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Eventi internazionali

Bye bye 2021, settembre: Emma, una nuova star brilla su New York

Gli Us Open sono il torneo del ricambio come dimostrano i 18 anni della vincitrice, la britannica Raducanu, e i 19 (appena compiuti) della canadese Fernandez. Va a sbattere subito su Halep una Giorgi molto attesa. Delude (tanto) Osaka ed un po’ anche la numero uno del mondo Barty. Seconda semifinale Slam stagionale (e in carriera) per Sakkari mentre Sabalenka di lascia sfuggire un’altra occasione. Le WTA Final per la prima volta in Messico. Halep sposa Iuruc e divorzia da Cahill. Paolini “rompe il ghiaccio” a Portorose: Tauson vince anche in Lussemburgo. Ad Ostrava Kontaveit fa sul serio. E Serena festeggia i suoi primi quarant’anni…

di | 28 dicembre 2021

Il diritto di Camila Giorgi (foto Getty Images)

Il diritto di Camila Giorgi (foto Getty Images)

Sono 4 le azzurre in gara nel tabellone femminile degli Us Open 2021 (57.500.000 di montepremi, nuovo record), quarto e ultimo Slam stagionale di scena sui campi in cemento di Flushing Meadows, a New York. I tifosi a stelle e strisce devo incassare i forfait di entrambe le Williams sisters, per infortunio, e di Sofia Kenin che, come giusto finale di una stagione da dimenticare, si becca il Covid-19 pochi giorni prima dell’inizio del torneo. 

LE MILLE LUCI DI NEW YORK NON SONO AZZURRE
Esce subito di scena Camila Giorgi, n.36 del ranking, che cede 64 76(3) alla rumena Simona Halep, n.13 WTA e 12esima testa di serie, in campo con la coscia destra abbondantemente fasciata, rientrata solo a Montreal dopo il lungo stop per l’infortunio al polpaccio sinistro rimediato agli Internazionali BNL d’Italia in maggio che l’aveva costretta a saltare Roland Garros, Wimbledon e Olimpiadi. Per la 29enne di Costanza - semifinalista a New York nel 2015 - non è una stagione particolarmente esaltante: è pure uscita dalla top ten dopo sette anni e mezzo. Rientrata nel tour per lo swing sul cemento americano, prima di New York ha vinto un solo match, contro la polacca Linette a Cincinnati dove poi si è ritirata. Un sorteggio sfortunato per la 29enne di Macerata, che agli Us Open vanta gli ottavi nel 2013: però dalla campionessa di Montreal (primo titolo “1000”) era lecito aspettarsi qualcosa di più contro un’avversaria tutt’altro che ingiocabile e molto nervosa.

Eliminata anche Sara Errani, all’undicesima presenza in tabellone agli US Open (mancava dal 2016), torneo in cui è stata semifinalista nel 2012 e nei quarti due anni più tardi: la 34enne di Massa Lombarda, n.112 WTA, raccoglie solo cinque game contro la russa Ekaterina Alexandrovan.34 del ranking e 32 del seeding (dopo la cancellazione di Sofia Kenin).

Tutta la grinta di Jasmine Paolini (foto Getty Images)

JASMINE E MARTINA ROMPONO IL GHIACCIO
Passano invece un turno sia Paolini che Trevisan. La 25enne di Castelnuovo di Garfagnana, n.99 del ranking, alla seconda presenza nel main draw del Major newyorkese, dopo aver firmato la sua prima vittoria battendo la kazaka Shvedovan.452 WTA, in gara con il ranking protetto, gioca una gran partita contro la bielorussa Victoria Azarenka, n.19 WTA e 18esima testa di serie (63 76 lo score per l’ex numero uno del mondo).

La 27enne mancina di Firenze, n.106 del ranking, dopo aver festeggiato il suo debutto assoluto in tabellone nella Grande Mela con il successo sulla statunitense Vandeweghe, n.160 WTA - prima vittoria in carriera sul veloce nel circuito maggiore e sesta complessiva in uno Slam per la toscana - va a sbattere (63 61) contro l’elvetica Belinda Bencic, n.12 del ranking e 11 del seeding, semifinalista a Flushing Meadows nel 2019 ed oro alle Olimpiadi di Tokyo.

NELL’”ARMSTRONG STADIUM” SI NUOTA!
La coda dell’uragano Ida spaventa New York. Giovedì 2 fiumi d’acqua e vento spazzano le strade: nel giro di un’ora otto centimetri di pioggia cadono su Central Park: bloccata anche la metropolitana.

Il sindaco Bill de Blasio dichiara l’emergenza, che la neo governatrice Kathy Hochul estende a tutto lo Stato. Anche gli Us Open soffrono la furia del maltempo: nonostante il tetto, infatti, il “Louis Armstrong Stadium” si allaga. Le immagini dei tifosi con gli ombrelli sugli spalti, con l’acqua che fuoriesce dai condotti per l’aria, documentano una situazione inusuale. 

Stadio Louis Armstrong allagato

Sloane Stephens (foto Getty Images)

SLOANE CI PROVA
Per un paio di match la Stephens sembra tornata quella capace di trionfare nell’edizione del 2017. Infatti al debutto la 28enne di Plantation, Florida, n.66 del ranking, supera al tie-break del set decisivo proprio l’avversaria dell’epoca, la connazionale ed amica Madison Keys, n.42 WTA, ed al secondo turno si toglie la soddisfazione di eliminare in due set un’altra statunitense, la 17enne stella emergente Cori “Coco” Gauff, n.23 del ranking e 21 del seeding.

Poi è la tedesca Angelique Kerber, n.17 Wta e 16esima testa di serie, campionessa nel 2016, a riportarla con i piedi per terra.

NAOMI METTE LE MANI AVANTI
Alla vigilia dell’esordio a New York la campionessa in carica degli Us Open ammette su Instagram di non sentirsi mai all’altezza della situazione e invita tutti a non farsi condizionare dai giudizi e dalle aspettative degli altri.

E a gioire anche dei più piccoli successi. Osaka, n.3 del ranking e del seeding, supera facilmente le ceca Bouzkova (n.87 WTA), si gode un turno di riposo per il forfait della qualificata serba Danilovic (n.145 WTA), ma poi al terzo turno si fa rimontare dalla canadese Leylah Fernandez, n.73 del ranking: 57 76(2) 64 lo score.

"Penso che mi prenderò una pausa dal tennis per un po', non so quando giocherò la prossima partita": Naomi trattiene a stento le lacrime al termine della conferenza stampa dopo la sconfitta con la teen-ager canadese. Stavolta però i giornalisti non c'entrano: non sono le loro domande a far emergere demoni e dubbi, sono le voci di dentro, molto più pericolose.

Fino al momento di servire per chiudere, sul 75 6-5, Osaka non concede palle-break: improvvisamente tutto cambia e la nipponica tra urla, lanci di racchetta e frustrazione crescente vede il match. Cambiare direzione. "Di solito le sfide mi piacciono, ma ultimamente divento molto ansiosa quando le cose non vanno come vorrei. Credo che ve ne siate accorti. Non so perché mi succede questo adesso". A parziale scusante della nipponica va detto però che la quasi 19enne di Montreal nel torneo di strada è pronta a farne tanta….

Naomi Osaka e Leylah Fernandez (foto Getty Images)

Shelby Rogers esulta (foto Getty Images)

OOPS, I DID IT AGAIN…
Shelby Rogers lo fa di nuovo. Agli US Open del 2020 la statunitense aveva salvato quattro match-point prima di battere Kvitova negli ottavi (e di arrendersi alla futura campionessa Osaka nei quarti). Stavolta la 29enne di Mount Pleasant, South Carolina, è di nuovo negli ottavi grazie alla sua prima vittoria in carriera contro una numero uno del mondo: per la gioia del pubblico di casa batte infatti l’australiana Ashleigh Barty 62 16 76(5) rimontando da 2-5 nel set decisivo.

La sua felicità a fine partita, con tanto di selfie con i fan, racconta l’incredulità per un risultato sorprendente. Nel turno successivo, però, Rogers va a sbattere (62 61!) contro una delle tre diciottenni approdate negli ottavi, la britannica Emma Raducanu, n.150 del ranking, promossa dalle qualificazioni. Shelby ancora non lo sa - ovviamente - ma anche stavolta a sbatterla fuori a New York è la futura campionessa….

ELINA E’ LANCIATISSIMA, LEYLAH DI PIU’
Svitolina è la prima a qualificarsi per i quarti: l’ucraina, n.5 del ranking e del seeding, ci arriva senza aver perso un set e dopo il doppio 63 rifilato alla due volte campionessa Slam Simona Halep, n.13 WTA e 12esima testa di serie, mai sconfitta prima in un Major, firmando la nona vittoria consecutiva (aveva vinto il WTA 250 di Chicago alla vigilia di New York).

A fermarla ci pensa però la canadese Leylah Fernandez, che si fa un bel regalo per il suo 19esimo compleanno aggiungendo lo “scalpo” di “madame Monfils” (sconfitta al tie-break del set decisivo) a quelli di Osaka e Kerber e centrando per prima l’ingresso in semifinale.

Elisa Svitolina (foto Getty Images)

Un bel primo piano di Emma Raducanu (foto Getty Images)

CHI FERMERA’ EMMA?
Ottava vittoria consecutiva, tra qualificazioni e main draw, per la diciottenne Raducanu che batte anche la campionessa olimpica Belinda Bencic, n.12 del ranking ed 11 del seeding, ed approda in semifinale avendo perso appena 22 game. Ed intanto si garantisce la top 100Con questo risultato entrerà per la prima volta in Top 100.

Ad attendere Emma c’è Maria Sakkari, n.18 WTA e 17esima testa di serie, prima tennista greca al penultimo atto agli Us Open, che superato in due set a senso unico Karolina Pliskova, n.4 del ranking e del seeding, ancora una volta deludente in uno Slam.

Unstoppable Emma. Come il titolo dell’autobiografia pubblicata nel 2017 da Maria Sharapova. Del resto Raducanu - insieme alla neo diciannovenne Fernandez - è la più giovane semifinalista a New York dai tempi della bella siberiana (2005). E pensare che prima degli ottavi a Wimbledon, torneo giocato grazie ad una wild card, la britannica era classificata appena n.338….

GREEN REVOLUTION
La britannica domina Maria Sakkari, lasciandole solo cinque giochi, e raggiunge la finale dopo essere partita dalle qualificazioni: un’impresa senza precedenti, completata senza perdere un set. La canadese in semifinale vince un’altra battaglia contro la bielorussa Aryna Sanalenka, n.2 del ranking e del seeding, che sembrava lanciatissima verso la conquista del suo primo Slam, battendo la terza top 5 nel torneo.

Potere ai giovani. Raducanu, 18 anni, e Fernandez, 19 appena compiuti, si sfidano per il titolo degli Us Open: è la prima finale tra due teenager a Flushing Meadows dal 1999. Emma ha papà rumeno, mamma cinese, gioca per la Gran Bretagna, ed è nata in Canada. Leylah è canadese, di papà ecuadoregno e mamma filippina e vive in Florida. Il futuro del mondo, non solo del tennis, è a colori...

L'abbraccio tra Emma Raducanu a Leylah Fernandez (foto Getty Images)

RADUCANU, CHE TRIONFO!
Emma, al secondo Slam in carriera, conquista il suo primo trofeo senza perdere un set: la britannica, n.150 del ranking, giocando complessivamente meglio si impone per 64 63 su Fernandez, n.73 WTA. Per entrambe ingresso in top 30 assicurato. La canadese, prima degli Us Open, non vinceva due partite di fila dal torneo di Monterrey dello scorso marzo, quello che aveva concluso conquistando il primo trofeo WTA della sua carriera.

Prima di Wimbledon Raducanu non aveva mai giocato in un main draw del circuito maggiore ed era fuori dalle prime 300. Dopo gli ottavi ai “The Championships”, al secondo Slam disputato ha sorpreso tutti, diventando la prima qualificata a vincere un Major e la campionessa più giovane dai tempi di Sharapova a Wimbledon 2004.

A STAR I BORN?
E’ nata una stella? Solo i prossimi mesi (meglio: anni) potranno dare una risposta. Sulla carta ha tutto per diventare una delle prossime star del gioco. Emma, che oltre all’inglese parla fluentemente mandarino, spopola anche sui social cinesi. E gli sponsor la inseguono: a New York indossava, in campo e fuori, gioielli griffati Tiffany&Co.

I presupposti in effetti ci sono tutti, a partire dal background del manager della britannica, Max Eisenbud, vice-presidente di IMG Sports management, che ha gestito le carriere delle due stelle del tennis più pagate, Sharapova ed Osaka. Poi c’è la sua estrazione famigliare e la sua stessa formazione scolastica: al liceo ha studiato economia con ottimi risultati e i suoi genitori operano entrambi nel settore finanziario: mamma Renée, di origini cinesi, è account manager alla Curruncy Solutions; papà Ian ricopre un ruolo analogo in una grossa compagnia.

Il suo grande impatto mediatico (da cui consegue il grande interesse che suscita tra i brand sportivi e non) è legato anche alle sue origini cosmopolite e alla cultura che ne deriva. Qualche giorno dopo il trionfo newyorkese Emma apre un profilo sul social cinese Weibo, definito come un “microblogging”, una via di mezzo tra Twitter e Facebook: il suo primo post raggiunge un milione di visite in sole 7 ore grazie anche al fatto che la ragazza parla fluentemente Mandarino e che può ringraziare i suoi tifosi cinesi e dire loro che spera di poter giocare i tornei in Cina nel 2022….

FASHION CAMILA
L’azzurra, recente vincitrice nel Wta 1000 di Montreal, è ospite della 78esima mostra del Cinema di Venezia. Da sempre appassionata (e disegnatrice) di moda, ammiratissima indossatrice dei suoi capi “Giomila” su Instagram, Camila sul red carpet è parsa perfettamente a suo agio.

Qualche giorno dopo Tennis e moda si sono uniti al Circolo del Tennis Firenze per una serata durante la quale Giorgi, che nel tardo pomeriggio ha giocato con i giovani tennisti del club, insieme alla madre presenta la collezione di moda Giomila: modelle per un giorno le socie del circolo, la figlia di Giancarlo Antognoni - presente tra gli ospiti - e altre giocatrici del club. 

A KARLSRUHE TREVISAN SI FERMA SUL PIU’ BELLO
Finale amara per Martina quella del “Liqui Moly Open 2021” (WTA 125k - l’equivalente dei challenger maschili più prestigiosi - con 115mila dollari di montepremi) sulla terra rossa di Karlsruhe, in Germania. Nella sua prima finale in questa categoria di tornei la 27enne mancina di Firenze, n.106 del ranking e quarta testa di serie, è sconfitta 63 62, in un’ora e 36 minuti di partita, dall’egiziana Mayar Sherif, n.95 WTA e terza testa di serie.

Nel corso del torneo l’azzurra supera la russa Gasanova, n.166 WTA, la statunitense Min, n.165 WTA, l’ungherese Galfi, n.152 WTA, e in semifinale la belga Zanevska, 28enne di origini ucraine (è nata a Odessa), n.113 WTA e sesta favorita del seeding. Grazie ai punti conquistati in terra tedesca (insieme al secondo turno agli Us Open) Martina ha la certezza di migliorare il proprio best ranking salendo al n.78 e tornando ad essere la seconda italiana in classifica dietro Camila Giorgi.

Martina Trevisan pronta a rispondere (foto Getty Images)

Lo stadio del tennis, completato in tempi record, a Guadalajara (foto Getty Images)

WTA FINALS PER LA 1ª VOLTA IN MESSICO
La Women’s Tennis Association annuncia che le WTA Finals 2021, in programma dal 10 al 17 novembre, si svolgeranno a Guadalajara. L’evento, al quale partecipano le otto giocatrici e le otto migliori coppie di doppio classificate nella “Porsche Race”, tornerà a Shenzhen, in Cina, dal 2022 al 2030. "Voglio estendere il mio apprezzamento agli organizzatori del torneo di Guadalajara e alla Octagon per l'impegno ad ospitare l'evento e ad aiutare la WTA a scrivere un altro grande capitolo nella storia delle Finals", dice Steve Simon, CEO e presidente della Women’s Tennis Asociation.

Guadalajara, la seconda città più grande del Messico, è considerata il centro culturale della nazione: ha già ospitato diversi eventi sportivi, cinematografici e di spettacolo in senso più ampio. Lo scorso marzo ha organizzato un torneo di categoria “250”.

FIORI D’ARANCIO PER HALEP
Anche Simona pronuncia il fatidico “sì”. L’ex numero uno del mondo si unisce in matrimonio (civile) con Toni Iuruc a Constanta, la città dov’è dove è nata. “E’ una bella cerimonia, sono sensazioni diverse rispetto alla vittoria di uno Slam - dice -. E’ un passo importante, sono davvero felice”.

Simona e Toni sono usciti allo scoperto come coppia per la prima volta nel 2019, dopo il trionfo a Wimbledon della rumena. Da allora sono stati visti insieme diverse volte anche se non sono mai stati una coppia troppo mondana. Iuruc è un milionario armeno già sposato due volte in passato.

Alla festa - scrive Romania Journal - partecipano trecento persone, ammesse al resort Fratelli Club di Mamaia, sul mare, senza cellulari. Tra gli invitati anche Ilie Nastase e leggende del calcio nazionale come Gheorghe Hagi, Gheorghe Popescu, Florin Raducioiu. A mezzanotte spettacolo di fuochi d’artificio per chiudere le celebrazioni.

Simona Halep in abito da sposa

E POCHI GIORNI DOPO…”DIVORZIA”!
“Grazie per tutto, mi hai reso una persona e una giocatrice migliore”. Qualche giorno dopo Halep “divorzia”: annuncia così, con questo breve messaggio sui social, la separazione dal coach australiano Darrenn Cahill, un professionale durato sei anni, con una pausa nel 2019.

Simona ha vinto il suo primo Slam, il Roland Garros 2018, proprio con Cahill al suo angolo. Nei primi tre anni della loro collaborazione la giocatrice rumena ha anche raggiunto la finale agli Australian Open e chiuso due volte la stagione da numero uno del mondo.

L'esultanza di Jasmine Paolini (foto WTA Portoroz)

A PORTOROSE JASMINE “ROMPE IL GHIACCIO”
Al “Zavarovalnica Sava Portoroz” (WTA 250 - montepremi di 235.238 dollari) di nuovo in scena sul cemento della città slovena (l’appuntamento si era giocato per l’ultima volta nel 2010) si ferma nei quarti Lucia Bronzetti, approdata tra le migliori otto per la terza volta in stagione - e in carriera (la prima sul cemento) - dopo Losanna e Palermo: la 22enne di Villa Verucchio, n.167 WTA (“best”), promossa dalle qualificazioni, elimina all’esordio nel main draw la svedese Peterson, n.80 WTA e settima testa di serie, e poi la Bernarda Pera, n.90 del ranking, prima di cedere 63 62 alla kazaka Yulia Putintseva, 26enne di origini russe (è nata a Mosca), n.44 del ranking e 2 del seeding. Grazie ai punti conquistati la riminese ritocca il proprio primato in classifica, entrando per la prima volta in top 150.

Il sorriso di Jasmine Paolini illumina il cielo scuro e denso di umidità di Portorose. L’azzurra al termine di una settimana capolavoro conquista il suo primo titolo WTA: nella sua prima sfida per il titolo - cominciata con quasi tre ore di ritardo a causa della pioggia - la 25enne di Castelnuovo di Garfagnana, n.87 WTA, supera 76(4) 62, in un’ora e tre quarti di gioco, la statunitense Alison Riske, n.38 del ranking e terza favorita del seeding. 

Un successo che permette alla tennista toscana di ritoccare sensibilmente il best ranking, salendo al n.64 del ranking. "Sono talmente felice che fatico a trovare le parole in questo momento - ammette una Paolini visibilmente emozionata -. Non posso che ringraziare gli organizzatori per questo splendido torneo, ma anche e soprattutto il mio team e la mia famiglia che mi hanno sempre sostenuto. E poi i tanti italiani che mi hanno sostenuto per tutta la settimana e anche al pubblico sloveno: mi avete fatto sentire come a casa. Non vi dimenticherò mai".

A Portorose Jasmine supera al primo turno l’ucraina Yastremskan.53 WTA e sesta favorita del torneo, quindi la russa Kalinskaya, n.145 del ranking, nei quarti la rumena Cirstea, n.40 WTA e quarta favorita del seeding, e in semifinale la kazaka Putintseva, n.44 del ranking e 2 del seeding.

Clara Tauson

TAUSON, CHE BIS IN LUSSEMBURGO
Il 2021 è l’anno delle giovani nel circuito WTA. Ed il “BGL BNP Paribas Luxembourg Open 2021” (WTA 250 - montepremi 189.708 euro) sul veloce indoor di Città del Lussemburgo ne è una prova ulteriore. A vincere è Clara Tauson, n.70 WTA, che in finale si impone per 63 46 64 sulla lettone Jelena Ostapenko, n.30 del ranking e 3 del seeding nonché campionessa in carica. La danese gioca senza alcuna paura anche nei momenti di maggiore pressione: chiude con 31 vincenti contro i 34 della 24enne di Riga, ed appena 6 gratuiti contro 23.

La 18enne di Copenhagen - l’ultima ad aver battuto Emma Raducanu prima dell’esplosione della britannica agli Us Open - diventa la settima giocatrice a conquistare più di un titolo WTA nel 2021. Nell’elenco figurano la numero uno del mondo Barty che ne ha vinti cinque, Krejcikova a quota tre, Aryna Sabalenka, Iga Swiatek, Danielle Collins e Daria Kasatkina. Con questo successo Tauson sale al n. 52 del ranking.

KONTAVEIT INARRESTABILE AD OSTRAVA
Il 2021 sta diventando l’anno migliore nella carriera di Anett: per la prima volta, infatti, l’estone vince più di un titolo nella stessa stagione. Nel “J&T Banka Ostrava Open 2021” (WTA 500 - montepremi 565.530 dollari) la 25enne di Tallinn festeggia il terzo trofeo in carriera dopo 's-Hertogenbosch 2017 e Cleveland 2021, su dieci finali disputate.

Un torneo da applausi quello di Kontaveit, che non superava i 30 successi in dodici mesi dal 2018: l’estone, n.30 del ranking, batte all’esordio la rumena Cirstea, n.37 WTA, poi la spagnola Badosa, n.27 WTA e nona testa di serie, la svizzera Bencic, n.11 del ranking e 3 del seeding, in semifinale la ceca Kvitova, n.10 del ranking e 2 del seeding, e nella sfida per il titolo supera 62 75 la greca Maria Sakkari, n.12 WTA e quarta testa di serie.

La 26enne di Atena, sesta nella “Porsche Race” (la classifica basata sui piazzamenti stagionali che qualifica per le WTA Finals in programma a Guadalajara), perde la seconda finale nel tour sulle tre disputate in carriera. Il suo unico trofeo nel circuito maggiore risale a Rabat nel 2019, battendo la britannica Konta nella sfida per il titolo. Sakkari si consola però con l’ingresso per la prima volta nella top ten mondiale.

Anett Kontaveit con il trofeo di Ostrava (foto Getty Images)

I SUOI PRIMI 40 ANNI
Il giorno 26 la “regina” compie 40 anni e non ha alcuna intenzione di Abdicare. Stiamo parlando di Serena Williams che può guardate tutte dall’alto in basso con i suoi 23 trofei Slam conquistati in quasi un quarto di secolo di onorata carriera professionistica con oltre mille partite giocate (con l’85% dei successi). La statunitense è diventata numero uno del mondo per la prima volta nel 2002 ed è rimasta comodamente seduta sul trono per ben 319 settimane complessive.

Lo scettro mondiale lo ha stretto tra le mani l’ultima volta nel 2017, quando quel “maledetto” record Slam di Margareth Court (24 trofei in singolare) sembrava li li per cadere nelle sue mani. Ed invece è arrivata una maternità un po’ imprevista ma una gioia incontenibile, la piccola Olympia, ed il matrimonio con Alexis Ohanian. Al rientro nel circuito ha giocato altre quattro finali Major (Wimbledon e Us Open 2018, Wimbledon e Us Open 2019) senza però mai riuscire a vincere nemmeno un set.

Il 40esimo compleanno arriva al termine di una stagione tutt’altro che esaltante per Serena: un infortunio alla coscia l’ha infatti costretta al ritiro in lacrime nel primo turno di Wimbledon e a saltare poi gli Us Open. Ma gli auguri alla “regina” sono d’obbligo.

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