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Eventi internazionali

Dalle Fab Four ai Fab Four azzurri: il Rinascimento rilancia con le donne?

Dopo l’esempio di Schiavone, Pennetta, Vinci ed Errani che ha dato la carica ai colleghi uomini, il venerdì da sogno di Palermo di Paolini e Bronzetti fa pensare a un rilancio anche al femminile. Nel segno della più esaltante emulazione

di | 23 luglio 2022

C’è una gara nella gara mentre gli appassionati italiani rubano qualche ora alla spiaggia per lo zapping su Supertennix fra Gstaad, Amburgo e Palermo. Dietro le quinte, nascosta dalle imprese di Matteo Berrettini, Lorenzo Sonego, Jasmine Paolini e Lucia Bronzetti si ravviva, si anima e divampa una competizione sana e forte e bella che si chiama emulazione. Che passa di mano in mano, di cuore in cuore, come un testimone esaltante e magico della staffetta più sincronizzata, capace di esaltare ulteriormente le qualità dei protagonisti e di produrre altri risultati, ancor più importanti ed eccitanti. Soprattutto, incalcolabili, perché disegnati dal destino.

Il rovescio di Matteo Berrettini (foto Twitter Gstaad)

Oggi, infatti, sono gli alfieri del Rinascimento del tennis italiano al maschile a brillare nell’élite, con prestazioni sempre più importanti e comportamenti sempre più positivi, sia tecnici che caratteriali. Così applaudiamo la resilienza di Berrettini subito competitivo dopo l’ennesimo, forzato, stop, e la sua capacità da campione di rovesciare sul ciglio del baratro match che sembrano ormai persi come contro lo scatenato spagnolo Martinez.

Così abbracciamo la nuova concretezza negli scambi da fondo e i repentini cambi di marcia offensivi del talento tecnico più puro della nuova generazione, Musetti, e rivediamo in lui le stimmate da “nuovo Panatta” che già aveva mostrato da junior.

Non abbiamo nemmeno il tempo di rifiatare: passiamo dal sole e dal caldo alle luci artificiali di Palermo, nell’italianissimo torneo siciliano, e due azzurre, con un pedigree meno eclatante come Paolini e Bronzetti rispondono poche ore dopo ai colleghi uomini con due prove davvero straordinarie, tutt’e due in rimonta, tutt’e due lottando contro pronostico, tutt’e due sciorinando un tennis vario, veloce, con una transizione difesa-attacco che fa sorridere gli occhi dei due grandi, super-appassionati, capi-tecnici FIT, Vittorio Magnelli e Tathiana Garbin. Storici cultori del lavoro, dell’etica e della motivazione.

SCAMBIO O RISCATTO?

Per un memorabile decennio, dal 2006 al 2015, quando il tennis maschile aveva le orecchie proprio basse a livello di eccellenza nei tornei e nelle gare a squadre, “le Fab Four de noartri”, Francesca Schiavone, Flavia Pennetta, Roberta Vinci e Sara Errani hanno fatto al contrario faville, conquistando 4 Fed Cup in 5 finali e tirandosi la volata fra le top ten della classifica mondiale, fino a firmare il Roland Garros 2010 con “Nostra Signora dello Slam” Schiavone (con la finale bis dell’anno dopo), e poi a coronare quel periodo aureo con la storica finale Pennetta-Vinci agli US Open 2015, più i trionfi di doppio di Errani-Vinci eccetera eccetera. 

In quei giorni, le due realtà, così vicine, spesso addirittura coincidenti al punto da sposarsi di nome e di fatto, come nel caso di Pennata-Fognini, sembravano soltanto lontanissime: sia come esempi che come risultati. In realtà, la macchina dell’emulazione, il lavoro dei tecnici federali e privati, la voglia di emergere e di realizzarsi dei giocatori, lavora già a pieno ritmo, tanto che, tre anni dopo quell’indimenticabile finale di New York, produceva la prima scintilla, con la semifinale del Roland Garros 2018 di Marco Cecchinato. Quella che Massimo Sartori, fra i maggiori promotori della svolta, individuò nella “generazione Cecchinato” che stava arrivando.

Jasmine Paolini raggiante dopo la vittoria (foto Twitter PLO 2022)

SVILUPPI IMPREVEDIBILI

Da Cecchinato a Sonego, Berrettini, Sinner e Musetti, il salto è stato notevole e imprevedibile. Perché nessuno avrebbe immaginato un simile sprint del tennis italiano al maschile culminato col numero 6 al mondo e la finale di Wimbledon di Matteo e gli altri straordinari risultati di vertice assoluto degli altri giovani colleghi, con tanti successi e l’esplosione di Jannik fra i top ten, così giovane, così precoce e così promettente da trainare anche Lorenzo da Carrara, più anziano di un anno.

Perciò, oggi, dopo un venerdì così eccitante, ci piace ipotizzare che la fiammata di Palermo delle vivaci e battagliere Paolini & Bronzetti faccia divampare nuovi, giovani, talenti e che siano stati stavolta gli azzurri a scatenare l’emulazione delle azzurre. A loro volta ferme, come risultati di prima qualità, al 2015. Perché la storia si ripeta, ancora e ancora, nel segno dell’emulazione, in un inseguimento sano e produttivo per il tennis italiano tutto. Ormai finalmente unito proprio dai risultati e dall’esempio delle nostre Fab Four.


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