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Eventi internazionali

Bye bye 2022, aprile - Azzurre alle Finals di BJK Cup, a Stoccarda domina sempre Swiatek

Swiatek nuova regina. Bencic balla a Charleston: “mamma” Maria firma Bogotà. Halep prende Mouratoglou. Ad Alghero l’Italia stacca il pass per le Finals di BJK Cup. Potapova “rompe il ghiaccio” ad Istanbul. Sharapova in dolce attesa. Wimbledon dice no a russi e bielorussi: ed è polemica con ATP e WTA. L’associazione giocatrici “banna” ancora la Cina

di | 21 dicembre 2022

Iga Swiatek saluta il pubblico (foto Getty Images)

Iga Swiatek saluta il pubblico (foto Getty Images)

Piccola “rivoluzione” nella top ten del ranking mondiale pubblicata lunedì 4 dalla WTA dopo la conclusione del “1000” di Miami. Con il ritiro dall’attività agonistica - assolutamente inatteso - di Ashleigh Barty, in prima posizione da 113 settimane di fila (e 120 complessive), e la cancellazione dell’australiana dalla classifica, la nuova regina è la polacca Iga Swiatek, 28esima number one dal 1975, anno d’introduzione del ranking WTA computerizzato. La 20enne di Varsavia legittima l’ascesa al trono con il trionfo in Florida (che fa seguito a quello di Indian Wells permettendole di completare il “Sunshine Double”). La “scalatrice” della settimana è la giapponese Naomi Osaka: l’ex regina del tennis mondiale grazie alla finale a Miami - 14 mesi dopo l’ultima sfida per il titolo giocata e vinta a Melbourne - fa un salto di 42 posizioni passando dal numero 77 al numero 35 e si riprende un ruolo da protagonista. In Casa Italia si registra una nuova top-100, Lucia Bronzetti (n.85), che con gli ottavi in Florida scala 17 posizioni.

BELINDA BALLA IL CHARLESTON
Nulla da fare per Jasmine Paolini nel secondo turno del “Credit One Charleston Open” (WTA 500 - montepremi 565.530 dollari) sulla terra verde di Charleston, in South Carolina. La 26enne di Castelnuovo di Garfagnana, n.48 del ranking, dopo aver battuto la rumena Lee, n.259 WTA, proveniente dalle qualificazioni, raccoglie solo tre game contro la statunitense Pegula, n.13 WTA (“best ranking” proprio alla vigilia del torneo) e sesta testa di serie. Forfait in extremis per influenza della campionessa in carica, la russa Veronika Kudermetova, n.22 WTA. La numero uno del seeding è la bielorussa Aryna Sabalenka, n.5 WTA, che va a sbattere negli ottavi contro la statunitense Amanda Anisimova, n.47 WTA e 15esima testa di serie: la numero due è la spagnola Paula Badosa, n.3 WTA, che dura solo un turno in più e si ferma nei quarti contro la svizzera Belinda Bencic, n.21 WTA e decima testa di serie, sprecando un vantaggio di 62 4-2.

Tutta la gioia di Belinda Bencic (foto Getty Images)

In semifinale la tunisina Ons Jabeur, n.10 WTA e quarta testa di serie, finalista nel 2021 e prima tennista araba capace di entrare nell’élite mondiale, supera in rimonta Anisimova, recuperando un break di svantaggio nel set decisivo, mentre Bencic batte la russa Alexandrova, n.54 WTA. L’har-tru esalta Belinda: a Charleston nel 2014 l’elvetica centrava, a soli 17 anni, la semifinale che ha lanciato la sua carriera. Otto anni dopo festeggia il suo primo titolo sulla terra battuta: in una finale piena di incertezze Bencic supera 61 57 64 Jabeur. Grazie a questo successo Belinda, dopo 13 anni, riporta la Svizzera nell’albo d’oro del classico torneo sulla la terra verde statunitense (nel 1999 si impose Martina Hingis).

Tatjana Maria con il trofeo di Bogotà

“MAMMA” MARIA FIRMA BOGOTA’
Semaforo rosso per Sara Errani e Lucrezia Stefanini nel secondo turno della “Copa Colsanitas” (WTA 250 - montepremi 235.238 dollari) sulla terra rossa di Bogotà, in Colombia. La 34enne di Massa Lombarda, n.145 del ranking, in campo con una vistosa protezione al gomito destro, dopo aver lasciato appena tre giochi all’elvetica Voegele, n.141 WTA, cede 63 76(3) all’ucraina Yastremska, n.102 WTA: la 23enne di Carmignano, n.159 del ranking, dopo il successo all’esordio sulla greca Papamichail, n.172 WTA, rimedia solo quattro game con la russa Avanesyan, n.170 del ranking.

Il trofeo finisce nelle mani di Tatjana Maria che conquista il suo secondo titolo in carriera: in una finale tra qualificate la tedesca, n.237 WTA, si impone 63 46 62 sulla brasiliana Laura Pigossi, n.212 del ranking. La 35enne di Bad Salgau ha due figlie: Charlotte, nata nel 2013, e Cecilia, venuta al mondo nell’aprile del 2021. Dopo la pausa per la seconda maternità, Tatjana è tornata nel tour ed è diventata la prima giocatrice negli anni Duemila a vincere un titolo dopo essere diventata mamma due volte. Curiosamente la tedesca ha ottenuto i suoi migliori risultati dopo la nascita della primogenita: ha infatti raggiunto il best ranking di numero 46 nel 2017 e festeggiato il primo titolo WTA a 's-Hertogenbosch nel 2018.

Simona Halep con Patrick Mouratoglou (foto Getty Images)

HALEP PRENDE MOURATOGLOU
Il francese è il nuovo coach di Simona, almeno per un periodo: poi si vedrà. Il tecnico di origini greche ha seguito per dieci anni Serena Williams, da quando dopo la sconfitta contro Virginie Razzano al primo turno del Roland Garros 2012 la statunitense prese la decisione che avrebbe cambiato la vita di entrambi. Ma Mouratoglou non allena più dall’estate 2021, da quando Serena si è infortunata a Wimbledon e non ha più giocato. “Negli ultimi otto mesi ho capito quanto mi manchi allenare. E’ la passione della mia vita: penso di avere ancora molto da dare”, aveva scritto sui suoi profili social. Detto, fatto. Halep, ex numero uno del mondo, tornata sui suoi passi rispetto all’annuncio di voler rimanere per un po’ senza coach, racconta di essersi allenata alla “Mouratoglou Academy” prima di Indian Wells. Ed infatti nei due WTA 1000 che compongono il “Sunshine Double” Simona è stata seguita da Morgan Bourbon, uno degli allenatori dell’accademia.

Ashleigh Barty

BARTY SCRITTRICE
A poco più di due settimane dall’addio a sorpresa al tennis, l’oramai ex numero 1 WTA annuncia il nuovo capitolo della sua storia. Anzi, ne scriverà tanti di capitoli. A partire da luglio, infatti, l’australiana pubblicherà “Little Ash”, una serie di sei libri per bambini. “Avevo sempre voluto farlo - dice Ashleigh, vincitrice in carriera di tre Slam -. Mi ha ispirato mia nipote Lucy, la mia stella polare. Ha cinque anni e l’età giusta per leggere libri e capire le storie. Adoro il fatto che mi dica ciò che pensa, poterle leggere i miei racconti sarà fantastico”. Barty annuncia anche l’uscita, a novembre, della sua autobiografia: “So che non è usuale farlo a 25 anni, ma è un progetto davvero emozionante - sottolinea -. Guardarmi indietro, parlare di me, mi ha dato gioia e dolore, ma credo che sarà una bella lettura”. Nessun rimpianto per aver appeso la racchetta al chiodo: “Trascorro molto più tempo con la mia famiglia, ho capito di aver fatto la scelta giusta. Sono davvero felice”.

BJK Cup, l'Italia: Giorgi, Paolini, Trevisan, Bronzetti, Cocciaretto e capitan Garbin (foto Sposito)

BJK CUP AD ALGHERO: SORRISI AZZURRI
La nazionale femminile italiana e quella francese lanciano un altro segnale contro la guerra in Ucraina. Sul Centrale del Tennis Club Alghero, sede della sfida valida per i preliminari di Billie Jean King Cup by BNP Paribas, durante la cerimonia di presentazione ufficiale delle squadre, tutte le giocatrici e i capitani indossano sulla spalla destra della rispettiva tuta una “patch” con i colori blu e giallo della bandiera ucraina.

Finals finalmente! L’Italia batte 3-1 la Francia e si qualifica per la poule che assegnerà il trofeo. E alle ragazze guidate da Tathiana Garbin bastano i tre singolari per staccare il pass per novembre (in sede unica ancora da definire). Nella prima giornata Jasmine Paolini, n.48 WTA, batte in rimonta 26 61 76(2) Alize Cornet, n.34 WTA, dopo aver annullato due match-point nel decimo gioco del set decisivo: quindi una Camila Giorgi, n.30 WTA, versione extra lusso, liquida 61 62 Oceane Dodin, n.96 WTA. E nel day 2 il punto della vittoria lo firma proprio la marchigiana che “asfalta” Harmony Tan, n.107 WTA (schierata al posto di Cornet), aggiudicandosi tutti gli ultimi dodici giochi. Una due giorni molto positiva per la 30enne di Macerata, al rientro dopo diverse settimane di stop, che in due match concede appena cinque giochi. In chiusura - e solo per lo spettacolo - il doppio con la coppia azzurra Lucia Bronzetti/Martina Trevisan che cede 76(4) 61 a Oceane Dodin/Kristina Mladenovic.

“Non siamo felici, di più! Siamo al settimo cielo: questo gruppo se lo è meritato - le parole del capitano azzurro Tathiana Garbin, raggiante -. Paolini ha fatto una partita straordinaria: Giorgi l’avete vista. Il merito è tutto loro, io centro poco. Ho la fortuna di essere il capitano di questa squadra: queste ragazze hanno fatto vedere come si misura il coraggio. Le Finals sono il coronamento di un sogno, il premio per un lavoro quotidiano, portato avanti con tanta passione”.

LA RIVINCITA 6 ANNI DOPO
La Francia si era imposta in otto delle undici sfide precedenti con l’Italia. Le due squadre non si affrontavano dal febbraio del 2016 quando al “Palais des Sports” di Marsiglia le ragazze guidate da Amelie Mauresmo (Garcia, Mladenovic, Garcia/Mladenovic) vinsero 4-1 sulle azzurre di Tathiana Garbin (Giorgi, Errani, Caregaro/Errani). L’ultimo successo dell’Italia risaliva al 2009 quando ad Orleans con il “dream team” composto da Schiavone, Pennetta, Vinci ed Errani si impose per 5-0: quell’anno l’Italia avrebbe poi conquistato il secondo dei suoi quattro trofei (2006, 2009, 2010 e 2013) battendo gli Stati Uniti nella finale di Reggio Calabria.

IL FORMAT DELLE FINALS
A comporre il lotto delle protagoniste per la fase finale, che si disputerà dal 1° al 6 novembre in sede unica da stabilire, sono Svizzera (finalista nel 2021), Australia, Slovacchia e Belgio (l’ITF ha escluso la Russia, campione uscente, e la Bielorussia a causa dell'invasione dell'Ucraina) e le squadre vincitrici dei preliminari: Italia, Stati Uniti, Repubblica Ceca, Kazakhstan, Canada, Spagna, Polonia e la nazione ospitante, ancora da definire. Il format prevede quattro i gironi da tre squadre. Le vincenti dei gruppi si qualificano alle semifinali, quindi la finale. Ogni match si compone di tre incontri: due di singolare (al meglio dei tre set con tie-break) e uno di doppio (con due set senza vantaggi e come eventuale terzo set un tiebreak a 10 punti). In finale il doppio si giocherà sulla due set su tre senza vantaggi.

Anastasia Potapova trionfatrice ad Istanbul

ISTANBUL: POTAPOVA “ROMPE IL GHIACCIO”
Trevisan esce subito di scena nel “TEB BNP Paribas Tennis” (WTA 250 - montepremi 239.477 dollari) sulla terra rossa di Istanbul, in Turchia. La 28enne mancina di Firenze, n.80 del ranking, reduce dalla sfida vittoriosa di Billie Jean King Cup contro la Francia ad Alghero, cede alla spagnola Parrizas Diaz, n.54 WTA. L’azzurra può recriminare per due set-point non sfruttati nel tie-break del primo parziale e per un altro non convertito nel decimo gioco della seconda frazione.

Fa poca strada la belga Elise Mertens, prima favorita del seeding: la 26enne di Leuven, n.23 WTA, finalista sia lo scorso anno (stoppata da Cirstea) che nel 2017 (battuta da Svitolina), s’infortuna nel match di primo turno contro la svedese Peterson, n.76 WTA. E’ un derby russo ad assegnare il trofeo, e a vincerlo è Anastasia Potapova, n.122 del ranking, promossa dalle qualificazioni, che in finale supera 63 61 Veronika Kudermetova, n.29 WTA e terza favorita del torneo (protagonista in “semi” dell’eliminazione della campionessa in carica, la rumena Cirstea, n.24 WTA), vincendo il suo primo titolo WTA, al terzo tentativo.

La 21enne di Saratov, ex campionessa junior di Wimbledon, infatti - anche a causa di un intervento alla caviglia (subìto nel 2020) - non raggiungeva l’ultimo atto di un torneo dai due exploit di Mosca e Tashkent nel 2018, quando aveva solo 17 anni, persi contro la meteora serba Danilovic e la russa Gasparyan. E’ la seconda qualificata in meno di un mese a vincere un torneo (dopo Maria a Bogotà) e la prima giocatrice a festeggiare il primo trofeo nel tour nel 2022.

La grinta di Iga Swiatek (foto Getty Images)

IGA NON SI BATTE, NEMMENO A STOCCARDA
Giorgi saluta subito il “Porsche Tennis Grand Prix” (WTA 500 - montepremi 757.900 euro) sulla terra rossa indoor di Stoccarda, in Germania. La 30enne di Macerata, n.30 WTA, cede 36 76(2) 61 alla tedesca Korpatsch, n.118 del ranking, ripescata in tabellone come lucky loser al posto di Jasmine Paolini, n.46 WTA, costretta al forfait per un problema al ginocchio destro.

Al via quattro top five mentre non c’è la campionessa in carica, l’australiana Ashleigh Barty, che a marzo ha deciso di appendere la racchetta al chiodo. Derby targato Cechia tra “past champion” già al primo turno con Pliskova, n.7 WTA e sesta testa di serie, vincitrice nel 2018, che s’impone al tie-break del terzo set su Kvitova, n.28 WTA, trionfatrice nel 2019. Un’altra campionessa del torneo, la tedesca Kerber, n.17 WTA, a segno nel 2015 e nel 2016, esce subito di scena per mano dell’estone Kontaveit, n.6 del ranking e 5 del seeding.

Quella che fa più strada di tutte è l’altra tedesca Siegemund, n.231 WTA, in gara con una wild card, vincitrice nel 2017 (e finalista anche nel 2016), che arriva nei quarti dove si arrende in due set alla russa Samsonova, n.31 WTA.

Nei quarti Swiatek, nuova regina del tennis mondiale, supera in due set Raducanu, n.12 WTA ed ottava testa di serie ma la 19enne britannica conferma tutto il suo carisma e la bontà di un tennis che può portarla ai vertici. In semifinale la polacca perde contro Samsonova il primo set del torneo (ed il primo dopo 26 vinti consecutivamente) mentre nell’altra sfida la bielorussa Sabalenka, n.4 WTA e terza testa di serie, ferma la spagnola Badosa, n.3 del ranking e seconda favorita del seeding. Iga non si ferma più.

Nella sfida per il trofeo di Stoccarda Swiatek liquida 62 62 Sabalenka e diventa la prima giocatrice a raggiungere i 30 successi nel 2022, eguagliando la striscia di 23 vittorie di fila di Osaka tra il 2020 e il 2021. Per la 20enne di Varsavia è il settimo trofeo WTA su otto finali disputate: la sua unica sconfitta nelle sfide per il titolo resta quella incassata a Lugano nel 2019 (era n.115 WTA e giocava la sua prima finale) contro la slovena Hercog (n.89 WTA). Swiatek firma così il terzo titolo sul “rosso” dopo il Roland Garros nel 2020 e gli Internazionali BNL d’Italia nel 2021 ed il quarto trionfo - consecutivo - in stagione dopo Doha, Indian Wells e Miami.

L'immagine con cui Maria Sharapova annuncia di essere in dolce attesa

SHARAPOVA INCINTA
Maria è in dolce attesa. Ad annunciarlo è proprio l’ex regina del tennis mondiale - ritiratasi a febbraio 2020 subito prima dello scoppio della pandemia da Covid-19 - con un post ironico sui suoi profili social. La russa, nel giorno del suo 35esimo compleanno (19 aprile), pubblica una foto che la ritrae in spiaggia, in riva al mare, con la pancia scoperta in bella mostra: "Un bellissimo inizio! Mangiare una doppia razione di torta di compleanno è sempre stata la mia specialità...", parole inframmezzate da un cuore bianco e un angioletto come emoji. Oramai da tempo l’ex campionessa siberiana fa coppia con il 42enne imprenditore britannico Alexander Gilkes - relazione resa nota da Masha nel 2020 - con il quale quest’anno dovrebbe convolare a nozze.

Sharapova, sul trono mondiale per 21 settimane, è una delle dieci giocatrici all-time ad aver conquistato tutte le prove dello Slam (Career Grand Slam, firmato a Parigi 2012). Ha vinto in tutto 5 trofei Major: Australian Open 2008, Roland Garros 2012 e 2014, Wimbledon 2004 e US Open 2006. L’ultimo match disputato nel circuito dalla tennista nata a Nyagan è stato al primo turno degli Australian Open 2020, sconfitta dalla croata Vekic.

Wimbledon

WIMBLEDON DICE NO A RUSSI E BIELORUSSI
Niente russi e bielorussi sui prati britannici in questo 2022. Dopo le indiscrezioni anticipate dal New York Times, l’All England Club conferma la notizia con una nota pubblicata sul sito ufficiale dei “The Championships”, nella quale il club e il Committee of Management di Wimbledon manifestano il loro supporto verso tutte le persone colpite dal conflitto in Ucraina. “Ci uniamo alla condanna universale delle azioni illegali della Russia e abbiamo attentamente considerato la situazione per quanto riguarda i nostri obblighi verso i giocatori, la nostra comunità e tutto il pubblico britannico - si legge nel comunicato -. Abbiamo anche preso in considerazione le linee guida del governo britannico specificamente in relazione agli eventi e alle organizzazioni sportive…. Alla luce di un’aggressione militare ingiustificata e senza precedenti, sarebbe inaccettabile che il regime russo potesse ricavare benefici dal coinvolgimento di giocatori e giocatrici russi e bielorussi ai ‘The Championships’. Quindi, con rammarico, comunichiamo la nostra decisione di rifiutare l’ingresso a tennisti russi e bielorussi per l’edizione 2022”.

Nella nota si fa riferimento anche ad una decisione analoga da parte della Lawn Tennis Association (LTA) per quanto riguarda gli altri tornei in programma sull'erba nel Regno Unito prima di Wimbledon. “Abbiamo attentamente considerato le misure alternative che avremmo potuto prendere - dice Ian Hewitt, presidente dell’All England Club - ma, dato l'alto profilo dei Championships, l’importanza di impedire che lo sport venga usato come strumento di promozione del regime russo e le nostre preoccupazioni per la sicurezza del pubblico e dei giocatori, non crediamo che avremmo potuto agire diversamente. Tuttavia - conclude la nota - se le circostanze dovessero materialmente cambiare da qui a giugno, anche queste misure potrebbero essere modificate”.

LA RISPOSTA DEL CREMLINO: “INACCETTABILE”
Non saranno dunque a Wimbledon, tra gli altri, il campione degli US Open Medvedev, il n.8 del mondo Rublev, la semifinalista del 2021 Sabalenka, la numero 15 WTA Pavlyuchenkova, l’ex number one Azarenka. Il Cremlino protesta contro la presa di posizione degli organizzatori di Wimbledon: “Rendere lo sport ostaggio di intrighi politici è inaccettabile - dice il portavoce Dmitry Peskov -. La Russia è una grande nazione nel tennis: i tornei che escluderanno i nostri giocatori ne soffriranno”.

Come l’amico Rublev, anche Khachanov prende posizione contro la decisione di Wimbledon di escludere russi e bielorussi, confermata dalla LTA anche per gli altri tornei ATP e WTA in Gran Bretagna. Nonostante il fatto che le due associazioni, ATP e WTA, abbiano firmato un’intesa, insieme ai quattro Slam, per confermare la posizione della Federazione Internazionale: ovvero in campo ma solo come atleti neutrali, senza la bandiera accanto al nome né inno nazionale in caso di vittoria. “Non voglio iniziare un dibattito né fare polemica con nessuno - dice Khachanov -. La mia priorità è giocare a tennis: non vorrei parlare di questioni politiche in questi momenti. Ma lo sport è parte della politica. E’ triste essere costretti a scegliere fra la nostra nazione e la nostra carriera. E’ una situazione davvero difficile".

LA NOTA DELL'ATP
L’associazione giocatori, pur affermando la condanna dell’invasione da parte della Russia, critica la presa di posizione di Wimbledon e della federazione britannica: “Crediamo che la decisione unilaterale di Wimbledon e della LTA di escludere russi e bielorussi dai tornei sull’erba sia ingiusta e possa potenzialmente creare un precedente dannoso per il gioco. La discriminazione basata sulla nazionalità costituisce anche una violazione del nostro accordo con Wimbledon in base al quale i ranking ATP sono l’unico criterio in base al quale si stabiliscono le iscrizioni al torneo. Ogni azione successiva in risposta a questa decisione verrà stabilita insieme ai membri del Board e dei Council - si legge -.E' importante sottolineare che i giocatori russi e bielorussi potranno continuare a partecipare ai tornei ATP come atleti neutrali".

LA RISPOSTA DELLA WTA
Nella nota l’ATP sottolinea il suo impegno umanitario a favore della popolazione ucraina attraverso l’iniziativa “Tennis Plays for Peace”, condivisa con la WTA. Anche l’associazione giocatrici esprime il sostegno all’Ucraina in un comunicato nel quale mostra il proprio disappunto verso l’annuncio dell’All England Club e della LTA. “E’ un principio fondamentale della WTA - si legge - che le atlete possano partecipare agli eventi solo in base al merito e senza nessuna forma di discriminazione. Un principio scritto nelle nostre regole, e condiviso anche dall’AELTC e dalla LTA. Le singole atlete non dovrebbero essere penalizzate o escluse dalla competizione per il luogo in cui sono nate, per la decisione dei governi delle loro nazioni. La discriminazione, e la decisione di concentrarla contro atlete che competono individualmente non è corretta né giustificata. La WTA continuerà ad applicare le sue regole per rifiutare la discriminazione e ad assicurare che tutte le atlete possano competere negli eventi nel tour se dovessero qualificarsi…. Valuterà poi eventuali azioni da intraprendere come conseguenza delle decisioni annunciate dagli organizzatori di Wimbledon e dalla federtennis britannica”.

Steve Simon, CEO WTA

CINA “BANNATA”
“Niente tornei in Cina nel 2022”. Il CEO della WTA Steve Simon conferma l’indicazione sul calendario autunnale in un'intervista a The Tennis Podcast, citata anche dall'Equipe e dalla Reuters. E’ un’ulteriore conseguenza del caso Peng Shuai scoppiato lo scorso autunno. La decisione costa al circuito maggiore al femminile centinaia di milioni di dollari in termini di diritti tv e sponsorizzazioni, considerato che fra i tornei cancellati rientrano anche le WTA Finals previste a Shenzhen ma spostate lo scorso anno eccezionalmente a Guadalajara. 

La WTA mantiene il punto: vuole sia aperta un’inchiesta formale con la possibilità di un contatto diretto con la cinese che ha annunciato il suo addio al tennis e ha ritrattato le sue accuse di molestie sessuali in un’intervista esclusiva a L’Equipe durante le Olimpiadi invernali di Pechino. Intervista su cui pesano non pochi dubbi. La WTA deve ancora annunciare ufficialmente il calendario dei tornei dopo gli US Open, ma dalle parole di Simon emerge una divergenza di posizioni rispetto all’ATP che invece conferma gli eventi del circuito in Cina. “Capisco la loro posizione, la differenza è che non hanno un membro direttamente coinvolto - spiega Simon -. Ci piacerebbe avere il loro supporto su questa vicenda, ma non vogliamo in alcun modo influenzare la loro decisione".

Emma Raducanu

RADUCANU CAMBIA ANCORA
La campionessa degli US Open 2021 saluta anche Torben Beltz, terzo coach transitato nell’angolo della 19enne britannica in meno di un anno. Dopo Wimbledon, infatti, Andrew Richardson aveva sostituito Nigel Sears ma il suo contratto dopo New York non era stato rinnovato. “Voglio ringraziare Torben per il suo lavoro, la professionalità e la dedizione mostrata in questi mesi”, scrive Emma in un post di saluto al tedesco, 45 anni, ex allenatore di Kerber che ha guidato alla conquista del titolo agli Australian Open e agli US Open nel 2016 portandola fino alla vetta del ranking. “Beltz ha un grande cuore - aggiunge Raducanu - tra noi si è creata una bella intesa nel tempo passato insieme, ma credo che per me la cosa migliore sia un nuovo modello di allenamento con la LTA che mi sosterrà nel periodo di transizione”. Infatti la britannica, che grazie ai quarti a Stoccarda nel suo primo torneo WTA sulla terra rossa ha raggiunto il best ranking di numero 11, sarà a Madrid con Ian Bates, capo allenatore del settore femminile della LTA.

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