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Leo Borg, il sangue non mente. “Profeti in patria” si Schwartzman a Buenos Aires che Garin a Santiago del Cile. A Rotterdam Rublev è inarrestabile mentre a Doha rientra Federer ma vince Basilashvili. A Marsiglia Medvedev va in doppia cifra, Dubai incorona Karatsev (che batte in rimonta prima Sonego e poi Sinner) mentre sul cemento messicano a vincere è il “neo-papà” Zverev
di Tiziana Tricarico | 22 dicembre 2021
Il DNA ha un suo perché. Anche se il cognome può trasformarsi in un macigno da sopportare. Dagli ultimi successi di papà Bjorn sono passati quarant’anni ma Borg resta un mito per il mondo del tennis. Immaginate che emozione se vinci il torneo più prestigioso della tua carriera da junior, se a premiarti è una leggenda di questo sport e se quella leggenda è proprio tuo padre. E’ quello che accade a Leo Borg, che conquista il torneo junior di Porto Alegre, sulla terra battuta brasiliana. Il torneo è un Grade 1, secondo per importanza solo ai Grade A (tra i quali rientrano pure gli Slam).
Borg inizia il suo percorso dalle qualificazioni ed in finale batte 36 64 62 lo statunitense Bruno Kuzuhara, classe 2004, n.8 del ranking junior. Così a 17 anni Leo conquista il suo terzo titolo junior, il primo sul “rosso”. Grazie a questo risultato entra per la prima volta nei top 20 del ranking mondiale under 18.
DIEGO PROFETA IN PATRIA…FINALMENTE!
Gianluca Mager, n.101 ATP, si aggiudica il derby di primo turno con Salvatore Caruso, n.79 del ranking, nell’“Argentina Open” (ATP 250 - montepremi 329.550 dollari) sulla terra rossa del Buenos Aires Lawn Tennis Club (conosciuto come la “Cattedrale del tennis argentino”) di Buenos Aires, seconda tappa del “Golden Swing” in America Latina.
Esordio amaro, invece, per Marco Cecchinato, n.89 ATP, vincitore di questo torneo nel 2019, che cede in tre set al serbo Laslo Djere, n. 60 del ranking e settima testa di serie, che in stagione non aveva ancora vinto un match: proprio il 25enne di Senta aveva stoppato sul più bello “Ceck” nella finale dell’ATP 250 “Sardegna Open” sui campi di Santa Margherita di Pula ad ottobre 2020.
Tornando a Mager, il 26enne ligure di Sanremo esce negli ottavi per mano dello spagnolo Andujar, n.57 del ranking. Il torneo se lo aggiudicail principale favorito, Diego Schwartzman, n.9 ATP, e che al terzo tentativo ce la fa: dopo aver perso le prime due finali in Argentina, conquista il suo primo trofeo ATP in casa. Nella sfida poer il titolo il 28enne di Baires si impone 61 62 sul connazionale Francisco Cerundolo, n.137 del ranking, proveniente dalle qualificazioni, fratello di quel Juan Manuel che sette giorni prima a Cordoba aveva fatto centro al primo torneo del circuito maggiore giocato in carriera.
“KING ROGER” PRONTO AL RIENTRO
Federer, che dopo 13 mesi rientra nel circuito in occasione del torneo di Doha, comunica la sua decisione di non affrontare la successiva trasferta oltre Oceano per il Masters 1000 di Miami, dove l’elvetico è il campione in carica avendo vinto l’ultima edizione disputata, quella del 2019.
A riportare la notizia è il quotidiano “Miami Herald”, sottolineando di aver ottenuto conferma dall’agente di Roger, Tony Godsick. E l’entourage del 39enne campione di Basile fa sapere che dopo Doha e Dubai is) il vincitore di 20 Slam in carriera si prenderà una pausa nella sua programmazione prima della stagione sulla terra rossa.
UNSTOPPABLE RUBLEV
Dura poco l’avventura di Lorenzo Sonego nell’“ABN AMRO World Tennis Tournament” (ATP 500 - montepremi 980.580 euro) sul veloce indoor di Rotterdam, in Olanda. Il 25enne torinese, n.35 ATP - unico azzurro al via dopo i forfait per infortunio di Berrettini (addominali) e Sinner (schiena) - cede in due set allo statunitense Tommy Paul, 23enne del New Jersey n.56 del ranking, in giornata di grazia.
A conquistare il titolo è un Andrey Rublev davvero inarrestabile. Il russo vince la sua settima finale consecutiva, serie iniziata a Mosca nel 2019 (ha perso un set soltanto). A Rotterdam il 23enne moscovita, n.8 del ranking e 4 del seeding, si impone 76(4) 64 sull’ungherese Marton Fucsovics, n.59 ATP, proveniente dalle qualificazioni. Grazie a questo successo Rublev allunga a 20 la striscia di vittorie di fila negli ATP 500 dopo i successi ad Amburgo, San Pietroburgo e Vienna nel 2020. I numeri delle ultime due stagioni certificano la sua esplosione: ha vinto 83 partite su 104 dalla finale di Amburgo 2019. Il suo bilancio vittorie/sconfitte è di 54-11 da inizio 2020, di 13-1 nel 2021.
MISURE PER LA PANDEMIA
L'ATP annuncia una serie di misure per venire incontro ai giocatori e agli organizzatori dei tornei alla luce degli effetti della pandemia da Covid-19. Si va dall’aumento dei prize-money nei “250” e nei “500”, alla possibilità di un “ranking protetto Covid” per chi resta fuori dal circuito per più di 4 settimane, ai fondi per chi organizza tornei. L'ATP spiega anche come cambieranno le classifiche, con un nuovo regime eccezionale in vigore fino al torneo di Cincinnati.
Novak Djokovic scrive una pagina storica per le classifiche ATP
NOLE NELLA STORIA
Con il ranking di lunedì 8 Novak Djokovic scrive una pagina storica. Tornato in vetta dopo l’ottavo titolo a Melbourne nel gennaio 2020 (i trofei Down Under per lui sono diventati nove con il trionfo di febbraio di quest’anno), il 33enne di Belgrado firma la 311esima settimana complessiva da numero uno superando il record di Federer. Era uno dei suoi obiettivi - non lo ha mai nascosto - e ora che l’ha centrato il serbo può tentare di dare la caccia anche al primato di trofei Slam (20), detenuto in coabitazione dal fuoriclasse di Basilea e da Nadal. Diventato per la prima volta number one il 4 luglio 2011 Djokovic è al suo quinto periodo in cima al ranking: chiudendo il 2020 sulla prima poltrona ATP per la sesta volta aveva eguagliato il primato di Sampras.
Roger Federer (foto Getty Images)
Nikoloz Basilashvili con il tradizionale trofeo di Doha con il falco (foto Getty Images)
DOHA: TORNA FEDERER MA VINCE BASILASHVILI
Semaforo rosso per Lorenzo Sonego nel “Qatar ExxonMobil Open” (ATP 250 - 787.930 dollari di montepremi) sul cemento del Khalifa International Tennis & Squash Complex di Doha (spostato di un paio di mesi a causa della pandemia dalla tradizionale data di inizio gennaio). Il 25enne torinese, n.35 ATP, cede in due set lottati allo statunitense Taylor Fritz, n.33 del ranking.
Roger Federer, di verde vestito, rientra nel tour e vince. Batte al secondo turno (per lui l’esordio: è n.6 del ranking e 2 del seeding) 75 al terzo il britannico Daniel Evans, numero 28 ATP, e conquista la sua prima vittoria a 405 giorni dall’ultimo incontro disputato. Nei quarti, però, il 39enne fuoriclasse di Basilea va a sbattere contro il georgiano Basilashvili, che gli annulla anche un match-point.
Non contento Nikoloz Basilashvili va fino in fondo e si porta a casa il trofeo. Il 29enne georgiano di Tbilisi, n.42 del ranking ma con un passato abbastanza recente da n.16, nella sua sesta finale in carriera sconfigge 76(5) 62 lo spagnolo Roberto Bautista Agut, n.13 ATP e quinta testa di serie, già vincitore a Doha nel 2019, contro il quale aveva perso in tre delle quattro sfide precedenti. Per Basilashvili è il quarto centro in carriera.
A MARSIGLIA MEDVEDEV VA IN DOPPIA CIFRA
Stefano Travaglia esce di scena all’esordio nell’”Open 13 Provence”, (ATP 250 - montepremi 334.240 euro) sul veloce indoor di Marsiglia, nella Francia meridionale. Jannik Sinner - che tornava a competere dopo aver rinunciato al “500” di Rotterdam per il problema alla schiena (infiammazione a un disco intervertebrale) accusato a Montpellier - si spinge invece fino ai quarti: il 19enne di Sesto Pusteria, n.34 del ranking e quinta testa di serie, supera infatti i francesi Barrere, n.115 ATP, e Gaston, n.166 del ranking e in gara con una wild card, prima di cedere 62 64 al russo Daniil Medvedev, n.3 ATP e primo favorito del seeding.
Ed è proprio il 25enne moscovita ad aggiudicarsi il trofeo grazie al successo per 64 67(4) 64 sul neo-papà Pierre-Hugues Herbert, n.74 del ranking. Per Medvedev è il decimo titolo su 17 finali disputate che lo proietta al n.2 del ranking, primo giocatore diverso dai “Fab Four” ad essere in top-2 dai tempi di Hewitt a luglio 2005.
Il cileno ha fatto anche grossi passi in avanti in termini di ordine nel suo gioco, differenziando le scelte nelle varie situazioni
GARIN VINCE NELLA SUA SANTIAGO
Marco Cecchinato, Salvatore Caruso e Gianluca Mager (quest’ultimo con due match-point a favore con Coria) salutano subito il "Chile Dove Man+Care Open”, (torneo 250 - montepremi 325.270 dollari) sulla terra rossa del Club Deportivo Universidad Catolica di Santiago del Cile, terzo appuntamento del “Golden Swing” sulla terra sudamericana.
Dove Cristian Garin entra nella storia del tennis del suo Paese: n.22 del ranking e primo favorito del seeding, il 24enne cileno batte in finale per 64 67(3) 75 l’argentino Facundo Bagnis, n.118 ATP, alla sua prima finale in carriera, e festeggia il suo quinto titolo. Nato proprio a Santiago, diventa il primo tennista cileno a conquistare un trofeo in casa dal 2009, quando Fernando “mano de piedra” Gonzalez si affermò per la quinta volta a Vina del Mar.
IN CILE SI RIVEDE BOLELLI
Per la serie “ci sono anch’io”. Dopo cinque anni Simone Bolelli torna a vincere un trofeo di doppio nel circuito maggiore. E lo fa giocando in coppia con l’argentino Maximo Gonzalez, altro specialista d’esperienza. I due, rispettivamente n.74 e n.45 del ranking di specialità e quarti favoriti del seeding, si aggiudicano il titolo del "Chile Dove Man+Care Open” superando in finale l’altro argentino Federico Delbonis e lo spagnolo Jaume Munar, n.148 e n.190 del ranking di doppio.
Per il 35enne di Budrio, finalista con l’Italia in ATP Cup a febbraio, è il sesto titolo in carriera su 14 finali disputate, il primo dopo quello vinto a Dubai 2016 con Andreas Seppi. Simone - il cui successo più prestigioso resta il trionfo agli Australian Open di Melbourne del 2015 con Fabio Fognini - non giocava una finale da Mosca 2019 (raggiunta con un altro argentino, Andres Molteni). Per il 37enne di Tandil si tratta invece del nono trofeo su 12 finali giocate.
PAPA’ ANDY, PAPA’ SASCHA…CHE DIFFERENZA!
Lo scozzese Andy Murray, ex numero 1 del mondo, sposato dal 2015 con Kim Sears (figlia del celebre coach Nigel), diventa padre per la quarta volta e promette che non forzerà i figli a seguire la sua strada nel mondo del tennis.
Anche l’ex fidanzata di Alexander Zverev annuncia la nascita della figlia Mayla ma i rapporti con il tedesco restano burrascosi. “Siamo felici di dare il benvenuto a Mayla”, scrive su Instagram l’ex modella Brenda Patea, la cui relazione con “Sascha”, iniziata nell’autunno 2019, è terminata a luglio 2020. "Il figlio non era in programma", aveva detto la Patea alla rivista Gala in un’intervista nella quale escludeva ogni prospettiva di custodia condivisa: "Farò di tutto per assicurarmi che cresca in un ambiente armonioso. Sono nella fortunata posizione di poterlo crescere da sola".
Zverev da parte sua aveva dichiarato, sempre su Instagram, che la paternità l’avrebbe reso felice e che sarebbe stato uno dei momenti più importanti della sua vita. "Strano, non abbiamo nessun contatto", aveva risposto Brenda.
10° TROFEO CHALENGER PER ANDREAS
Seppi va in doppia cifra con i trofei challenger. Il decimo (su 13 finali disputate) l’altoatesino lo conquista al "Biella Challenger indoor 3" (montepremi 44.820 euro) sul veloce indoor del PalaPajetta. In finale il 37enne di Caldaro, n.107 del ranking e secondo favorito del seeding, liquida 62 61 il mancino britannico Liam Broady, n.170 ATP.
Grazie a questo risultato Andreas ritorna in top 100, dove entrò per la prima volta nel maggio 2005: “Sono orgoglioso dell’alto livello mantenuto così a lungo. Avere accanto moglie e figlia mi aiuta ad esprimermi al meglio. Però l’anca mi limita sempre più: prossima settimana mi fermo per un nuovo trattamento”.
PIAZZA D’ONORE PER DANIIL
Il ranking di lunedì 15 certifica che in meno di due anni la carriera di Daniil Medvedev ha preso velocità. Il russo è il primo giocatore diverso dai “Fab 4” a occupare uno dei primi due posti in classifica dal luglio 2005 (Hewitt). Un traguardo già sicuro prima di conquistare il suo decimo titolo in carriera a Marsiglia: "Fa bene all'autostima aver vinto un torneo prima di diventare numero due", dice il 25enne moscovita arrivato là dove non ci sono riusciti campioni Slam come Wawrinka, Del Potro o Thiem.
DUBAI INCORONA KARATSEV
Nel "Duty Free Tennis Championships", ricco ATP 500 (1.897.805 dollari di montepremi) sul cemento di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, Cecchinato esce all’esordio contro Gasquet mentre Sonego è battuto in rimonta da Karatsev. Con due maratone vincenti (contro Bublik e Bautista Agut), invece, Jannik Sinner centra i quarti: la terza, però, è fatale al 19enne di Sesto Pusteria, n.32 ATP e 16esima testa di serie, che nei quarti si fa rimontare anche lui da…Karatsev.
E con quegli occhi spiritati, quello sguardo feroce e quei polpacci da mediano degli anni Sessanta, è proprio il russo Aslan Karatsev a prendersi il titolo: in finale il 27enne moscovita, n.42 del ranking, in gara con una wild card, domina 63 63 il sudafricano Lloyd Harris, n.81 ATP, proveniente dalle qualificazioni, e festeggia l’ingresso i top 30.
A Dubai Karatsev - che in semifinale ha interrotto la striscia di 23 successi di fila nei “500” di Rublev centrando la sua vittoria più prestigiosa in carriera - è la terza wild card nell’albo d’oro dopo il sudafricano Ferreira nel 1995 e l’austriaco Muster nel 1997. L’impresa di Aslan agli Australian Open di febbraio, quando è diventato il primo tennista nell’Era Open a raggiungere le semifinali nel suo primo Slam disputato, per giunta partendo dalle qualificazioni, ha davvero cambiato tutto.
Tutta la gioia di Lorenzo Musetti (foto Abierto Mexicano Telcel website)
AD ACAPULCO BRILLA MUSETTI…
Si interrompe solo in semifinale la splendida cavalcata di Lorenzo Musetti nell’”Abierto Mexicano Telcel” (ATP 500 - montepremi 1.053.560 dollari) sul cemento di Acapulco, in Messico. Il 19enne di Carrara, n.120 ATP, partito dalle qualificazioni e per la prima volta approdato al penultimo atto di un “500”, cede 61 63 al greco Stefanos Tsitsipas, n.5 del ranking e primo favorito del torneo.
Un percorso da applausi quello del Next Gen toscano che vince sei partite di fila: superati tre turni di qualificazione, all’esordio nel main draw elimina in tre set l’argentino Schwartzman, n.9 Atp e terza testa di serie (a 19 anni e 14 giorni Lorenzo è il secondo italiano più giovane a battere un top ten dopo Sinner, che quando batte Goffin a Rotterdam nel 2020 ha 18 anni e 177 giorni), si ripete superando in rimonta lo statunitense Tiafoe, n.56 del ranking, quindi nei quarti si sbarazza in due set del bulgaro Dimitrov, n.16 ATP e quinta testa di serie, a segno ad Acapulco nel 2014. Imprese che gli fanno guadagnare l’affetto del pubblico messicano, che impazzisce per il tennis vario e fantasioso dell’azzurro. E che lo proiettano per la prima volta in nella top 100 mondiale, al n. 94.
Per il tennista allenato da dieci anni da coach Simone Tartarini era solo la quarta partecipazione ad un main draw nel tour maggiore, la terza partendo dalle qualificazioni. Aveva iniziato a febbraio 2020 nel “500” di Dubai (cemento), perdendo all’esordio nel main draw da Rublev. Poi a settembre, nel Masters 1000 degli Internazionali BNL d’Italia al Foro Italico (terra), aveva vinto tre match di “quali” e nel main draw aveva eliminato Wawrinka e Nishikori prima di cedere negli ottavi al tedesco Koepfer. Quindi nell’ATP 250 Sardegna Open a Santa Margherita di Pula (terra) la prima semifinale ATP, costretto al ritiro nel terzo set per un problema al braccio destro contro il futuro vincitore del torneo, il serbo Djere.
…MA IL SOMBRERO LO INDOSSA ZVEREV
Alexander Zverev si gode per la prima volta l’emozione di indossare il classico copricapo messicano, lui che nel 2019 era stato stoppato sul più bello da Nadal.
Nella finale di Acapulco, la migliore possibile, il tedesco, n.7 del ranking e 2 del seeding, batte 64 76(3), il greco Stefanos Tsitsipas, n.5 ATP e prima testa di serie del torneo. “Sascha” conquista il suo 14esimo titolo senza aver perso nemmeno un set lungo il percorso (ma con un successo per forfait di Ruud nei quarti), il terzo in un “500” dopo la doppietta di Washington (2018-2019).
AZZURRI DA RECORD
La classifica ATP di lunedì 22 resterà negli annali del tennis italiano. Grazie all’exploit di Musetti, che con la semifinale nel “500” di Acapulco guadagna in un colpo solo 26 posizioni e balza al 94esimo posto del ranking - a 19 anni appena compiuti è il più giovane fra i primi cento del mondo -, diventano infatti nove gli azzurri nella top 100, per la prima volta nella storia. Eccoli: Berrettini (n.10), Fognini (n.17), Sinner (n.31), Sonego (n.34), Travaglia (n.70), Caruso (n.85), Cecchinato (n.90), Musetti (n.94) e Seppi (n.97).
LA BELLA INIZIATIVA DI THOMAS
Poco più di sei ore e mezzo trascorse in totale sul campo al “Miami Open”, per l’esattezza 392 minuti. E’ il tempo complessivo dei match disputati - tra qualificazioni e primo turno del tabellone principale - da Thomas Fabbiano nel primo Masters 1000 del 2021: ma ogni momento sui court della Florida è stato importante. Il 31enne pugliese di San Giorgio Jonico decide infatti di donare un dollaro per ciascun minuto per sostenere le cure del coach croato Kristijan Schneider, al quale è stato diagnosticato un cancro all’intestino.
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