

Ripercorriamo insieme la stagione del grande tennis un mese al giorno. In avvio di 2022 la Russia stoppa ancora l’Italia in ATP Cup, stavolta nel round robin. Ad Adelaide si rivede Monfils: a Melbourne Rafa rientra nel tour e vince. Kokkinakis profeta in patria, Karatsev firma Sydney. Matteo, star di Netfix, raggiunge la terza semifinale in un Major dove cede a Rafa. Nell’altra “semi” sono scintille tra Medvedev (che vince) e Tsitsipas. Ma la finale si trasforma per il russo nell’incubo peggiore…
di Tiziana Tricarico | 18 dicembre 2022
Pronti, partenza, via! Il 2022 nizia con una sconfitta contro l’Australia, in tabellone con una wild card in quanto Paese organizzatore, l’avventura dell’Italia nell’ATP Cup di Sydney (10 milioni di dollari di montepremi). Nel doppio decisivo per la sfida valida per il “Gruppo B” Berrettini e Bolelli cedono 63 75 a Peers e Saville. Peccato, perché l’inedita coppia azzurra manca un set-point nel secondo parziale. Gli azzurri erano partiti con Sinner, n.10 ATP, che aveva liquidato 61 63 Purcell, n.176 ATP (schierato all’ultimo momento al posto di Duckworth, n.49 ATP): nel secondo singolare, però, Berrettini, n.7 ATP, aveva ceduto 63 76(4) ad Alex De Minaur, n.34 ATP.
L’Italia però si riscatta superando 3-0 la Francia con Sinner che batte 64 76(6) Rinderknech, n.58 del ranking, Berrettini che s’impone 63 76(3) su Humbert, n.35 del ranking, e con Berrettini/Sinner - per la prima volta insieme - che arrotondano il risultato superando 63 67(7) 10-8 Martin/Roger-Vasselin.
Ancora la Russia! Per il secondo anno di fila sono Medvedev & Co. a sbarrare la strada all’Italia: a febbraio 2020 nel match per il titolo, stavolta in quello decisivo nel round robin. E’ una sfida lottatissima, decisa solo al super tie-break del doppio con Berrettini/Sinner battuti 57 64 10-5 da Medvedev/Safiullin che si regalano il pass per le semifinali. Sulla Ken Rosewall Arena nel primo singolare Sinner aveva battuto 76(6) 63 Safiullin, n.167 del ranking, mentre Berrettini aveva ceduto 62 67(5) 64 a Medvedev, n.2 ATP.
L’ATP CUP VA…IN CANADA
Nelle semifinali la Russia, campione in carica, cede al Canada al doppio di spareggio mentre la Spagna ferma la Polonia. In finale Shapovalov, n.14 ATP, batte 64 63 Carreno Busta, n.20 del ranking, mentre Auger-Aliassime, n.11 ATP, si impone 76(3) 63 su Bautista Agut, n.19 del ranking, regalando ai suoi la prima vittoria della storia in una manifestazione a squadre. Il Canada vince così l’ATP Cup 2022: la Spagna deve accontentarsi del secondo posto come nel 2020. “Dieci giorni fa non avrei mai immaginato un epilogo del genere”, le parole in conferenza stampa del capitano-giocatore Auger-Aliassime. Nemmeno immagina Felix quello che succederà a fine anno...
AD ADELAIDE SI RIVEDE MONFILS
Gianluca Mager esce di scena al secondo turno dell’”Adelaide International” (ATP 250 - $500.00) sui campi in cemento della città sulla costa dell’Australia meridionale. Il 27enne sanremese, n.62 del ranking, dopo aver battuto all’esordio l’argentino Francisco Cerundolo, n.127 ATP, proveniente dalle qualificazioni, è sconfitto 63 al terzo da un altro qualificato, il bielorusso Gerasimov, n.113 ATP, autore dell’eliminazione dell’ungherese Fucsovics, n.40 del ranking e 5 del seeding.
Dopo quasi due anni (Rotterdam 2020), Gael Monfils torna ad alzare un trofeo ATP, l’undicesimo: in finale - la 33esima in carriera - il 35enne parigino, n.21 del ranking e primo favorito del seeding, batte 64 64 il russo Karen Khachanov, n.22 ATP e seconda testa di serie, che perde il servizio nell'ultimo game di entrambi i set. “Voglio ringraziare il mio team - dice il francese - abbiamo vissuto momenti difficili, abbiamo perso un po' di fiducia ma da luglio dell'anno scorso siamo tornati alla grande”.
MELBOURNE: CHE RIENTRO PER NADAL!
Nulla da fare per Travaglia e Seppi nel primo turno del “Melbourne Summer Set” (ATP 250 - 521mila dollari di montepremi) sui campi in cemento di Melbourne Park (gli stessi degli Australian Open), nella metropoli australiana. Il 29enne di Ascoli Piceno, n.78 ATP, è battuto dall’australiano Popyrin, n.61 del ranking: il 37enne di Caldaro, n.102 ATP, promosso dalle qualificazioni, cede allo slovacco Molcan, n.88 del ranking.
Nadal recupera in tempi record dopo la positività al Covid-19 al rientro dall’esibizione di Abu Dhabi a metà dicembre. Lo spagnolo, n.6 ATP e primo favorito del torneo, non gioca un match ufficiale dagli ottavi di Washington ad inizio agosto (stoppato dal sudafricano Harris) per i problemi al piede sinistro poi operato: gli basta però una settimana per conquistare il trofeo numero 89 della carriera. Nella sfida per il titolo Rafa si impone 76(6) 63 su Maxime Cressy, statunitense di origini francesi, n.112 ATP, passato dalle qualificazioni alla sua prima finale nel circuito maggiore. E firma l’ennesimo record: il 2022 è infatti la diciannovesima stagione consecutiva con almeno un titolo all’attivo per il maiorchino.
NOLE PARTE PER L’AUSTRALIA
Il giorno 5 Djokovic, che si è allenato a Marbella, annuncia sui social la partenza per Melbourne. Dunque sarà in campo agli Australian Open. Non è l’unico a poter partecipare al primo Slam dell’anno grazie a questo permesso. L’agenzia di stampa Reuters parla di una “manciata” di richieste approvate sulle 26 arrivate in totale alle autorità sanitarie australiane. "Ho trascorso tempo di qualità con la mia famiglia e oggi partirò per l’Australia con un’esenzione medica", posta sui social il serbo che ha saltato per motivi ignoto l’ATP Cup a Sydney e non ha voluto rivelare se si sia vaccinato o meno contro il Covid-19, che ha peraltro contratto nell’estate del 2020.
SCATTA LA MISSIONE DOWN UNDER
Sono ben 11 i rappresentanti del tennis tricolore nelle qualificazioni degli Australian Open, primo Slam del 2022: Federico Gaio, 28esima testa di serie, Salvatore Caruso, 29esima testa di serie, Filippo Baldi, Andrea Arnaboldi, Gian Marco Moroni, Alessandro Giannessi, Lorenzo Giustino, Flavio Cobolli, Thomas Fabbiano, Franco Agamenone e Andrea Pellegrino. Al terzo e decisivo turno approdano in quattro - Caruso, Giannessi, Cobolli e Fabbiano - ma nessuno riesce a staccare il pass per il main draw.
KOKKINAKIS PROFETA IN PATRIA
All’”Adelaide International 2”, secondo ATP 250 consecutivo (montepremi 493.875 dollari) sul cemento della città sulla costa dell’Australia meridionale, forfait in extremis di Musetti, n.60 ATP, bloccato da un problema alla spalla destra. Mager si ferma al secondo turno: il 27enne di Sanremo, n.63 del ranking, si prende la rivincita sul bielorusso Gerasimov, n.106 del ranking, proveniente dalle qualificazioni, ma poi cede al russo Khachanov, n.30 ATP e terzo favorito del seeding, reduce dalla finale persa nel primo “250” di Adelaide.
La strada che porta alla vetta è lunga e dolorosa: ne sa qualcosa Thanasi Kokkinakis, troppe volte tradito dal suo fisico. La strada lo riporta verso casa, nella sua Adelaide dove è nato e dove può festeggiare finalmente il suo primo titolo ATP: in finale il 25enne “aussie”, n.145 del ranking, in tabellone grazie ad una wild card, supera in rimonta 67(6) 76(5) 63 il francese Arthur Rinderknech, n.58 ATP. Capace di salire al n.69 del ranking a soli 19 anni, Thanasi riceve su Instagram anche i complimenti di “sua Maestà” Federer.
PROFUMO D’AUSTRALIA PER KARATSEV
Travaglia, n.86 del ranking, ripescato in tabellone come lucky loser, saluta subito il “Sydney Tennis Classic” (ATP 250 - montepremi 521.000 dollari) sul cemento dell’Olympic Park Tennis Center, uno dei due appuntamenti che precede gli Australian Open. Fognini, n.36 ATP e settimo favorito del seeding, dopo il successo sul lucky loser tedesco Altmaier, n.91 del ranking, perde 76(7) 76(6) con lo statunitense Nakashima, n.68 ATP, dopo aver mancato tre set-point nel secondo parziale. Il più bravo è Sonego: il 26enne di Torino, n.27 del ranking e quinta testa di serie, dopo aver battuto in rimonta il francese Gaston, n.67 ATP, ed essersi ripetuto liquidando l’argentino Baez, n.95 ATP, promosso dalle qualificazioni, cede nei quarti al russo Karatsev, n.20 ATP e primo favorito del seeding.
Proprio il 28enne di Vladikavkaz batte in semifinale il britannico Evans, n.26 ATP e terza testa di serie, e si presenta alla sfida per il titolo contro un altro tennista british, Andy Murray, n.135 ATP, in gara grazie ad una wild card, vincitore per 67(6) 64 64 sullo statunitense Opelka, n.25 ATP e quarta testa di serie. Ed il russo si ripresenta in Australia, dove lo scorso anno era esploso dal nulla raggiungendo le semifinali allo Slam Down Under partendo dalle qualificazioni, di nuovo in forma strepitosa. In finale Karatsev regola 63 63 Murray e mette in bacheca il suo terzo trofeo.
SYDNEY: BOLELLI/FOGNINI SCONFITTI IN FINALE
Si ferma in finale la corsa di Simone Bolelli e Fabio Fognini al “Sydney Tennis Classic”. Il 36enne di Budrio, n.25 del ranking di specialità ed il 34enne di Arma di Taggia, n.111 ATP in doppio, tornati a disputare una finale insieme dopo tre anni e mezzo, cedono 75 75 all’australiano Peers, n.13 ATP del ranking di specialità, e allo slovacco Polasek, n.9 ATP in doppio, terzi favoriti del seeding. I due azzurri, campioni di specialità agli Australian Open del 2015 (dopo i successi a Umago 2011 e Buenos Aires 2013), non facevano coppia nel circuito da settembre 2020 quando uscirono al primo turno degli Internazionali BNL d’Italia al Foro Italico (edizione posticipata a causa della pandemia).
Il CASO DJOKOVIC
Magari è meglio fare un po’ d’ordine in una faccenda dove tutti hanno perso e nessuno ha vinto. Una faccenda complessa che ha coinvolto l’Australian Border Force, l’autorità di frontiera che ha revocato il visto d’ingresso a Novak perché non ha ritenuto sufficiente l’esenzione medica riconosciuta, lo Stato di Victoria e Tennis Australia.
Da segnalare anche, nel bel mezzo della querelle, il 10 gennaio, la “pittoresca” conferenza stampa della famiglia Djokovic a Belgrado: “E' un gigante, un fantastico giovane uomo che non ha mai fatto male a nessuno e che ha sempre cercato di aiutare tutti - tuona papà Srdjan -. Ma il fatto che venisse da una nazione piccola, povera, non piaceva a qualche persona potente. Non piaceva che qualcuno da un piccolo Paese potesse diventare il migliore nel loro sport borghese".
Ma procediamo con ordine. Il 10 dicembre 2021 è l’ultimo giorno per chiedere al comitato degli Australian Open le esenzioni mediche. Il 16 dicembre 2021 Nole sarebbe risultato positivo ma dice di averlo saputo il giorno seguente, che peraltro l‘ha visto protagonista di un evento con dei bambini. Non solo, il 18 dicembre concede un’intervista a L’Equipe mentre il 26 vola in Spagna dove non potrebbe entrare in quanto non vaccinato.
Il 5 gennaio 2022 il numero uno del mondo parte per l’Australia e lo pubblicizza sui social affermando di avere un’esenzione medica (con una conferma scritta del Department of Home Affairs di poter entrare nel Paese senza il periodo di quarantena obbligatorio). All’arrivo a Melbourne, però, Novak è bloccato e trattenuto all’aeroporto di Tullamarine: il visto gli viene rifiutato e viene trasferito nell’hotel-prigione, il Park Hotel della capitale dello Stato di Victoria, dove alloggiano decine di richiedenti asilo in attesa - anche da anni - del visto per entrare in Australia. L’attenzione sulla sua vicenda del re del tennis mondiale spinge manifestanti per i diritti umani a recarsi sotto l’hotel per chiedere la liberazione dei rifugiati: con loro anche tifosi serbi e no-vax che inneggiano a Nole.
Il 7 gennaio gli avvocati di Djokovic chiedono un giudizio del Federal and Family Court: il 10 gennaio il giudice Anthony Kelly dà ragione al 35enne di Belgrado e gli restituisce il visto. Il 12 gennaio siamo punto e a capo: c’è un errore nel modulo - l’Australian Travel Declaration - dove Nole afferma di non aver viaggiato prima della trasferta Down Under (ed invece ha fatto avanti e indietro da Belgrado a Marbella). Il 14 gennaio il ministro per l’immigrazione australiano Alex Hawke esercita il suo potere personale, previsto dal Migration Act del 1958, e gli ritira di nuovo il visto: il giorno 16, proprio alla vigilia degli Australian Open, arriva la sentenza finale di espulsione da parte della Corte Federale. E Djokovic deve pagare le spese legali e tornarsene a casa…. Ma l’impressione è che la motivazione (“Un’iconica star del tennis può influenzare persone di tutte le età, ma soprattutto i giovani e più suggestionabili, e spingerli ad emularlo. Questa non è una fantasia, non servono prove”) più che di diritto sia politica, legata a questioni di ordine pubblico, salute e sicurezza dei cittadini australiani.
IL COMMENTO DI NOLE
“Sono estremamente deluso dalla decisione della Corte di respingere il ricorso contro la decisione del ministro Hawke di revocare il mio visto, per cui non potrò rimanere in Australia e giocare l'Australian Open", dichiara Djokovic in una nota e annuncia che si prenderà del tempo per recuperare prima di fare ulteriori commenti sulla vicenda. "Rispetto la sentenza della Corte e collaborerò con le autorità competenti per il mio rimpatrio. Mi spiace che tutta l'attenzione sia stata su di me nelle ultime settimane: spero che adesso possiamo tutti concentrarci sul gioco e sul torneo che amo. Vorrei augurare il meglio ai giocatori, agli ufficiali, allo staff, ai volontari e ai tifosi. Infine vorrei ringraziare la mia famiglia, gli amici, il mio team, i miei sostenitori e i miei connazionali per il continuo supporto. Mi avete dato grande forza".
LE REAZIONI DEI COLLEGHI
Non tutti la pensano alla stessa maniera in merito alla vicenda del serbo. Tsitsipas lo attacca e dice: "Si fa le sue regole, ci fa sembrare stupidi". Nadal è stufo della saga: “Sarà un grande Australian Open con o senza Djokovic: i tornei sono più importanti dei giocatori che con il passare del tempo sono sostituiti da altri”. E aggiunge: “Il tennis conta ‘zero’ rispetto a quello che il mondo sta affrontando”. Zverev invece difende Djokovic: "E’ un caso politico perché è una star". Così come il canadese Pospisil che con il serbo ha creato la PTPA (Professional Tennis Players Association): "Se non gli fosse stata data un'esenzione, Novak non sarebbe partito per l'Australia: sarebbe rimasto a casa e non sarebbe successo questo caos".
SI ALZA (FINALMENTE) IL SIPARIO SUGLI AUSTRALIAN OPEN
Quello che scatta a Melbourne Park è il primo Major in 23 anni senza né Djokovic né Federer. Con l’ingresso in tabellone di Caruso come lucky loser al posto di Nole salgono a dieci gli azzurri in gara agli Australian Open, primo Slam del 2022 (montepremi 54,2 milioni di dollari) sul cemento di Melbourne Park nella metropoli australiana.
Subito fuori Caruso, n.146 del ranking - sconfitto al turno decisivo delle qualificazioni dal giapponese Daniel (n.120 ATP) e ripescato in tabellone proprio a seguito della decisione di escludere Djokovic - cede 64 62 61 al serbo Kecmanovic, n.77 del ranking. Non approfitta di un sorteggio sulla carta abbastanza “morbido” Fognini, battuto 61 64 64 dall’olandese Griekspoor, n.62 del ranking, che giocava solo per la seconda volta lo Slam Down Under: durante il match il 34enne di Arma di Taggia ha chiesto un medical time out per un problema alla spalla destra, massaggiata a lungo dal trainer.
Delusione - seppure con la scusante di sette settimane di stop per una lesione al tendine del gomito destro - per Cecchinato, ancora alla ricerca del primo successo a Melbourne: il 29enne di Palermo, n.95 ATP, è sconfitto 64 75 76(0) dal veterano tedesco Philipp Kohlschreiber, n.134 del ranking. Eliminato all’esordio anche il veterano Seppi, alla 66esima presenza consecutiva in uno Slam (la 67esima complessiva), dietro nella speciale classifica solo agli spagnoli Verdasco (67 consecutivi) e Feliciano Lopez (79): il 37enne di Caldaro, n.101 del ranking, cede 61 61 75 al polacco Majchrzak, n.107 ATP.
Decisamente sfortunato nel sorteggio Mager, sconfitto 63 62 62 dal russo Andrey Rublev, n.6 del ranking e 5 del seeding. Nulla da fare anche per Travaglia, che però per almeno tre set gioca più che alla pari con il suo avversario: il 30enne di Ascoli Piceno, n.98 del ranking, perde 76(2) 64 57 61 dallo spagnolo Roberto Bautista Agut, n.18 ATP e 15esima testa di serie. Peccato per “Steto”, che ha accusato sul più bello un problema al quadricipite sinistro tale da rendere complicata la dinamica del servizio.
Lotta Musetti, che per un set e mezzo abbondante mette i brividi al pubblico di casa, ma non basta: il 19enne di Carrara, n.60 del ranking, cede 36 63 60 63 all’australiano Alex De Minaur, n.42 ATP e 32esima testa di serie. Con gli otto break subìti a dimostrare che probabilmente il problema alla spalla destra accusato in avvio di stagione dal tennista toscano non è ancora completamente superato.
Termina al terzo turno - con qualche rimpianto per qualche errore di troppo nei momenti decisivi - la corsa di Sonego, mai così avanti a Melbourne. Il 26enne torinese, n.26 ATP e 25esima testa di serie, supera lo statunitense Querry, n.110 del ranking, ed il tedesco Otte, n.96 ATP, prima di cedere 64 67(8) 62 75 al serbo Kecmanovic, n.77 del ranking. Il 22enne di Belgrado - alla quinta presenza a Melbourne, la quarta nel main draw dove per la prima volta approda negli ottavi - all’esordio aveva stoppato anche Caruso, n.146 del ranking, in tabellone come lucky loser al posto di Djokovic.
MARATONETA MURRAY
E’ la vittoria della volontà quella di “sir” Andy, n.113 ATP, in gara grazie ad una wild card, che supera 6-4 al quinto Basilashvili, n.23 del ranking e 21 del seeding all’esordio dello Slam “aussie”. Per la seconda volta nel giro di una settimana l’ex numero uno al mondo sconfigge il georgiano e lo fa al termine di una battaglia di quasi quattro ore, con il britannico che, avanti 4-1 nel set decisivo si vede riagguantare sul 4 pari prima di piazzare la zampata decisiva. Al secondo turno, però, il 34enne scozzese di Dunblane va a sbattere contro il giapponese Daniel, n.120 ATP, passato attraverso le qualificazioni.
ZVEREV SI LAMENTA
Il tedesco parla in conferenza stampa di mancanza di controlli a Melbourne Park: “Possiamo andare fuori a mangiare, abbiamo il permesso di fare quello che vogliamo. Così è normale possano aumentare i contagi - dice -. Penso che diversi giocatori avessero il Covid quando sono arrivati e che più di qualcuno ce l’abbia adesso. Ma non siamo controllati: se lo fossimo credo che scopriremmo molti più positivi”. Marcia spedito “Sascha”, n.3 del ranking e del seeding, per i primi tre turni poi negli ottavi va a sbattere contro il canadese Shapovalov, n.14 ATP e 14esima testa di serie.
MATTEO STAR DI NETFIX
C’è anche Berrettini tra i volti della docu-serie che racconta il dietro le quinte del mondo del tennis. Quel che si sa da qualche giorno è che l’obiettivo di ATP, WTA e tornei dello Slam è realizzare un prodotto che possa penetrare mercati complicati come quello statunitense (i telespettatori degli ultimi US Open sono stati meno di 800mila al giorno, uno dei dati peggiori dell’ultimo decennio) e attiri l’attenzione delle nuove generazioni, come avvenuto grazie a serie analoghe. Per seguire le fasi della lavorazione, a Melbourne Park ci sono alcune troupe che lavorano più o meno nell’ombra.
RISULTATI A SORPRESA E NON
Terzo turno tra sorprese e conferme. Il croato Marin Cilic, n.27 del ranking e del seeding, ottiene la prima vittoria su un top 10 in due anni eliminando il russo Rublev, n.6 ATP e quinta testa di serie. Il greco Stefanos Tsitsipas, n.4 del ranking e del seeding, continua a far fatica ma supera in quattro set il francese Paire, n.56 ATP malgrado un deludente 56% di prime di prime in campo. L’altro russo Daniil Medvedev, n.2 ATP e seconda testa di serie (ma primo favorito del torneo dopo l’esclusione di Djokovic) domina l’olandese Van de Zandschulp, n.57 del ranking.
SINNER SI FERMA NEI QUARTI
Era una sfida dura quella che attendeva Jannik, e sul campo lo è stata anche di più. Finisce nei quarti la corsa dell’altoatesino. Sulla Rod Laver Arena il 20enne di Sesto Pusteria, n.10 del ranking e 11 del seeding, è sconfitto 63 64 62 dal greco Tsitsipas, n.4 del ranking e del seeding, che approda per la terza volta in semifinale a Melbourne (2019 e 2021 le precedenti). Prestazione praticamente perfetta di Stefanos che continua a cercare di velocizzare il gioco anticipando i tempi e prendendosi molti rischi, sostenuto da un servizio molto solido. E soprattutto evita il più possibile gli scambi lunghi nei quali Sinner si dimostra spesso superiore.
Nella sua corsa verso il secondo quarto Slam in carriera dopo Roland Garros 2020 - diventando il quinto italiano di sempre a raggiungere questo traguardo Down Under: De Stefani (1935), Pietrangeli (1957), Caratti (1991) e Berrettini (2022) gli altri -, era stato tutto facile per il tennista allenato da coach Riccardo Piatti, aiutato da un tabellone piuttosto comodo. Dopo essersi imposto in tre set sul portoghese Sousa, n.140 ATP, proveniente dalle qualificazioni, ed essersi ripetuto sullo statunitense Johnson, n.104 del ranking, al terzo turno l’altoatesino ha regolato il giapponese Daniel, n.120 del ranking, anche lui qualificato. E poi negli ottavi ha spezzato i sogni di gloria del pubblico di casa superando De Minaur, n.42 del ranking e 32 del seeding, sempre senza concedere set. Quindi il brusco stop contro Tsitsipas: “E’ stata una lezione, mi servirà a migliorare: lui è stato molto più bravo di me, lo devo accettare - dice Jannik -. La sconfitta mi ha fatto capire ancora meglio quanto e dove posso ancora crescere: punto a riuscirci il prima possibile”
QUARTI FATALI PURE PER BOLELLI/FOGNINI
Termina nei quarti la corsa di Simone e Fabio nel torneo di doppio. Il 36enne di Budrio, n.25 del ranking di specialità (nel 2021 ha sfiorato la qualificazione alle Nitto ATP Finals di Torino, dove è stato riserva insieme all’argentino Gonzalez), e il 34enne di Arma di Taggia, n.93 ATP in doppio, vincitori del trofeo nel 2015, sono sconfitti 63 62 dallo statunitense Rajeev Ram e dal britannico Joe Salisbury, seconde teste di serie, campioni nel 2020 ed ancora finalisti nella passata edizione. Nel corso del torneo i due azzurri, reduci dalla finale a Sydney (la nona nel circuito raggiunta insieme), avevano superato in due set all’esordio i brasiliani Matos e Meligeni Rodrigues Alves, si erano ripetuti sulla formazione composta dal croato Dodig e dall’altro brasiliano Melo, nona testa di serie, ed avevano eliminato negli ottavi il britannico Jamie Murray e il brasiliano Soares, ottavi favoriti del seeding, vincitori del titolo nel 2016 ed ancora semifinalisti lo scorso anno, dopo aver annullato un match-point.
RAFA E DANIIL TREMANO
Nadal, n.5 ATP e sesta testa di serie, resta in piena corsa per staccare Federer e Djokovic e festeggiare lo Slam numero 21. Nei quarti però lo spagnolo ha bisogno di cinque set per superare il canadese Shapovalov, n.14 del ranking e del seeding, che sbotta contro il maiorchino e l‘arbitro urlando: “Siete tutti corrotti”. Non aver completato la rimonta contro l’ex numero uno del mondo proprio non va giù a “Shapo”: “Già è dura affrontarlo, se poi gli arbitri gli concedono dei vantaggi...”, rincara in conferenza stampa. “Ero distrutto fisicamente - replica Rafa - e all’inizio del quinto non pensavo di potercela fare. Trattamenti di favore? No, non ne ho avuti”.
Quattordici quarti di finale (appena uno meno del record di Federer) su 17 presenze, sette semifinali (come Lendl, una più di Agassi e Newcombe) e 5 finali: in un mondo normale, il ruolino di Rafa agli Australian Open basterebbe per chiamare Melbourne il giardino di casa Nadal. Invece i 9 titoli australiani di Djokovic e i 13 del maiorchino a Parigi sballano i parametri, e quello Down Under è uno Slam indigesto per il mancino di Manacor, che lo ha vinto una volta soltanto. Quarti col brivido anche per Medvedev, n.2 del ranking e del seding, che annulla un match-point al canadese Auger-Aliassimem n.14 ATP e 14esima testa di serie, con una prima di servizio sul 5-4 del quarto set prima di riuscire ad imporsi per 6-4 al quinto.
BERRETTINI SI ARRENDE SOLO A NADAL
L’impegno “tosto” si trasforma in un incubo almeno per i primi due set: poi arriva la reazione, un po’ troppo tardiva, che non gli impedisce di uscire di scena nelle semifinali degli Australian Open. Sulla Rod Laver Arena Matteo, n.7 del ranking e del seeding, cede 63 62 36 63 a Rafa lo spagnolo, n.5 del ranking e 6 del seeding, che per la sesta volta approda in finale agli Aus Open - 29esima in un Major - dove ha trionfato nel 2009 (sconfitto nelle sfide per il titolo invece nel 2012, 2014, 2017 e 2019). Il 35enne mancino di Manacor, rientrato nel tour a inizio gennaio - dopo l’operazione al piede sinistro dello scorso autunno che gli aveva anche fatto pensare al ritiro - con il successo nel “250” di Melbourne (89esimo trofeo), ora è ad un passo soltanto dal record Slam in solitario.
Il maiorchino aveva vinto in tre set l’unico precedente con il romano, disputato nelle semifinali degli Us Open del 2019. Ma da allora Berrettini è cresciuto, e tanto. E poi è da un anno che negli Slam perde solo contro Djokovic. Lo spagnolo sceglie di rispondere sempre molto vicino alla riga di fondo togliendo il tempo all’azzurro, che al contrario sul servizio dell’avversario rimane sempre molto lontano dal campo, almeno per i primi due set. Poi le cose cambiano un po’ ma non abbastanza da permettere a Matteo di invertire il trand del match. Fuori tanta pioggia e si gioca sotto il tetto chiuso, ma comunque con 32 gradi…. All’azzurro non bastano 14 ace contro due doppi falli (5 contro 2 per lo spagnolo) ed il 67% di prime in campo con il 74% dei punti conquistati anche perché paga dazio con la seconda, con la quale vince solo il 44% dei punti. Mentre Nadal mette il 69% di prime con il 73% dei punti ottenuti ma anche il 63% dei punti conquistati con la seconda. Berrettini strappa la battuta allo spagnolo nell’unico game (l’ottavo del secondo set) in cui quest’ultimo concede palle-break mentre cede la sua quattro volte. Il romano mette a segno più vincenti, 38 contro 28, ma commette anche molti più gratuiti, 39 contro 19.
Grazie alla terza semifinale in un Major (Us Open 2019 e Wimbledon 2021 le precedenti) - come Panatta, meglio ha fatto solo Pietrangeli (5) - Matteo firma il best ranking: si accomoda sulla poltrona n.6 dopo aver scavalcato Rublev. Il tennista allenato da coach Vincenzo Santopadre - alla quinta partecipazione allo Slam Down Under dove ha migliorato il risultato dello scorso anno quando, per l’infortunio agli addominali rimediato al terzo turno contro il russo Khachanov, negli ottavi non scese nemmeno in campo contro Tsitsipas - nei primi due match non aveva brillato: dopo un esordio non proprio semplice contro lo statunitense Nakashima, n.68 ATP, ed un secondo turno non troppo esaltante contro l’altro statunitense Kozlov, n.169 del ranking, in tabellone grazie ad una wild card, eccolo però ritrovarsi contro lo spagnolo Alcaraz, n.31 del ranking e del seeding, battuto al super-tiebreak del quinto set, dopo essersi fatto rimontare un vantaggio di due set. Quindi negli ottavi la vittoria convincente sull’altro spagnolo Carreno Busta, n.21 ATP e 19esima testa di serie, e nei quarti il bis concesso contro il francese Monfils, n.20 del ranking e 17 del seeding, ancora una volta ko al set decisivo in un quarto di uno Slam contro Matteo. Contro Nadal, però ci ha mette due set per capire come dargli fastidio, troppi: “Orgoglioso di me stesso - Matteo non cerca scuse per il pessimo inizio di partita -. Ho cercato di reagire e l’ho fatto. Solo che quando giochi contro uno come Rafa non puoi lasciargli due set di vantaggio. Il prossimo obiettivo? Battere anche i Fab 3 e migliorare sempre".
MEDVEDEV DI NUOVO IN FINALE
Daniil torna in finale a Melbourne per il secondo anno consecutivo. In semifinale batte 76(5) 46 64 61 Tsitsipas: decisiva alla fine del secondo set la sfuriata con il giudice di sedia, a suo giudizio troppo tenero di fronte ai ripetuti, e teoricamente non consentiti, consigli di papà Apostolos al figlio. "Il padre di Tsitsipas può parlare a ogni punto, perché non fai niente! Rispondimi! Come puoi arbitrare così male in una semifinale Slam? Guardami, sto parlando con te", urla. E a fine set, uscendo dal campo, lo apostrofa con un "small cat", un gattino, di fatto un coniglio. Apostolos continua imperterrito per tutto il match a parlare, tanto che nel suo angolo va a mettersi anche Eva Asderaki, noto arbitro di origine greca, che va ad affiancare il referee già presente nella zona di ciascun team. Nonostante la sorveglianza aggiuntiva, Tsitsipas viene alla fine ammonito per aver ancora una volta ricevuto indicazioni dal padre/allenatore.
La stretta di mano fredda chiude una partita caldissima, che Medvedev inizia con una serie di 20 punti consecutivi al servizio e conclude eguagliando il record di Safin per il maggior numero di finali Slam giocate da un russo nell’Era Open. Il settimo successo nelle nove partite giocate contro Stefanos lo proietta in finale contro Nadal, come agli US Open del 2019. Vincendo il titolo scalzerebbe dal numero uno del mondo l’amico e idolo Djokovic.
RAFA E’ LEGGENDA
Nadal conquista il 21°Slam: è il più titolato di sempre nei Major, staccando Federer e Djokovic (20). Cinque ore e 24 minuti per diventare leggenda: lo spagnolo, n.5 ATP e sesta testa di serie, batte 26 67(5) 64 64 75 il russo Medvedev, n.2 del ranking e del seeding, nella seconda finale Slam più lunga di sempre. Senza Djokovic, Rafa arriva prima di tutti ai 21 trofei Major: è un momento storico che perfino Rod Laver, l’unico ad aver completato due volte il Grande Slam, immortala come un fan, scattando una foto con il cellulare.
Rafa risale dopo aver perso i primi due set, come non gli capitava in uno Slam dal 2007. Il tifoso, saltato dal lato di campo dove Medvedev si appresta a rispondere su una palla-break in suo favore, crea un diversivo nel game più teso del set e forse decisivo del match. Voleva manifestare il suo dissenso per il trattamento dei rifugiati, rinchiusi anche per anni in strutture come il Park Hotel (dove era stato portato Djokovic dopo la revoca del visto). L'ipotesi di completare la quarta rimonta in carriera da due set sotto prende via via corpo: Daniil gli dà una mano perché, oltre al servizio, smette quasi di spingere anche di diritto, accontentandosi di palleggiare in top-spin e giocando, di fatto, alle condizioni preferite del maiorchino. Il russo si ingarbuglia in una partita della quale non ha più il controllo: tira più corto, accorcia gli scambi azzardando palle corte con scarsi risultati, forza e sbaglia. Dall’altra parte, però, c’è un toreador che per quanto stanco non molla.
Il quinto set si decide tutto nel lunghissimo sesto game: Nadal cancella tre chance di contro-break con tre prime esterne, Medvedev sbaglia sempre la risposta, scivola sotto 4-2, spreca con due scelte discutibili l’ultima opportunità di rientrare in una finale piena d’orgoglio e di rimpianti. Ci prova ma non basta: e diventa il primo a perdere una finale Slam da due set sopra dopo un altro Medvedev, Andrei, sconfitto al Roland Garros 1999 da Agassi che completava il Career Grand Slam. “Ho smesso di sognare, difficile continuare così - la delusione per la sconfitta porta Daniil ad una lunga e amara riflessione in conferenza stampa a proposito del pubblico -. Il bambino che sognava in grande oggi dentro di me non c’è più. Per me sarà difficile continuare a giocare. Rafa è stato fenomenale, irreale, ma la gente deve avere rispetto".
“Per il momento della mia carriera, per la situazione che si era venuta a creare, per il palcoscenico, per tutto quanto messo insieme, credo che questa sia la rimonta più straordinaria che mi sia capitata nella vita - sottolinea un Nadal felice come una Pasqua -. La situazione era molto critica, ma mi sono detto che avrei dovuto continuare a lottare fino a che avevo energie. Poi sono stato anche fortunato, ma mi sono dato una chance. Non volevo che finisse come quelle altre volte qui in Australia, dove ero uscito sconfitto con dei rimpianti”.
L’OMAGGIO DI KING ROGER
“Al mio amico e grande rivale Rafa, congratulazioni di cuore per essere diventato il primo uomo a vincere 21 titoli del Grande Slam in singolare”. Così Federer si complimenta sui social con Nadal dopo la vittoria agli Australan Open. "Mai sottovalutare un grande campione, la tua incredibile etica del lavoro, il tuo spirito combattivo sono stati una ispirazione per me e per tanti in tutto il mondo", aggiunge il fuoriclasse elvetico, grande amico dello spagnolo. "Sono orgoglioso di aver condiviso con te questa epoca e sono onorato di aver giocato un ruolo nello spingerti a dare sempre il massimo. Come tu hai fatto con me negli ultimi 18 anni. Sono sicuro che avrai ancora dei risultati da raggiungere, ma per ora goditi questo", conclude.
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