopo oltre quattro ore di partita: è la vittoria numero 110 in carriera al Roland Garros, l’ottava contro il serbo sulla terra parigina dove giocherà la sua 37esima semifinale Slam. "La vittoria appartiene ai più tenaci", la scritta che campeggia nel nuovo “Philippe Chatrier” fotografa quella che Nole aveva definito "la sfida delle sfide".
Il serbo, l’unico a battere lo spagnolo a Parigi nei quarti del 2015, rivive la finale del 2020 quando Nadal dominò la scena in una Parigi spettrale, vuota per le restrizioni sanitarie dovute alla pandemia, fredda per una singolare edizione autunnale. E’ primavera anche se la serata che poi diventa notte è abbastanza freddina, e c’è sicuramente molta più partita ma alla fine è di nuovo Rafa a sorridere.
"E' stato molto emozionante giocare qui, grazie davvero a tutti voi. Non c'è nessun altro stadio che per me sia speciale come questo - dice ai fan durante l'intervista in campo con l'ex campionessa di Wimbledon Marion Bartoli -. Sapete tutti quanto sia importante per me giocare qui: è il torneo più importante della mia carriera".
Ed in conferenza stampa aggiunge: “Gli ultimi tre mesi e mezzo non sono certo stati facili per me…. Questa vittoria, perciò, è ancora più speciale. E' stata una notte molto emozionante, ma è pur sempre solo un quarto di finale. Non ho ancora vinto niente. Fra due giorni mi metterò nelle condizioni di giocare ancora una semifinale al Roland Garros". Da parte sua Djokovic, fischiato perché esce dal campo senza salutare il pubblico che peraltro ha tifato rumorosamente per lo spagnolo, ammette di aver dato tutto. Ma il numero uno del mondo riconosce anche che avrebbe potuto giocare meglio.
LA CAVIGLIA DI “SASHA” FA CRACK!
Nella sua 37ma semifinale Slam, che gioca nel giorno del suo 36esimo compleanno, Nadal incontra Alexander Zverev. Il tedesco ha vinto solo tre delle sfide precedenti con Rafa però per quasi due set riesce a tenergli testa ma si infortuna gravemente alla caviglia sul 6-6 del secondo parziale (dopo ave mancato quattro set-point consecutivi nel tie-break del primo) ed esce dal campo in lacrime. L’attesissima semifinale si conclude nel peggiore dei modi dopo oltre tre ore di lotta e spettacolo. “Sasha” rimedia una bruttissima distorsione alla caviglia: in un recupero verso destra il suo piede si pianta nella terra del “Philippe Chatrier”: uno strappo violento lo fa crollare a terra piangente. Viene accompagnato fuori dal campo in sedia a rotelle e quando dopo pochi minuti rientra sostenendosi con le stampelle è solo per stringere la mano al rivale e salutare il pubblico con gli occhi lucidi. Finale numero 14 a Parigi. Anche se non è certamente questo il modo che Nadal si aspettava di festeggiare. La conclusione amara offusca una partita che emoziona fin dai primi punti e prosegue proponendo un alternarsi continuo di situazioni, spunti tecnici e tattici di grande interesse e spettacolo. Magra consolazione per “Sascha” il “best ranking” in arrivo: numero due, alle spalle di Medvedev.
PRIMO NORVEGESE IN UNA FINALE SLAM
Ruud la spunta contro un ottimo Cilic e diventa il primo norvegese all’ultimo atto in un Major. Per il 23enne di Oslo, che si allena alla Rafa Nadal Academy di Maiorca, sarà il primo faccia a faccia con il… titolare, al quale si è ispirato in tutta la sua formazione sotto la guida del padre Christian, ex n. 39 ATP. Casper, primatista di successi sul “rosso” dal 2020, vince la sua 66esima partita post lock-down solo che questo non è un match qualunque: per un set e mezzo subisce il gioco scintillante del croato (molto simile alla versione targata Us Open 2014), che gli ha permesso di battere prima Medvedev e Rublev, poi mette in mostra tutto il suo tennis potente, ordinato, efficace, che ha messo a punto con pazienza proprio all’Academy del maiorchino.
NADAL OLTRE LA LEGGENDA
Rafa vince il 63esimo titolo in carriera sulla terra battuta, il 22esimo Slam, il 14esimo Roland Garros. Chiude con un rovescio lungolinea, si emoziona e si commuove: Nadal domina Ruud 63 63 60 e a 36 anni diventa il più anziano vincitore di sempre di Parigi superando Andres Gimeno (1972). A Ruud, che pure mostra progressi da quel lato, manca il rovescio d’anticipo: non cerca la palla in avanti, come fa invece con il diritto. E contro Nadal è un limite enorme, che gli costa un punteggio durissimo. Circondato dall’assordante ovazione dei fan, Rafa riceve la Coppa dei Moschettieri dalle mani di Billie Jean King e la alza al cielo. "E' incredibile essere ancora qui a 36 anni - dice - grazie a tutti di cuore perché mi sostenete in maniera eccezionale".
Nel cammino verso il 14esimo trionfo parigino in altrettante finali, lo spagnolo supera quattro top-ten: Auger-Aliassime, n.9 ATP (il terzo giocatore a portarlo al quinto set a Parigi), Djokovic, n.1 ATP, Zverev, n.3 ATP (che si ritira alla fine del secondo set per l’infortunio alla caviglia destra) e Ruud, n.8 ATP, in una finale che si rivela, paradossalmente, la partita più facile delle sette.Da quando esiste il ranking computerizzato, ovvero dal 1973, solo in due ci erano riusciti: lo svedese Mats Wilander al Roland Garros del 1982 e Roger Federer all'Australian Open del 2017.
RITIRO IN VISTA?
Arrivato a metà di un possibile Grande Slam, capace per la prima volta di vincere Australian Open e Roland Garros nello stesso anno, con il 22esimo trofeo Major in bacheca Rafa stacca nella speciale classifica Djokovic e Federer, fermi a quota 20. La vigilia della finale era stata accompagnata da voci e timori su un imminente uscita di scena dal tennis del maiorchino. Ma altro che ritiro! Nadal stravince e in conferenza stampa parla di presente e futuro. Il problema al piede sinistro rimane grave, ma cercherà di individuare una soluzione. "Fino a quando riuscirò a essere felice giocando a tennis - sottolinea -, continuerò a farlo. Wimbledon? Non voglio mancare, se il mio corpo me lo consentirà".
ADDIO A GIANNI CLERICI
Il giornalista e scrittore, ammesso nell’”International Hall of Fame” nel 2006, si spegne a 91 anni a Bellagio. Autore del celebre "500 anni di tennis", ha scritto più di seimila articoli. Federtennis e Sport e Salute decidono di intitolargli la sala stampa degli Internazionali d’Italia.
IL GIRONE DI BOLOGNA
Presentato Gruppo A delle Davis Cup Finals che vede l’Italia opposta ad Argentina, Croazia e Svezia. Gli incontri si svolgeranno sul veloce indoor della Unipol Arena dal 13 al 18 settembre. “Festeggiamo 100 anni di Davis, adesso vogliamo rivincerla - dice Angelo Binaghi, presidente della FIT, nella conferenza stampa di presentazione -. Arriviamo con una grande manifestazione in Emilia Romagna nel momento più brillante della storia del nostro sport in Italia”.
ZVEREV OPERATO
Alexander aggiorna via social i suoi fan sull’esito dell’operazione alla caviglia destra, intervento resosi necessario dopo la caduta che l’ha costretto al ritiro nella semifinale del Roland Garros contro Nadal. Dai primi esami e dai test successivi a cui si è sottoposto in Germania arriva la conferma: “Mi sono lacerato tutti i tre legamenti laterali della caviglia destra”, scrive il tedesco su Instagram in un post accompagnato da una foto in cui si mostra comunque sorridente nel letto dell’ospedale.
ROMA SEMPRE PIU’ GRANDE
L’ATP annuncia la prima fase di “OneVision”, il piano strategico che punta a far crescere il circuito maschile. Tra le riforme, l’estensione di cinque Masters 1000, fra cui gli Internazionali d’Italia, su 12 giorni, ed un diverso schema di suddivisione dei profitti fra tornei e giocatori. "Con più di un miliardo di fan nel mondo, una generazione emergente di superstar e un contenuto perfetto per l’epoca digitale, ‘One Vision’ mette fondamenta stabili per la crescita dello sport", si legge nel comunicato dell’ATP che rende noto un set di riforme in due fasi indipendenti, basate su tre principi cardine: stimolare l’unità, migliorare l’esperienza dei tifosi, incentivare le opportunità di crescita per i media con l’utilizzo di dati, contenuti, tecnologia.
UN “TULIPANO” SPUNTA A S’-HERTOGENBOSCH
Tie-break fatali per Andreas Seppi nel primo turno del “Libema Open” (ATP 250 - montepremi 648.130 euro) sui campi in erba di s’-Hertogenbosch, in Olanda, uno dei due appuntamenti (l’altro è Stoccarda) che inaugurano la stagione del tennis sui prati, tornato a disputarsi dopo due anni di assenza dal calendario a causa della pandemia. Il 38enne di Caldaro, n.141 del ranking, promosso dalle qualificazioni, cede 76(4) 76(9) al francese Mannarino, n.70 ATP e campione in carica.
Non ha ancora conquistato un titolo Challenger, né aveva mai vinto una partita in un main draw ATP prima di questa settimana. Ma sui prati di casa la settimana perfetta di Tim Van Rijthoven si conclude con un “happy end” da favola: in finale il 25enne di Roosendaal, n.205 del ranking, wild card, liquida 64 61 il russo Daniil Medvedev, n.2 ATP in procinto di ritornare sul trono mondiale, aggiudicandosi il suo primo trofeo nel tour maggiore. Nella sua cavalcata inarrestabile l’olandese supera l’australiano Ebden, n.432 ATP (ma ex top 40), lo statunitense Fritz, n.14 ATP e terza testa di serie, il francese Gaston, n.66 ATP, ed in semifinale il canadese Auger-Aliassime, n.9 ATP e secondo favorito del torneo, primo top-ten affrontato in carriera. "E' stata una settimana da sogno - commenta Van Rijthoven durante la premiazione -. Ringrazio gli organizzatori per la wild card. Senza questo invito, questa settimana sarei andato a giocare un Challenger in Inghilterra".
STOCCARDA, CHE RIENTRO PER BERRETTINI!
Nemmeno la pioggia salva Lorenzo Musetti che esce subito di scena nel “Boss Open” (ATP 250 - montepremi 692.235 euro) sui campi in erba di Stoccarda, in Germania, uno dei due appuntamenti che inaugurano la stagione del tennis sui prati. Il 20enne di Carrara, n.57 ATP, reduce dal successo nel Challenger sulla terra di Forlì, è sconfitto in due set dal georgiano Basilashvili, n.26 del ranking e quinto favorito del seeding.
C’è grande attesa per vedere in azione il finalista di Wimbledon 2021, che non gioca un match dal 16 marzo, quando è stato sconfitto negli ottavi di Indian Wells dal serbo Kecmanovic (pochi giorni dopo si era sottoposto ad un intervento alla mano destra che l’aveva costretto a rinunciare a tutta la stagione sul “rosso”). Che la classe non è acqua, però, non è un modo di dire. Anche se l’assenza dal circuito - 84 giorni - si fa sentire. Davanti a mamma e papà, in tribuna per l’occasione, Matteo Berrettini, n.10 del ranking e secondo favorito del seeding, entrato in gara direttamente al secondo turno, dimostra di aver ritrovato subito un minimo sindacale di feeling con i prati, supera in tre set il moldavo Albot, n.121 ATP, proveniente dalle qualificazioni, e stacca il pass per i quarti. Contro l’amico “Sonny”.
Parecchio amici, parecchio spettacolari e parecchio erbivori Berrettini e Sonego, n.32 del ranking e sesto favorito del seeding, danno vita ad un derby spettacolare, portato a casa dal più forte dei due. Perché se batti a 220 chilometri orari (218 se ti trattieni…) rispondere diventa un’impresa anche per uno che ha come soprannome il “polpo”. Matteo, trionfatore in questo torneo nel 2019, si impone in rimonta 36 63 64 sul 27enne torinese (vincitore nei turni precedenti su Paire, n.80 ATP, e sulla wild card Struff, n.103 ATP), che pure aveva cominciato il match in grande spolvero.
Con le loro bordate di servizio tirano via i pochi fili d’erba superstiti sul Centrale. Ma alla fine dalla gara a chi tira più forte esce vincitore Matteo, che sa fare molto di più che servire come un “martello”. In semifinale supera 76(7) 76(5) il tedesco Otte, n.61 del ranking, alla sua seconda semifinale stagionale - e in carriera - dopo quella raggiunta a fine aprile sulla terra di Monaco di Baviera (stoppato da Rune). In finale - la nona in carriera, la quarta sull’erba - Berrettini trova dall’altra parte della rete il britannico Andy Murray, n.68 del ranking, che supera l’australiano Kyrgios, n.78 ATP. Quest’ultimo subisce un “penalty game” e dopo il match se la prende con i tifosi: "Ho risposto ad offese razziste e mi hanno penalizzato", dice.
Nella sfida per il titolo Berrettini s’impone 64 57 63 su Murray dopo due ore e quaranta minuti, mantenendo l’imbattibilità sui prati di Stoccarda, dove il 26enne romano è in serie positiva da 9 match. Straordinario il bilancio complessivo di Matteo nei tornei sulla superficie più antica: 28 vittorie e 6 sconfitte, con tre titoli (Stoccarda 2019 e 2022, Queen's 2021) e la finale a Wimbledon 2021, unico italiano nella storia arrivato a giocarsi il trofeo dei “The Championships”.
GLI USA NON SONO UN PAESE PER “NO VAX”
Scatta la nuova normativa per l’arrivo dei passeggeri stranieri negli Stati Uniti. Non serve più il tampone del giorno prima, ma è obbligatorio aver ricevuto un ciclo completo di vaccini anti-Covid. Precise e circoscritte le eccezioni: Us Open dunque a rischio per Djokovic, non vaccinato, che rischia di saltare il secondo Slam della stagione dopo gli Australian Open.
RANKING 13 GIUGNO: CAMBIO DELLA GUARDIA
Con la scadenza dei punti del Roland Garros 2021, Djokovic cede il trono mondiale al russo Medvedev, che diventa numero uno per la seconda volta in carriera. Alle sue spalle c’è Zverev, al “best ranking” come Ruud, che sale fino al numero 5. La finale di Stoccarda fa scalare 21 posizioni a Murray, ora n.47, mentre Van Rijthoven corona la sua favola di s’Hertogenbosch anche attraverso la classifica con un balzo incredibile: da n.205 a n.106 in sette giorni con 99 posizioni guadagnate in un colpo solo e il titolo di sorpresa più bella del 2022 (almeno fin qui).

Berrettini re del Queens: 9 su 9
QUEEN’S: L’ERBA DI MATTEO E’ SEMPRE PIU’ VERDE
Lorenzo Musetti scivola sui prati londinesi: il 20enne di Carrara, n.74 del ranking, è costretto a ritirarsi sul punteggio di 6-3 nel match di primo turno contro il kazako Bublik, n.37 ATP, sul punteggio di 6-3 per il suo avversario ai “Cinch Championships” (ATP 500 - montepremi 2.134.520 euro) sui campi in erba dello storico Queen’s Club di Londra, in Gran Bretagna. Cambia il palcoscenico - dai prati tedeschi a quelli inglesi (decisamente più belli) - ma la musica non cambia. Con un nuovo look stile “man in black” Matteo Berrettini inizia in modo più che convincente la difesa del titolo: il 26enne romano, n.10 del ranking e secondo favorito del seeding, rientrato nel tour a Stoccarda dopo 84 giorni di stop e subito a segno, batte in due set all’esordio il britannico Evans, n.31 ATP. Poi supera in rimonta lo statunitense Kudla, n.82 ATP, ripescato in tabellone come lucky loser al posto del britannico Murray (che aveva concluso con un infortunio agli addominali la sfida per il titolo a Stoccarda, persa proprio contro l’azzurro). Matteo “vendica” così il ko al primo turno di Lorenzo Sonego, n.32 del ranking, sconfitto in tre set da Kudla con doppio fallo del 27enne torinese sul match-point.
Inizio di partita un filo “pachidermico” giusto per dare l’illusione al suo avversario di potersi giocare il match. Poi avviato il motore non c’è più storia: nei quarti Berrettini lascia appena sei game all’altro statunitense Paul, n.35 ATP, vincendo 11 degli ultimi 13 giochi. Ed in semifinale concede solo un game in più all’olandese Van de Zandschulp, n.29 del ranking. Inarrestabile Matteo! Il 26enne romano si conferma campione al Queen’s: in finale sconfigge 75 64 il serbo Filip Krajinovic, n.48 ATP, che prima di questo torneo non aveva mai vinto un match sui prati e bravo ad infilarsi nel corridoio subito lasciato libero dal norvegese Ruud, prima testa di serie. “Non riesco a realizzare quel che ho fatto - dice emozionato Berrettini durante la premiazione -. “Tornare da un'operazione, vincere due tornei di fila e difendere il titolo di uno dei tornei più prestigiosi è qualcosa di incredibile, ma ora non voglio piangere! Devo ringraziare il mio team e la mia famiglia. Quando sono rientrato la scorsa settimana non avevo le migliori sensazioni, ho detto a tutti che sarebbe stata dura, invece...”.
Per Matteo è il settimo trofeo conquistato in carriera su dieci finali disputate, il secondo al Queen’s ed il secondo consecutivo dopo Stoccarda. Il tennis sui prati del romano è quasi irresistibile: ha vinto 20 degli ultimi 21 match giocati su erba. Resta imbattuto nel torneo londinese (10 vittorie in 10 partite) e complessivamente sulla più antica superficie della disciplina ha vinto 33 delle 39 partite disputate in singolare. Nell’Era Open, Berrettini è tra i migliori cinque per percentuale di successi in incontri su erba, dietro solo a Federer, McEnroe, Djokovic e Laver e davanti a leggende come Sampras, Connors, Murray e Becker.
HURKACZ FIRMA HALLE
Il pubblico tedesco, orfano dell’eleganza di “King Roger”, dieci volte vincitore del “Terra Wortmann Open” (ATP 500 - montepremi 2.134.520 euro) sui prati di Halle, in Germania, resta a bocca aperta davanti alle magie sgraziate dell’australiano Kyrgios, n.65 ATP, che va in campo vestito come un rapper ed arriva fino alle semifinali, dove affronta il polacco Hurkacz, n.12 del ranking e 5 del seeding. Dall’altra parte del tabellone non cede mai il servizio il n.1 del mondo, il russo Medvedev, che si gioca un posto in finale con il tedesco Otte, n.51 ATP.
Ed il titolo se lo giocano i due più forti: Hubert da Wroclaw, che batte in rimonta 46 76(2) 76(4) Kyrgios, e Daniil da Mosca - alla sua seconda finale consecutiva dopo quella di s’-Hertogenbosch -, che supera 76(3) 63 il tedesco Otte. Il trofeo finisce però nella bacheca di Hurkacz, che non aveva mai battuto un numero uno del mondo. Ci riesce e festeggia una prima volta che vale un piccolo record: il polacco infatti domina Medvedev 61 64 nella sua prima finale in carriera giocata su una superficie diversa dal cemento. Per Hubert è il quinto trofeo in altrettante finali in carriera: è il settimo giocatore nell’Era Open (da aprile 1968) a riuscirci, il secondo a completare la cinquina quest’anno dopo il teen-ager spagnolo Alcaraz.
IL SUPERCOACH DI JANNIK
Avvistato sui prati di Eastbourne, ad osservare gli allenamenti di Sinner, Darren Cahill. L’australiano, ex coach di Hewitt, Agassi e Halep, entra a far parte del team di Jannik: affiancherà Simone Vagnozzi nel progetto di crescita del talento di Sesto Pusteria. Confermato anche il nuovo preparatore fisico, Umberto Ferrara.
COACHING SI’, FINALMENTE
L’ATP annuncia che nella seconda parte del 2022 sarà consentito il “coaching” in tutte le partite (qualificazioni e main draw) del tour professionistico. Si tratta di un esperimento che consentirà ai coach di comunicare con i loro giocatori rimanendo seduti nei posti a loro riservati, in base a regole precise e che verrà applicato a partire dai tornei in programma dopo Wimbledon. Negli ultimi anni il tennis aveva già provato a sperimentare forme diverse di “coaching”: dal coach in campo del circuito WTA, al coach in cuffia al cambio di campo visto alle Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals. L’annuncio allinea per la seconda metà della stagione ATP Tour, US Open e WTA Tour, dove è già in corso una sperimentazione analoga.
RAFA PROSSIMO PAPA’
Il settimanale spagnolo “Hola” non ha dubbi e lo spara in copertina: Rafael Nadal e Mary aspettano il primo figlio. A supporto di questa tesi alcune immagini sulla barca del vincitore di 22 trofei Slam, compresi 14 Roland Garros, dove la moglie Maria Francisca Perello è ritratta in costume da bagno con una silhouette che ha tutte le caratteristiche del premaman. Dall’entourage del maiorchino nessuna conferma, ma i tempi potrebbero essere più che mai maturi. La relazione tra il 36enne mancino di Manacor e Mary, 33 anni, dura ormai dal 2005, anche se il loro matrimonio risale a solo tre anni fa.
EASTBOURNE E’ ANCORA DI FRITZ
Vittoria col brivido (triplo) per Lorenzo Sonego all’esordio nel “Rothesay International” (ATP 250 - montepremi 697.405) sui prati del Devonshire Park di Eastbourne, in Gran Bretagna, ultimo appuntamento insieme a Maiorca per rifinire la preparazione in vista di Wimbledon. Il 27enne torinese, n.32 del ranking, finalista nel 2021, batte in rimonta l’australiano Duckworth, n.77 ATP, proveniente dalle qualificazioni, dopo aver annullato tre match-point nel dodicesimo gioco del terzo set. Al secondo turno, però, il piemontese cede in due set ad un altro tennista “aussie”, De Minaur, n.24 del ranking e sesto favorito del seeding, nonché campione in carica (superando proprio Sonego).
Deve aspettare ancora per la sua prima vittoria sull’erba Jannik Sinner, n.13 del ranking e secondo favorito del seeding - al rientro nel tour dopo un mese di stop per l’infiammazione al ginocchio sinistro che lo aveva costretto al ritiro contro Rublev negli ottavi del Roland Garros -, che esce di scena al secondo turno (per lui l’esordio), sconfitto in tre set dallo statunitense Paul, n.35 ATP, reduce dai quarti al Queen’s (stoppato da Berrettini).
Taylor Fritz si presenterà a Wimbledon, dove debutterà contro Lorenzo Musetti, forte del suo secondo titolo in carriera a Eastbourne. In finale lo statunitense, n.14 ATP e terza testa di serie, perde solo cinque punti quando mette la prima contro lo specialista del serve&volley e connazionale Maxime Cressy, n.63 del ranking, battuto 62 67(4) 76(4) senza concedere nemmeno una palla-break. "C'è qualcosa di speciale in questo posto - dice Fritz che a Eastbourne nel 2019 aveva conquistato il suo primo trofeo ATP -. Quando sono arrivato qui mi sono reso conto subito che stavo giocando molto meglio di prima. Questo luogo ha uno spazio unico nel mio cuore”.
MAIORCA: 1° TITOLO SUI PRATI PER TSITSIPAS
Stefanos Tsitsipas sfata il tabù erba vincendo il suo primo titolo ai “Mallorca Championships” (ATP 250 - montepremi 886.500 euro) sui prati dell’isola delle Baleari, in Spagna. In finale il 23enne di Atene, n.6 del ranking e secondo favorito del seeding, che aveva chiesto ed ottenuto una wild card, supera 64 36 76(2) lo spagnolo Roberto Bautista Agut, n.20 ATP e quinta testa di serie. L’odore del mare restituisce leggerezza a Stefanos che nella sfida per il titolo “gioca a ondate”: il suo tennis compare e scompare come l’alta marea. Ma alla fine batte per la terza volta in altrettante sfide il 34enne di Castellon de la Plana, protagonista nei quarti dell’eliminazione del n.1 Medvedev, e può festeggiare il primo titolo in carriera sull’erba. Tsitsipas dominato per set e mezzo (64 3-1): poi subisce il ritorno dell’avversario che aspirava a diventare il primo giocatore di casa nell’albo d’oro del torneo. Nel terzo set il greco spreca un vantaggio di 5-2 ma nel tie-break è lui ad avere più sangue freddo inanellando la 40esima vittoria del 2022. Nel circuito maggiore nessuno ha ottenuto più successi.
WIMBLEDON, E’ TEMPO DI “QUALI”
Sono 16 gli italiani in campo nelle qualificazioni a Roehampton ma al turno decisivo approdano solo in tre: Caruso, Vavassori e Seppi. E l’unico a conquistare un posto nel tabellone principale dei “The Championships”, terzo Slam del 2022, è Andrea Vavassori. Nel turno decisivo il 27enne torinese, n.255 del ranking, si impone al tie-break del set decisivo sul ceco Kolar, n.120 ATP e quarta testa di serie delle “quali” dopo oltre tre ore e mezza di battaglia. Il piemontese si guadagna così il diritto di partecipare per la prima volta a Wimbledon, prima assoluta in un Major.
MURRAY IN LAVER CUP
Andy debutterà in Laver Cup: a fine settembre lo scozzese tornerà in campo alla “O2 Arena”, dove vinse le Nitto ATP Finals 2016 battendo in finale Djokovic e diventando così numero 1 del mondo. Tre volte campione Slam, Murray arricchirà la rosa del Team Europe in cui è già annunciata anche la presenza di Nadal e Federer.
Lo svizzero, che co-organizza l’evento insieme al suo storico agente Tony Godsick, dovrebbe tornare a giocare pure in doppio con il suo amico/rivale maiorchino, come già accaduto nella prima edizione della Laver Cup a Praga nel 2017.
Il format della manifestazione si ispira a quello della Ryder Cup, uno degli eventi di golf più antichi e prestigiosi. Una squadra dei sei migliori giocatori europei sfida una selezione di altrettanti top player del resto del mondo. La sede è itinerante, con un’alternanza fissa: un’edizione si gioca in Europa, la successiva in un continente diverso.
Dopo Praga 2017, si è giocata a Chicago nel 2018, a Ginevra nel 2019 e a Boston nel 2021 dopo la cancellazione dell’edizione 2020 causa pandemia. Intitolata all’unico giocatore nella storia capace di completare due volte il Grande Slam (da dilettante nel 1962 e nell’Era Open nel 1969), la Laver Cup si disputerà a Vancouver nel 2023 e a Berlino nel 2024.